Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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I. VOCAZIONI (1)
... Incoraggiate la gente con questi canti. E ce ne starebbe ancora in camerata! E allora parliamo delle vocazioni, e riempite la casa.
Quando si va in cerca delle vocazioni, si imita Gesù buon Pastore. Gesù, che, prima ancora di iniziare la vita pubblica, si cercò gli apostoli, cioè si cercò le vocazioni. E poi egli con grande carità li preparò al ministero che poi affidò a loro. Andò lungo il lago, accolse i due discepoli che l'avevano interrogato: "/Maestro/, (a) dove abiti?" [Gv 1,38]. Li accolse là dove abitava. Poi chiamò Matteo, Bartolomeo, ecc., tutti i dodici.
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Oh! Questo significa che il problema delle vocazioni è sempre quello che sta a capo di tutto: vocazioni scelte, vocazioni ben formate.
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Qual è il mezzo principale per la ricerca delle vocazioni? E' la preghiera. E' la preghiera: è il mezzo divino questo. Perché? Il Signore Gesù ha solo indicato quello. Tuttavia prima aveva già dato il suo esempio della ricerca.
"Pregate [dunque] il padrone delle messe, /che mandi buoni operai alla mietitura/" (a) [Mt 9,38]. Ecco, questo è il mezzo divino.
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E' il mezzo che adoperò Gesù prima di eleggere i dodici, perché li aveva scelti, ma non li aveva ancora nominati. Prima aveva fatto fare loro qualche tempo, qualche tempo di aspirandato, perché non li elesse subito. Ma dopo qualche tempo di aspirandato, qualche tempo dacché erano con lui, passò la notte in preghiera, ritirato sul monte, lontano dalla turba. Al mattino, disceso dal monte, chiamò la moltitudine, e poi dopo scelse i dodici e li chiamò apostoli.
Fu allora che fece la scelta. Prima li aveva raccolti come in aspirandato. Oggi si direbbe che si fa la vestizione. Gesù li nominò, allora, dopo una notte di preghiera.
Questo è il metodo divino.
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Ora, ecco, siccome il problema delle vocazioni è il problema grande per la Chiesa e per gli istituti, si è pensato di fare una Pia Unione (a). Unione, organizzando la preghiera, la sofferenza e le opere di carità: indirizzate con l'intenzione /di/ (b) compiere i desideri di Gesù: "Pregate [dunque] il padrone della messe" [Mt 9,38]. Sì.
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Questa Pia Unione già è approvata dall'autorità ecclesiastica, e deve ancora avere approvazioni maggiori. Ma è approvata già in sé. Perché? Perché Gesù ci ha insegnato /a/ (a) far questo. Quindi è cosa buona in se stessa e perciò è approvata dal Signore: "Pregate il padrone della messe" [Mt 9,38].
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Allora: mettere insieme le preghiere e - siccome la sofferenza è una preghiera che vale anche di più quando è accettata bene dal Signore - le sofferenze, e poi le opere di carità, che possono venire offerte anch'esse per lo stesso fine.
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Le opere di carità sarebbero specialmente quelle indicate nel catechismo quando si dice: sette opere di misericordia corporale e sette opere di misericordia morale, spirituale. Spirituale, ad esempio, l'apostolato che fate voi. E' istruzione, perciò [è] una carità alle anime. Quindi: istruire gli ignoranti e richiamare i peccatori, ecc.
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Ora chi è che può pregare? Tutti possono pregare. E' necessario mettere ogni giorno l'intenzione? Non è necessario. Si può mettere qualche volta, per esempio in principio del mese e basta. E basterebbe anche più raramente. Tuttavia se la si rinnova, l'intenzione, è sempre meglio. Oh!
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Fa bisogno di avere preghiere speciali? Preghiere speciali non son necessarie. Si può mettere l'intenzione nelle preghiere che già si fanno: la visita, la messa, la comunione, la meditazione, ecc. Si può mettere quella intenzione.
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E vi sono tuttavia anche delle preghiere particolari. Per esempio: la giornata per le vocazioni con Gesù esposto. Questa è già una pratica che c'è qua e là. Così vi è anche qualche preghiera adatta nel libro delle orazioni che abbian noi!
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Si può sempre recitar la preghiera: "O Gesù Pastore eterno delle anime nostre, mandate buoni operai alla vostra messe" (a).
Questa giaculatoria è stata stabilita quando ero in seminario e che si è fatta l'Unione del buon Pastore (b), che era con due fini: primo: ottener vocazioni; secondo: ottenere aiuto per le vocazioni, poiché le difficoltà economiche allora erano tante, sì. Aveva quindi l'/Unione/ (c) del buon Pastore - che esiste ancora e continua bene - aveva questo scopo.
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Oh! Sofferenza. La sofferenza è cosa un po' di tutti. Certamente se si va a visitare un ospedale si vedono tanti sofferenti, tanti infelici. E alle volte le pene sono profonde. Dolori molto forti! Ma la sofferenza non è tutta rifugiata negli ospedali.
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La sofferenza ci tocca un po' tutti: o sofferenze fisiche nel corpo, o sofferenze spirituali, intime pene. E chi va esente? Eh no, nessuno! Perché abbiamo da guadagnarci il paradiso. Abbiamo da seguire Gesù fino al calvario, se siamo veramente religiosi. E ogni giorno abbiam da aggiungere qualche gemma alla corona. Ma bisogna che sopportiamo le spine se vogliamo che la corona sia ricca di gemme.
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Quindi si possono offrire tutte le sofferenze: la sofferenza stessa del lavoro, il sacrificio che si fa per compiere il dovere quotidiano, cominciando dal mattino alla levata. E poi quelle mortificazioni che ognuno può aggiungere: mortificazione di lingua, ecc.
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Poi ho detto: le opere di carità. Le opere di carità sono molteplici. E la vostra vita è tutta una vita di carità. Perché: o vi preparate all'esercizio della carità, oppure siete nell'esercizio della carità, secondo la posizione. E chi fa la cuoca: fa esercizio di carità. E chi fa scuola: fa esercizio di carità. E chi istruisce, chi insegna nelle varie maniere la parte spirituale, e chi governa e guida e stabilisce gli orari e consola e conforta e istruisce, ecc.: tutto questo è un continuo esercizio di carità.
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Oh, ognuno potrebbe fare questo senza unirsi con altri, da solo. Però se sono più [persone] insieme con lo stesso fine [e] le stesse intenzioni a pregare: "Dove sono due o tre /radunati in nome mio/ (a) /ci sono io in mezzo a loro/ (b) [Mt 18,20] *** (c).
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Quest'anno per tutti i corsi di esercizi spirituali che ci sono nella casa divino Maestro; al termine si fa una conferenza sopra questa Unione (a). E quindi se vi sono persone qui presenti che vogliono entrarvi, far la firma (b) nel registro.
Nel registro in principio vi è lo statuto con le regole che governano questa Unione. Può essere anche più spiegato; ma per voi basterà che poi venga letto una volta nella scuola di catechismo, ad esempio, o in una conferenza, in un'adunanza comunque.
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Chi vuole poi, fa la firma, e con la firma che cosa dichiaro? "Io ho questa intenzione: cioè di offrire al Signore tutte le mie orazioni, azioni, patimenti della giornata sì, ma comprendendo tutte le azioni che ha Gesù, comprendendo questo. Gesù ha questa intenzione nella santa messa che s'immola sugli altari. E noi ci uniamo alla sua intenzione: Con le intenzioni con cui voi vi immolate sugli altari". Esplicitamente, firmando, si ha questo pensiero, questa intenzione: voglio che le mie preghiere o sofferenze o opere di carità siano accolte da Gesù, come io le offro volentieri a Gesù: per le vocazioni.
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Oh, vi è però una caratteristica ed è questa: che con la domanda: "Pregate [dunque] il padrone della messe" [Mt 9,38] - questa domanda che faceva Gesù alle anime, chiedeva le preghiere, domandava loro le preghiere - quali generi di vocazioni? Tutte s'intendono in questa Unione (a) le vocazioni al clero diocesano, al clero secolare, vocazioni femminili - metti - ai vari apostolati, vocazioni per gli istituti secolari, vocazioni per tutti gli stati di perfezione, ecco. Quindi, il cuore largo: tutte le vocazioni!
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Certamente che ogni istituto prega in modo particolare per le proprie vocazioni.
E poi come pastorelle avrete sempre questa intenzione particolare: per il clero diocesano. Che siano molti i seminaristi, che tanti arrivino a essere ordinati sacerdoti. E poi possano entrare nelle parrocchie e compiere del gran bene, e voi cooperatrici di loro. Ecco!
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Questo è il metodo divino in primo luogo indicato da Gesù e praticato da Gesù, cioè: "Pregate il padrone della messe, perché mandi buoni operai alla mietitura" [cf. Mt 9,38].
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E allora ecco, questa sera aggiungiamo ancora un pensiero che è questo: chi va in cerca di vocazioni fa una grande carità. E' un grande atto di amore a Dio, in quanto che le vocazioni daranno gloria a Dio e porteranno del bene e la pace tra gli uomini, sì.
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E in secondo luogo: è una carità per chi viene chiamata. Quando arriva la vocazionista, si deve ricevere come un angelo del cielo, perché porta il più bell'annunzio. Un annunzio che si può paragonare un poco all'annuncio dell'angelo quando nacque Gesù a Betlemme: "Vi porto una notizia gioiosa - dice ai pastori l'angelo - è nato il Salvatore" [cf. Lc 2,10-11]. Ecco.
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Portare questo santo invito e, vorrei dire, come la postina di Dio: l'angelo mandato dal Signore per invitare a servire, amare, imitare più profondamente, più particolarmente Gesù, e raggiungere una maggior santità, assicurarsi un paradiso bello.
E allora siano benedetti i passi di chi va in cerca di vocazioni: Beati i passi di coloro che portano il bene: Evangelizantium bona [Rm 10,15] dice san Paolo. Porta del bene! E tutti dovrebbero esser riconoscenti!
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E quando arriva, quando parte chi è incaricata delle vocazioni, allora richiamarvi: "Oh, io faccio parte di una unione di preghiere, sofferenze e opere di carità per le vocazioni. Ecco, adesso rinnovo la mia offerta, affinché il Signore accompagni colei che è destinata a portare questa novella in una casa, questo invito a una casa". E' l'invito di Dio!
Non che ogni persona, ogni figliuola che si visita è fatta per l'istituto, ma tra le figliuole visitate vi è certamente qualcheduna che è chiamata.
E allora: Beati i passi di chi evangelizza il bene: Evangelizantium bona [Rm 10,15]. Oh!
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E così di nuovo rinnovare l'intenzione, quando la vocazionista o le vocazioniste ritornano a casa. Essere desiderose di sapere il frutto delle vostre preghiere: se cioè <e> ha potuto raggiungere, ha potuto invitare e persuadere qualche figliuola che il Signore chiama.
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L'intenzione poi deve comprendere anche questo: che sia illuminata a rivolgersi alle figliuole che veramente han vocazione. E che il Signore metta sulle labbra le parole adatte <persua>, persuasive. E che la grazia di Dio penetri nelle anime e compia quello che non sappiamo compiere noi. Oh, lo Spirito Santo: che illumini quelle persone che son chiamate. Non si vogliono le non chiamate. No! Ma quelle chiamate, sì.
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E certamente il più delle vocazioni <vien per> viene perduto. E allora qualche atto di riparazione. Persone che Gesù aspettava, persone che hanno un'anima e quando il Signore ha creato quell'anima, ha infuso le tendenze, le qualità, certo.
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Oggi si dice che sono più difficili: certo! Ma <e la> la Chiesa di Dio è curata da Dio! E quindi è proprio il Signore che manda operai alla messe. E manda in ogni tempo quel che è necessario in ogni tempo. Ma quello che fa piangere è proprio: le vocazioni o non conosciute o non accettate o tradite.
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Ecco, è bella la preghiera (a) che recitano a questo riguardo le Suore Apostoline: riparazione per le vocazioni che non hanno corrisposto, e preghiera perché il numero delle vocazioni che arrivano si formino bene, e poi lavorino bene poi nell'apostolato.
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Preghiera! Consolerete così Gesù buon Pastore che ha fatto questo invito: "Pregate [dunque] il padrone della messe" [Mt 9,38]. Consolarlo! E portargli anime e pensare che tante volte i genitori non capiscono.
Tante volte il clima familiare non è adatto al nascere e allo svilupparsi di una vocazione, il clima sociale della scuola o delle compagnie, i divertimenti. Forse è più adatto il clima parrocchiale; ma anche lì ci vuole una parrocchia calda: calda di fervore spirituale! Sì.
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Oh, vi è un complesso di grazie da ottenere. Quindi: "Mandate buoni operai alla vostra messe" (a). Vi lascio qui il registro: tornerò a prenderlo fra qualche giorno.

Albano Laziale (Roma)
17 febbraio 1962

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(1) Albano Laziale (Roma), 17 febbraio 1962.
1 (a) V: Rabbi.

3 (a) V: di mandare operai nella sua messe.

5 (a) Tale Pia Unione Preghiera, Sofferenza e Carità per tutte le Vocazioni, costituita presso la SSP, sarà eretta ad Unione Primaria con Breve di Giovanni XXIII il 19-2-1963. Cf. Giov, pag. 221.
(b) R: a.

6 (a) R: di.

12 (a) Cf. Preghiere pag. 22.
(b) Si chiama in verità Opera del Buon Pastore; cf. Bollettino della diocesi di Alba 1934, pagg. 177-178.
(c) R: opera.

17 (a) V: riuniti in mio nome.
(b) Così T. Omette R.
(c) Probabilmente qui mancano alcune frasi, perché è il punto in cui è stato girato il nastro.

18 (a) Cf. n. 5 (a).
(b) Il tono è molto basso e le parole non sono del tutto comprensibili.

20 (a) Cf. n. 5 (a).

31(a) Preghiera "offertoriale" che le Suore Apostoline recitano ogni giorno, composta per loro dallo stesso Fondatore Cf. UPS, I, pag. 124 ss.

33 (a) Cf. Preghiere, pag. 22.