Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXI. SANTIFICAZIONE (I)*(1)
Il concilio che è in corso, il Concilio Ecumenico Vaticano II (a) ha soprattutto fine pastorale, cioè [mira ad] aiutare le anime perché arrivino alla salvezza: il buon Pastore il quale insegna, il quale guida, il quale santifica.
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E costantemente nelle varie sedute del mattino si ripete, non so quante volte, questo: curare le anime, salvare le anime, allontanare le anime dal peccato, farle vivere in grazia con tutti i mezzi.
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Specialmente in questo tempo si parla in ordine alla liturgia, e cioè la liturgia in generale e poi la messa in particolare; quindi i sacramenti, poi i sacramentali (come sono le benedizioni e le funzioni secondo il pontificale), l'arte sacra, i paramenti, la costruzione delle chiese; e poi la predicazione, i catechismi e tutto quello che è necessario per la cura delle anime nella vita pastorale.
Certamente questo è sempre il pensiero che domina, e il pensiero il quale orienta tutti gli altri pensieri e tutto quello che fate è in ordine alla vita vostra, cioè alla vita nelle parrocchie: suore pastorelle, cioè suore di Gesù buon Pastore.
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Vi /dirò/ (a) una cosa che mi starebbe ben a cuore e che starebbe ben a cuore a Gesù buon Pastore: che non vi accontentiate di una vita fiacca, di una vita ordinaria, di una mediocrità nella santificazione.
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[Ci sono] persone che stanno sempre sul medesimo piano, cioè non progrediscono e magari non indietreggiano. Tuttavia questo non è possibile, no. Intanto loro pensano di non andare indietro.
Occorre che miriate alla vera santità: santificazione! Non bastano ora nel mondo le attività, *** il comportamento, le opere che si facevano e il modo con cui si facevano le opere di zelo /un secolo fa. Non basta un catechismo qualsiasi, come un tempo, senza spiegazione e senza commento/ (a). Oggi si richiedono delle sante e non delle persone comuni.
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Una cosa sola richiede da voi adesso Gesù buon Pastore: la santità! Vera santità, autentica santità. Prendere le cose spirituali sul serio. Cosa vuol dire sul serio? Una decisione forte, decisione che è furbizia, che adopera tutti i mezzi. E i mezzi sono: la preghiera, l'impegno, i propositi, l'uso dei sacramenti, il consigliarvi e [cor]rispondere a tutto quell'indirizzo che viene dato.
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Non persone mediocri! Persone invece piene di fervore e di ardore, veramente sante. Quando si va, non che ci siano grandi sgridate, molte osservazioni, ma: questa settimana è così... e la settimana dopo è così; un anno è così e un altro anno è ancora così, si cammina su un piano. Bisogna salire!
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Non una vita orizzontale, ma una vita verticale. Salire: lo spirito di fede profondo, <la fi> la speranza forte: speranza nella grazia di Dio, speranza nel paradiso, per arrivare a un posto elevato in paradiso.
Poi c'è la carità, c'è l'amore vivo, sentito a Dio, veramente con tutto il cuore sopra ogni cosa. Quante persone vivono di un amor proprio in senso spirituale, o di spirito dominato in parte dall'amor proprio.
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Salire. Il che significa: un giorno prendere decisioni forti. Sì, decisioni le quali sono ispirate da Dio, decisioni che si vogliono confermare e ripetere ogni mattina: oggi comincio! Oggi comincio.
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Non delle figliuole di qualche buona volontà, che non commettono <grossi> grossi sbagli, grossi disordini. Non mediocri, ma anime aperte, anime ferventi.
Che cosa se ne fa la Chiesa di persone che vivono mezzo di amor proprio e mezzo di spiritualità? Praticamente contentano l'amor proprio e in gran parte contentano l'amor proprio anche nelle cose spirituali, anche nelle cose di zelo: per farsi vedere ad esempio, per mostrarsi; non per farsi vedere da Gesù, non per mostrarsi davanti a Dio veramente infervorate e accese di amore a Dio. Bando alle mediocrità! Fervore!
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Non vi sto a dir tanto: studiate, obbedite, siate in ordine, fate questa o quell'altra cosa che vi è assegnata, ma vi sto a dire: la santificazione! Se non siete sante, voi che cosa sarete? Sarete nelle parrocchie dei lumicini: dei lumicini, che stentano a rimanere vivi ancora. Fiammelle che sono ancora vive, ma non mandano la luce lontana due metri. *** Luceat lux vestra coram hominibus et videant [Mt 5,16], vedano ***. Vedano la carità, l'amore a Dio, l'amore alle anime. Non dei lumicini! "[Voi] siete la luce del mondo" [Mt 5,14]. E' la luce che illumina!
Vi sono suore che hanno una luce viva che si spande anche, arriva in lontananza.
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Il sale della terra. "[Voi] siete il sale della terra" [Mt 5,13]. Il sale! Il sale quando è scipito - cioè che ha perso il suo valore - a cosa serve? Sale scipito - dice il Vangelo - non vale ad altro che sia buttato sulla strada [cf. Mt 5,13] o sia buttato nella concimaia. Perché a cosa vale? Il sale scipito non vale neppure a far concime, no. Quando vi è sale insipido che ha perso il suo valore... Siete il sale della terra [Mt 5,13], ma bisogna che ci sia la vita dentro, ci sia il vigore, perché se quel sale ha perduto vigore non vale a venir messo nella pentola, non serve: nisi ut mittatur foras, et conculcetur ab hominibus [Mt 5,13].
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Persone che rimangono poco utili o niente utili: fan numero. Non son tre, saran quattro; non son quattro, saran cinque... Non è il numero in primo luogo [che conta], è la santità interiore, la vera santità, <auten> autentica santità, quella che si poggia sempre sulla fede, sulla speranza, sulla carità: la santità teologale!
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Verticalmente vivere, cioè andare su, sempre su verso il cielo, per purificarci onde potere entrare in paradiso per arricchirci di meriti, per ***. Ecce alia qui superogatus sum, ho guadagnato.
Vergini, ma stolte, tiepide, noncuranti, non prudenti in sostanza. Eh, così: presero le lampade, ma non portarono l'olio.
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Eh, persone che, sì, all'esterno vanno assieme, tutte in fila vanno all'orario in refettorio, in ricreazione, [a] studio... Ma l'interno com'è? L'interno! Tutto questo si fa per Dio, per amore, per santificarci, per l'impegno di santificarci? Eh, è tutt'altra cosa che la volontà seria di farsi santo! E' tutt'altra cosa! Verrà il giorno in cui la grazia di Dio penetrerà forse meglio le nostre anime.
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Si parla nei libri di ascetica della seconda conversione. Ci sono persone che sono già convertite dal male grave. La seconda conversione [è] dal male ordinario, dalle venialità, dall'indifferenza, dalla freddezza: dal convertirsi di lì.
Entrare nel numero delle cinque vergini prudenti, le quali prendevano anche il riposo quando era tempo di prenderlo, ma già avevano fornito le lampade, cioè già avevano /preso con sé/ (a) l'olio per accendere le lampade e accompagnare lo sposo.
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Non contentarsi di fare una meditazione qualunque, una comunione qualunque, una visita qualunque, no. Non un /confessare/ (a) sempre le stesse cose: sempre le stesse cose, come se fosse già un foglio stampato e si leggono gli sbagli e sono sempre gli stessi. Confrontare una settimana con l'altra, un mese con l'altro. Vedere se s'è fatto progresso.
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Non stare ferme su una via orizzontale piana, [ma] salire! La Salita, come è il titolo di quel libro di san Giovanni della Croce: La Salita. La salita!
"Che cosa esigete - ho domandato in Giappone - da questi giovani dell'azione cattolica, da questi gruppetti che avete e che son piccoli?". "Noi esigiam la santità. No, non vogliamo una condotta così e così... e cioè cristiani ma [che vivono] (a) poco differentemente dai non cristiani. Noi esigiamo la santificazione. Chi non la vuole si metta a parte, perché impedisce gli altri".
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Vera santità! E questo piace al Signore e vi renderà felici, perché è la vita religiosa che diviene felice quando c'è questo lavoro di santificazione, quando si mira veramente alla santità. E lo volete! E preghiamo tanto in questo mese.
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Anime che sono in purgatorio per tiepidezza per esempio, per venialità, per attaccamento. Distaccarsi dal nostro io, attaccarsi a Dio, mirare a Dio: allora si lasciano indietro le cose della terra. Sì, l'anima innamorata di Dio, va a Dio e vola sempre verso di lui come l'aquila che vuole innalzarsi e spicca il suo volo con tutta la sua energia.
Santificazione: e lo volete e potete farlo questo.

Albano Laziale (Roma)
6 novembre 1962

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* Istruzione poco comprensibile. 658 (a) Si è aperto l'11 ottobre 1962, sotto il pontificato di Giovanni XXIII e si concluderà l'8 dicembre 1965 sotto il pontificato di Paolo VI.
(1) Albano Laziale (Roma), 6 novembre 1962

661 (a) Vocabolo incomprensibile dedotto dal contesto.

662 (a) Così T. Omette R. Nastro deteriorato.

673 (a) R: con sé preso.

674 (a) R: confessarsi.

675 (a) R: vivere.