XXV. PROGREDIRE OGNI GIORNO (1)Qui domando se siete buone. Mi dicono che siete buone. Allora cosa devo dirvi? <Che pia> Che questo piace a Gesù e continuare: ecco tutto! Ma siete proprio già sante? Eh, volete farvi, ma [a] poco a poco con la buona volontà.
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Mai scoraggiarsi perché lo scoraggiamento è la tentazione del demonio. Quando il demonio riesce a scoraggiare un'anima, allora ecco, questa si disorienta, perde la buona volontà.
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Sempre cacciare lo scoraggiamento. Ma direte. «Io stento nello studio!» Pregate! Perché la Madonna è sede della sapienza. Allora chiederla a lei la sapienza, sì. Perché voi andate /alla/ (a) farmacia, se si tratta di medicine. E se si tratta di sapienza, Maria [è] sede della sapienza: è lì che si ha da andare, è lì che si riceve.
Quindi fare delle novene a Maria madre del divin buon Pastore. Delle novene per capir meglio le cose, per ricordarle, e poi saperle usare le cose imparate, usare poi nella vita, nel vostro apostolato.
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Scoraggiamento che può venire /dai/ (a) difetti: «Faccio tanto di propositi, mi par di aver buona volontà e casco sempre nei medesimi difetti». Oh, non stupitevi, perché vi sono dei difetti che bisogna combattere per molti anni, non solo per molti giorni, ma molti anni. La superbia, ad esempio, per vincerla ci vuol tanto. E dieci anni? E fossero anche quindici!
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Se san Francesco di Sales diceva che aveva combattuto per diciotto anni la collera... E allora: diciotto anni! Ma vincendo quel difetto, vinse tutti gli altri difetti assieme e divenne una vivente immagine di Gesù buon Pastore: mitezza, zelo per le anime, pastore santo nella Chiesa di Dio, che imitò bene il buon Pastore Gesù.
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Perciò non stancarsi di combattere i difetti e non stancarsi di pregare. «Ma intanto io porto sempre con me questi difetti». Se si combattono, se si detestano, e allora non sono peccati. Quindi *** (a) detestarli e combatterli e fare anche sforzo per quanto si può, però non fermarsi mai. Non fermarsi mai.
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«Ma io son distratto nelle preghiere». E credete che sia un privilegio vostro la distrazione? No! Le distrazioni son cose comuni. Forse qualche figliuola ha vergogna di dirlo che si distrae nella meditazione, oppure nella visita. Non abbiate vergogna di dirlo.
La fantasia, specialmente nella gioventù, è molto vivace. E quindi, quanto lavora l'immaginativa! Quanto lavora la fantasia! ecc. Non spaventarsi.
«Ma se son distratto, non vorrei!».
Quando ti accorgi, cerca di raccoglierti. Poi ritornano le distrazioni e si cerca di nuovo di cacciarle, di rimettersi a posto con la mente.
«Ma se continuo così, non prego». E se anche avrai pregato per un'ora solo combattendo con le distrazioni, hai pregato benissimo. E Gesù è contento. E le grazie ve le dà. Perché? Perché si mostra buona volontà.
Si dimostra buona volontà.
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Così nei tempi specialmente quando s'inizia la vita religiosa, cioè si fa l'aspirandato, il postulato e anche il noviziato, può essere che la figliuola si spaventi «Che cosa farò? Come potrò riuscire?». Perché? C'è Gesù con voi, che vi accompagna. C'è la Madre del buon Pastore: vi accompagna. Vi sono i santi apostoli Pietro e Paolo: vi accompagnano. Aver fede: non si è soli, no, ma si è con Gesù. Si è con Maria. E allora: fiducia! avanti! giorno per giorno progredire un tantino!
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La frase che dicevo specialmente ai piccoli, quando son entrati a san Paolo, la frase che dicevo più comunemente era questa: progredire un tantino grosso così, ogni giorno: nella pietà, nello studio, nella disciplina, nel fervore e in tutto quello che è la vita religiosa. Un tantino ogni giorno.
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Un tantino è poco. Ma se si progredisce un tantino ogni giorno, si moltiplicano i giorni e allora trecentosessantacinque giorni nell'anno. E allora moltiplicate tutti i tantino e fate un grosso tanto, ecco, un tantone. Allora, alla fine? Come avviene nel crescere.
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Oh, quella figliola è entrata a dodici anni, era piccoletta! Dopo un anno la rivede la mamma: oh come sei cresciuta! Ecco. E anche i vestiti sembran diventati corti, mai non è che sian diventati corti, è la figliuola che si è fatta lunga. Oh, bene, un tantino!
Non vedete che la figliuola che sta vicino a voi da oggi a domani sia cresciuta, eh? Non vi accorgete, ma dopo un anno, sì! Così nello studio, così nella pietà, così nella disciplina religiosa, così nello spirito buono e nel complesso dell'educazione.
Progredire un tantino ogni giorno. Oh.
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In questi giorni - dopo domani - si inizia il processo canonico per la beatificazione di un nostro ragazzo, che si chiama Vigolungo Maggiorino (a) di cognome. Oh, sono tanti anni che è defunto. E' morto che aveva poco più di quattordici anni, ma aveva una volontà tenace. Mai scoraggiarsi! Una volontà tenacissima nelle piccole cose!
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E abbiamo ancora dei quaderni, ora son più di quarant'anni che è morto - abbiamo ancor dei quaderni dove si scriveva il suo proposito: progredire un tantino ogni giorno. E poi anche nella calligrafia - è stato solo diciotto mesi con noi, poi è defunto - dal primo quaderno che ha scritto quando è entrato, all'ultimo quaderno dopo diciotto mesi, oh, la calligrafia era diventata bella chiara. Si legge bene anche adesso.
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E col suo impegno: progredire ogni giorno si consigliava molto con i superiori; poi in scuola se non aveva capito, eh domandava <fino allora> fin che aveva compreso bene la cosa. Poi la delicatezza nel trattare coi compagni: l'impegno che aveva!
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Alle volte si sarebbe detto che era scrupoloso; ma non era scrupoloso, era delicato: delicato con gli sguardi, delicato nel parlare, affezionatissimo all'istituto. Affezionatissimo. E per curarlo, siccome bisognava portarlo fuori dell'istituto: «Eh piuttosto morire qui»! «Ma no, è la volontà di Dio che invece t'allontani per qualche tempo». «E allora se è la volontà di Dio: basta».
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Oh, la sua sorella che è una brava suora - attualmente suora del suffragio nella provincia di Savona - ricorda com'era delicato a sei anni, come stava in scuola e specialmente com'era servizievole in casa.
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A otto anni, quando andava al catechismo - faceva già la terza elementare allora - a otto anni, otto e mezzo, ascoltava le prediche, tornava a casa, aveva dei fratellini e delle sorelline: raccontava le prediche del parroco. Come le ricordasse sembrava impossibile, tanta era la sua attenzione che metteva per ricordare tutto. Qualche volta montava sulla sedia e cominciava a predicare ai fratellini e alle sorelline. Sì!
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E ricordo che quando era malato grave, una meningite acuta: «Offro la mia vita per l'istituto. Per l'istituto». Ecco. Allora comprendeva già bene cosa voleva dire offrire la vita al Signore. E comprendeva bene anche un po' le speranze che c'erano che l'istituto camminasse, progredisse, si sviluppasse e portasse il bene che doveva portare, sì, ai fedeli e anche lontano, non solamente vicino. Sì.
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Oh, allora non scoraggiarsi mai.
Progredire un tantino ogni giorno. Nelle cose spirituali sentite tante prediche, tante esortazioni: tutti i giorni crescere un po', capire sempre meglio le cose spirituali.
Progredire un tantino nello studio; impegnarsi perché i lavori, i compiti siano ben fatti, le lezioni ben studiate.
Progredire nella formazione, nell'educazione che vi danno e un po' in tutte le virtù, sì: obbedienza, bontà, umiltà, docilità e tutto quello che riguarda la vostra formazione e tutto quel che riguarda la santificazione.
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Sì, specialmente più avanti si è impegnati molto per altre cose, per l'apostolato, ma quando c'è quest'impegno di progredire un tantino ogni giorno, ecco, lo sforzo si fa e qualche cosa si ottiene. Anche se si va adagio, si dirà: è il passo di una formica. Ma vedete che le formiche camminano anche loro?
Sono andato a dormire in una casa al terzo piano, e le formiche eran salite fin là! Eh. Allora < si può > anche con piccoli passi potete salire in santità e perfezione. Avanti! Non stancarsi mai. Pregare sempre.
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Quando il diavolo dello scoraggiamento tenta, pregare: la Madonna viene, vi dà la mano. E quando la bambina non può camminare, la mamma porge la mano e la bambina è sostenuta e cammina.
Date la vostra mano alla Madonna che vi guidi. Sì, che vi guidi. Sì, che vi guidi e vi conduca bene. E certamente sentirete la sua grazia, sentirete come ha cura di ciascheduno di noi. Dirle sempre di cuore: «Pregate per noi adesso e nell'ora della nostra morte. Così sia».
Albano Laziale (Roma)
20 novembre 1961
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XXVI. TE DEUM E MISERERE (1)Siete liete? Sì. E allora una piccola riflessione con tre brevi punti.
Siamo vicini alla festa dell'Immacolata. L'Immacolata, madre del divin Pastore. E allora la preparazione è purificare il cuore e poi aumentare la grazia compiendo quello che vuole il Signore, cioè la volontà di Dio momento per momento.
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Ma in primo luogo noi guardiamo all'ultimo mese dell'anno. L'ultimo mese dell'anno è un mese di riconoscenza e di amore al Signore. Riconoscenza per i benefici che ci ha concessi nell'anno. Quante grazie ricevete ogni giorno!
Io son sempre riconoscente al Signore e lo ringrazio per le molte grazie che vi concede, che concede all'istituto e nello stesso tempo a ciascheduna di voi, a ciaschedun membro dell'istituto.
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Certo, vi sono anche delle imperfezioni: non sempre corrispondiamo a tutte le grazie. Ma il Signore si mostra sempre così buono! E benedice così la congregazione e ispira, infonde tanta luce in ognuna di voi.
Riconoscenza, perché il Signore ci ha conservato un altro anno. Ci ha conservato in vita. Riconoscenza: non fosse altro che per le tante comunioni fatte nell'anno. Che grande grazia è questa! Ma, oltre le comunioni, ci sono tutte le pratiche di pietà insieme.
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E poi nell'anno avete studiato, e quindi siete progredite. Nell'anno avete imparato sempre di più la vita religiosa, e cercate di progredire. Avete ricevuto tanta istruzione nel corso dell'anno dalle madri e poi dai sacerdoti, specialmente dai sacerdoti.
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Oh! Ringraziare il Signore anche per i doni che il Signore ha concesso alle vostre famiglie. Allora ecco, è uso di conchiudere l'anno con il Te Deum (a) cioè il grande ringraziamento: ti lodiamo, o Signore, confessiamo che tutto quel che abbiamo è tuo. Se il Signore ci chiedesse, ci richiamasse tutto quello che ci ha dato, che cosa rimarrebbe a noi? Meno che un fiato, che un po' d'aria, nulla! Dunque: Dio sia benedetto.
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E quando poi si dice il Magnificat, sempre avere l'intenzione di ringraziare il Signore con la Madonna. Questa riconoscenza si risolve poi bene, in amore: amare di più colui che tanto ci ama e tanto ci benefica ogni giorno.
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Secondo punto: e se nell'anno non abbiamo corrisposto a tutte le grazie? E allora dev'essere anche un mese di riparazione. Amore sì, ma anche riparazione. Riparazione perché alle volte, non si è corrisposto a tutta la grazia del Signore. Alle volte non si son prese tutte le occasioni per aumentare i meriti. Qualche volta le opere si potevano fare con più perfezione: lo studio, la preghiera, la stessa ricreazione.
Qualche volta può essere che ci sia anche stato qualche venialità e forse anche qualche venialità acconsentita. Ecco!
Allora la riparazione.
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Quante volte noi corrispondiamo con indifferenza e anche con un po' d'ingratitudine alla bontà di Dio, alla sua cura paterna, alle ispirazioni di Gesù quando si fa sentire dal tabernacolo, quando si fa sentire nella comunione.
Vi sono persone che sono molto generose nell'accogliere tutta l'istruzione che vien data, tutta la formazione che vien data, ma qualche volta può anche essere avvenuto che non si sia tenuto conto di tutto e non si sia approfittato di tutto. Allora sarebbero grazie trascurate. Domandiamone perdono a Gesù.
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Non bisogna che portiamo all'anno nuovo 1962 dei debiti con Dio. Allora, confessione buona, qualche <peni> mortificazione di riparazione, e poi anche un po' riparare in questo modo: nell'ultimo mese esser più fervorose, più attente a quello che il Signore vuole per riempire le giornate di meriti, le giornate che ci rimangono ancora.
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Il bene che già si è fatto nell'anno, se fatto veramente con retta intenzione, il bene è già andato sulle porte del paradiso ad aspettarci al premio. Oh, Gesù tiene conto di tutto.
Vi è un libro in cui tutto è scritto: il libro di Dio. Perché c'è un occhio che tutto vede! E c'è un orecchio che tutto sente. L'occhio di Dio e l'orecchio di Dio.
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E' sempre stato contento Gesù? Gli avete fatto dei piaceri a Gesù quando li chiedeva? Quando desiderava qualche cosa? Ecco, allora in riparazione, prima della fine del mese: il Miserere (a). Perciò il Te Deum da una parte, il Miserere dall'altra.
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E terzo: noi confidiamo di terminare l'anno bene e confidiamo di arrivare all'anno seguente 1962, se e come piacerà al Signore. Ora con l'anno nuovo noi abbiamo tanti desideri di bene. Ne avete tanti di desideri di progredire in tutto: nella pietà, nello studio, nello spirito, nell'apostolato, nell'apprendere la buona educazione, ecc.
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Tanti desideri di correggere questo o quel difetto, acquistare quella o quell'altra virtù. E poi, dopo, ottenere una maggior corrispondenza alla vocazione, un odio profondo al peccato, un desiderio proprio profondo, anche, di sempre più amare il Signore. Aumento quindi [di] fede, fiducia, cioè speranza, amore, carità.
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E carità verso Dio sì, ma anche carità fraterna, carità vicendevole, quella che è descritta bene da san Paolo: Caritas patiens est [1Cor 13,4ss], è paziente la carità. Cioè colui che è caritatevole, pratica la virtù della pazienza. La carità è benigna, interpreta in bene, è tutta inclinata a pensar bene e a trattar bene: è benigna, ecc., tutte le caratteristiche che san Paolo descrive della carità fraterna.
Certamente il progresso. E come? Almeno un tantino ogni giorno, un tantino eh? Oggi meglio di ieri, domani meglio di oggi: ecco l'impegno che ha chi desidera realmente e praticamente di farsi santa.
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Allora in terzo luogo: il Veni Creator Spiritus (a) per le grazie dell'anno venturo 1962.
Quindi tre preghiere che riflettono i sentimenti dell'animo.
Primo: riconoscenza, quindi il Te Deum.
Secondo: la umiliazione, il pentimento, quindi il Miserere per cancellare tutti i debiti che avessimo ancora con Dio.
E terzo: la supplica, il desiderio di aumentar la grazia quest'anno, di crescere un po' in tutto, e questo mediante la luce dello Spirito Santo, l'aiuto dello Spirito Santo.
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Perciò la preghiera, il canto:
Veni Creator Spiritus, Veni Sancte Spiritus (
a); di conseguenza allora si rinnoveranno bene i voti battesimali il primo giorno dell'anno, cioè le promesse che han fatto per noi al battesimo i nostri padrini. E per chi ha i voti è una bella occasione di rinnovarli: o che siano voti già religiosi o che siano voti privati.
Te Deum, Miserere, Veni Creator.
Albano Laziale (Roma)
6 dicembre 1961
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(1) Albano Laziale (Roma), 20 novembre 1961.
685 (a) R: dalla.
686 (a): da i.
688 (a) Sembra pronunci: oh.
694 (a) Maggiorino Vigolungo nato a Benevello (Cuneo) il 6-5-1904- fu alunno della Scuola Tipografica Editrice, ad Alba, dal 15-10-1916 al 27-7-1918, giorno della sua morte. E' in corso il processo canonico per la sua beatificazione.
(1) Albano Laziale (Roma), 6 dicembre 1961.
708 (a) Te Deum è detto anche Inno Ambrosiano, Cf. n. 258 (b).
714 (a) Salmo 50.
718 (a) Il Veni Creator è l'inno dei Vespri del giorno di Pentecoste. Di autore ignoto, risale alla fine del IX secolo.
719 (a) Il Veni Sancte Spiritus è la sequenza inserita nella liturgia eucaristica della Pentecoste.