«Comprensivi: che sappiano cioè ascoltare anche a lungo: che non si impennino nell'ascoltare proposizioni poco ortodosse dai giovani loro affidati (senza però trascurare di correggerli!); che all'occasione sappiano accordare un'eccezione particolare e transitoria; che sappiano pazientare finche il suddito non avrà compreso.
«Ma anche fermi: non deve credere il Superiore o il Padre spirituale d'avere fatto tutto il suo dovere, allorché s'è semplicemente piegato ah desiderio dei sudditi, specialmente dei giovani: spetta a lui guidare per sentieri sicuri: se deve avere il cuore così largo da saper dire molte volte sì, dev'essere anche di carattere così fermo da saper dire un no quando il caso lo richiede. Il Superiore cerchi di conservare la lucidità e l'indipendenza di giudizio, senza farsi influenzare dalle opinioni correnti; preghi e rifletta molto. La consideratio che S. Bernardo raccomandava al suo antico monaco, il B. Eugenio III, è ben necessaria ai Superiori d'oggi, e sarà pure assai utile lo studio dell'aureo opuscolo di S. Bonaventura De sex alis Seraphim.
«Spetta poi ai Superiori locali assumersi tutt'intera la propria responsabilità, senza rimettersi a un Superiore maggiore o a un Visitatore per la tutela della disciplina, la correzione dei difetti, l'applicazione di pene paterne, quando ciò sia necessario. Molti inconvenienti potrebbero essere evitati, se essi avessero sempre il coraggio di avvicinare gli individui, in luogo di accontentarsi di misure e di richiami d'indole generale».
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«In essentialibus firmitas,
in secundariis flexibilitas,
in omnibus caritas».
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