Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO III
LO ZELO DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ

È necessario un qualche ordine, perché riesca più facile all'intelligenza ed alla memoria quanto si ha da dire. Ebbene: premetterò alcune osservazioni generali per non dovermi ripetere ad ogni pagina; siccome poi Dio solo può sanare la inferma società, si riporteranno alcune preghiere per chiedere quanto è particolarmente necessario oggi: si parlerà quindi distintamente delle opere che hanno carattere spiccatamente morale-religioso, sociale, economico.

ART. I - PRINCIPII GENERALI

Vi sono tre o quattro fatti che hanno caratterizzato il secolo ventesimo, sin dal suo inizio: e tra essi un movimento spiccato di femminismo. Come in tutti i grandi fatti storici, così ancora in questo vi ha del bene e del male: e sopra si sono distinte due specie di femminismi: l'uno cristiano, l'altro rivoluzionario ed ateo. Quello cristiano non è che l'applicazione dei grandi principii del Vangelo ai bisogni odierni: la donna ha nella società in cui vive dei diritti e dei doveri. Diritti di far rispettare
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il proprio onore, le proprie convinzioni, la propria dignità, ed ancora l'onore, le convinzioni, la dignità di tutto il suo sesso. Doveri di difendere il massimo patrimonio sociale che è la religione, tutelare i deboli, sollevare gli oppressi e i poveri.
Ed è qui il vero apostolato della donna nella società. Esso non si limita alla beneficenza, non a rialzare le sorti dei lavoratori: spinge più in là l'opera sua, cioè al risanamento morale e religioso della società.
Mons. Delamaire, Arc. coadiutore di Cambrai, in una adunanza di donne francesi diceva: «La vostra azione sociale deve esercitarsi per mille vie: la carità è cosa buona, ma non è l'essenziale. Io vi raccomando di sostenere il piccolo commercio, i piccoli bottegai: fate prosperare le associazioni di mutuo soccorso, le casse operaie e tutte quelle opere che si sviluppano sul vostro suolo e che hanno bisogno del vostro concorso personale più che del vostro denaro. Voi potete pronunziare una parola decisiva sulla moda. Voi dovete contribuire all'educazione morale e religiosa di tutto il popolo».
Di qui la donna oltre l'apostolato primo e principale nella famiglia, ne ha uno secondario nella società. Apostolato che oggi più che mai reclama tanta sua energia: i nemici del nome cristiano sono aumentati in potenza colla grande
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forza che loro viene dall'organizzazione: potenza cui si può solo opporre altra organizzazione cristiana. I nemici vanno reclutando nelle loro file anche la donna, consci del suo valore: noi dobbiamo opporre un esercito ben disciplinato di donne cattoliche. Debole sarebbe l'uomo, se isolato, ma assai più la donna. Si organizzino dunque le donne, si addestrino all'apostolato sociale.
Qui si fa un'obiezione, ripetuta e confutata già tante volte nel periodo di venticinque anni. La donna non ha le qualità necessarie per tale lavoro, il suo posto unico è la famiglia, non venga coinvolta nelle passioni politiche. L'obiezione, confutata sopra, presenta ora il destro di determinare in quali limiti e con quali clausole la donna possa dedicarsi a questa parte della sua missione.
Anzitutto: secondo la sua capacità: la donna colta difenderà la religione colla penna e colla parola: la donna del popolo col semplice far parte delle associazioni cattoliche del proprio ambiente: in ogni esercito occorrono i duci, ma debbono essere assai più numerosi i soldati.
In secondo luogo: quest'azione non deve mai essere a scapito dei doveri famigliari, anzi di essi è il complemento. Chi non vede, ad esempio, come la donna non farebbe tutto il suo dovere di madre se non curasse che al figlio nella scuola venga impartito l'insegnamento
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religioso? Come potrebbe ella assicurare il frutto della educazione, se non s'adoperasse, perché la figlia, uscendo dal paese, in cerca di lavoro, venga difesa dalla infame organizzazione internazionale per la tratta delle bianche? Come sarebbe possibile, o meglio, come potrebbe riuscir facile aver buona la famiglia quando ogni giorno si è costretti a vedere una moda disonesta, teatri e cinematografi immorali, discorsi irreligiosi, una stampa pornografica?1 Dia pur dunque la donna l'importanza principale ai doveri di famiglia, ma non trascuri gli altri; né si ostini a non guardare oltre le pareti domestiche, per non dover confessare che altre cose reclamano la sua attività.
In terzo luogo: la donna in questo movimento non deve esercitare la parte dirigente o docente: questo è riservato ai Pastori e particolarmente al Sommo Pastore della Chiesa. È la Chiesa che ha diretto la donna nel redimersi dalla sua obbrobriosa condizione del paganesimo: la donna deve al cristianesimo più che non l'uomo: all'infuori della Chiesa ella non sarà che serva delle passioni più brutali. Inoltre, fine ultimo d'ogni opera sociale, fosse pure un sindacato operaio, è il bene religioso e morale delle masse.
Ora questo, in quanto tale, è campo strettamente riservato alla Chiesa. Lasciarsi guidare dalla legittima Autorità: e questo tanto più
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oggi in cui tutto spira indipendenza, in cui tanti si impancano a maestri, in cui la beneficenza e l'organizzazione laica vien così allargata a scopo settario.
Quarto: la donna stia paga del suo potere di formare i costumi, non voglia pretendere di formare leggi.
Lasci da parte la vita politica per ora. Forse l'avvenire potrà per qualche tempo dare il voto politico e amministrativo, attivo e passivo, anche alla donna.2 La donna cattolica saprà allora valersi anche di quest'arma per la sua patria e per la religione. Ma non è questo il terreno più adatto alle sue lotte. Il P. Rösler, che ha scritto quanto di meglio vi è su tale argomento, dice: «Grandissima è l'azione che la donna deve esercitare sulla legislazione del suo paese: ma, guarda un po', a quali conclusioni bisogna venire! Tale azione riuscirebbe vana dal voto chiesto dalle suffragiste. L'azione infatti della donna sta nel formare i costumi e le abitudini della vita. La legislazione diretta, che ai costumi già formati pone il sigillo dell'autorità, è opera dell'uomo. Ma l'azione sui costumi è più potente che il violentare, colla forza politica, costumi già penetrati nella vita di un popolo. Dato il suffragio alle donne, non si raddoppierebbero che le passioni e le lotte dei partiti, mentre la donna verrebbe a perdere il potere suo proprio.
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Così le suffragiste otterrebbero il fine opposto a quello propostosi».3
In ultimo: la miglior carità è far che il popolo non abbisogni di carità: questa è la prima beneficenza. Falsa è la tesi socialista che proscrive la carità come un'umiliazione e vuole che tutti i mali sociali siano curati colla ricetta della giustizia. Falsa ugualmente è l'opposta tesi, cara ai liberali, fautori delle armonie economiche, che tutta la giustizia fanno consistere nella libera concorrenza, salvo ad assegnare alla carità il compito di sollevare i caduti nella lotta per la vita. Tra essi4 sta la teoria della scuola sociale cristiana: la giustizia sia la suprema regolatrice nell'ordine economico, la carità venga a colmare le inevitabili lacune, lasciate da quella.
Non basta che la donna si occupi di beneficenza, disse il papa. E santa Caterina da Siena: Nel cuore della carità vi è la perla della giustizia. Prima di ricevere il bambino nell'orfanotrofio, non è meglio curare che il padre possa guadagnare e risparmiare tanto da poterlo mantenere? Prima di aprire le porte dell'ospedale, non è meglio adoperarsi, perché con la cassa di previdenza e di risparmio possa procurarsi una vecchiaia onorata e tranquilla? Le anime pie, dedite alla carità, non si spaventino: non ostante l'intervento doveroso della giustizia, resterà ad esse sempre aperto un largo campo
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per la beneficenza. Sempre vi saranno poveri con voi:5 ha detto Gesù Cristo.
Posti tali principii, discendiamo ad alcune organizzazioni cui può dedicarsi la donna. Ho detto che per tenere qualche ordine considereremo separatamente le opere che hanno spiccato carattere morale-religioso, sociale, economico.
E tale divisione non riguarda il fine, ma le opere in sé. Giacché, lo si noti bene, per evitare gravi inconvenienti: ogni azione cattolica ha sempre di mira il benessere morale-religioso. Si provvede lavori, case popolari, pensionati per le operaie,6 ecc.: naturalmente con immediata finalità economica, igienica, materiale. Ma la religione eleva tali opere ad un'altissima dignità: con un nobilissimo fine. Non è forse il disagio economico che spinge spesso la donna alla irreligione, alla vergogna, al delitto? Non è la insufficienza di certe abitazioni causa di tanta immoralità? Non è la disorganizzazione delle operaie, che permette oppressioni tiranniche da parte dei padroni, lavoro notturno, lavoro festivo? Oh quanti mali morali toglierebbe una illuminata azione economico-sociale della donna! Quanto sarebbe facile additare il cielo a chi si è dato il pane!
Prima però non saranno inutili alcune preghiere che direttamente si riferiscono all'argomento presente.
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ART. II - PREGHIERE PER L'ORGANIZZAZIONE

I. A Gesù, Salvatore del mondo (per l'uomo)

Gesù, salvatore del mondo, ascoltate la nostra preghiera per la Chiesa, da voi fondata a costo del vostro sangue. Voi sapete quanti nemici la combattono col proposito stolto ed empio di distruggerla. Fate sorgere uomini di fede viva e virtù salda che la difendano e l'estendano ognor più. Guardate, come questi nemici, assieme congiurati e guidati dalla massoneria, odiano e cospirano contro i vostri amici che sono i sacerdoti e religiosi, contro i vescovi posti dallo Spirito Santo nelle singole diocesi, e più contro il vostro vicario, il papa. Deh! Fate sorgere uomini di fede viva e virtù salda che sinceramente li amino e lottino a loro difesa e per la loro libertà.

Mirate come si sforzino di dominare i governi, per trascinarli nella lotta contro la civiltà e le istituzioni cristiane; come lavorano alla corruzione della donna, per guastare in essa la famiglia; come sotto vani ma ingannevoli pretesti stringano a sé i contadini7 e gli operai; come fanno strage di tanta innocente e incauta gioventù. Deh! Fate sorgere uomini di fede viva e di virtù salda che curino la buona educazione della gioventù, che difendano dalle insidie nemiche l'operaio e la donna, che lavorino a formare e sostenere governanti cattolici.
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Vedete come questi nemici si valgano di tutti i mezzi: la calunnia, l'eresia, la stampa, l'organizzazione, i lenocinii delle passioni, l'ignoranza, i divertimenti, i discorsi, di tutto. Deh! fate sorgere uomini di fede viva e virtù salda, che oppongano alla calunnia la verità, all'eresia la dottrina cattolica, alla stampa cattiva la stampa buona, all'organizzazione settaria l'organizzazione cristiana, alle passioni lo spirito di sacrificio, all'ignoranza l'istruzione, ai divertimenti osceni divertimenti onesti, a conferenzieri cattivi conferenzieri santi.
Pietà vi prenda, o Salvatore e fondatore della Chiesa, delle turbe, che hanno sete delle vostre verità evangeliche, che hanno fame della santità di cui voi siete il vero maestro, che sono tanto insidiate nella fede e nei costumi. Dite ancora una volta: Ho pietà di questo popolo. Deh! Fate sorgere uomini di fede viva e virtù salda che lo soccorrano e lo difendano.
Vergine santissima, Angelo mio custode, unitevi a me per ottenere queste grazie da Gesù Cristo, Salvatore del mondo. Così sia.


II. A Gesù, Salvatore del mondo (per la donna)

Signor nostro amabilissimo, prostrati innanzi alla vostra divina Maestà e Bontà, noi vi preghiamo per la donna, da voi creata, come aiuto materiale e morale all'uomo. Essa ha una
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grande influenza morale e religiosa nella famiglia e nella società: e perciò i nemici vostri, i nemici della morale e della fede cristiana cercano di rovinare la sua mente ed il suo cuore, naturalmente inclinati alla pietà. Deh! O Signore, fate sorgere persone e specialmente donne di fede viva e virtù salda che l'aiutino e la difendano.
Voi vedete come le figlie sante edificano la famiglia e bastano a rendere morigerata l'intera parrocchia: mentre le figlie corrotte guastano la famiglia e rendono quasi inutile lo zelo del più fervoroso sacerdote. Deh! fate sorgere persone e specialmente donne di fede viva e virtù salda che lavorino alla formazione cristiana delle figlie.

Voi sapete come la sposa può dominare così facilmente il cuore dello sposo da renderlo simile al suo nella religione e nei costumi. Deh! fate sorgere persone e specialmente donne di fede viva e virtù salda che preparino e conservino spose praticamente cristiane.
Voi sapete come la madre coll'istruzione ed educazione plasma l'anima dei figli; che la madre può fare di essi dei buoni cristiani ed onesti cittadini, ovvero dei cristiani indifferenti e dei cittadini cattivi. Dateci, o Signore, delle madri sante. Deh! fate sorgere delle persone e specialmente donne di fede viva e di virtù salda che lavorino con zelo a formarle.

Mirate, o Signore, di quanto male e di quanto
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bene può essere causa od occasione la donna nella società. La donna buona edifica coll'esempio, colla vita ritirata, col parlare castigato. La donna cattiva rovina coll'esporsi impudente,8 colla moda sfacciata, col parlare lascivo. Deh! fate sorgere persone e specialmente donne di fede viva e virtù salda che facciano la donna cristiana anche nella società.
La figlia, la sposa, la madre, buone in casa, trovano spesso nella vita sociale dei gravissimi pericoli dove si recano a lavorare, nei divertimenti pericolosi, nella stampa cattiva, nelle organizzazioni settarie, nella propagazione irreligiosa ed immorale, in mille insidie diaboliche. Deh! o Signore, fate sorgere persone e specialmente donne che soccorrano a queste madri, spose e figlie, promovendo organizzazioni cristiane, procurando occupazioni oneste, favorendo divertimenti innocenti, apprestando l'istruzione religiosa, fornendo la stampa buona.
Vi sovvenga, o Gesù, di quanti servigi vi hanno circondato le pie donne durante la vostra vita terrena: quanto siansi adoperate molte di esse a diffondere la luce del vostro Vangelo nei primi secoli. Vi sovvenga che voi foste solito eleggere strumenti deboli ed inetti per compire cose grandi. Deh! suscitate donne di fede viva e virtù salda che, in modo adatto al loro sesso ed ai tempi, diffondano le vostre verità e le vostre virtù e siano come le sorelle dello zelo sacerdotale.
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Noi ve ne preghiamo per l'amore stesso che voi portate alle anime redente col vostro sangue; ve ne preghiamo per i vincoli sacri che vi strinsero all'Immacolata vostra Madre. E voi, o Maria, ripiena di zelo e consigliera dello zelo degli apostoli, degnatevi presentare a Gesù questa nostra preghiera: rendetela a lui gradita colla vostra potente intercessione.

III. Preghiera a santa Caterina9 da Siena
scritta dal card. Capecelatro10
per l'Unione fra le donne cattoliche italiane11

O Caterina da Siena, eletta Vergine del Signore, noi ti invochiamo come nostra speciale protettrice e desideriamo vivamente che ci impetri grazia di ben conoscerti e di imitarti. Tu prudente, tu forte, tu angelicamente casta, sei grande principalmente perché molto, molto santamente amasti. Il tuo amore fu Gesù Cristo, ed in Lui amasti di amore celeste e particolarissimo la Chiesa, il papa, che solevi chiamare babbo mio dolce e l'Italia tua. Da questi tre amori nacque in te un ammirabile apostolato muliebre, che precorse a quello oramai tanto necessario ai nostri tempi. Per questo apostolato tu dolcemente gridavi per tutta Italia: pace, pace, pace!
Ed ora noi umilmente e fiduciosamente ti preghiamo di impetrarci da Gesù Cristo la pace
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che Egli venne a portare al mondo. Deh! concedici che, anche fra i dolori e le tempeste della vita, ciascuna di noi sia prima in pace con se stessa, e poi che la nostra parola e la nostra vita riescano apportatrici di pace a tutti gli altri! Impetra che spiri in tutto il mondo cattolico e particolarmente nell'Italia nostra e tua un'aura soave di pace tra poveri e ricchi, tra operai e proprietari, tra lo Stato e la Chiesa e tra tutti gli uomini di buona volontà.
O Caterina, o Caterina, che vivi nella luce dell'Eterno Amore e dell'Eterna Bellezza, donaci lo Spirito di Gesù Cristo, nel quale sapesti amare anche i peccatori. Noi ci affidiamo a te e tu implora a noi di essere buone e di vivere in eterno in Dio, Verità, Bellezza e Bontà infinita.

(Indulgenza di 300 giorni da lucrarsi una volta al giorno dalle
donne cattoliche che la reciteranno)
- 24 settembre 1911.



IV. Preghiera quotidiana a san Paolo,12 protettore della buona stampa

O gloriosissimo Apostolo, che con tanto zelo vi adoperaste per distruggere in Efeso quegli scritti, che, ben conoscevate, avrebbero pervertito la mente dei fedeli; deh! vogliate anche al presente volgere su di noi benigno lo sguardo. Voi vedete come una stampa miscredente e senza
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freno si attenti a rapirci dal cuore il tesoro prezioso della fede e della illibatezza dei costumi.
Illuminate, ve ne preghiamo, o santo Apostolo, la mente di tanti perversi scrittori, affinché desistano una volta di recar danno alle anime con le loro ree dottrine e perfide insinuazioni. Muovete i loro cuori a detestare il male che essi fanno all'eletto gregge di Gesù Cristo.
A noi impetrate la grazia, che, docili sempre alla voce del Supremo Gerarca,13 non ci diamo mai alla lettura di libri perversi; ma cerchiamo invece di leggere, e, per quanto ci sarà dato, di diffondere quelli che, col loro pascolo salutare, aiutino tutti a promuovere la maggior gloria di Dio, l'esaltazione della sua Chiesa e la salute delle anime. Così sia.

V. Preghiera per la propagazione del pio uso della comunione frequente

O dolcissimo Gesù, che veniste al mondo per dare a tutte le anime la vita della grazia vostra, e che, per conservarla ed alimentarla in esse, voleste essere e la quotidiana medicina della loro quotidiana infermità ed il loro quotidiano sostentamento; umilmente vi preghiamo, per il vostro Cuore così ardente dell'amor nostro, a diffondere sopra di tutte il vostro divino Spirito, affinché quelle che sventuratamente sono in peccato
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mortale, convertendosi a voi riacquistino la vita della grazia perduta, e quelle che, per vostro dono, vivono già di questa vita divina, ogni giorno, quando possono, si accostino devotamente alla vostra sacra mensa: onde per mezzo della quotidiana comunione, ricevendo ogni giorno il contravveleno dei loro peccati veniali quotidiani, ed ogni giorno alimentando in sé la vita della grazia vostra e purificando così sempre più l'anima propria, giungano finalmente al conseguimento della vita con voi beata. Amen.
O Vergine Maria, Nostra Signora del Ss. Sacramento, gloria del popolo cristiano, letizia dell'universa Chiesa, salute del mondo, pregate per noi e ridestate nei fedeli tutta la devozione verso la Ss. Eucaristia, affinché si rendano degni di riceverla quotidianamente.

(Indulgenza di 300 giorni ogni volta) - Pio X, 9 dicembre 1906.



VI. Preghiera per i sacerdoti

O Gesù, Pastore eterno delle anime, deh! ascolta la preghiera nostra per i sacerdoti! Esaudisci in essa l'infinito tuo desiderio medesimo! Non sono i sacerdoti il palpito tuo più tenero e delicato, l'alto amore in cui si assommano tutti i tuoi amori per le anime?
Confessiamo, sì, d'esserci resi indegni di avere santi sacerdoti. Ma la tua misericordia è
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infinitamente più grande della stoltezza e della malizia nostra!
O Gesù, fa' ascendere al tuo sacerdozio quelli solo che da te son chiamati: illumina i Pastori nella scelta, i direttori di spirito nel consiglio, gli educatori nella coltura delle vocazioni.
Donaci sacerdoti che siano angeli di purezza, tutti perfetti nell'umiltà, serafini di santo amore ed eroi di sacrifizio, apostoli della tua gloria e salvatori e santificatori delle anime!

Pietà ti prenda di tanti ignoranti, cui debbono essere luce, di tanti figli del lavoro, che invocano chi preservandoli dagli inganni, li redima nel tuo Nome, di tanti fanciulli e di tanti giovani che invocano chi li salvi ed a te li conduca, di tanti che soffrono ed hanno bisogno di un cuore che nel tuo li consoli! Mira quante anime giungerebbero a perfezione pel ministero di santi sacerdoti.
Deh! adunque, o Gesù, ti prenda ancora una volta compassione delle turbe che han fame e sete! Deh! fa' che il tuo sacerdozio tutta conduca a te questa languente umanità, sì che ancora una volta sia per essa rinnovata la terra, esaltata la Chiesa, stabilito nella pace il regno del tuo cuore.
Vergine Immacolata, Madre dell'eterno sacerdote, e tu stessa sacerdote ed altare, che ti avesti per primo figliuol d'adozione14 Giovanni, il sacerdote da Gesù prediletto, che ti assidesti nel
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cenacolo15 maestra e regina degli Apostoli, degnati di mettere sulle tue santissime labbra l'umile preghiera nostra, fanne tu proprio risonar gli accenti al Cuore del tuo Figliuolo divino, e con l'onnipotenza tua supplichevole ottieni alla Chiesa del tuo Gesù una perenne rinnovata Pentecoste! Così sia.

(Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene ogni volta -
Plenaria ogni mese) - Pio X, 27 ottobre 1907.



ART. III - OPERE DI CARATTERE MORALE-RELIGIOSO

Unione delle Donne Cattoliche

Deve tenere il primo posto, e perché istituita dal papa medesimo, e perché è destinata a incanalare allo stesso scopo tutte le altre opere femminili di carità, di religione, di azione.
In Italia è una delle grandi unioni del movimento cattolico, e intende di promuovere e organizzare un movimento femminile cattolico che cooperi colle altre anzidette unioni, al fine comune. A raggiungere tale scopo procura: a) di collegare le donne italiane nel proposito di raffermarsi nella professione della fede cattolica e nell'adempimento dei doveri individuali, famigliari, sociali; b) di rendere più pratiche, efficaci e rispondenti alle necessità dei tempi le varie opere cattoliche femminili; c) di agevolare a tutte le donne delle varie classi sociali una cultura adatta alla loro missione cristiana.
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Come si vede non solo viene esclusa la politica, ma «non può anche occuparsi di azione sociale dal solo lato economico, essendo questo compito dell'Unione economica:16 ma si occupa di tale azione in quanto e fino a quando va connessa con gli interessi morali e religiosi del popolo».
Tale istituzione fu davvero provvidenziale. Del lavoro le donne italiane ne compirono e ne compiono assai: ma era un lavoro locale per lo più, un lavoro mancante di una direttiva unica ed illuminata, un lavoro che poteva portare qualche bene, non un bene generale, nazionale. Ora ecco un'unione che, pur lasciando l'autonomia necessaria a ciascuna opera particolare, viene a sollecitarne l'attività, viene ad allargare la finalità, viene ad unificare e convergere tutte le forze agli interessi comuni.17
È provvidenziale: poiché, sorta appena il 21 aprile 1909, ha già costituita una rete di comitati in tutta Italia: ha promosso o favorito molte organizzazioni professionali femminili e anche maschili: ha gettato un forte allarme alle donne contro le organizzazioni laiche: ha lavorato in tutti i modi possibili per il catechismo nelle scuole: ha aperto un numero stragrande di scuole di catechismo, di igiene, della buona massaia ecc.: ebbe l'encomio dell'episcopato, tenne congressi, una settimana sociale femminile, adunanze: in tanti luoghi aprì una
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vera campagna contro la pornografia, la bestemmia, l'alcoolismo.
E qui non sarà inutile accennare ancora ad altre iniziative dei vari comitati di questa unione. Non sono, è vero, esclusivi di essa, perché possono sorgere per opera di qualsiasi società femminile, per esempio, delle Madri cristiane, della Lega del lavoro, delle Dame di san Vincenzo de' Paoli, delle Figlie di Maria: giova però dire che i comitati delle Donne Cattoliche Italiane si son mostrati singolarmente attivi. Così sarebbe: promuovere l'adorazione eucaristica con l'esempio, le offerte, la parola: promuovere pellegrinaggi18 di donne o ragazzi ai principali santuari, vicini o lontani, nazionali od esteri; funzioni di riparazione in occasione di scandali, di pubbliche calamità. Sono abbastanza numerose le città ove si tennero, per opera delle Donne Cattoliche, commemorazioni di avvenimenti religiosi, per esempio, della pace da Costantino data alla Chiesa:19 o di uomini eminenti per virtù cristiane e civili, per esempio Ozanam.
Fatto più singolare, ma pur vero, si è l'opera prestata da molte donne cattoliche nell'iniziare o sostenere unioni maschili. Così in alcune città favorirono l'adorazione notturna degli uomini, in altre diedero nuova vita al cadente circolo di cultura fra operai, in altre ancora promossero scuole di religione, anche fra gli studenti delle scuole secondarie.
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All'origine delle grandi cose, scrisse il Lamartine,20 tu vedrai sempre la donna; la storia lo attesta, e più ce ne persuade il movimento femminile odierno. Ha delegate in ogni regione d'Italia: le socie di un paese o città formano il comitato locale; si divide in tre sezioni: cultura religiosa: cultura sociale: azione.
È evidente che secondo l'intenzione del Santo Padre21 dovrebbe entrare in ogni località: non divide le forze femminili, ma le coordina: non toglie energie ad altre opere, ma le aiuta e le favorisce.
Chiunque legga qualche numero del bollettino che essa pubblica, Azione cattolica femminile, rimane certamente persuaso del gran bene già fatto, del maggiore che è destinata a compiere e della relativa facilità a costituirla in ogni luogo.

Per la moralità cristiana

Alcuni laudatores temporis anteacti22 non finiscono di ricantare, in tutti i toni, i bei tempi della loro giovinezza o del medio evo: dipingendo coi colori più foschi l'epoca nostra. Il fatto però è questo: che ogni età porta con sé i suoi beni ed i suoi mali e che riesce difficilissimo stabilirvi un paragone giusto. Se oggi vi sono nuove forme di immoralità si è perché lo spirito del male si vale di tutti i portati
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della civiltà, specialmente dello spirito odierno di associazione, organizzando il male. Meno inutili querimonie: notiamo invece che noi dobbiamo servirci di tutti i progressi moderni23 al bene, in modo particolare dell'associazione. E quante donne hanno compreso il loro tempo, fondando: leghe contro la bestemmia, il turpiloquio, l'alcoolismo, il giuoco, il duello, l'immoralità dei cinematografi, dei teatri, della moda, dei concorsi di bellezza, ecc. Di esse alcune sono locali, altre nazionali, altre internazionali, secondo lo scopo e le circostanze. In qualche luogo le donne, organizzando gruppi locali, non fecero che accettare in massima lo statuto generale: così è, per esempio, del duello; così è della Nuova crociata, che lotta contro l'alcoolismo ed ha il suo Consiglio centrale a Torino (Via Maria Vittoria, 42). In altri si sono formato uno statuto speciale, secondo i bisogni particolari. Va da sé che nella sua azione la lega può agire anche contro altre forme di immoralità connesse però col suo fine: così abbiamo veduto queste leghe agitarsi efficacemente pel riposo festivo, boicottare conferenze socialiste, promuovere battesimi dei neonati ed i funerali religiosi, protestare contro L'Asino,24 il veglione, il ballo, l'arte pornografica, contro libri di testo nelle scuole, le offese al papa, ecc.
Accanto a queste opere stanno altre, sorte
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per opera di buone signore, ed anche di zelanti suore, per la riabilitazione delle cadute25 e delle carcerate. Sono specie di ricoveri, ove vengono accolte per dare loro, oltre le cure necessarie in tal caso, un'istruzione religiosa che valga a salvare da altri falli. Spesso si fa con soli Esercizi spirituali, qualche volta anche col dare loro lavoro e, dopo compiuto il periodo di riabilitazione, anche col procurare una posizione ed occupazione per l'avvenire. In alcune città si istituirono, coll'appoggio delle autorità, «laboratori femminili, scuole di istruzione ed educazione presso le carceri giudiziarie»: anzi poco tempo fa la Settimana sociale26 segnalava l'opera di alcune signore che, penetrando nelle prigioni, ne visitarono la infermeria, porgevano libri per lettura amena ed utile, facevano scuola ai detenuti.

Per il culto e per la fede

L'Opera delle chiese povere. - È frutto di spirito di pietà e d'amore verso Gesù sacramentato: è provvidenziale oggi fra tanta ristrettezza di beni, in cui si trova spesso il clero: utilizza tante buone energie, che altrimenti verrebbero consumate in vanità, in bagatelle, in peccati. È infatti una specie d'accordo o di pia unione, tra persone buone, per provvedere tappezzerie, tovaglie, paramenta, calici, ecc. alle chiese povere. Qualche volta si
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fa con collette, con banchi di beneficenza, con libere offerte; altre volte si tiene un laboratorio per riparazioni e pulizia gratuita; più spesso si uniscono questi due mezzi assieme. Si dedicarono a quest'opera per lo più signore e benestanti: le quali andarono così innanzi, nel loro amore al Ss. Sacramento, da ridursi anche a preparare esse medesime il vino e le ostie pel S. Sacrificio.
L'Obolo di San Pietro. - È una provvida istituzione per soccorrere alla gloriosa povertà del pontefice. - Ogni donna pia può essere zelatrice, raccogliendo denaro, per inviarlo poi a Roma, per mezzo del parroco o del vescovo: ma in alcuni luoghi le donne hanno fatto di più: unite in lega tra loro, si sono obbligate a fare un'offerta annua determinata, non solo, ma anche a farsi zelatrici di questa nobilissima opera tra parenti e amiche.
Per le suore povere d'Italia. - È per il soccorso di quegli angeli di carità e di preghiera, che il mondo non conosce o non apprezza. In Italia sono qualche volta ridotte alla più misera condizione: pane scarso, alloggi che non bastano a ripararle dalle intemperie. Tutte le offerte si possono inviare alla direzione della Civiltà Cattolica (Roma - Via Ripetta - 246).27
Opera della Santa Infanzia28 e Opera della Propagazione della fede. - Sostanzialmente queste
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due opere hanno il medesimo scopo: la diffusione della fede tra gli infedeli. Però la prima chiede ai bambini ed ai fanciulli l'offerta di un obolo ogni mese, per i bambini ed i fanciulli pagani: la seconda si rivolge agli adulti e chiede loro l'offerta di un soldo ogni settimana, per gli infedeli adulti.
Le condizioni di questi sono ben infelici: religiosamente, moralmente e materialmente; il soccorrerli è non solo opera cristiana, ma patriottica e umanitaria. Tante suore, ed anche non suore, hanno consecrato tutta la loro vita per essi partendo coi missionari, in qualità di catechiste.
Ma quante altre in Europa partecipano davvero al loro bene, facendosi zelatrici di tali opere!
Ogni anno somme ingenti, sebbene sempre inferiori agli immensi bisogni, giungono ai missionari: sono offerte in massima parte di donne generose, sono frutto delle collette di altre più generose ancora. (Per queste opere le offerte si possono sempre inviare ai Rev.mi Ordinari).
Opera dei francobolli usati. - Sono briciole, che cadono dalla mensa dei ricchi e che, raccolte da mani pietose di donne, vanno a sfamare infelici. Infatti servono al riscatto di schiavi, all'educazione dei catechisti indigeni per le missioni, alla fondazione di villaggi cristiani. La direzione generale dell'opera è nel Belgio (Grande
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Seminario: Liegi): per l'Italia basta rivolgersi a Roma (Collegio Belga, Via del Quirinale).
Per i fiori, per la biancheria, per la pulizia nelle chiese. - Sono piccole unioni di persone pie, che si obbligano per turno a mantenere i fiori freschi nelle chiese, a lavarne e stirarne la biancheria, a scopare il pavimento. Va da sé che generalmente per mantenere i fiori si impegnano di preferenza persone agiate, mentre per le altre cose basteranno pie donne del popolo. Varii sono i nomi con cui si designano queste pie unioni: in qualche luogo furono dette le Domestiche del Ss. Sacramento, in altri le Serve di Gesù, in altri le Guardie nobili del Signore. Poco importa il nome: la pratica ha detto che un'organizzazione semplice, ma governata dalla prudenza, ha sortito consolanti risultati.

Associazione per l'Apostolato della preghiera

È vero che ogni pia donna, anche individualmente, può dedicarsi a questo nobilissimo tra gli apostolati: ma è pur vero che può farlo con miglior fervore, con maggior efficacia, entrando in questa pia unione. Fondata nel 1846, approvata ed arricchita di favori specialissimi da Pio IX e Leone XIII, contava già nel 1900 oltre venti milioni di membri. Ella moltiplica le preghiere, santifica i patimenti ed il lavoro
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e ne lascia tutto il valore impetratorio nelle mani di Nostro Signor Gesù Cristo, perché se ne serva secondo gli interessi del suo Cuore. A ciò può bastare quest'offerta, aggiunta alle orazioni del mattino: «Cuore divino di Gesù, io vi offro, in unione al Cuore immacolato di Maria, tutte le mie orazioni, opere e patimenti di questo giorno con quelle intenzioni per cui voi vi immolate sui nostri altari. Ve le offro in particolare per le intenzioni raccomandate agli associati all'Apostolato della preghiera in questo mese ed in questo giorno». (La direzione è in Roma - Via dei Chiavari, 6). Ogni mese manda un'immagine, onde ricordare le intenzioni speciali: ciascuno potrebbe averne una illustrazione eccellente dall'aureo libretto Catechismo dell'apostolato della preghiera (vendibile presso la medesima direzione). La iscrizione si può fare in due modi o collettivamente, per comunità o parrocchia, o personalmente. Ciascuno degli iscritti potrebbe poi farsene zelatore.

Associazione delle anime vittime del Cuore di Gesù

Scopo. Le anime vittime si abbandonano senza restrizione al Cuore adorabile di Gesù, affinché disponga di loro come gli piacerà, accettando anticipatamente tutte le pene e le sofferenze dell'anima, del corpo e dello spirito, che
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Egli vorrà mandare loro, in ispirito di riparazione, per cooperare colle proprie immolazioni alla maggior dilatazione del regno del Cuore di Gesù, per ottenere la esaltazione della santa Chiesa, benedizioni abbondantissime sul sacerdozio cattolico e la salvezza delle anime.
Condizioni. - Per essere ammessi in tale associazione e godere dei vantaggi spirituali si deve:
1. Essere membro della Guardia d'onore.
2. Fare, col consenso del proprio confessore o direttore spirituale, l'atto di oblazione al Cuore di Gesù Vittima, ed essere fermamente risoluto di perseverare in tale spirito di immolazione.
3. Essere iscritto sul quadrante delle anime vittime, che si trova in tutte le cappelle delle Figlie del Cuore di Gesù. Esso è posto accosto al tabernacolo per simboleggiare la vita nascosta ed immolata di tali anime in unione col Cuore di Gesù, perennemente sugli altari.
Vantaggi spirituali. - È arricchita di molte indulgenze e facoltà speciali pei sacerdoti.
Valgano per elogio le belle parole del papa Pio X: «Abbiamo dato ben volentieri il nostro nome alla pia associazione (delle anime vittime) ed imploriamo le preghiere di tutti i fedeli» (21 gennaio 1909).
Molto utile a penetrare lo spirito di questa opera sono le due vite: La Madre Maria di
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Gesù29 fondatrice delle anime vittime (Libreria Sacro Cuore - Via Garibaldi, 18 - Torino). Don Andrea Beltrami, T. Barberis (Libreria Salesiana - Corso Regina Margherita 176, Torino).

Pia unione per la comunione dei fanciulli

Lo scopo di questa unione è di contribuire a diffondere la conoscenza e la esecuzione del Decreto che stabilisce l'età, in cui i ragazzi devono venir ammessi alla comunione, essere quella in cui i fanciulli cominciano a ragionare, cioè circa i sette anni: doversi curare che i medesimi, dopo la prima comunione, si accostino spesso alla santa mensa, e se fosse possibile, anche ogni giorno.
Possono quindi farne parte, oltre gli ecclesiastici, i laici, uomini o donne che siano, genitori, educatrici, maestre, catechiste ecc.: purché si propongano di esercitare il loro zelo verso i fanciulli della propria famiglia, o del proprio istituto, o della propria scuola, od ancora verso altri fanciulli, massime dei conoscenti, amici, congiunti.
A tal fine li istruiranno nelle cose necessarie a sapersi, li condurranno all'altare, suggeriranno loro brevi atti di preparazione e di ringraziamento. Inoltre avranno cura che i fanciulli non cessino di ripetere la santa comunione,
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massime nei dì festivi, e frequentino le scuole di catechismo.
Tale unione entra nei desideri di Sua Santità Pio X, che la volle arricchita di speciali indulgenze.

(Rivolgersi alla Primaria chiesa di san Claudio - Roma;
ovvero ai RR. Sacerdoti adoratori, Vicolo S. Maria, 3 - Torino).


Compagnia delle Figlie di Maria e compagnia delle Madri cristiane

Di queste dirò poche parole, essendo generalmente note e diffuse quasi in ogni luogo. Sono due pie associazioni religiose, l'una tra le figlie, l'altra tra le madri cristiane, sotto la direzione d'un sacerdote, il parroco per lo più.
La prima accoglie tutte le giovani, che hanno terminato l'istruzione catechistica, che desiderano di conservarsi buone col mezzo dei santi sacramenti, della divozione a Maria santissima, di conferenze speciali. Ed infatti anche nei paesi più fiorenti per religione la giovane trova ben frequenti pericoli: abbisogna di una speciale istruzione specialmente quando si avvicina allo stato matrimoniale: riceve dal sodalizio il coraggio che dà l'unione.30
La compagnia delle Madri cristiane ha tra queste lo scopo che ha la prima tra le figlie. Accoglie la donna maritata e l'aiuta nel compimento dei suoi doveri di sposa e di madre con
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istruzioni speciali (mensili generalmente), colla frequenza alla confessione ed alla comunione, coll'esempio e colla protezione di una qualche santa madre: sant'Elisabetta d'Ungheria,31 sant'Anna, ecc.
Avendo carattere puramente religioso, non destano allarmi ed è generalmente facile trovare una cooperazione efficace nelle migliori figlie e madri.
V. Manuale delle Figlie di Maria Immacolata (Tipografia Lega eucaristica - Milano).

Le amicizie spirituali

Il Signore si fa chiamare nella sacra Scrittura l'amante delle anime: Domine, qui amas animas.32 E sappiamo un poco quali grandi e numerose prove d'amore abbia date alle anime! Non si può mettere in dubbio che Egli prediliga chi più è santo e più ricambia d'amore Dio stesso: Io amo quelli che mi amano.33 E noi a imitazione di nostro Signore dobbiamo pure amare le anime e tra esse dobbiamo amare più quelle che meglio amano il Signore.
E questa si può chiamare amicizia spirituale, che può anche mostrarsi esteriormente in molti modi santi. Essa non ha da confondersi con l'amicizia particolare, condannata dai maestri di spirito. L'amicizia particolare infatti nasce
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dal genio, dalla simpatia naturale, dalla graziosità esteriore; mentre l'amicizia spirituale nasce dall'amore verso Dio; la prima finisce nella carnalità e nel fango: la seconda guida al cielo ed è stata uno dei grandi mezzi di bene usati da santa Teresa.
Questa santa infatti aveva contratta una amicizia spirituale con quattro anime desiderose tutte di aiutarsi e infervorarsi a vicenda nel servizio di Dio, non solo, ma ancora di istruirsi e darsi vicendevole aiuto nel far del bene agli altri.
E questi due sono gli scopi da prefiggersi nel contrarre una amicizia spirituale.
Il primo scopo si raggiunge con tre mezzi: la preghiera vicendevole, la correzione fraterna di quei difetti che appaiono esternamente, le conversazioni spirituali dirette a meglio persuadersi delle vanità del mondo, a meglio affezionarsi alla vita pia, a meglio praticare le virtù cristiane.
Santa Teresa parlando dello zelo osserva: che siccome altri si uniscono assieme per disporre malvagità ed errore, così le amiche spirituali assieme concertano i mezzi di fare il bene e giovare alle anime. Quante volte ottime zitelle, giovani, donne sarebbero piene di sante intenzioni, avrebbero in mente tante industrie e tanti mezzi, sarebbero, di più, disposte a grandi sacrifizi per il prossimo! Ma perché timide, ma
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perché isolate, ma perché non esternano mai con alcuno questi intimi loro segreti, restano inoperosi tanti talenti, inaridite inutilmente nobili energie. Eppure spesso accade che tali sentimenti sarebbero comuni a diverse che si conoscono, e parlano spesso tra loro di tante bagatelle! Manca solo una occasione, perché questi sentimenti, fiori odorosi di vera carità verso Dio, si manifestino e si cambino in frutti.
Ebbene quest'occasione potrebbe essere fornita dalle amicizie spirituali. - Quante altre volte la donna pone mano ad un'opera di bene, per esempio a fare qualche lavoro per una famiglia povera, a visitare infermi, a sostenere l'Opera dei catechismi, una divozione, ecc.: ma poi, perché non ha il conforto d'una parola amica, non ha la forza che viene dall'unione, si disanima alla prima difficoltà! Ebbene questo conforto, quest'unione, potrebbero essere forniti da un'amicizia spirituale.
Ed il bene possibile a farsi è tanto, anche quando queste amiche spirituali sono semplici donne del popolo.
E come sono in pratica tali amicizie? - a) Anzitutto tali persone devono essere alquanto libere di sé per poter meglio conferire qualche volta tra loro: per esempio una volta ogni settimana, nei giorni feriali o festivi. b) Devono essere, non già perfette, unendosi appunto perché intendono di aiutarsi colla correzione e cogli
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altri mezzi di santificazione, ma di virtù alquanto provata. c) Adunandosi faranno qualche buona lettura, qualche conversazione spirituale, ecc.: non dovranno mai permettersi mormorazioni, comunicazioni troppo intime, discorsi non spirituali o non diretti al bene altrui. d) Dovranno coltivare in modo speciale l'umiltà, lasciarsi dirigere ciascuna dal proprio confessore, riconoscere con tutta semplicità ogni difetto di cui venissero avvisate. e) Il loro numero non deve superare il cinque: le escluse potrebbero formare una cinquina distinta. Tra di esse vi deve essere una, eletta a maggioranza di voti, che rappresenti la parte di sorella maggiore. Le adunanze potrebbero essere settimanali. Si ha da evitare ogni cosa che impedisca i doveri particolari di ciascuna, di palesare troppo le loro intenzioni, di fare cose che siano troppo singolari, strane, ridicole: basterebbe questo per distruggere ogni frutto desiderato. Consiglierei la lettura dell'opuscolo del Frassinetti Le amicizie spirituali (Roma, Tipografia Poliglotta Vaticana - L. 0,15).

Pia unione delle Figlie di santa Maria Immacolata

Essa ha molte affinità con le amicizie spirituali: infatti ha il medesimo scopo: «formare congregazioni di zitelle divote, intente a
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procurare la propria santificazione ed a coadiuvare alla salvezza del prossimo». Ma ne differisce perché assai più perfetta: sta come una via di mezzo tra lo stato secolare ed il religioso. - Si compone di quelle persone pie, che vorrebbero abbracciare la vita religiosa: ma che non lo possono o per povertà o per una opposizione invincibile dei parenti, o per difetto di sanità ecc. Restando però nel mondo, esse intendono di santificarsi colla pratica dei consigli evangelici, secondo sarà possibile nelle loro particolari circostanze della vita, collo schivare ogni peccato mortale e veniale avvertito, coll'attendere alle virtù e di più: «coll'impegnarsi, con ogni sforzo, nella santificazione degli altri».
Questa pia unione è dotata non solo di regolamento proprio, ma ha una superiora eletta fra le iscritte, ed è diretta da un sacerdote, potrebbe anche essere il solo confessore della superiora, senza alcuna formalità di scelta.
Le socie si adunano almeno ogni settimana per conferire riguardo alle cose di spirito, per pregare, per correggersi. Nel loro regolamento poi trovano i mezzi più ordinari ed efficaci di perfezione cristiana, tanto da poter praticare, per quanto è possibile in mezzo al mondo, ciò che fanno le suore nel convento.34 Ma questa pia unione qui ci interessa specialmente per lo zelo che esige nelle iscritte. Ecco alcune regole:
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N. 5 - «Le figlie di santa Maria Immacolata devono esercitarsi nelle opere di misericordia, assistendo, per quanto lo comportano le proprie obbligazioni, specialmente alle povere inferme del luogo».
N. 6 - «Devono esercitarsi nello zelo della gloria di Dio e della salute delle anime, impegnandosi particolarmente che nelle proprie famiglie regni il santo timor di Dio e si pratichi la pietà».
N. 7 - «In modo speciale si devono occupare della coltura delle fanciulle trascurate dai loro genitori: fare che esse frequentino i santi sacramenti e la dottrina cristiana: anzi, potendo, la insegneranno alle medesime, secondo il bisogno».
N. 8 - «Procureranno inoltre di coltivare lo spirito delle più grandicelle, perché si innamorino delle cose sante, e si diano ad una vita divota».
N. 9 - «Secondo l'opportunità, si prenderanno pure impegno di promuovere le varie pratiche di pietà che si coltivano nel paese ove si trovano».
N. 10 - «Quelle che convivranno coi loro parenti, attenderanno a non dar mai motivo alcuno di lamento a nessuno d'essi: anzi dovranno sempre mostrarsi obbedienti, pazienti, caritatevoli ed impegnate nel bene della casa».
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Più innanzi si dice di assistersi vicendevolmente nelle tribolazioni, di soccorrersi nella miseria, di servirsi nelle infermità.
Di questo modo tale unione diviene un centro di bene capace di estendere la sua caritatevole influenza in tutta la parrocchia, in tutta una città, anzi assai più lontano.
Questa pia unione, pure possibile in ogni centro per quanto piccolo, può iniziarsi tanto per l'opera d'un sacerdote, quanto da una semplice zitella dietro semplice assenso del confessore.
Gioverà però leggere la bella illustrazione che ne fa il sacerdote Frassinetti, in un suo opuscolo: Regola della Pia Unione delle Figlie di santa Maria Immacolata (Roma - Tipografia Poliglotta Vaticana - L. 0,15).

Unioni per la questione scolastica

La questione scolastica attualmente forma per l'Italia uno dei maggiori e più vitali problemi. Bandite dalle università, che in grande maggioranza furono opere della Chiesa, le cattedre di teologia; tolto dalle scuole secondarie ogni resto di religione; ora con leggi, decreti, regolamenti contraddittori, con interpretazioni strane e decisioni settarie, si vuol, ad ogni costo, cacciare il catechismo anche dalle scuole elementari. È una vera persecuzione, che tenta
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ammantarsi di ragioni speciose, ma assurde: è una guerra mossa con un piano, da tempo preparato, non tanto dagli uomini del governo, quanto dalla massoneria che li guida. Gli italiani, cattolici in assoluta maggioranza, non devono e non possono restare indifferenti. Essi infatti hanno promosso unioni e agitazioni pro schola: la donna ha da cooperarvi con tanto delle sue forze.
La Nicolò Tommaseo è un'associazione di maestri cristiani. Tende a difendere e promuovere gli interessi morali e materiali della classe: professa principii cattolici e lavora a tenere la scuola nella sua via tradizionale. È sorta per tener fronte all'associazione Magistrale, oramai manifestatasi completamente atea e dominata interamente dalla massoneria. La Tommaseo si è diffusa prontamente e non pochi maestri si sono ritirati dalla Magistrale per dare ad essa il loro nome: ha già riportate delle vittorie veramente lusinghiere: frutti copiosi si sono già maturati in molte parti d'Italia. Pubblica pure diversi periodici: tra cui va dato il primo posto alla Scuola italiana moderna.
Unione Pro schola libera. Non può avversarla che un tiranno od un settario: poiché non vuol fare altro che dare alla scuola la giusta libertà, come già si ha in tanti altri stati, più progrediti, in fatto d'istruzione, dell'Italia. Così infatti dice lo statuto: «Scopo dell'unione è
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tutelare la libertà di insegnamento, reclamata dal diritto inviolabile dei padri di famiglia, fattore precipuo della cultura nazionale, libertà sancita dallo Statuto fondamentale del regno». Pubblica pure un bollettino: per ogni schiarimento ha la sua sede in Torino.
L'Associazione didattica italiana. Ha lo stesso scopo della precedente. Unica differenza: quella si compone specialmente di padri di famiglia e di insegnanti: l'Associazione didattica, invece, raccoglie di preferenza insegnanti privati. (Sede in Roma).
Segretariato Pro schola. Venne costituito per iniziativa dell'Unione popolare,35 ed ora funziona a Padova. Esso si assume la direzione generale di tutto il movimento in favore della scuola libera e cristiana. Si vale di molti mezzi, tra cui le conferenze, la stampa, sottoscrizioni.
Leghe dei padri di famiglia. Queste devono: coadiuvare il parroco nell'educazione catechistica, vigilare sulla retta interpretazione delle leggi riguardanti l'istruzione religiosa, prendere iniziative per la libertà della scuola.

* * *

Ora come si può comportare la donna-apostolo in tutto questo movimento? Anzitutto: facendo parte di quelle associazioni che le
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aprono la loro porta: per esempio, una maestra darà il suo nome alla Tommaseo: tutte le madri possono entrare nelle leghe dei padri di famiglia.
In secondo luogo: facendo conoscere tali unioni, promovendo conferenze, convegni, adunanze.
In terzo luogo: adoperandosi in tanti modi allo scopo di esse: colle offerte, con sollevare incidenti, agitazioni, con muovere petizioni.
Su questo campo la lotta sarà lunghissima: ma, dopo la parola del papa e gli incoraggiamenti dell'episcopato, urge lavorare. Sono troppo nobili i fini proposti: 1. Far valere in ciascun comune quel resto di diritto riguardo al catechismo, come è ora dato dalle leggi. - 2. Provvedere il meglio possibile all'insegnamento religioso nelle scuole parrocchiali ed oratori. - 3. Promuovere un'azione generale per la scuola libera, con la conseguente facoltà di aprire scuole confessionali.

Oratorio e scuole parrocchiali di catechismo

Intanto che un'azione concorde ed energica deve far maturare nella coscienza nazionale la scuola libera, non dobbiamo trascurare in nessun modo l'insegnamento religioso. In Italia era quasi universale la consuetudine di tenere,
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nelle domeniche ed in altre occasioni, il catechismo ai fanciulli nelle chiese.
Ma qui si verificava appunto uno dei più gravi inconvenienti della cura d'anime nella nostra patria. In un locale così vasto vi sono mille cause di distrazione: le classi si disturbano a vicenda: quasi nessun mezzo di disciplina è possibile: i ragazzi perdono la stima al catechismo,36 vedendo il suo insegnamento in una inferiorità così profonda, di fronte a quello delle discipline scolastiche.
Ad ovviare almeno in parte a tali difetti ecco ora molto opportuna la fondazione di oratori, di ricreatori festivi, di scuole parrocchiali di catechismo.
Ed in quanti modi può concorrere la donna in questa opera moderna e veramente provvidenziale! La donna ricca potrà sostenerla con il denaro, sempre necessario nel far il bene: la donna di larga influenza potrà darvi tutto il suo appoggio morale: la madre potrà curarvi l'intervento dei figli: altre potranno coadiuvare nell'insegnamento. Ed ecco due organizzazioni molto a proposito.
Scuola delle catechiste volontarie. - Da oltre sei anni questa iniziativa fiorisce ed ottiene risultati consolantissimi. Sono buone giovani, divote zitelle, che si uniscono assieme e, sotto la direzione di qualche sacerdote, signora istruita, buona maestra, si abilitano all'insegnamento
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del catechismo. Pio X benedisse l'opera e oltre duecento catechiste volontarie ottennero regolare diploma, rilasciato dall'autorità ecclesiastica, la sola competente nel giudicare della scienza sufficiente. L'insegnamento per le candidate catechiste può versare non solo sui dogmi, sulla morale e sul culto: ma ancora sopra la pedagogia, la storia ecclesiastica e sacra, la liturgia.
Società della dottrina cristiana. - Pio X ordinò che «in tutte e singole le parrocchie si eriga canonicamente la congregazione della dottrina cristiana». Può raggruppare tutte le persone d'una parrocchia, ma si dirige particolarmente ai padri e più ancora alle madri: ed è destinata a dare al parroco l'aiuto morale e materiale per il catechismo. Infatti, chi vi entra, si obbliga a pagare ogni anno venti centesimi, per sopperire alle spese delle premiazioni, a favorire il catechismo colla preghiera e coll'opera, mandandovi i figli ed i dipendenti: a prestarsi, data l'occasione, allo stesso insegnamento.
N. B. Non si asserisce qui che solamente le catechiste fornite di diploma o i membri della Società per la dottrina cristiana possano coadiuvare il parroco: solo si vuol37 dire che più facilmente e con più abilità questi possono prestare l'opera loro.
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Per la stampa buona

Non vi è cosa buona di cui la malizia umana non possa abusare: questo lo si deve ripetere anche in riguardo della stampa. E ben a proposito in diverse località le signore ed anche semplici operaie si unirono in comitato pro stampa con doppio fine: diffondere la stampa buona, togliere la cattiva.
Dirette da sacerdoti e da persona istruita, esse riuscirono a diminuire di molto le copie di giornali e di libri cattivi: mentre con mille industrie procurarono abbonamenti a periodici cattolici. Con offerte, con elemosine, con lotterie, con banchi di beneficenza poterono dare l'abbonamento di quotidiani a L. 12,00 od anche 8,00 invece che al prezzo determinato di L. 16,00. Di più: curarono che ogni famiglia, ciascuna settimana, ricevesse almeno un piccolo bollettino religioso-morale: spesso erano le stesse signore che lo portavano di casa in casa. In una parrocchia fondarono esse stesse un bollettino locale, diretto da buona maestra. In un'altra ad un giornale di mode, ricami, taglio, tanto usato nei laboratori, ma veramente sudicio nell'appendice, nelle vignette e persino nella réclame, ne sostituirono altro buono o almeno innocuo.
Biblioteca circolante. - A Milano (Via Speronari - 3) la sede della Federazione italiana
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delle biblioteche circolanti cattoliche pubblica un bollettino, per portare alla conoscenza di tutti i migliori libri, che escono di giorno in giorno, e darne un giudizio sicuro. In tale federazione figurano, in gran numero, biblioteche fondate od almeno amministrate e sussidiate dalla donna. Chi volesse leggere la Guida del bibliotecario, edita dalla medesima federazione, si persuaderebbe di tre cose: della grande facilità onde si può iniziare una tal opera, in qualsiasi luogo, purché non si abbiano pretese grandiose, sin dal principio; del molto bene che è destinata a produrre; dell'aiuto preponderante che può prestarvi la donna.

ART. IV - OPERE DI CARATTERE SOCIALE

Per formare le madri

Non vi è sacerdote che non sia profondamente persuaso della necessità di aver buone madri: come pure è verità, dolorosamente evidente, che oggi mancano le madri vere.
Ed un male gravissimo è questo: molte giovani giungono al matrimonio affatto impreparate, moralmente e materialmente. La loro vita è scorsa in un ritiro, in un laboratorio, alla filanda: esse non sono capaci a far un po' di cucina, a tenere in ordine una casa, a far la spesa, a tenere buona compagnia al marito,
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ad allevare i figli e, qualche volta, neppure atte a guidare se stesse, ed a pensare che la vita ha i suoi doveri. Una giovinezza passata in famiglia rimedierebbe a molti di questi inconvenienti! Ma non lo si vuol comprendere dai genitori e meno ancora dalle giovani: il denaro, il desiderio di libertà, la vanità trascinano fuor di casa tante figlie anche senza vera necessità! Di qui si capisce quanta saggezza abbiano dimostrato molte donne cattoliche, d'Italia, della Francia, della Germania in questi ultimi decenni: fondarono scuole di economia domestica, di igiene, di ricamo, di taglio, di cucito, di cucina, della buona massaia. Da esse tante povere giovani operaie, contadine, emigranti, sartine, ricamatrici ecc. ed anche signorine, uscirono un po' meglio preparate alla vita; almeno materialmente! Fondarono corsi di educazione speciale per istruire le figlie, già vicine al matrimonio, riguardo ad una scelta prudente e ai doveri che le attendono. Fondarono corsi di educazione materna per ricordare e far amare alle madri i doveri del loro stato. - Il programma è molto vasto, trattandosi di far conoscere l'igiene, l'economia domestica, il governo d'una casa, il modo più efficace di istruire ed educare i figli, di regolarsi col marito. Anzi vi sono città ove le donne, aggruppate in una Unione delle madri cristiane, domandarono di avere periodicamente qualche conferenza
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famigliare, anche a modo di conversazione, sopra gli argomenti che più le interessano.
Si potrebbe leggere: Educazione - Conferenze per le madri - Bettazzi (Ufficio dell'Unione popolare).

Circoli di cultura

[Il circolo] è destinato a dare alle socie: una istruzione più larga per ciò che riguarda la religione, la famiglia, la società, e qualche volta anche l'arte e la letteratura; un'educazione conforme alle necessità attuali, per abituare a compire i doveri proprii a ciascuna socia.
Ve ne hanno tra contadine, tra maestre, tra operaie, tra donne colte: ve ne hanno tra le giovani e tra le madri.
Si valgono di adunanze quotidiane o periodiche, di conferenze tenute da oratori e, data la possibilità, anche da socie stesse, di conversazioni amichevoli sopra argomenti determinati, dirette da persona abile. Ad esso d'ordinario va annessa una bibliotechina, cui si provvedono giornali e riviste.
È di là che usciranno le madri ben preparate alla missione che le attende, se a questo è destinato il circolo. È di là che usciranno quelle maestre che sapranno infondere nei fanciulli buoni germi. È di là che usciranno operaie che resisteranno al dilagare del male.
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Cosa però di somma importanza è determinare precisamente lo scopo del circolo: non ammettere quindi se non quelle persone che ne possono profittare. In generale si può dire che queste non saranno molte: ma con poche riuscirà un frutto molto più copioso.

Per il periodo decisivo della vita [orientamento e protezione]

Il punto strategico della vita cristiana di un uomo è nel periodo in cui esce dalle scuole elementari, per entrare nelle secondarie, ovvero per imparare una professione. Salvata la gioventù in tal periodo è fatto il meglio: ma guai a noi! se la si lascia in abbandono. Eppure fino ad oggi non si verificava spesso tale cosa? Anche a questo ha saputo provvedere l'iniziativa femminile, o almeno porvi il suo appoggio valido. Ed ecco donne che si dedicano alla scuola di religione per studenti e studentesse delle scuole ginnasiali, tecniche, normali, liceali, universitarie ecc.! Ecco donne aprire scuole di catechismo alle giovani operaie, che costrette a passare la giornata alla fabbrica, difficilmente penserebbero ancora a quello che più importa: cioè all'anima! Ecco per iniziativa femminile istituirsi ricreatori festivi ed anche serali, per le figlie del popolo, particolarmente del ceto operaio. Ecco infine in diverse città tenersi i ritiri per le giovani operaie: e le signore
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occuparsi tanto per dar comodità di attendervi, offrire vitto e alloggio gratis e persino pagare la giornata che riceverebbero alla fabbrica. (Né mancarono luoghi ove questi Esercizi spirituali vennero tenuti alle donne, alle signore, agli uomini stessi per iniziativa femminile).
Quello che poi è più comune nei nostri centri rurali si è la compagnia delle Figlie di Maria, che pure bene spesso riceve la sua forza da giovani più anziane o da zitelle pie.
Molte volte i giovani devono allontanarsi per causa degli studi dalla famiglia: ognuno conosce l'importanza e la difficoltà di trovare collegi, educandati, pensionati buoni. Ed ecco in tante città, per esempio a Torino, istituirsi il Segretariato delle famiglie, che si incarica di cercare agli studenti una pensione in famiglie o in collegi, che diano seria garanzia di onestà. Ecco signore aprire, coll'aiuto forse delle suore, educandati.
Oggi più che mai le figlie escono dalla casa, per cercare lavoro nelle città come serve o come operaie; oggi è tanto diffusa la piaga dell'emigrazione.38 Chi non sa quanti pericoli trovino queste figlie? Dal giovinotto spensierato, che va a caccia di piaceri, al mercante di carne umana, che calcola freddamente i suoi guadagni; nelle famiglie e nelle industrie, alle stazioni, agli alberghi, ovunque, la fede ed il pudore d'una giovane sono insidiati. Ora chi non
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ammirerà la industriosa carità di tante donne, che hanno disseminato in tutto il mondo una rete fittissima di istituzioni in difesa della innocenza? Vi è l'Opera della protezione della giovane. Essa ha case in tutti i centri del mondo di qualche importanza.
Si propone di procurare alle giovani: a) protezione nei viaggi, b) ospitalità temporanea, c) collocamento a lavoro, d) patronato durante il servizio, e) corsi pratici di istruzione, f) mutualità, g) lotta contro la tratta delle bianche, h) riabilitazione (sede del comitato nazionale italiano: Via Consolata, 1 - Torino). Connesse con tale istituzione, e spesso da essa dirette, sono l'Opera della stazione, l'Opera del porto, che tengono continuamente pie persone, nei porti e nelle principali stazioni, per ricevere e salvare le giovinette dalle unghie dello sparviero.
(V. La protezione della giovane. Bettazzi, 0,50, presso l'Azione sociale popolare - Torino - Via Legnano, 23).
Così pure l'Opera di collocamento, che si incarica di cercare occupazione adatta e rimunerativa a tante giovani, nei principali centri.

[Assistenza alle emigranti]

Connessa ancora è l'Opera per la tutela della donna italiana all'estero, che ha la sua direzione presso quella della protezione della giovane. Le sue finalità sono analoghe a questa: anzi si potrebbero dire le medesime: notando però
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che ha di mira particolarmente le emigranti italiane. E ve ne ha bisogno: l'Italia è la nazione che relativamente dà il maggior contingente di donne all'emigrazione!
E qui verrebbe da fare una lunga enumerazione di istituzioni particolari per la protezione delle bagnanti, delle addette alle stazioni climatiche o agli alberghi, delle mondariso ecc. ecc.
Molto opportunamente in tante città sono aperte case-famiglia, cucine economiche, pensionati per operaie. Essendo per lo più dirette da suore, o almeno da persone oneste, forniscono a queste giovani vantaggi economici, igienici e morali. E questi vantaggi sono così evidenti, che gli stessi direttori delle aziende invitano spesso le suore ad istituirne non solo, ma ancora preferiscono le operaie che le frequentano alle altre.
Ottima poi è a questo proposito un'altra iniziativa tentata con buon successo in tanti centri: aprire laboratori, stabilimenti sociali o privati, aziende per fornire lavoro alle giovani che altrimenti emigrerebbero. (V. Un'opera cattolica sociale femminile in Torino: Laboratorio della Consolata - 0,50 presso l'Azione sociale popolare - Via Legnano 23, Torino). Qui oltreché si presenta spesso occasione di un guadagno superiore, vi è l'altro inestimabile vantaggio di tenere lontane le giovani dai pericoli. Inoltre loro si può dare un'istruzione ed educazione religiosa:
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vivendo in famiglia, assai più facilmente si preparano a diventare buone spose. E questo di impedire l'emigrazione sia dai centri rurali per accorrere alla città, o come persone di servizio o come operaie, sia dalla nazione, per cercare all'estero un lavoro più lucroso, dovrebbe pur essere impegno d'ognuno, anche della donna. Già lo si tenta infatti in molti circoli, compagnie delle Figlie di Maria, scuole professionali ecc. Quante infelici ragazze si illudono! E non solo ragazze, scusabili d'altronde, ma anche genitori, che passano per cattolici! Si guadagnerà di più in città, all'estero? La cosa è problematica; anzi spesso non si guadagnerebbe più in casa, pur di migliorare i metodi e industriarsi? Posto pure un miglior guadagno: non si spenderà anche più? Ed una figlia, senza dote ma che sa governare una casa, non è da preferirsi a quell'altra che, emigrando, non ha imparato tale arte, portasse pure un migliaio di lire in dote? E la sanità, spesso perduta, e i sentimenti cristiani, sovente dimenticati, non valgono qualche centinaio di lire?
La contessa Keranflech-Kernezne39 tenne su questo argomento una così pratica conferenza, che davvero la si dovrebbe trascrivere per intero. Ella consiglia non solo la smerlatura in tutte le forme ed il ricamo: ma insiste in modo particolare sulla coltivazione razionale dei polli, dei legumi, della frutta. Questi lavori, ella dice, si possono avere anche nei
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centri rurali senza che occorra disertarli, per accumularsi in città: se coadiuvati dalla cooperazione, dai sindacati, dalle unioni professionali, saranno assai più rimunerativi che non l'industria ed il commercio. In molti luoghi, ad impedire la emigrazione basterebbe una più ampia istruzione sui pericoli morali e materiali che l'accompagnano. Lo si vede: tanti emigrati erano in condizioni più felici nella patria. Tuttavia in alcuni casi non la si potrà impedire! Allora è necessario almeno prevenirne i disastrosi effetti. Ed anche a questo seppero provvedere donne cattoliche. Nelle città e nei centri, dove più diffusa è questa piaga, istituirono scuole speciali pro emigranti. Là colla lingua della nazione, cui si indirizzano, si dà pure qualche nozione sui doveri, sui pericoli, sui viaggi, sui contratti di lavoro, sul risparmio ecc. Queste donne poi si incaricano di comunicare i nomi degli emigranti alla Società di protezione della giovane, alla Società per la tutela della donna all'estero, all'Opera Bonomelli, all'Opera Scalabrini,40 ecc. secondo il caso. Così l'emigrante non solo avrà tutela, ma ancora sarà guardato da turpi speculatori.
V. 1. Italiani in esilio - Mondini.
2. Emigrazione in genere - Pasteris.
3. Emigrazione operaia italiana - Pasteris.
Ciascuno costa 0,50 e si vende presso: Azione sociale popolare - Torino - Via Legnano 23.
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4. Guida dell'emigrante italiano (0,25 - Tipografia del Resegone - Lecco).
5. Chiave della fortuna (0,70 - Libreria Salesiana - Corso Regina Margherita - Torino).

ART. V - OPERE DI CARATTERE ECONOMICO

Unioni professionali41

Un vasto compito spetta a queste unioni nella soluzione del problema sociale femminile. Esse non sono uno strumento di lotta, come taluno immagina, poiché dominate dallo spirito cristiano. Ciò che non faranno i cattolici lo faranno i sovversivi: e ciò che si farà senza di noi si farà contro di noi. Sono possibili tante organizzazioni, quante sono le professioni femminili:42 telegrafiste, postine, mondine, ricamatrici, sarte, lavoratrici dell'ago, tessitrici, infermiere, serve, addette alla ferrovia, agli alberghi, commesse ecc. ecc. Tali unioni hanno lo scopo di difendere gli interessi della classe, dinnanzi agli eventuali soprusi: di assicurare la libera professione cristiana: di avviare le socie ad un elevamento morale. Fortunatamente anche qui si ebbe già un lavoro considerevole: abbiamo il Sindacato tessile italiano, il Sindacato delle lavoratrici dell'ago, il Sindacato delle infermiere, la Lega sarti, ecc. Si possono conoscere rivolgendosi all'ufficio centrale dell'Unione popolare (Padova).
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Sezioni locali di tali opere possono costituirsi ovunque occorra una necessità. Ad esse poi si potrà unire una scuola professionale, quando si giudichi utile: particolarmente gioverà una scuola di economia domestica, di cucito, di taglio. Le giovani potranno essere meglio preparate alla vita, quando a Dio piacendo, passeranno a marito.
Vantaggi che sempre deve ripromettersi una tal lega sono: l'abolizione del lavoro notturno; il riposo settimanale festivo; l'igiene negli stabilimenti e nelle fabbriche; corsi serali di istruzione; cassa di risparmio e mutuo soccorso.
V. L'organizzazione professionale della piccola borghesia nel Belgio (De Clerc, presso l'Azione sociale popolare - Torino - Via Legnano, 23).

Assistenza sociale

Il gruppo di opere che vengono sotto questo titolo mirano ad educare la donna col risparmio e cooperazione, perché sappia acquistare coscienza e dignità di operaia illuminata e sobria. Ecco le principali:
Cassa nazionale di previdenza per le pensioni d'invalidità e vecchiaia. - Si pagano 6 lire ogni anno e la pensione varia da un massimo di circa L. 237 ad un minimo di L. 74. Entra nel monopolio dello Stato.
Casse dotali. - È molto diffusa la forma introdotta dall'abate di Sécheroux di Pithiviers.43
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Le giovanette vi sono ammesse a partire dai dodici anni, impegnandosi a versare annualmente da cinque a sessanta lire. La somma dotale sarà proporzionata non solo al versamento avvenuto, ma ancora alle oblazioni fatte da patronesse, giovinette anch'esse, in massima parte; spesso raggiunge anche un migliaio di lire. - È per lo più un istituto locale.
Cassa di maternità. - Deve sussidiare le operaie, quando divengono madri. Sono obbligate ad iscriversi tutte le operaie che lavorano negli stabilimenti e nei laboratori e che sono comprese tra i 1544 ed i 50 anni. Il contributo annuo (in L. 1 per le operaie dai 15 ai 20 anni, in L. 2 per quelle dai 20 ai 50) è, per legge, metà a carico dell'industriale, e per metà a carico dell'operaia. In occasione di parto, avvenuto almeno sei mesi dopo l'iscrizione, avrà diritto a L. 40,00 se si asterrà almeno per quattro settimane dal lavoro.
Mutualità scolastica. - È costituita tra i fanciulli delle scuole. Ha due scopi: mutuo soccorso e risparmio. Una parte infatti della tassa va a costituire il fondo comune, da cui ogni ragazzo infermo potrà avere un'indennità in caso di malattia; l'altra invece viene posta a libretto personale dello scuolaro.
Società nazionale di patronato e di mutuo soccorso per le giovani operaie. - Lo scopo, oltre l'appoggio e l'assistenza morale, è un
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sussidio in caso di malattie acute e il collocamento delle socie disoccupate. Ha due casse: cassa di patronato, alimentata dalle oblazioni delle patronesse: cassa di mutuo soccorso, alimentata dai versamenti delle socie. La sede centrale poi ha la sua propria cassa di riserva, per le spese generali della società.
Da questo istituto però si può dire che venne impostato, ma non ancora risolto il difficile problema della unione italiana morale ed economica insieme delle mutue locali. Le diversità etniche forse lo rendono quasi insolubile: però riuscirebbe ovunque, se si restringesse a cerchi regionali. Ottima anzi sembrerebbe una cassa operaia affatto locale.
In ultimo: accenno ad alcune iniziative qua e là tentate e riuscite anche da donne, ma certamente meno adatte all'azione muliebre. Le case popolari destinate a procurare abitazione conveniente agli operai, costretti spesso a vivere in abitazioni che fanno a pugni coll'igiene e colla morale. I giardini e gli orti operai: in essi l'operaio trova un sollievo onesto, salubre, ed anche molto vantaggioso economicamente.
Leghe dei consumatori. Fondate per la prima volta da una donna, hanno per principio: il comprare non è solamente un fatto economico, ma eziandio un atto sociale. Oltre il vantaggio economico delle iscritte infatti, vien favorito
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il commercio equo e sfatato l'inganno, nascosto in tanta parte della réclame moderna.45 - Si aggiungano le leghe di lavoro, le cooperative di produzione, le fabbriche sociali ecc.

Opere di beneficenza

Intendo la beneficenza cristiana. Questa è ben diversa dalla beneficenza laica. La prima vede nel povero un fratello, Gesù Cristo anzi: mira al cielo, all'anima. La seconda invece è una contraffazione della carità a scopo settario: è l'angelo delle tenebre che si veste da angelo di luce: dà un tozzo di pane, per comperare la coscienza. Eppure oggi è questo l'indirizzo della giurata nemica della Chiesa, la massoneria: compiere qualche opera di beneficenza e vantare l'intero monopolio.
Ebbene: ecco dei risultati, espressi, non in parole roboanti, ma con la eloquenza delle cifre: sono un piccolo episodio d'una grande serie di fatti d'ogni dì. Da poco in Francia vennero pubblicate due statistiche della beneficenza. La prima, che era massonica, riferiva come cosa straordinaria che l'istituto dell'Orfanotrofio massonico di Parigi, destinato a raccogliere tutti gli orfani della nazione, in 50 anni avesse ricoverati 319 fanciulli.
La seconda era cattolica: da essa si poteva conoscere che le congregazioni religiose,
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cacciate poi dal governo della repubblica, avevano nel 1900 mantenuto:
1. - 60.000 orfani;
2. - 210.000 malati e vecchi;
3. - 12.000 traviate;
4. - 60.000 ciechi o traviati;
5. - 250.000 poveri in genere.
Che la massoneria imperante in Francia abbia cacciate tali congregazioni religiose per invidia di mestiere?
Il campo della beneficenza è estesissimo, vasto quanto il mondo. Noi assistiamo a delle miserie in ogni luogo: e d'altronde sappiamo che la massima parte di esse ci è ignota.
E di qui una prima regola pratica: sappiamo preferire i poveri vergognosi: quelli la cui miseria è per lo più ignorata, e che spesso sono in strettezze molto più compassionevoli, che non altri che mendicano per le vie. Qui oltre i soccorsi si richiede la delicatezza santa di indovinare i bisogni e di coprire l'elemosina agli occhi altrui. La carità di molte persone pie andò tanto innanzi da mandare elemosine sotto l'incognito; anzi qualche volta sino ad offrire qualche lavoro conveniente, ricompensandolo poi oltre ogni merito.
Vi è a premettere una seconda norma: per quanto è possibile si cerchi [di] consolidare la famiglia. È la base della società: disgregarla è sempre un male sociale: da evitarsi il più possibile.
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Se basta il soccorso ad una madre, non portiamole via il bambino per darlo al baliatico:46 se un uomo è ancora atto a guadagnare qualcosa, gli si procuri lavoro e lo si soccorra alquanto, invece che ricoverarlo subito nell'ospedale.
Meglio insegnare a guadagnarsi il pane che darlo continuamente: meglio educare al risparmio che fare erigere ogni dì ospedali nuovi. Lo si è veduto sopra.
Ed ecco alcune opere di beneficenza:
Asili e Dopo-scuola. L'educazione in famiglia sarebbe da preferirsi; ma, di fatto, i genitori ben sovente trascurano la formazione morale, religiosa e civile dei figli: molti per indifferenza, altri perché occupati. Ben a proposito quindi la loro opera vien completata dagli asili, in cui si ricevono e ritengono quasi per l'intera giornata i bambini; e di più dai dopo-scuola in cui i fanciulli, oltreché sorvegliati, vengono aiutati nei loro doveri scolastici e formati con esempi e con avvisi ad una buona vita.
Ospizi orfanotrofi. - Questi poi sostituiscono del tutto i genitori nei loro doveri di nutrire, istruire, educare i fanciulli abbandonati. E quanti ve ne hanno di questi infelici ai nostri giorni!
Ricoveri dei vecchi e degli inabili. - Quanto meno un popolo è religioso, tanto maggior bisogno sentirà di queste istituzioni. Moltiplicandosi i vizi, si moltiplicano i mali: col perdersi
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del sentimento religioso, si disgrega la famiglia: e col disgregarsi di essa staranno più a disagio i vecchi e gli inabili.
Ospedali, case-salute, sanatori. - Sono il rifugio di un buon numero di miserie umane. Spesso è Dio che prova, qualche volta è la divina giustizia che colpisce: sempre per ravvedimento o santificazione.
Orbene come si esercita lo zelo della donna in queste opere? Non vi è dubbio che una parte di esse venne fondata o almeno sussidiata da donne, di grande carità: la donna più dell'uomo è sensibile alle miserie umane. Dia, dunque, la donna.
Che se non possedesse beni di fortuna? Possiede però sempre un cuore buono e facilmente un po' di tempo libero: ebbene visiti quei luoghi, vi porti qualche sorriso, qualche raggio di fede e di speranza, qualche servizio.
Noi benefichiamo il corpo per giungere all'anima. - E quale bene non si può compire dalla donna negli orfanotrofi, femminili specialmente! Chi ne ha la cura pensi che è chiamato a parte dell'altissima missione d'una madre e d'un sacerdote: chi vi entra, qualche volta almeno, può considerarsi come fratello e sorella dei ricoverati. Essi hanno bisogno di un cuore che venga a prendere il posto della madre, loro tolta dalla forza delle cose. Si amino, si consiglino, si istruiscano. Allorché si tratta di
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ricoveri di vecchi e di ospedali, è bene lasciarsi guidare da questi pensieri cristiani. Chi vi entra deve o uscirne rifatto nell'anima e nel corpo, ovvero morirvi, ma dopo essersi riconciliato con Dio; l'ospedale è un purgatorio; l'ospedale è tempio della misericordia di Dio.
Si tratti dunque di casi disperati o no, chi serve, dirige, visita ospedali, dovrà sempre avere questa mira: riconciliare con Dio, inspirare la rassegnazione più completa alla volontà divina.
Allorché si parla il linguaggio della carità: allorché la carità non è solo nelle parole: allorché vi è un aiuto materiale, la via allo spirito è trovata. La logica del cuore sarà più efficace della logica della ragione.

Opera di assistenza diurna e notturna agli infermi

È una associazione che ha per scopo l'assistenza degli infermi, specialmente se poveri e abbandonati. Essa ha un'organizzazione facilissima, non richiedendo che un amichevole accordo tra i membri, per conoscere gli infermi bisognosi e determinare le ore in cui si potrà, per turno, prestare da ciascuno il servizio proprio. Che se l'opera prenderà delle proporzioni alquanto vaste, allora si potrà formulare un proprio regolamento, eleggere una presidente
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(ovvero un presidente nella persona del parroco o di qualche sacerdote), tenere adunanze in forma. Possono farvi parte vedove, donne libere di sé, zitelle avanzate negli anni: mai persone giovani.
Secondo le circostanze locali, le qualità ed il numero dei membri, potranno impegnarsi o no di soccorrere anche col denaro gli infermi più poveri, potranno prestare anche per quelli ricchi l'opera di assistenza, potranno obbligarsi ad avvisare il parroco in tempo per i conforti religiosi.
Quest'opera si rende tanto più utile in quei centri, ove spesso vi sono infermi poveri ed abbandonati, ove non vi è ospedale o congregazione di carità, ove per indifferenza, malizia od ignoranza, alcuni si ridurrebbero all'ultimo passo senza ricevere i santi sacramenti.
È molto gradita al Signore, essendo del Signore quelle parole: qualunque cosa avrete fatto ad uno tra i miei poveri, la riterrò come fatta a me stesso.47 Quindi i santi si riducevano persino a baciare le piaghe degli infermi, figurandosi di baciare in esse le sacre membra di Gesù Cristo. In ultimo: è un'opera che generalmente concilia la stima e l'affezione del popolo; le famiglie beneficate ne serberanno il più grato ricordo e la più viva riconoscenza.
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Conferenza di san Vincenzo de' Paoli

Iniziate dall'Ozanam con i suoi compagni, sono molto simili all'opera predetta. Ne differiscono per questo: che accolgono anche i giovani, specialmente studenti, ed hanno per iscopo non solo il soccorso e l'assistenza degli infermi, ma la visita ed il soccorso dei poveri e degli infermi. Diffusa quest'opera nei principali centri, apporta tre grandi beni: uno materiale e morale in pro dei visitati, che non solo ricevono l'elemosine del pane, ma ancora vengono confortati dall'affetto d'una persona stimata, e spesso sono preparati a far cristianamente l'ultimo passo. Un vantaggio allo stesso visitatore: che, venendo a contatto delle miserie e delle realtà della vita, non si creerà di essa quelle illusioni così fatali e così comuni nella gioventù. Un terzo vantaggio, e questo si può dire sociale, il riavvicinamento delle diverse classi, del ricco al povero, del dotto all'ignorante, del nobile al plebeo.
Chi considerasse superficialmente quest'opera, la direbbe difficilissima se non di impossibile attuazione. Ebbene i fatti hanno detto ben diversamente. Non ostante che i membri alimentino in tutto o in parte la cassa comune, non ostante lo spirito di sacrifizio che esige, non ostante la così spesso lamentata diminuzione di fede, le conferenze di san Vincenzo de' Paoli
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sono numerosissime. Le statistiche del 1911 infatti dànno per la sola Italia 420 Conferenze e 16 milioni di lire erogate.
Ma è ben certo che non di tutto si può tenere conto: una parte del bene vien compiuta nel segreto.
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1 «L'inquinamento quasi universale del giornalismo odierno, particolarmente in Italia, è indice di una corruzione grande e diffusa del nostro popolo, qual dubbio! Basta a persuadercene riflettere, che i giornali più stupidamente luridi sono anche i più ricercati ed i più letti dal volgo e dal non volgo...» Cf. La Civiltà Cattolica 4 [1910] 641ss.

2 Il movimento delle “suffragiste”, iniziato in Gran Bretagna nel 1904 e attivo fino al 1914 sotto la guida di E. Pankhurst (1858-1928), aveva clamorosamente sollevato il problema della parità femminile anche in campo politico ed elettorale. In Italia il diritto di voto venne esteso alle donne nel 1945 (decreto legge n. 23 del 2 febbraio). Cominciò ad essere attuato nel 1946 con le elezioni per la Costituente e venne codificato nella Costituzione italiana promulgata il 1° gennaio 1948.

3 Evidentemente questa posizione del P. Rösler (di cui non sappiamo altro), polemicamente avversa alle intemperanze delle suffragiste (o suffragette), non è più sostenibile per una serie di ovvie ragioni, che la storia ha provveduto a confermare o a smentire.

4 Tra essi, cioè tra i due schieramenti ideologici, socialista e liberale.

5 Cf. Mt 26,11; Mc 14,7; Gv 12,8.

6 Anche in Italia, meno che nel resto dell'Europa, il problema del lavoro femminile e maschile era sentito, e nella Chiesa se ne discuteva a partire soprattutto dalla Rerum novarum (15 maggio 1891) di Leone XIII. «Non è vero che tutti in frotta i capitalisti si meritino la taccia di fraudolenti ed ingiusti verso gli operai» scriveva un gesuita attento in “La protezione degli operai”, La Civiltà Cattolica 2 [1910] 270-285.

7 Al mondo contadino e ai centri rurali Alberione, anche lui di origine contadina, accenna spesso - cf. DA 95, 195; 196; 198; 201; 202; 250; 251; 275; 285; 308; 313; 320. La coltivazione delle terre in Italia avveniva allora soprattutto in tre modi: coltivazione diretta (con o senza lavoro di estranei), metodo di partecipazione (colonato parziario, mezzadria), cottimo (affittanza). Il contratto patriarcale di mezzadria dominava nel circa 50% dei terreni coltivati.

8 Senza pudore. DA ha imprudente.

9 DA qui e più avanti ha Catterina.

10 Alfonso Capecelatro, cardinale e scrittore storico apologetico, era nato a Marsiglia il 5 febbraio 1824. Il padre Francesco, duca di Castelpagano (Benevento), avendo parteggiato per Murat, si era rifugiato in Francia per evitare le rappresaglie del re Ferdinando I (di Borbone). A 16 anni Alfonso entrò nella congregazione dell'Oratorio di Napoli e vi fu ordinato sacerdote nel 1840. Presto gli oratoriani, o padri filippini, lo elessero preposito. Leone XIII nel 1880 lo elesse arcivescovo di Capua; nel 1886 lo creò cardinale e nel 1893 bibliotecario titolare e prefetto della Vaticana. Da prelato il Capecelatro rimase quello che era stato da prete: semplice, integro nella duplice dedizione alla Chiesa e alla Patria. Preoccupato per la crescita culturale dei cattolici, scrisse fra l'altro Le vie nuove del clero negli studi e nel culto divino (1905), che alcuni considerarono come un intervento a favore dei modernisti.

11 Si veda più avanti, Art. III, DA 168-171.

12 Cf. At 19,19. Questa preghiera sembra sia stata composta per la Lega contro le cattive letture, promossa dal cardinal Luigi di Canossa (1891) (MM).

13 Il papa.

14 Cf. Gv 19,26.

15 Cf. At 1,14.

16 L'Unione economica sociale qui menzionata è una vera e propria istituzione, coordinatrice di molteplici opere economiche e sociali fra i cattolici italiani, sorta con l'enciclica Il fermo proposito (11 giugno 1905) - cf. DA 292 - ereditando i compiti del Secondo gruppo per l'Azione popolare cristiana dell'Opera dei congressi. In proposito si veda anche all'Art. V, DA 203ss.

17 Scriveva La Civiltà Cattolica (4 [1909] 32-43, specialmente p. 42s): «Dov'è una donna veramente cristiana, ivi è una forza latente; conviene scoprirla, guadagnarla all'unione. Poi vi sono in tutta Italia, e particolarmente ne' centri più popolati, infinite opere di attività femminile, ottimamente fondate, egregiamente dirette, ma che si restringono in piccola sfera; sono come altrettanti circuiti di energia elettrica, ai quali per un'attività più vasta, più feconda, più costante, manca solo una mano che li congiunga insieme in una stessa più poderosa corrente. [...] Teoricamente non pare difficile suscitare quasi per incanto tutta un'unione di forze con quelle che già esistono attive. Ma quanti ostacoli si presentano nell'attuare il disegno. Piccole gare s'incontrano anche nelle opere più sante, timori infondati, pregiudizii perfino contro le novità che ancora non bene si intendono. Toccherà alle propagandiste ed alle conferenziere dissipare queste piccole nubi con la calda parola della persuasione, della dolcezza, della carità, soprattutto della pazienza, sicure di ottenere domani, quel che oggi uno zelo, forse di soverchio ardente, potrebbe compromettere per sempre». Fu il voto formulato da un congresso delle donne italiane contro l'insegnamento religioso nelle scuole (problema evidenziato anche in DA 32; 136; 154; 188-190; 197), che determinò il distacco delle donne cattoliche da tale associazione italiana che, in apparenza neutra, era in realtà influenzata dalla massoneria. Si era resa quindi necessaria una organizzazione che pur tendendo ad elevare le masse femminili, fosse ispirata dalla Chiesa. Pio X, al quale la principessa Donna Cristina Giustiniani Bandini fin dal 4 luglio 1908 sottopose l'idea della costituzione dell'Unione fra le donne cattoliche d'Italia, benedisse la nuova associazione, ne postillò di suo pugno gli statuti e l'appoggiò sempre, incoraggiando la donna italiana a non rimanersene chiusa in casa, ma ad uscirne, se necessario, per difendere la famiglia, lavorando al largo per ricostruire una società cristiana sull'esempio di Giovanna d'Arco. L'Associazione delle donne seguì le vicende, le forme, i programmi dell'Azione cattolica, mediante un ufficio di presidenza aperto a Roma e mediante comitati locali distribuiti nei centri urbani di tutte le regioni italiane.

18 Per vincere il tradizionale amore alla quiete proprio della gente di campagna, i comitati locali dell'Opera dei congressi ricorrevano, anche in Piemonte, ad un mezzo particolarmente efficace: i pellegrinaggi, che oltre essere una pubblica dimostrazione di forza agli occhi dei liberali e dei socialisti, servivano a rinsaldare le fila dei cattolici, esaltandone la fede, vincendone il rispetto umano e galvanizzandoli a quelle attività che le necessità del momento esigevano. Per questo venivano concertati frequenti viaggi nell'ambito di ciascuna diocesi e della propria provincia; più importanti furono quelli organizzati dall'Unione del coraggio cattolico fondata a Torino verso il 1880 per tutto il Piemonte: alla Madonna di Cussanio presso Fossano, al santuario di Vicoforte presso Mondovì, alla Madonna dei Fiori in Bra, alla Madonna degli Angeli presso Cuneo, a Roma per il giubileo di Leone XIII nel 1902.

19 Lo stesso Alberione promosse, da insegnante di Storia in Seminario, la celebrazione centenaria della Pace costantiniana (313 d.C.). Cf. Abundantes divitiae gratiae suae, n. 102.

20 Il poeta-scrittore romantico e uomo politico francese Alphonse-Marie-Louis de Lamartine nacque a Mâcon il 10 ottobre 1790 e morì a Parigi il 28 febbraio 1869. A base della sua educazione ci fu sua madre, una donna colta e intelligente, religiosa e caritatevole.

21 Pio X.

22 Lodatori del tempo passato. Vedi DA 23, nota 3.

23 Una diatriba tra cattolici conservatori e progressisti a livello nazionale scoppiò nel Congresso tenuto a Bologna nel novembre del 1903. Visti inutili i tentativi di portare concordia tra i due schieramenti, Pio X il 30 luglio 1904 sciolse l'Opera dei congressi. Giovanni Spadolini scriverà in proposito: «I movimenti cattolici non passarono mai un'ora così triste». Un parroco di Cuneo affermò: «Lo scioglimento dell'Opera dei congressi ammazzò l'Azione cattolica, giacché con essa caddero i comitati diocesani e parrocchiali». Anche se più tardi fu costituita l'Unione popolare, essa non raccolse che scarse adesioni, tanto che nel 1910 gli iscritti per tutto il Piemonte assommavano a soli 19.394 e nel 1911 a 18.671 (cf. La leva, piccola rivista trimestrale di cultura popolare, a. II, n. 1 [Firenze, 15 marzo 1912]). Le strutture economico-sociali però continuarono anche dopo la soppressione dell'Opera dei congressi; crebbero anzi di numero passando dai 229 istituti del 1905 ai 467 del 1909 (cf. Chiesa e Società nella II metà del XIX secolo in Piemonte, a cura di FILIPPO NATALE APPENDINO, Istituto regionale piemontese di pastorale, Edizioni Pietro Marietti 1982, p. 388).

24 Periodico anticlericale e satirico diretto da Guido Podrecca. Rocca D'Adria (pseudonimo di Cesare Algranati) per controbattere L'Asino ad armi pari, nel 1907 fondò Il Mulo.

25 Prostitute.

26 Settimanale dell'Unione popolare che ha iniziato le sue pubblicazioni a Firenze il 19 gennaio 1908.

27 Era diffusa tra i cattolici italiani l'usanza di offrire «un obolo per le povere monache d'Italia». Ora vi è l'annuale colletta “Pro Orantibus”.

28 Cf. DA 39-40; 79; 108; 115; 327. Fondatore ne fu mons. Ch. De Forbin-Janson (1785-1844), vescovo di Nancy, in Francia. Al ritorno da un viaggio negli Stati Uniti e in Canada (1842) pensò di combattere l'infanticidio nei paesi infedeli. Nel 1842 ebbe a Lione una conversazione con Paolina Jaricot (cf. DA 47) e sembra che allora maturò l'idea di interessare i fanciulli d'Europa alla sorte di quelli cinesi, invitandoli a versare un soldo al mese.

29 Madre Maria di Gesù (Marsiglia 1841-1884), fu la fondatrice dell'Istituto delle Figlie del Cuore di Gesù (1873) (MM).

30 Don Alberione vede i vantaggi dell'unione. Insiste sull'associazione; parla di unioni, parrocchie, comunità, compagnie, sindacati, casse di risparmio, gruppi, leghe, organizzazione, di collaborazione o cooperazione.

31 Elisabetta (1207-1231), figlia del re Andrea II, sposa di Ludovico IV, conte di Turingia, caduto durante la quinta crociata. Rimasta vedova diciannovenne con tre bambini, si dedicò all'ascesi e alla carità come se partecipasse anch'ella alle crociate. Fra' Corrado di Marburgo, suo direttore spirituale, la definì “consolatrice dei poveri” e “ristoratrice degli affamati” richiamando le beatitudini evangeliche (MM).

32 DA aggiunge tra parentesi tonde Sap. II-V-17. Cf. Sap 11,26 (11,27 secondo la Volgata): «Signore, amante della vita».

33 Cf. Sir 4,14.

34 Si tratta di una affermazione di grande rilievo. In questa linea don Alberione fonderà in seguito, intorno agli anni '60, i suoi “Istituti Secolari”, oggi chiamati “Istituti aggregati”, proprio perché i loro membri - in particolare quelli degli Istituti Maria SS. Annunziata e S. Gabriele Arcangelo - possano «praticare... in mezzo al mondo ciò che fanno le suore nel convento». - La consacrazione nel mondo don Alberione la estenderà anche alle coppie di sposi. Per questi fonderà l'Istituto Santa Famiglia. È, infatti, degno di nota che già verso gli anni '30, in Donec formetur Christus in vobis (n. 236), egli scrivesse: «La vocazione del religioso è di natura speciale...; persino sono possibili condizioni speciali per il coniugato e per il secolare...». E che non si trattasse di un'affermazione astratta lo documenta il fatto che già in precedenza, solo pochi anni dopo la pubblicazione di DA, don Alberione «alla mamma di Maggiorino Vigolungo aveva fatto fare i voti come mamma» (S. Lamera, Istituto Gesù Sacerdote e Santa Famiglia, in: I Laici nella e con la Famiglia Paolina, Casa Generalizia della Società San Paolo, Roma 1989, p. 85).

35 Cf. DA 189; 196; 203; 231; 291-292; 328. È un'associazione sorta fra i cattolici italiani in seguito allo scioglimento dell'Opera dei congressi, per raccogliere, secondo le direttive dell'enciclica Il fermo proposito (Pio X, 11 giugno 1906), tutti i cattolici intorno ad un solo centro di dottrina, di propaganda politica e di organizzazione sociale, sull'esempio del Volksverein in Germania (MM).

36 A rendere il catechismo ostico ai ragazzi non era forse solo il locale chiassoso in cui si era costretti ad insegnarlo. C'erano anche due obiezioni mosse al testo stesso del catechismo: «1° la forma astratta, scolastica, incomprensibile ai fanciulli e ai rozzi, in cui sono espresse le dottrine; 2° la soverchia o esclusiva importanza che si dà dalla Chiesa a codeste formole enigmatiche, a danno dei fatti biblici, della narrazione evangelica, degli esempii, dei sermoni e delle parabole di Gesù Cristo» (La Civiltà Cattolica 1 [1910] 403ss). A tale proposito è utile ricordare due articoli pubblicati allora dal Conte T. Gallarati-Scotti su Rassegna nazionale (del 16 novembre 1908 e del 1 ottobre 1909). «Il linguaggio teologico dei catechismi - egli scriveva - rende oscure quelle stesse verità evangeliche che furono pronunciate da Cristo nella forma più accessibile anche agli spiriti semplici» (p. 137).

37 DA ha si suol.

38 Gli emigranti italiani erano numerosi. Per il Piemonte, nel 1895, erano circa 30.000 le persone che emigrarono; nel 1896, 24.826. Solo nella provincia di Cuneo, nel quinquennio 1891-1895 gli indici medi annuali raggiunsero le 15.000 unità. Nel 1905, a Cuneo mons. Fiore pubblicava una pastorale sulla emigrazione nella quale, chiamando il fenomeno “piaga dolorosa della provincia”, additava alla generosità dei fedeli più abbienti la Società di San Raffaele, fondata a Piacenza nel 1891 da mons. Scalabrini, e la Congregazione salesiana, entrambe benemerite degli emigranti cuneesi in America, e l'Opera di assistenza agli operai ed emigranti nell'Europa e nel Levante, promossa da mons. Bonomelli, vescovo di Cremona. (cf. RISTORTO M., “L'azione sociale dei cattolici Cuneesi nell'ultimo trentennio del secolo XIX” in Bollettino dell'Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia, Milano, a. III [1968], pp. 155-157).

39 DA ha Keranflech-Kernenze. Attorno al 1886 era nata, in Francia, l'Associazione cattolica della gioventù. Nel suo primo bollettino apparve che suo intento era quello di raggruppare tutta la gioventù francese di buona volontà, allo scopo di cooperare al ristabilimento dell'ordine sociale cristiano in Francia. Il suo metodo era sintetizzato da sole tre parole: «pietà, studio, azione». L'Associazione accoglieva le direttive di Leone XIII (Carpineto Romano 1810 - Roma 1903), e, soprattutto sotto la presidenza di Henri Barire e poi di Jean Lerolle s'impegnò fortemente nel sociale. Questo orientamento, popolare e democratico, s'espresse in numerosi congressi che, fino alla pubblicazione di DA, discussero importanti temi sociali. Per esempio, il congresso del 1891 ebbe per tema la conoscenza e l'approfondimento delle condizioni della gioventù operaia in Francia; nel congresso del 1908, celebrato ad Angers, fu invece discussa la questione agraria; nel congresso di Lyon, nel 1912 si affrontò l'organizzazione professionale dei giovani e delle giovani. In questo contesto va collocato l'impegno d'una conferenziera di razza che arrivò anche a Torino. Nata Simone de Boiboissel, la nobile contessa Keranflech-Kernezne aveva da poco pubblicato un opuscolo che usava normalmente come base per le conferenze. Il titolo era: Causeries et conseils aux mères de famille [Conversazioni e consigli alle madri di famiglia], R. Prud'homme, Saint-Brieuc 1911, che don Alberione potrebbe aver avuto tra le mani. Lo stesso argomento delle conferenze e dell'opuscolo la contessa lo toccherà nel 1925, in un'altra breve raccolta pubblicata come Trois semaines rurales féminines. Causeries sur l'éducation [Tre settimane rurali femminili. Conversazioni sull'educazione] dallo stesso editore francese. I temi che la contessa più dibatteva riguardavano: «l'enseignement ménager, la pédagogie familiale, l'assistance hygiénique sociale, comme bases de l'instruction de jeunes filles», come risulta da una sua conferenza stampata, in 16 pagine, nel 1927. La contessa, nobile di casato, s'interessò alla formazione sociale della donna più disagiata, giovane e contadina.

40 Giovanni Battista Scalabrini era nato a Fino Mornasco (Como) l'8 luglio 1839 e morto a Piacenza il 1° giugno 1905. Di famiglia piccolo-borghese, dopo il liceo entrò in seminario dove, come collega, ebbe Luigi Guanella. Fu ordinato sacerdote a Como il 30 maggio 1863 e rimase in seminario prima come professore e poi come rettore, sino al 1870, avendo modo di invitare, come predicatore di Esercizi, l'allora prevosto di Lovere, Geremia Bonomelli. Con Bonomelli più tardi Scalabrini avviò una intensa collaborazione pastorale.

41 Unioni professionali: cf. DA 40; con un certo sdegno Alberione accennerà anche ad “un sindacato operaio” (cf. DA 155) marcando, tuttavia, l'importanza della “cooperazione”, dei “sindacati” in genere e delle “unioni professionali” - cf. DA 202-203. Il complesso mondo dell'organizzazione sindacale italiano, a prevalente carattere socialista (camere del lavoro, federazioni, Federterra) raggiunse una sua unificazione nazionale nel 1906 con la creazione, a Milano, della Confederazione generale del lavoro (cf. il parere negativo di don Alberione in DA 33) che come obiettivo statutario si poneva «la direzione generale e assoluta del movimento proletario, industriale e contadino, al di sopra di qualunque distinzione politica». In realtà, la CGL restò in mano ai socialisti della corrente riformista (il cui segretario generale dal 1907 al 1918 fu R. Rigola).

42 Cf. BOLO, La donna e il clero, o. c., pp. 224ss.

43 DA ha Lècheroux di Pithìviers. L'abbé Léon Sécheroux aveva pubblicato un opuscolo, in ottavi, di 31 pagine, intitolato Une casse dotale, Imprimérie moderne, Pithiviers 1904. L'opuscolo era stato pubblicizzato sulla Quinzaine del 16 luglio 1904. Qualche anno più tardi (nel 1906), questo sacerdote, probabilmente nato a Pithiviers (una città a sud di Parigi, famosa per aver dato i natali al pittore Baugin Lubin, 1612/13-1663, e al matematico Siméon Denis Poisson, 1781-1840), rieditò l'opuscolo, stampato questa volta in sedicesimi a Reims (rue de Venise, 48). Fu fatto un breve profilo bibliografico su un trimestrale a carattere sociale L'Action populaire, nel numero 104. È difficile stabilire a quale edizione don Alberione si sia ispirato scrivendo questo paragrafo sulle casse dotali. È ammirevole comunque che si sia documentato con attenzione circa quel che avveniva nella Chiesa del suo tempo, a favore della donna, anche fuori dei confini del Piemonte e dell'Italia.

44 DA ha 5.

45 Fra Otto e Novecento erano, per esempio, pubblicizzate le PILLOLE PINK. Sotto il titolo “Rialzatevi!” ci si rivolgeva, ambiguamente, agli «Uomini indeboliti, esauriti, il cui spirito fu prostrato dalle veglie ed il cui corpo divenne anemico per gli eccessi». Ma il capolavoro di queste PILLOLE PINK è che non servivano soltanto agli uomini, esauriti per gli eccessi sessuali, ma erano utilissime all'“aurora della donna”. «La giovanetta più attraente è dessa necessariamente la più bella? No! Le giovinette più attraenti sono quelle risplendenti di salute e di vitalità». Ovviamente, dovevano aver preso le PILLOLE PINK, “il più potente rigeneratore del sangue, tonico dei nervi”. L'annuncio scritto era contornato da figure di molte fanciulle in fiore, con o senza cappellino; un anziano signore, sulla destra, forse un medico, forse un cliente delle funzioni virili delle stesse pillole, le guarda e le apprezza. C'erano però anche altre pillole, per esempio le PILLULES ORIENTALES («L. 9 il flacone franco porto. Dirigere cart. vaglia alla Lega italiana, via Fra Domenico 9, Firenze»), che assicuravano un “Petto da Diva”; e c'era la CREMA CIRCASSA: «Ricostituisce abbellisce rassoda il Seno in DUE giorni».

46 Funzione, compenso e durata della prestazione che fa la bàlia (nutrice, donna che allatta un bambino altrui dietro compenso, governante): ed è disciplinato dalle leggi e da un contratto.

47 Cf. Mt 25,40.45.