Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ESERCIZI LUGLIO-AGOSTO 1955
96. PER FARE BENE GLI ESERCIZI SPIRITUALI96
1. E' cosa commovente questo fatto che, dopo aver lavorato in molte maniere nelle parrocchie e nei vari impegni ed uffici, vi raccogliete qui per esaminare il lavoro fatto, per chiedere perdono delle incorrispondenze alla grazia e per vedere quello che c'è da migliorare per il bene delle anime.
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2. Vi rivolgete soprattutto alla donna, ma l'opera che fate, di riflesso, va a beneficio di tutti. Grande cosa è l'essere associati al sacerdote nel lavoro! Questo vi mette su un piano divino, con la medesima missione di Gesù e di Maria. Tutto è passato attraverso Maria! Questo raccogliervi e pensare alla vostra santificazione è cosa gradita a Dio.
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3. Che cosa sono gli esercizi spirituali? E' un tempo in cui ci raccogliamo e ci intratteniamo faccia a faccia con Dio e rivediamo le cose dell'anima nostra. Nel silenzio si sente la voce di Gesù: «Ti condurrò nella solitudine e parlerò al tuo cuore» (cf. Os 2,16).
Dopo aver fatto tutto il bene che avete potuto, dite: «Siamo servi inutili» (Lc 17,10). Gesù, compiacendosi del bene che avevano compiuto gli apostoli, li chiamò in un luogo deserto per pregare: «Venite in desertum locum» (Mc 6,31).
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4. Avete sospeso le occupazioni ordinarie per poter incominciare un anno nuovo. Durante gli esercizi spirituali è necessario fare i propositi; un viaggiatore, che deve camminare giorni e giorni, si riposa un po' e considera la strada che deve ancora fare: anche la nostra vita è un viaggio.
Dopo aver molto camminato, si arriva ad una stazione in cui ci si deve fermare. La stazione sarebbe la morte, dopo la quale c'è il giudizio e l'eternità.
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5. La prima necessità degli esercizi è togliere il peccato; bisogna uscire dagli esercizi perfettamente serene. Durante l'anno alle volte ci si scusa, si ha fretta; se una persona si scusa con troppa facilità, sarà giudicata da Dio. Durante gli esercizi si vede più chiaro e il pentimento è più perfetto, durante l'anno quasi mai è così perfetto!
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6. Seconda necessità: la vita religiosa è per progredire e crescere nelle virtù. Lo Spirito Santo opera su di noi in tante maniere; non si può e non si deve dire: «Non sono andata indietro», ma «ho fatto del progresso». Il non essere andata indietro è già un'accusa, vuol dire aver sprecato le grazie. Sprecare le grazie è come aver del denaro e distruggerlo. Dobbiamo rivedere il progresso che abbiamo fatto.
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7. Terza necessità: per migliorare l'apostolato dobbiamo considerare due ordini di doveri. Il primo dovere nasce dal primo articolo delle costituzioni, il secondo nasce dal secondo articolo. Come abbiamo fatto l'apostolato della preghiera, della gioventù e delle varie opere nella parrocchia? Come ci siamo dedicate?
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8. Come fare gli esercizi? Occorre subito dire che sono divisi in due parti: ciascun'anima dovrà considerare se stessa per cinque giorni, nel silenzio, poi dedicare quattro giorni all'aggiornamento, rivedendo le costituzioni per esaminare come le abbiamo osservate.
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9. La santità da raggiungersi è nell'osservanza delle costituzioni. Se si facessero anche dei prodigi, senza l'osservanza delle costituzioni una suora non si farebbe santa.
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10. Primo mezzo per far bene gli esercizi è esaminare l'apostolato con la gioventù e coi bambini, l'esercizio della carità in comunità, come si tende al progresso dell'istituto in generale e al progresso della parrocchia.
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11. Il secondo mezzo è la preghiera. Lo Spirito santo mandi una pioggia di grazia, una pioggia che si ferma, penetra nei cuori e porta al pentimento e alla santità. Gli esercizi portano frutto in proporzione alla preghiera.
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12. Terzo mezzo: essere osservanti dell'orario; non solo arrivare in tempo, ma fare le cose bene. Osservare il silenzio, se necessario non guardarsi neppure. Cinque giorni sono pochi, ma almeno questi pochi fateli fruttare. Avete lavorato tanto, cercate di spendere questi giorni solo per mortificare gli occhi, la gola, la fantasia, il cuore, eccitandolo all'amore di Dio. Ciascuna poi ha le proprie mortificazioni.
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13. Tutto sia accompagnato da grande fiducia Quanto vuol bene il Signore alle pastorelle! Non sappiamo quanto egli vuol bene ad un'anima, può darsi che stia ad attenderci! Diciamogli:«Parla o Gesù che il tuo servo ti ascolta» e prepariamo il nostro cuore all'ascolto.

Albano Laziale (Roma)
28 luglio 1955

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96 Albano Laziale (Roma), 28 luglio 1955