Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. I GRADI DELL'ORAZIONE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 3 novembre 19601

Ecco, potete prendere tutte l'esempio del canonico Chiesa, il quale faceva le sue due ore di adorazione ogni giorno. E voi le fate, ecco.
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Però, eh, bisogna sempre dire che vi è grado e grado nella preghiera, eh? E cioè, la preghiera può esser di due ore e rendere di più e può essere di due ore, rendere di meno. Se c'è una bottiglia, una bottiglia piena, supponiamo che pesi un Kg, ce n'è un'altra anche piena che pesi anche un Kg. Ma in una bottiglia ci può essere dell'acqua, nell'altra ci può essere del vino. E tuttavia può essere che in una bottiglia ci sia del vino che ha dieci gradi e un'altra bottiglia, là vicino, che ne ha venti, gradi. Così della preghiera, non bastano le ore, bisogna guardare la qualità, non solo la quantità. Voi la quantità la fate, siete fedeli alle vostre ore, nevvero? E la qualità? Cinque gradi, otto gradi, dieci gradi, venti gradi? Eh!
Chiedere al Signore: doce nos orare1: insegnaci a pregare. Sempre questa grazia da chiedersi: Insegnaci a pregare.
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Secondo la teologia, sono nove i gradi di orazione. E allora aspirare al nono grado, più alto grado.
Quali sono i gradi di preghiera, di orazione? quali sono?
Primo c'è la preghiera vocale, poi c'è la preghiera mentale.
Preghiera vocale sono le orazioni, ad esempio; tutta la liturgia è vocale, si può dire, quasi tutta; e così i rosari, e così i canti sacri, tutta preghiera vocale.
[Preghiera] mentale, invece, è la meditazione in cui non si muovono le labbra, generalmente, ma si pensa con la mente. Si chiama mentale. Supponiamo che facciate la meditazione sopra la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, ecco, allora si ricorda la sua presenza reale, il sacrificio della Messa, la santa comunione. La preghiera mentale.
Poi, il terzo grado di preghiera è la preghiera o l'orazione affettiva. Affettiva vuol dire che domina più l'affetto, il sentimento. C'è anche, in principio, c'è anche la verità da ricordare, supponiamo proprio la presenza di Gesù nel tabernacolo. Ma poi, chi fa la preghiera affettiva, passa all'affetto. Per esempio, domandar perdono dei peccati; per esempio, fare atti di amore; per esempio, atti di speranza; per esempio, atti di umiltà, ecc.. Quando domina l'affetto. E poi viene il proposito, sì, ma più abbondanza di sentimento, mentre che nella preghiera mentale domina più il pensiero.
Dopo questi tre gradi, che si chiamano orazione ascetica, viene un grado che è tra mezzo all'ascetica e ai gradi che sono mistici. Questo - diciamo - passo, è l'orazione di semplicità, questo quarto grado.
Semplicità, quando non si pensano tante cose, non si fanno tanti propositi, ma l'anima è assorbita già in Dio in una contemplazione. Per esempio, il santo curato d'Ars vedeva un contadino che andando o tornando dai campi, deponeva i suoi strumenti di lavoro lì, davanti alla porta della chiesa, poi entrava in chiesa e si fermava a lungo, non muoveva le labbra, ma guardava il tabernacolo. "Cosa fate, brav'uomo? Cosa dite al Signore?". "Io non son buono a dirgli niente, ma io lo guardo, lui mi guarda. Mi sento sollevato". Così può anche essere per un'anima il pensiero del paradiso: vedere tutto quel cielo abitato da angeli e dai santi. La contemplazione è già questo, una grazia di contemplazione. Quindi i cinque gradi che poi seguono sono tutta contemplazione, lì c'è già l'inizio. Oh, quando si dice contemplazione alcuni sbagliano. Credono che si tratti di cose solamente riservate ai santi.
Eh, c'è il raccoglimento infuso, c'è la quiete. E poi ci sono tre gradi di orazione di unione. E son cinque.
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Oh, ma domando: potete aspirare alla contemplazione? Si deve. Non che si può, si deve. Si deve, perché? Quando si tende alla perfezione, che è il dovere della vita religiosa, si deve aspirare alla perfezione dell'orazione. E quanto sarà perfetta l'orazione, tanto sarà perfetta l'osservanza religiosa.
Bisogna arrivare a questa contemplazione più intima che si chiama trasformante?
Bisogna sempre cercare di arrivarci perché c'è l'obbligo e perché la vocazione è quella.
Il più alto grado di orazione si chiama - ho detto- orazione trasformante o unione trasformante.
Che cosa vuol dire? Vuol dire: Vivit vero in me Christus1. La nostra persona assorbita da Gesù Cristo e che è mossa da Gesù Cristo, che vive lui in noi e produce i pensieri santi e produce le parole sante, produce gli affetti santi, produce le opere sante, così che si vive come Gesù Cristo. È l'imitazione interna di Gesù Cristo, interna. Non solo: Gesù bambino, Gesù fanciullo era obbediente e: faccio anche l'obbedienza io. Ma questa orazione trasformante è come se Gesù ci movesse ed è il suo spirito, lo Spirito Santo che porta i pensieri, porta i sentimenti, porta le azioni che sono veramente quelle di Gesù Cristo: Vivit vero in me Christus. Si dice spesso quella frase lì, ma il senso è più profondo di quanto si pensi. Vivere in noi Gesù Cristo.
Allora, ecco, non pensare, dicendo contemplazione, preghiera di contemplazione, che in questi cinque gradi, che voglia dire andare in estasi, volare; o che voglia dire fare un miracolo; o che voglia dire, per esempio, esser trasportati da posto a posto senza che ci muoviamo noi, ecc. Mettiamo a posto i concetti.
Alla contemplazione bisogna mirare perché se no, non vive mai in noi Gesù Cristo. Ed è la condizione per entrare in paradiso, altrimenti si sta, poi, a purgarci perchè c'è ancora tanto dell'umano e non siamo ancora trasformati, per la grazia di Dio, trasformati così. Invece chi arriva alla preghiera trasformante, cosa gli manca per la beatitudine eterna? Che cada il sipario, la tenda che ci impedisce di veder Dio, cioè, la morte. E allora di là si vede Dio, si possiede Dio, si gode Dio, ecco la visione, ecco la beatitudine. Ora, tutta la vita è una purificazione, ed è una elevazione verso Dio.
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Quindi - ho detto - i cinque gradi di orazione contemplativa, non più ascetica, cioè, non più ascetica soltanto. Ma non si distinguono mica questi modi di pregare come uno sta in questa camera, poi passa nell'altra. Nell'interno l'evoluzione si fa senza accorgersi. E poi dopo rimane sempre un po' di preghiera vocale, come si può passare anche ai gradi più alti.
I cinque gradi sono dunque:
- il raccoglimento infuso;
- l'orazione di quiete;
- l'orazione di unione semplice;
- l'orazione di unione estatica;
- l'orazione di trasformazione.
Lì voi avete sentito, qualche volta, dire: la suora, sposa di Cristo. Ma il fidanzamento quando si fa? Con l'ottavo grado di orazione, cioè con la preghiera, con l'orazione che si chiama estatica, perché l'anima si dà a Dio, Dio si dà all'anima. Oh, fidanzamento spirituale.
Poi, la trasformante, invece, è il matrimonio vero con Gesù Cristo. Cosa vale la parola "sposa di Cristo" se non si arriva a questi gradi di orazione: fidanzamento con Gesù e sposalizio con Gesù assistiti da Maria? Oh, non facciamoci degli errori in testa, è obbligatorio per la Professione, altrimenti come sarai sposa di Cristo? Oh, tuttavia il Signore compatisce la nostra infermità. E si va per gradi. E come una scala che ha nove gradini.
Il raccoglimento infuso, cioè che viene dal Signore come dono quando lo Spirito Santo prende l'anima come prigioniera, cioè le infonde i tre doni: sapienza, scienza e intelletto, i tre primi doni dello Spirito Santo. E l'anima adopera ancor le sue facoltà, ma queste facoltà sono prese da Dio, dalla sua grazia.
Inoltre vi è la orazione di quiete, la quale orazione di quiete è già una contemplazione più intensa, più viva e già vi è come una specie di separazione: l'anima sente di stare con Dio e gode di lui, i suoi pensieri sono fissi lì e le cose esterne fan più poca impressione.
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Del resto si può passare ad altro, l'altro grado poi, alla unione semplice.
In questa unione semplice il Signore avendo già preso possesso dell'anima, la porta più avanti. Il Signore infonde le virtù della fede, speranza, carità, le virtù cardinali, l'umiltà, ecc.; è un lavorìo di Gesù nell'anima, un lavorìo, cioè, della sua grazia nell'anima. E qualche volta si resta sotto quell'impressione. Quando vengono queste impressioni, si può lasciar lavorare Gesù; anche se uno nella Visita non fa le tre parti ben distinte, non importa, è arrivato al fine delle tre parti, cioè: all'unione con Gesù. La contemplazione del cielo, alle volte, come trasforma!
E così, mandavo le bozze, per correggere, al canonico Chiesa. Il chierico ritorna a casa e mi dice: Ma sa, ho trovato il canonico Chiesa che era là, nei primi banchi, tutto con le mani giunte, immobile, e mi sembrava fisso con gli occhi al tabernacolo. "Canonico - gli ho detto - ho portato le bozze da correggere". L'altro non risponde. Dico un po' più forte: "Canonico, ho portato le bozze". E niente. Allora lo tocca. Fa un atto così, è segno che si distaccava un momento da quella, non chiamiamola estasi di amore, no, ma da quell'intensità di amore.
Il cuore, allora, lavora molto e le estremità del corpo rimangono un po' insensibili, meno sensibili, almeno, quindi non capiva, non sentiva: "Canonico, ecco le bozze", la prima... bisognava scuoterlo.
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Oh, poi c'è l'unione estatica, cioè l'orazione estatica. Non pensate a estasi, eh? che siete sulla terra. E le estasi, i miracoli sono meriti del Signore, non aspirate a quei lì, tanto non sono vostri, ecco, in sostanza. Invece i vostri, sì, i vostri meriti.
Allora avviene il fidanzamento. Sì, c'è un ricambio di doni: Gesù che si dà tutto all'anima e l'anima che si dà tutta a Gesù. Ma al fondo, senza più superbia, orgoglio, ira, sensualità, pigrizia, l'anima si dà tutta e Gesù le toglie queste cause di peccato o almeno li limita, queste cause, queste origini, queste radici di passioni e le trasforma in altre cose più alte: invece dell'amore terreno, due che sono amiche, in un amore divino; tutto il cuore è concentrato in Dio; tutte le intenzioni sono quelle di Dio.
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Poi vi è l'unione trasformante, cioè l'orazione trasformante, quando Gesù Cristo vive in noi e porta il suo spirito: «Lo Spirito che io vi manderò»1, diceva Gesù. E allora viene questa trasformazione. L'uomo resta ancora uomo, la persona resta ancora la persona, però è presa, trasformata, perché la persona è composta di anima e di corpo, ma nell'anima ci entra un'altra anima che è lo Spirito Santo, che è l'anima dell'anima e allora guida tutto: se quella persona parla, parla come parlava Gesù; se quella persona va, viene, come Gesù; se ha da soffrire, come Gesù; se ha da godere, come godeva Gesù; e se ha qualche cosa difficile da fare, come Gesù che inizia la sua passione nel Getsemani; come Gesù che percorre la via del calvario; come Gesù che sulla croce dice: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito»2. Allora è, non solo il ricambio di doni: l'anima tutta di Dio e Dio si dà tutto all'anima, ma Dio che guida, Dio che lascia ancora la persona perché si faccia i meriti, la persona umana, ma realmente chi guida è...
Conclusione: «Signore, insegnami a pregare»3. Ecco, questo: aspirare alla preghiera sempre più elevata e istruitevi anche su questa parte per mezzo dei libri, sì. E c'era prima in uso di più: La Teologia ascetica e mistica del Tanquerey4, adesso c'è l'altro libro: Teologia della perfezione5 che spiega; forse le anime capiranno di più.
Il canonico Chiesa, prima sempre Scrittura, Imitazione [di Cristo] e Opere di san Francesco; dopo aggiunse santa Teresa e il dottore della mistica che è san Giovanni della Croce. Della mistica, cioè dei cinque punti di orazione, cinque più alti.
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Perciò nove [gradi:] orazione ascetica, è divisa in tre punti, cioè: l'orazione vocale, l'orazione mentale e l'orazione affettiva.
Poi c'è il quarto punto che è fra mezzo all'ascetica e alla mistica e si chiama preghiera di semplicità.
Poi vengono i cinque altri punti: il raccoglimento infuso che accompagna l'anima magari da per tutto, si sente sempre unita a Dio nel suo lavoro o che sia in cucina o che sia nell'orto o che sia nel laboratorio o che sia a letto o che sia in attività, cioè altri apostolati. Orazione di raccoglimento infuso; l'orazione di quiete.
Poi i tre ultimi stati di unione: orazione semplice, cioè l'orazione di unione semplice; orazione, poi, estatica e orazione trasformante.
Umiliarci che siamo indietro e poi domandare la grazia: sempre meglio.
In quelle Visite, se non arrivate all'orazione trasformante dopo tanti anni: o che non l'avete fatta bene sempre o che dovrete migliorare, eh!
Ma come si ottiene? Con lo sforzo, eh ! »mica che venga da sé. Andate a tavola e trovate sulla tavola la minestra, ma mica che sia venuta lì dal cielo. E quante han lavorato per la minestra, no? Se c'è la pasta, cominciate dal contadino che ha seminato il grano, venire sù...
Il canonico faceva così: quando gli veniva un po' di stanchezza, dice nei suoi propositi, un po' di noia, perché si era fissato un'ora, sembrava, alle volte, (noi siamo tutti uomini), sembrava un po' lunga, subito: "Allora la farò di un'ora e dieci minuti". Aggiungeva un pezzetto. E con lo sforzo e con l'orazione, la grazia, non è vero?
Vi scoraggiate mica, poi, eh? E non crediate mica che arrivare alla preghiera trasformante abbiate già le ali. E poveretti, poveretti siamo, eh? poveretti. Allora rimediamo così: con l'umiliazione e la fiducia nei meriti di Gesù Cristo.
Adesso son passato lì, al vostro Centro, ho veduto un bel Crocifisso. Ecco i meriti di Gesù prenderceli noi. Il Crocifisso l'avete, dove? E lo portate sempre addosso, ecco. Che entri nel cuore, però, eh? non solo sul vestito.
Sia lodato Gesù Cristo.
- Agimus tibi gratias, omnipotens Deus, pro universis beneficiis tuis. Qui vivis et regnas in saecula saeculorum.
- Sancte Paule apostole.
- In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.Così sia.
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1 Nastro 102/a (= cassetta 82/b). - Per la datazione, cf PM: (vi sono contenuti molti accenni sul can. Chiesa (cf c257 in dAS).

1 Lc 11,1.

1 Gal 2,20.

1 Gv 14, 26.

2 Lc 23,46.

3 Lc 11,1.

4 ADOLFO TANQUEREY, Compendio di teologia ascetica e mistica, versione italiana di F. Trucco e di L. Giunta, ottava edizione, Roma, Descléé 1928.

5 ROYO MARIN A., Teologia della perfezione cristiana, o.c