Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVIII. VERGINITA' (1)
Bisogna parlare col cuore pieno. E allora, dall'intimo del[l] 'animo le parole che usciranno rispecchiano e sono frutto dell'amore che si porta a Dio e del desiderio che si ha, del paradiso. Perché ognuno parla di quel che sente. Se si sente un grande amore a Dio, a Gesù, un grande desiderio di santità, di paradiso, ognuno parla <di quel che> di quel che sente nel cuore.
Vi sono catechiste che solamente arrivano a occuparsi di quelle cose che hanno studiato e che ripetono <con fred> freddamente.
E vi sono catechiste le quali han visto e vivono e sentono le cose che dicono. Allora quel che esce dal loro cuore va al cuore.
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In generale occorre dire che sempre si ha da unire insieme: Bibbia, Bibbia, catechismo e liturgia per dare veramente Gesù, dare veramente Dio. Cioè quel che Gesù ha detto: "Io sono la via" [Gv 14,6]. Ecco: "Io sono la verità, io sono la vita" [Gv 14,6]. Il catechismo pieno di Bibbia, di esempi e di parole del Vangelo, pieno di liturgia, e cioè come insegnare a pregare, confessarsi, comunicarsi, assistere alle messe, partecipare alle funzioni. Pregare in chiesa e pregare in famiglia. Sempre unire le tre parti: catechismo con la Bibbia, con la liturgia.
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Che cos'è la suora nel suo intimo? Quando è la vera suora?
San Alfonso ha scritto quel magnifico libro: La vera sposa di Gesù Cristo, che è la suora. Oh! Egli ha scritto anche il gran libro - grande per il contenuto, piccolo per il formato e per la mole - La pratica di amare Gesù Cristo. Questo amore a Gesù!
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Che cos'è la vocazione? La vocazione è una preferenza. Una preferenza cioè di amare Gesù e amarlo direttamente senza interposte persone e amarlo tanto: quella è la vocazione. E allora, non è che il cuore rimanga insensibile o solitario, no! Il cuore ha scelto e ha fatto scegliere lo sposo. La donna è ordinata all'uomo. E la giovane si sente innamorata di Gesù e fra gli sposi che può scegliere, ha scelto Gesù Cristo. E il noviziato è il fidanzamento, e la professione è lo sposalizio con Gesù.
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Quindi l'anima ha vera vocazione, è chiamata al Signore quando ha nutrito questo amore intimo con Gesù. Si deve sviluppare dai sei anni, otto anni, dieci anni, dodici, quindici, venti, finché la persona essa stessa dice: "Ma io voglio Gesù! Io voglio amare lui! Ho scelto il suo amore". Quando esce in questa espressione, è la vocazione. E' la vocazione!
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Perciò si deve sviluppare il sentimento della persona, della giovane. Il sentimento, il quale però suppone l'istruzione: far conoscere Gesù. Quindi il catechismo, il Vangelo, la liturgia! /Viene/ (a) spontaneo allora il sceglier lo stato religioso.
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Vi era quella mamma di quel fanciullo di cui è stata /scritta/ (a) la vita. Quella mamma aveva il suo figlio che era molto debole di salute. Il medico stentava a farlo vivere: era nato un poco, così, un po' debole. La mamma doveva frequentemente fargli iniezioni di ricostituente. La mamma gli andava parlando di Gesù, gli parlava della passione: Gesù nell'orto, Gesù flagellato, finché arrivava al terzo mistero doloroso, l'incoronazione di spine, e quando il bambino diceva: "Ma mamma, e perché non mi fai anche tu la puntura?".
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Ecco cosa dovrebbe essere la vocazione. E' la verginità, cioè non in mezzo un uomo. Io e Gesù: Gesù è mio, io sono sua. Questa è la vocazione.
Questa formazione delle piccole, (a) e poi di quelle già grandicelle! E poi, quando sono già nell'aspirandato direttamente e chiedono la vestizione, devono già sentire in sé quel desiderio di essere possedute da Gesù e di possedere Gesù. E quindi, il noviziato è il tempo del /fidanzamento/ (b), e la professione <è il sen> è il tempo, è l'ora dell'unione con Gesù, l'unione trasformante, che è poi lo sposalizio con Gesù.
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Ora penetrare nel senso intimo della figliola se ama davvero Gesù, per conoscere se c'è vocazione o no. Se le cose si fanno per amor di Gesù! E dato che amano Gesù, allora fanno l'obbedienza. E fanno il dovere dello studio. Amano la preghiera e vanno nutrendosi sempre di più: conoscer meglio Gesù, amarlo di più, vivere di unione con lui. Non voglio no altro intramezzo. Quindi non è che il cuore sia solitario, che il cuore della suora sia insensibile. Anzi ha un amore più alto!
E distinguere allora bene le vocazioni vere /dalle vocazioni non vere/ (a).
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Quindi nelle parrocchie dove siete, scoprire quali sono le intimità della giovane e quale sia quello che la giovane cerca e vuole. Ecco la vocazione. Questo poi si viene a conoscere anche meglio alla prova, quando c'è l'aspirandato ad esempio: si richiede la obbedienza, si richiede la docilità, si richiede l'amore alla pietà, l'amore alla congregazione, l'amore allo studio, ecc. Se lo fa per Gesù! Se lo fa per Gesù!
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E' un amore il quale si dimostra coi fatti, e, anche se è un peso: Amor meus, Jesus meus! Il mio amore è Gesù! E allora vanno fino a quanto alle volte è di eccesso. /E/ (a) vorrebbero sacrifici, mortificazioni, penitenze, ecc. Ma non è quello che in primo luogo noi dobbiamo imporre, occorre che /venga/ (b) da sé, dall'intimo del cuore. Ma poi ci vuole anche la moderazione. E chi guida l'istituto, chi guida le aspiranti, si rende conto di quello che possa fare e di quello che non possa fare, perché bisogna adorare in spirito e verità.
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La preparazione. Oh! <La ver> Quindi la verginità è <un> un amore più intenso a Dio: <ha scel> ha fatto la sua scelta. Però c'è qui: la verginità non si sceglie soltanto, ma è da viversi. Verginizzare tutta la vita. Tutto quello che si incontrerà nella vita: per amore di Gesù, per stabilire sempre di più l'intimità con lui, in maniera tale che l'amore è quel che porta: Amor meus, pondus meus. Ecco: tutto quello che varrà da fare, sarà per amore di Gesù. Non si sente così la fatica.
Da una parte, non si sente così il sacrificio, non vi son lamentele e un po' si domanderebbero penitenze e mortificazioni in più. Mortificazioni in più per mostrare l'amore allo Sposo celeste.
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La verginità non consiste soltanto nel lasciar la famiglia e nel non formarsi famiglia. La verginità non consiste <nel non> nel non sposarsi, nell'<osservan> osservanza delle costituzioni, nella pratica del celibato.
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Quante figliuole non si sposano nel mondo, ma per tutt'altri fini! O non han trovato, oppure eh, hanno condizioni finanziarie o condizioni di salute... No! E poi vogliono anche liberarsi dal peso di una famiglia.
E vi sono anche figliuole che aspirano alla vita religiosa per non avere poi i fastidi di una famiglia: sopportare e convivere con un uomo che può essere anche mezzo tiranno. Oppure che vogliono vivere la pace e scelgon la vita religiosa perché è un po' onorata: "Eh, si vive una vita comoda", ecc. Allora come ha fatto la scelta? Ecco.
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La verginità <è> è un'altra cosa del non sposarsi. E' un amore a Gesù nuovo sposo, il quale è il più santo, il più amabile; <il qua> col quale l'anima se la intende e vive in intimità e vuole vivere con lui in eterno in cielo, quando la sposa arriverà: sponsa Christi.
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Però conservare e accrescere la verginità, ho detto. Verginità: non attaccamenti a cose materiali. Alle volte la povertà: il distacco da tutto, per attaccarsi e viver solamente di Gesù. La povertà anche nelle cose piccole. L'osservanza della povertà nel senso delle costituzioni, e nel senso anche del Diritto Canonico, l'osservanza della povertà religiosa.
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Verginità. Alle volte cominciano a attaccarsi e [ad aver] preferenze a qualche cosa. Ma il cuore allora è ancora <di> tutto il Gesù? No! Tanto il diavolo fa: tenerci legati con un filo! Eh, un filo può essere un ricamo dell'abito, un ricamo di quel che riguarda il vestito, e il filo può essere anche una catena di abitudini, d'inclinazioni, che sono la soddisfazione un po' del senso. Ma tanto è che l'uccellino sia legato da un filo e che non <può le> può alzare il volo, come se fosse legato da una catena: anche lì non potrebbe alzare il volo. Non volare a Dio...? L'anima che sia libera. Esser di Dio: verginità!
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Poi, la preghiera: "Verginalizzami, Signore fammi vergine, cioè io non ami più cose di terra". Non ami più persone fuori che in Dio. Non ami più la mia volontà. Vergine! E' di Gesù!
Ora questo amore a Gesù deve cominciare a sentirsi più caldo <più> ogni giorno, dopo la professione: è di Gesù. Perciò come la verginità si è scelta per amore dello sposo, così si vive la verginità e <si au> si cresce dopo che si è uniti a Gesù Cristo, a Dio.
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Vergine il cuore: non attaccamenti alle cose di terra. Vergine il cuore. non attaccamenti a persone particolari, né a sentimenti propri, né a letture, né a pensieri di mondo in sostanza. Né attaccamenti alla propria volontà perché la sposa si dia tutta a Gesù. E ogni comunione aumenti l'unione con Gesù. Ogni visita al santissimo Sacramento aumenta l'amore a Gesù.
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E allora la vita religiosa è lieta, serena. Non sente quasi il sacrificio; pure lo sente, ma non lo sente così da rinunciarvi perché per il suo amato, per il suo sposo fa qualsiasi cosa, [è] disposta a qualsiasi cosa. Quell'amore che va crescendo, /e/ (a) in primo luogo si ha l'atto di carità come è espresso nella formula: atto di carità. Poi, la carità che aumenta per mezzo dei doni dello Spirito Santo: la pietà che è l'amor di Dio, l'amore di Gesù. E poi i frutti dello Spirito Santo: caritas che è il primo frutto.
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Carità abituale. Godere di Gesù, per cui non si sente mai [di] dover trascinar la vita religiosa. Una vita melinconica, no! E' una vita che va crescendo di letizia, fin che si sente più vicina al paradiso. Gli anni passano, sull'orizzonte già si rivela la luce eterna. Là c'è Gesù che aspetta: /Veni sponsa Christi/ (a).
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E allora vengono anche le beatitudini. Si sente gioiosa di avere <di pro> privazioni che riguardan la povertà. Sente di sopportar tutti. Mite: "Beati i miti, possederanno il cuore degli uomini" [cf. Mt 5,5]. Sente la gioia, fame e sete della santità. "Beati quei che soffrono" [cf. Mt 5,4, Lc 6,21], e è gioia di soffrire. Soffrire con lo sposo, per lo sposo celeste.
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Così avanti in tutte le beatitudini, e allora la preparazione dell'anima ad arrivare al cielo, a vedere <lo su> il suo sposo celeste e per amarlo per tutta l'eternità. Lo sposo umano, la sposa vien sepolta, lo sposo vien sepolto: finito! Ma l'amore e la gioia di convivere con lo sposo celeste è eterna. E' eterna! Ma quello che molte volte però impedisce quest'amore è l'attaccamento alla volontà.
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Si obbedisce per amore, si fa l'apostolato per amore, si soffre per amore, si cercan le vocazioni per amore e tutto si fa in amore. Allora, le madri in una casa non si sentono superiore, si sentono sorelle. E parlan con grande rispetto alle loro suore, anche se è una madre. Mai toni imperativi! Gesù non faceva così e non piacerei a Gesù se io non trattassi come Gesù trattava le persone. Non gli piacerei.
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E poi, e vi sono tante volte dei sacrifizi; non sempre dove siete vi comprendono. Non sempre vi comandano con quel garbo e qualche volta sembrerebbero eccessivamente esigenti. Sì, c'è un limite che è ragionevole. Ma quando si tratta sol di sopportare in pazienza e che l'amor proprio si risentirebbe, allora c'è tutto l'amore a Gesù. Neppure più si sta <a, a se> a sentire e fermarsi sopra [a] quello che ci ha ferito: Gesù! Gesù! E si vede sempre Gesù, nonostante che le persone che trattano con noi qualche volta siano anche dure...
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E come si cercan le vocazioni! Ah, si cercano specialmente con lo scrutare quanto c'è di amore al Signore, di amore vero, pratico, esatto e continuo. Abbiamo stabilito anche per un corso di ritiri, <di> un corso di esercizi meglio, di orientamento per la vita, dal giorno 26 dicembre prossimo al 31 dicembre, e <se> chi vorrà potrà fare anche due giorni in più per miglior orientamento.
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L'amore a Gesù, che è crescente, che aspetta le nozze eterne, divine, letificanti. Qui, son già state queste nozze nel giorno della professione specialmente perpetua, ma le cinque vergini stolte ci son sempre perché non crescono nell'amore a Gesù. L'amore per Gesù è industrioso, fa star svegli, cioè fervorosi. E quelle vergini stolte si son addormentate. E non avevano rifornito le lampade di olio.
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Vedete che l'amore sia nutrito in tante comunioni, in tante adorazioni. Ah, come sarà bella la vostra vita sulla terra! E come sarà bella, beatificante la vita di là, lassù, in cielo! L'amore!
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E l'autore che parla a lungo di questo: il distacco da tutto per esser tutto totalmente di Gesù, fa tre espressioni: "Spiritualizzami, o Gesù". Non materialiste, che fan consistere (a) la gioia nel dormire un po' di più e nel mangiare un po' meglio e parlarne spesso. Viene fuori ciò che hanno nel cuore. "Spiritualizzami! Verginizzami!" E poi: "Evangelizzami!" Fammi conforme al Vangelo. Tre verbi nuovi, diremmo così, ma saranno i verbi che rendono felice la vostra vita sulla terra, cioè la gioia vostra.
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E vi sentirete ancor più liete, sebbene sofferenti, il giorno in cui si preannunzia - con la malattia - si preannunzia il prossimo incontro con Gesù: si soffre, ma si è felici di offrire a Gesù il sacrificio della vita, il dolore che sta distruggendo il nostro essere umano. Oh, assistere certe suore in punto di morte è una gioia ed è un insegnamento! Qualche volta non è tanto così, ma dipende se si è vissuti di amore.
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L'amore però dev'essere illuminato, quindi studiare la vita di Gesù, studiare il catechismo, la liturgia. Se non ha questo fondamento è un amore <spi> cieco e cioè non è illuminato. E d'altra parte non sarebbe poi mai il vero amore trasformante. E poi il cuore nelle cose della liturgia, e poi il cuore nell'ufficio, nell'apostolato, nella congregazione. Oh, sì!
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Abbiate però anche insieme una cura ragionevole della vostra salute. Perché? Il perché... Le ferie son concesse a tutti e affinché si riprenda con maggior coraggio e maggiore generosità l'apostolato, tutto. Ma in questo seguite quanto vi viene detto nella congregazione.
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Però che rimanga bene impresso: è la vita di amore a Gesù la vita della suora. E sarà felice in quanto ama Gesù. Perciò la vera sposa: La Pratica di amare Gesù Cristo, e chi può capire un po' meglio: Te optimo, cioè l'anima che ama Gesù Cristo, e poi, ci può essere un libro di teologia ascetica come La vita interiore, La vita spirituale.
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Anime le quali vivono di un solo amore: l'amore a Gesù. E quando si è così, eh, il dolore stesso è amato. Anzi qualche volta si vorrebbe eccedere e sacrificar di più, mortificarsi, far delle penitenze. Sì. Ma tuttavia tutto questo per quel che riguarda il corpo e la salute spetta anche alle cure della comunità, quindi ci vogliono i permessi debiti. Sì.
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Oh, il Signore tanto conforti e benedica tutte. Vivete di amore. Ma elevarsi in questo! Elevarsi. Tuttavia quest'amore porta alla purificazione: ci sia niente che dispiaccia a Gesù. E alla santificazione: tutto quel che piace a Gesù. L'ho scelto ed egli è la mia eterna felicità.

Ariccia (Roma)
17 ottobre 1962

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(1) Ariccia (Roma), 17 ottobre 1962

556 (a) R: Che viene.

557 (a) R: scritto.

558 (a) Sono aspirantine dagli 11 ai 15 anni che nel giorno dell'Immacolata Concezione del 1965 vennero ufficialmente chiamate Immacolatine.
(b) R: fidanziamento.

559 (a) R: dalle non vocazioni vere.

561 (a) R: Che.
(b) R: viene.

570 (a) R: che.

571 (a) Tractus della Messa del Comune di una Vergine. Cf. Messale, pag. 885.

579 (a) R: stare.