Per le accettazioni degli Aspiranti
1. Si illuminino in modo assoluto i parenti, i Parroci, l'aspirante sulla vita religiosa e, sul fine dell'Istituto; cosi si spieghino le differenze tra Sacerdoti e Discepoli in Congregazione; si scruti bene la intenzione secondo l'articolo che stabilisce che l'aspirante sia mosso da retta intenzione di darsi a Dio vivendo per Congregazione.
2. Il contributo mensile delle famiglie è un necessario segno della buona volontà: una doverosa riconoscenza all'Istituto per il bene che l'aspirante riceve: di entità determinata secondo molte circostanze. In generale, in Italia, non sorpassi le cinquemila lire: praticando riduzioni dopo almeno un anno di buona prova: cercandosi sempre benefattori che contribuiscano. In casi eccezionali, quando vi è una quasi certezza della riuscita si creano posti gratuiti. 3. Il lavoro vocazionario, come pure l'accettazione definitiva, si fanno in buono accordo tra il superiore della casa ed il Sacerdote vocazionista.
4. Diviene sempre più chiaro che l'Istituto deve avere, in generale, due terzi di Discepoli rispetto al numero dei Sacerdoti: che agli aspiranti discepoli si devono dedicare amorose cure (per lo spirito, lo studio, la formazione religiosa e per l'apostolato), pari che agli aspiranti studenti: che Discepoli devono abilitarsi a diventare capireparto nella tecnica e nella propaganda sub ductu et dependentia superioris, o da chi è incaricato dal Superiore.
Per il Governo delle Case
Sono da applicarsi gli articoli seguenti delle Costituzioni: 450: «Moderator Generalis, de consensu Consilii sui, Superiori locali cuiuslibet domus formatae duos assignare debet sacerdotes consiliarios. Praeterea Superior maior cum suo Consilio duos solales Discipulos deputabit qui sessionibus intersint cum agitur de re oeconomica et de apo-stolatu quoad technicam artem et divulgationem».
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