INTRODUZIONE
Il primo noviziato del nascente Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni fu avviato da Don Giacomo Alberione a Castel Gandolfo il 22 agosto 1958, festa del Cuore Immacolato di Maria, al termine del corso di esercizi spirituali (14-21 agosto), tenuto dallo stesso Fondatore alle sette ragazze romane che formavano il primo nucleo di Apostoline.
A questo riguardo, può essere interessante ricordare la non casuale coincidenza dei tre nuovi noviziati nella Famiglia Paolina che, per opera del Primo Maestro (PM), hanno avuto il loro inizio quasi in contemporanea. Nell’arco di un mese, tra agosto e settembre 1958, Don Alberione ha dato inizio prima al noviziato dell’Istituto Maria Santissima Annunziata1, poi dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni, e quindi dell’Istituto San Gabriele Arcangelo2.
Nate in contemporanea ai due Istituti Secolari della Famiglia Paolina, e ultime nel solco delle Congregazioni Religiose fondate da Don Alberione, le Suore Apostoline ricevono per carisma il compito di servire la Chiesa promuovendo tutte le vocazioni che lo Spirito suscita: «Vi sono nella Chiesa Istituzioni per le vocazioni ma nessuna
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Istituzione è quale si prospetta la vostra, e cioè: per tutte le vocazioni, e con tutti i mezzi, con tutte le forze e per tutti gli apostolati. Vi sono, per esempio, Istituzioni per le vocazioni sacerdotali, in modo particolare per cercarle e per aiutarle materialmente. Ma la vostra ha un carattere generale che corrisponde all’intenzione del Maestro Divino, e cioè: tutte le vocazioni, per tutti gli apostolati, per tutti gli Istituti, per il clero secolare, per i religiosi, le religiose e gli Istituti Secolari, adoperando tutti i mezzi che sono a disposizione, particolarmente il sacrificio della vita propria, la vita interiore di santificazione, e poi tutta l’attività» (p. 36).
Così il Fondatore delinea in sintesi la missione vocazionale che spetta alla nascente Famiglia Religiosa, a servizio di tutti i doni e carismi presenti nella Chiesa, comunità di chiamati; e si assume la paternità e la direzione del noviziato dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni, chiedendo alle ragazze che aveva davanti sia l’umiltà di lasciarsi guidare e sia la pietà, cioè la disposizione interiore ad affidarsi al Signore, affinché sia Lui ad agire nella Congregazione e a comunicare le grazie necessarie perché l’Istituto viva (vedi p. 207).
Durante gli esercizi spirituali, che si svolsero in quella che chiamiamo la prima casa (adiacente all’abitazione attuale) in via Mole a Castel Gandolfo, Don Alberione dettò in tutto 27 Istruzioni di lettura e spiegazione degli articoli delle Costituzioni, e 2 Meditazioni conclusive, una su Maria e l’altra sul Paradiso.
Di queste 29 Istruzioni e Meditazioni, ve ne sono due (una sul voto di castità e l’altra sul voto di povertà) di cui non abbiamo trovato la registrazione, forse non eseguita o smarrita. Per dare un’idea di ciò che il PM ha detto, ci siamo servite degli appunti conservati da sr. Nazarena De Luca e sr. Maddalena Verani, anche se sintetici. Grazie a questi appunti, è stato anche possibile avere una certa sicurezza di come si siano svolti gli Esercizi; sono state ordinate con attendibilità le bobine registrate; e si sono potute aggiungere in nota parti iniziali o conclusive di alcune Istruzioni, quando le registrazioni risultavano interrotte e incomplete…
Il PM ha dettato 4 Istruzioni al giorno, tranne il primo pomeriggio (o sera) in cui ha introdotto il corso con una sola Istruzione. La durata delle Istruzioni era di 30 minuti circa, ma in alcune ha parlato anche 40 minuti. Per gli orari, è egli stesso a riferircene, dandoci più o meno un’idea di come si svolgeva la giornata: «Come è in
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abitudine negli esercizi spirituali, per la meditazione del mattino e della sera si fa precedere il Veni Creator; e invece, per l’Istruzione verso le otto e mezza-le nove e l’Istruzione verso le tre e mezza-le quattro, si cantano lodi varie» (p. 240). Per cui, alle 9,30 al massimo erano già state dettate le due Istruzioni del mattino, mentre al pomeriggio la prima Istruzione iniziava per le 15,30 circa.
Nei giorni degli Esercizi erano contemplate due Messe quotidiane, come si può constatare dalle firme nello stesso Registro delle Sante Messe3; venivano celebrate rispettivamente prima di ognuna delle due Istruzioni del mattino. I celebranti erano probabilmente gli stessi autisti che accompagnavano il PM, il quale ha anch’egli celebrato la Messa il 16, il 18, il 19 e il 20 agosto. Una firma del giorno 21 e quella del giorno 22 non sono state apposte, ma sul Registro è stato lasciato lo spazio libero con la data corrispondente: non sarebbe affatto strano immaginare che lì avrebbe dovuto firmare Don Alberione, il quale però non celebrerà più a Castel Gandolfo fino alla Notte di Natale dello stesso anno... ossia 5 pagine dopo lo spazio lasciato vuoto!
Dopo le Istruzioni del mattino, quando non rientrava subito in Roma, visto che poi sarebbe tornato dalle Apostoline nelle ore pomeridiane, il PM si dedicava all’ascolto, alla direzione spirituale o alle confessioni. Ne abbiamo conferma, oltre che dalla testimonianza delle sorelle che erano lì presenti e dai loro stessi appunti, anche da qualche inciso, che ogni tanto egli pronuncia, di questo genere: «Dalle domande che mi avete fatto, da un’espressione che ho sentito, ho veduto che bisogna chiarire alcuni punti: perciò qua e là introduco qualche variazione» (p. 37). Da questa frase ricaviamo anche uno dei motivi delle aggiunte e correzioni di sua mano sul testo dattiloscritto, segno della cura e dell’attenzione rivolta alla nuova Fondazione, e della preoccupazione che il dono carismatico fosse chiaro e ben definito.
Nel pomeriggio, poi, teneva le altre due Istruzioni intervallate dalla Benedizione Eucaristica, lasciando un conveniente spazio tra di esse.
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Nei Nastri originali sono spesso registrati anche i momenti che precedono e che seguono l’Istruzione stessa. Lo schema è più o meno lo stesso: la registrazione parte quando il PM sta già recitando l’Ave Maria in italiano. Quindi prosegue con le tre giaculatorie (a Gesù Maestro, alla Regina degli Apostoli, a san Paolo) in latino, e termina con il Sia lodato Gesù Cristo. Conclude invece ogni Istruzione, dopo il Sia lodato Gesù Cristo, iniziando la recita della preghiera: Cara e tenera mia madre, Maria…
È utile ricordare che in altre meditazioni di anni successivi al 1958, il PM darà ancora delle spiegazioni sulle Costituzioni. Quando saranno pubblicate queste ulteriori registrazioni, potranno integrare sicuramente i presenti commenti.
Tornando agli esercizi spirituali, si avverte dalla predicazione di Don Alberione quanto egli desideri introdurre queste ragazze al noviziato dando loro il testo normativo e carismatico che è in primo luogo la strada maestra per camminare più decisamente nella vita religiosa, e poi per entrare nello spirito paolino e assumere l’apostolato vocazionale. Ricordiamo che per il gruppo vi era già stata la tappa della Vestizione religiosa il precedente 29 giugno, e una preparazione remota, anche se non per tutte con gli stessi tempi, a questo «noviziato regolare», come si preoccupa di asserire il PM (p. 19). Durante l’anno, le novizie avrebbero poi dovuto continuare ad approfondire le Costituzioni, soprattutto facendone propri lo spirito e gli intendimenti (vedi p. 239).
Il percorso normativo delle altre Congregazioni Religiose della Famiglia Paolina era già tracciato da diverso tempo, ed era il frutto maturo di molto lavoro, studio ed esperienza. Le Apostoline usufruirono così di una regola di vita già collaudata e approvata dalla Chiesa. Don Alberione ricorda infatti che questo testo risulta pressoché uguale alle Costituzioni degli altri Istituti femminili4 della
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stessa Famiglia Paolina, e in diverse occasioni non manca di riferirsi a queste Congregazioni. Egli afferma con molta sicurezza che le presenti Costituzioni sono «approvate in sé» in ragione di tutto il percorso compiuto per l’Approvazione delle altre Istituzioni; e ricorda che, eccettuato ciò che concerne il fine speciale, cioè la missione dell’Istituto, «le altre cose sono già o prescrizioni canoniche o prescrizioni divine, oppure sono già frutti di esperienza» (p. 237).
È utile ricordare che le Costituzioni delle Congregazioni Religiose riportavano effettivamente in gran parte la normativa canonica della Chiesa sui Religiosi, ricavata dal Codice di Diritto Canonico in vigore dal 1917 (parte II del libro secondo), e lo stesso PM lo afferma: «In novanta parti su cento di quello che sta scritto dalle Costituzioni è di Diritto Canonico» (p. 18).
Le Prime Costituzioni dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni sono divise in 3 parti (Fine e membri, Vita e opere, Governo della Congregazione), le quali a loro volta si suddividono in capitoli e, se vi sono, in sottocapitoli, per un totale di 458 articoli. Il Fondatore, da un lato insiste affinché tutte le novizie le abbiano presto tra le mani, le leggano «costantemente» per memorizzarle e praticarle, perché «questo è il lavoro principale dell’anno», e con le Costituzioni «resta determinato il modo di vivere» (p. 239) per una Congregazione; dall’altro lato ricorda in più occasioni che molte cose non servono «per ora», cioè per chi sta iniziando a muovere i primi passi, perché anche negli Istituti Religiosi come nella vita naturale, occorre adeguare il cammino ai tempi della crescita: «Tutte queste regole per ora non vi occorrono, non vi occorre cioè che siano applicate. Ma serve il comprenderle perché verrà il giorno in cui dovranno venir messe in pratica» (p. 49). Su questo argomento ferma spesso la sua attenzione e riflessione: il paragone di cui si serve è quello del bambino che mentre cresce può prendere consapevolezza di sé ed assumersi delle responsabilità, mano a mano che l’età e le condizioni lo permetteranno…
A volte potrà stupire la semplicità con la quale il PM affronta i contenuti da trattare, pur nella profondità di essi. Occorre tener presente che Don Alberione aveva davanti a sé delle ragazze tanto attente e di buona volontà quanto giovani e inesperte circa la vita consacrata. Ed è proprio tenendo conto del suo uditorio, che Don Alberione cerca di introdurre le prime Apostoline nella vita religiosa.
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Per il PM non è stato sicuramente facile spiegare certi concetti a persone ancora non pratiche del linguaggio della vita religiosa: si avverte infatti lo sforzo continuo di semplificare e di adattare i contenuti; di spiegare minuziosamente e con chiarezza alcuni passaggi di più difficile comprensione, soprattutto riguardo i concetti più ostici.
Ed è probabile che qualche volta gli articoli dattiloscritti arrivavano alle giovani ascoltatrici dopo che il PM li aveva letti e spiegati… Per cui, oltre al fatto che esse fossero al loro primo approccio con il testo delle Costituzioni, può essere capitato che non avessero sottomano gli articoli quando venivano letti... Un altro dettaglio da notare: in queste Istruzioni è sempre e solo Don Alberione a leggere il testo scritto, contrariamente a quanto avviene in altri momenti in cui egli fa leggere ad altri un brano biblico o altri brani che poi spiega e commenta.
Nella predicazione, la sua attenzione è rivolta soprattutto alla spiegazione del fine e dello spirito della Congregazione, e in particolare del fine speciale dell’Istituto, che «è vocazionario», così come descritto nei primi articoli delle Costituzioni. E proprio i primi quattro articoli sono quelli a cui il Fondatore dedica maggiormente il suo interesse, per rielaborare qualche espressione in modo da evitare equivoci; per aggiungere concetti che diano maggiore completezza e chiarezza; oppure per correggere ciò che non corrispondeva esattamente al suo pensiero: sono le sue correzione autografe.
Altri argomenti a cui dà un certo spazio nella lettura e nel suo commento sono: le tappe formative, dall’accettazione alla professione perpetua, i voti, la vita fraterna e l’osservanza religiosa, la conduzione delle case... Su temi a lui cari e che possiede molto bene, come la formazione integrale delle suore e l’apostolato, non legge nessun articolo ma sintetizza le linee fondanti e generali del suo pensiero carismatico, trasmettendo il frutto della sua lunga esperienza di formatore e di apostolo. Di alcuni argomenti che riguardano aspetti canonici o che non sono di immediato interesse per il gruppo, come il governo della Congregazione, fa un rapido accenno, quando non li salta, dicendo che si approfondiranno quando sarà necessario: «E sarà fra quarant’anni, questo, fra quarant’anni, sì…» (p. 201).
Di per sé, le presenti Istruzioni risultano molto più ricche di quanto non appaia ad una prima lettura, perché contengono indicazioni
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che un attento lettore potrà scoprire se, al di là della lettera, cercherà lo spirito che vi è dietro e sorregge i contenuti. Certamente in Don Alberione – ed è già stato annotato – la teologia della vita consacrata e religiosa appartiene in buona parte al periodo prima del Concilio: egli, pur nella profezia e nella profondità delle ispirazioni carismatiche ricevute da Dio, per tanti aspetti è figlio del suo tempo. Ma, al di là di questo, ciò che è più importante rilevare è che il PM ha saputo filtrare i contenuti carismatici e canonici con una sapienza, pazienza e attenzione che è propria di chi si sente non solo Fondatore, ma anche padre.
Certo, Don Alberione è esigente e non sminuisce le difficoltà. Di fronte agli impegni della vita religiosa ricorda con forza alle Apostoline che occorre «cambiare mentalità» (p. 135) e che bisogna «raggiungere la maturità; e studiarvela e tenerla presente questa necessità di raggiungere la maturità personale e la maturità collettiva dell’Istituto» (p. 41); ma nello stesso tempo si preoccupa che ci si possa scoraggiare di fronte ai nuovi impegni: «…e ciascheduna può pensare: Mi ci vuole una vita…» (p. 149).
Così pure, mentre si premura di dire che gli esercizi spirituali sulle Costituzioni impegnano molto (cf pp. 135, 143), si rende conto delle possibili difficoltà concrete: «Se le ginocchia fan male pregando, oppure se in questi giorni il caldo ci tormenta un poco… il volere di Dio accettato serenamente! Ecco» (p. 118). Certamente anche per lui, all’età di 74 anni, andare e venire da Roma a Castel Gandolfo, mattino e sera, e predicare gli Esercizi… non doveva essere riposante! E a volte si avverte dalla voce che è affaticato…
Abbiamo voluto comunque fare qualche breve esempio per evidenziare come Don Alberione sia certo un Fondatore esigente e un sapiente formatore, ma come sia soprattutto un Padre.
Diamo ora alcune indicazioni per la lettura del testo:
– I numeri in grassetto a lato delle pagine corrispondono ai numeri degli articoli che il PM sta leggendo o spiegando. Egli, pur facendo una lettura abbastanza sistematica di tutte le Costituzioni, non legge e non spiega tutti gli articoli. Quando li accorpa nella sua spiegazione, abbiamo messo a lato i rimandi di più numeri.
–Il testo in corsivo tra virgolette corrisponde sempre al testo delle Costituzioni letto da Don Alberione.
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– Il corsivo tra parentesi quadre corrisponde al testo delle Costituzioni che il PM non legge, ma che abbiamo aggiunto per la comprensione dello stesso articolo.
– Quando, invece, dentro il testo corsivo compaiono delle parole in tondo, è segno che il PM dice quelle parole, ma esse non sono parte di quell’articolo che sta leggendo.
– Se il PM ripete la lettura di una parte dell’articolo che ha già letto, il testo è riportato in tondo tra virgolette ma non in corsivo.
– Normalmente, quando il PM legge, abbiamo preferito scrivere per esteso e non in forma abbreviata (per esempio: articolo e non art.) le parole che pronuncia.
– A volte tra il testo e la lettura del PM non sempre c’è corrispondenza, perché il PM può sbagliare a leggere, oppure può riformulare la frase secondo il filo logico che sta seguendo… In questi casi, nella scelta della trascrizione, ci siamo regolate a seconda di quanto ci sembrava opportuno, per salvaguardare sia il pensiero dell’articolo, sia quello del PM. In ogni caso, abbiamo sempre segnalato in nota la variante dell’uno o dell’altro.
– Quando legge i numeri dei paragrafi, il PM li pronuncia sempre come numerali ordinali: primo, secondo, terzo... Noi, però, li scriviamo come sono nel testo delle Costituzioni, cioè in numeri arabi.
– I criteri di uniformità di maiuscole e minuscole (istituto/i, casa/e, superiora/e, suora/e, consigliera/e, consiglio, vicaria, segretaria, diritto canonico, sacerdote, ecc. ecc.), usati per la stampa delle Prime Costituzioni, sono applicati anche agli articoli che riportiamo nelle Istruzioni.
Mentre ricordiamo che in Don Alberione alle Apostoline il criterio adottato per la trascrizione di Meditazioni e Istruzioni è sempre quello della FEDELTÀ AL PARLATO, rimandiamo al precedente volume AP 1958/1, pp. 11-13, per le altre indicazioni sulle scelte redazionali.
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1 Nel mese di agosto a Balsamo (Milano), durante un corso di esercizi spirituali, dieci Annunziatine iniziano il noviziato e due il postulato.
2 Sette uomini iniziano il noviziato dei Gabrielini: «L’8 settembre 1958 il Fondatore detta la meditazione introduttiva a un gruppo di giovani, che iniziano gli Esercizi spirituali ad Albano (Roma), in preparazione al noviziato che li introdurrà nell’Istituto. Il giorno 12 settembre chiude gli Esercizi spirituali con il rito dell’entrata in noviziato […]. In questa data, 12 settembre 1958, si ritiene fondato l’Istituto “San Gabriele Arcangelo”» (Una via credibile fra due amori. L’Istituto paolino di vita secolare «San Gabriele Arcangelo», Roma 2008, p. 23).
3 Cf Messe celebrate nello [preposizione aggiunta dal PM, ndr] ISTITUTO REGINA APOSTOLORUM per le vocazioni. Registro delle Sante Messe celebrate nella cappella delle Suore della Regina degli Apostoli (Apostoline), Mole di Castel Gandolfo (Roma), dal giugno 1957 al 30 aprile 1966, Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni, Archivio Storico, sigla di archiviazione: PM 06, p. 1 – archiviazione PM, Castel Gandolfo 1998.
4 A questo proposito, riportiamo una nota dal libro di ROSARIO F. ESPOSITO, Bibliografia della Famiglia Paolina, Roma 1983, p. 111, sull’apporto dato da don Vincenzo Federico Muzzarelli: «Don Muzzarelli fu giurista di chiara fama. Consultore della Congr. dei Religiosi, procuratore generale della SSP presso la S. Sede, organizzatore del I Congr. Internaz. degli Stati di perfezione del 1950, del quale curò la pubblicazione degli Atti. Fu consigliere generale della SSP e collaboratore valido e costante di don Alberione nell’impostazione generale della FP e nella redazione delle Costituzioni di varie Congregazioni paoline ed esterne». Vedi anche la scheda sintetica sulle Costituzioni degli Istituti della Famiglia Paolina: ANDREA DAMINO, Bibliografia di Don Giacomo Alberione, IV Edizione riveduta ed accresciuta (solo digitale: www.alberione.org), Roma 2004, pp. 80-84.