Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IX. UNA INVENZIONE DELL'AMORE (1)
[E'] l'inizio del mese da dedicarsi ai santi apostoli Pietro e Paolo. Ricordiamo quello che scrive san Paolo e che è stato letto nell'epistola della santa messa di stamattina (a) e cioè san Paolo dice: «Io ho ricevuto dal Signore quello che ho dato a voi» [cf. 1Cor 11,23].
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Il Signore prima che andasse a dare la sua vita sopra il calvario, la vigilia della sua morte, avendo cenato con i suoi apostoli, prese il pane, lo spezzò, lo benedisse e lo diede agli apostoli dicendo: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo [cf. Mt 26,26], il quale sarà immolato per voi» [cf. Lc 22,19]. Ugualmente, preso il calice ripieno di vino, lo fece passare agli apostoli dicendo: «Prendete e bevete, questo è il calice che contiene il mio sangue, il quale sarà sparso in remissione dei peccati [cf. Mt 26,27-28], fate questo in memoria di me» [cf. Lc 22,19].
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Perciò san Paolo aggiunge che, quando noi andiamo alla comunione, ci nutriamo dell'eucaristia, cioè del pane che non è più pane, ma è il corpo di nostro Signore Gesù Cristo. E l'eucaristia contiene sempre il corpo, il sangue, l'anima e la divinità di Gesù Cristo.
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Mangiare questo cibo santamente perché chi mangiasse di questo pane eucaristico in peccato grave commetterebbe un peccato, un sacrilegio, aggiungendo peccato a peccato. E san Paolo conchiude: prima della comunione, l'esame di coscienza. L'esame di coscienza perché si sappia se siamo preparati alla comunione.
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Le disposizioni assolutamente necessarie per la comunione sono due e cioè: lo stato di grazia e l'intenzione retta. Queste due disposizioni si richiedono anche per i bambini, i quali per far la comunione devono essere in stato di grazia e devono nello stesso tempo saper distinguere pane da pane, cioè il pane comune dal pane eucaristico.
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Allora questa è la festa della presenza di Gesù in mezzo a noi, fra gli uomini. Gesù doveva ritornare al Padre: /Vado ad Patrem, relinquo mundum/ (a) [Gv 16,28]. E allora il suo cuore era rivolto al Padre, nello stesso tempo [era] rivolto agli uomini: doveva andare al Padre e sentiva il distacco dagli uomini.
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E allora risolse bene il problema, il problema dell'amore, e cioè: andò al Padre e istituì l'eucaristia per rimanere con gli uomini. Fu un'invenzione di amore. La soluzione di un problema di amore!
Adesso la pastorella che cosa ha da pensare?
Primo: ascoltar bene la messa poiché Gesù ha detto - dopo l'istituzione del sacramento dell'eucaristia - ha detto: «Fate questo in memoria di me» [Lc 22,19] e cioè ordinò ai sacerdoti di celebrar la messa. Quindi grande stima della messa che è rinnovazione della passione di Gesù Cristo.
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Secondo: l'eucaristia è comunione, cioè nutrimento dell'anima: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, /avrà/ (a) la vita [eterna] [Gv 6,54]. Ecco: la vita eterna!
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E terzo: Gesù presente in mezzo /a/ (a) noi. Cioè egli [è] sempre nel tabernacolo, nel tabernacolo dove egli adora il Padre, accoglie gli uomini, prega per la salvezza del mondo, offre continuamente il sacrificio di se stesso a Dio, in salvezza degli uomini. Perciò ascoltare bene la messa, fare delle sante comunioni, amare la visita al santissimo Sacramento perfezionandola sempre di più.
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Poi: nell'apostolato. Noi vogliamo che gli uomini vivano da figli di Dio. E allora: il battesimo. Poi la confessione. Ma il sigillo della nostra unione con Dio è la comunione. Perciò voi: zelare le comunioni dei bambini, non solo la prima comunione, ma le comunioni frequenti dopo la prima.
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Il catechismo deve avere sempre questo di mira: portare alla comunione. Lì gli uomini divengono figli di Dio. E che rimangano figli di Dio, cioè che abbiano la grazia di non peccare più.
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Portare la gente alla messa, specialmente i fanciulli, i bambini. Indirizzarli sempre volentieri alla chiesa perché fate tante cose per loro, ma quello che è importante qui [è] portarli alla chiesa, fare amare loro la messa e renderla quanto è possibile intelligibile alle loro età.
Intelligibile quanto è possibile anche ai grandi.
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Gente che non capisce cosa sia la messa: non sanno che cosa si faccia all'altare, e non sanno che proprio è il popolo che opera la messa, a mezzo del sacerdote che è il ministro. Allora la partecipazione alla messa!
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Dove è possibile, poi, promuovere le adorazioni in mezzo al popolo, l'adorazione dell'eucaristia. E almeno qualche passo si può fare. Qualche passo in questo senso: che vi siano anime che partecipano alla vostra adorazione. Sì! La visita al santissimo Sacramento.
Gesù è dimenticato purtroppo. Egli sta in mezzo /a/ (a) noi. Ma gli uomini sono indaffarati in tante cose, preoccupati soltanto della vita presente spesso. Dimenticano Dio che è proprio in mezzo a loro.
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Che bella cosa una bella chiesa in mezzo a una popolazione. Lì è il centro, è il cuore del paese e <della pa> della popolazione, lì! La Chiesa. Amarla la Chiesa parrocchiale tanto: è Dio in mezzo alla sua popolazione!
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*** (a) Ho conosciuto un parroco tanto fervoroso, tanto zelante per la sua popolazione. <E voleva> Non si dava pace fin che non venivano tutti alla messa, anche gli uomini. Quante arti pastorali per questo! Quando fece il suo testamento, lasciò un ricordo: «Io sono il pastore e voglio essere sepolto in mezzo al camposanto per rimanere in mezzo alle pecorelle». E così si fece far la tomba prima e fece l'iscrizione: «Qui dorme, insieme al suo gregge, il sacerdote tale tale, parroco di questo paese».
San Stefano Belbo quel paese si chiamava, dove ha sempre avuto, quella popolazione, dei buoni parroci, zelanti parroci..
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Oh, amare la chiesa, tenerla pulita! Cantare bene, render quanto potete solenni le funzioni, parteciparvi con tanta divozione, dar l'esempio. Condurre i bambini e assisterli, insegnare loro a pregare, spiegare che cosa sia la messa, cosa significhi adorare Gesù, cosa significhi accostarsi spesso alla comunione. Pregare: che ci sian delle belle processioni, che il culto in chiesa sia tanto ben fatto, che si porti per tempo il viatico <ai more> ai moribondi. Che tutti abbiano Gesù!
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Questo volevo dire adesso: le adorazioni indirizzate a ottenere la grazia che gli uomini siano figli di Dio, cioè in grazia di Dio. Dedit eis potestatem filios Dei fieri [Gv 1,12], il Signore diede il potere agli uomini di diventar figli di Dio. E quando son figli di Dio si sa. Siamo vicini ai tre miliardi di uomini, ci stiamo avvicinando. Nelle adorazioni sempre chieder questa grazia: che gli uomini divengano figli di Dio.
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Paesi, parrocchie dove tanti son morti, ecco, spiritualmente, perché se pure sono tanto attivi esteriormente, tanto lavorano, ecc., ma le loro anime? Se non c'è la grazia, son morti spiritualmente.
Chiedere che tutti gli uomini divengano figli di Dio. Quando arrivate in chiesa per l'adorazione: vado a domandare questo a Gesù buon Pastore: che tutte le pecorelle vengano a lui, che tutti gli agnelli vengano a lui. E cioè che tutti vivano in grazia!
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Tutta l'azione pastorale deve esser rivolta al tabernacolo, cioè: tutto per purificare le anime e per nutrirle del cibo eucaristico, affinché vivano da figli di Dio.
Questo è lo scopo tutto: e figli di Dio sulla terra, figli di Dio in cielo eternamente. Questa intenzione quando venite. Potete anche notarvela per non dimenticarvene. Notarla nel libro l'intenzione che tutti gli uomini divengano figli di Dio.

Albano Laziale (Roma)
1° giugno 1961

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(1) Albano Laziale (Roma), 1° giugno 1961.
182 (a) Solennità del Corpus Domini. Cf. Messale, pag. 646.

187 (a) V: Relinquo mundum et vado ad Patrem.

189 (a) V: ha.

190 (a) R: di.

195 (a) R: di.

197 (a) sembra pronunci: ove.