Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. IL ROSARIO (mese di ottobre)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 2 ottobre 19601

... e al mattino ricordarsi che iniziando noi la giornata troviamo già lì, accanto a noi, l'Angelo. E fargli un saluto e chiedergli che ci accompagni: Defendite nos2. Angeli, difendeteci dai pericoli di anima e di corpo; ma, nello stesso tempo, dire che noi vogliamo rispettarlo, l'Angelo. Non fare alla sua presenza ciò che non si farebbe alla presenza di un superiore. Rispettare l'Angelo, il quale c'è da per tutto.
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Sempre benedico le vocazioniste, quelle suore che son dedicate alla ricerca delle vocazioni.
Qualcheduna mi ha fatto osservare, tempo fa: "Sta bene cercarle, ma bisogna anche che poi siano ben formate". Oh, e qualche volta, chi è dedicata alla formazione fa notare: "Ma quelle che sono state accettate non hanno tutte le qualità di intelligenza, di salute, di buon carattere, ecc.". Vedete, non facciamo recriminazioni dell'una contro l'altra, ma tutte insieme unite, tutte siate insieme unite in un pensiero solo: di formare alla Congregazione delle anime generose. Vocazioni belle, belle: intelligenti, specialmente pie, come porta il vostro nome che vuol dire aver molta pietà. E poi, socievoli, docili, sì. Formare belle vocazioni.
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Oh, in questo, tanto ci può aiutare il rosario, perché se oggi la giornata è dedicata alla divozione agli Angeli Custodi, tutto ottobre, però, è per il rosario, mese del rosario. Le anime che amano la Madonna aspettano sempre maggio e ottobre per praticare e per aumentare la loro divozione a Maria. Rosari. Vi sono persone che soprattutto guardano di dirne molti; altre persone che soprattutto guardano di dirli bene, anche se non tanti. Ecco, in primo luogo, guardare la qualità, cioè che siano detti bene. E poi anche alla quantità, se ci si arriva. Se il Papa dice che recita il rosario intiero ogni giorno, eppure ha un lavoro, altro che il nostro! vuol dire che anche noi possiamo seguirlo e prendere da lui insegnamento, sì.
Una delle cose belle che vi è nelle Case nostre: quando si vedono le file delle persone che si trasportano da posto a posto e hanno in mano la corona e fanno entrare un mistero di rosario, magari, in quel punto, in quel momento in cui non vi è occupazione propria, vi è una certa libertà; un tempo in cui si potrebbe pensare a cose inutili e un tempo, invece, in cui si può offrire alla Madonna una decade di rosario.
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Il rosario è una preghiera perfetta perché:
- in ogni mistero c'è una verità cristiana da ricordare;
- in ogni mistero c'è un insegnamento morale, ascetico, da prendere;
- in ogni mistero c'è l'occasione di chiedere una grazia speciale corrispondente al mistero, oppure più corrispondente alle nostre necessità del momento.
Preghiera perfetta, preghiera gradita alla Madonna. Se è lei che ce lo ha dato, vuol dire che le piace questa preghiera, se ce l'ha insegnato. Come quando Gesù ha insegnato a dire il Padre nostro, segno che egli ama che diciamo questa preghiera: Quando volete pregare dite così: «Padre nostro che sei nei cieli...»1. E la Madonna che ha voluto il rosario nella Chiesa di Dio, gradisce che lo recitiamo frequentemente. Del resto, quanto sia gradito il rosario a Maria si conosce dalle grazie, le grazie che ci vennero dal rosario in tutti i tempi, grazie specialmente nei tempi più difficili della Chiesa, nei tempi più difficili dell'umanità.
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I Papi sempre hanno insistito per la recita del rosario e il Papa attuale dice appunto che ci sono state da parte dei Papi, nei vari secoli, tali raccomandazioni per questa divozione che egli, il Papa, rinnova. E poi, non solamente raccomandazioni, ma ha arricchito, il Papa, lungo i secoli, ha arricchito il rosario di indulgenze. In ottobre, poi, la recita davanti al Santissimo Sacramento è stata istituita da Leone XIII il quale, non solamente ha concesso indulgenze, ma per dodici volte, encicliche sul rosario.
E il Papa attuale1 ha mandato una lettera anche, appunto per ottobre, invitando tutti alla recita del rosario, invitando specialmente i religiosi, le religiose, i seminaristi, gli aspiranti alla vita religiosa, i sacerdoti, tutti, per questo tempo così difficile, indicando particolarmente tre intenzioni, e cioè:
- primo: il Concilio ecumenico che si sta preparando con intensità;
- secondo: per la pace fra le nazioni, pace che è sempre insidiata;
- e poi, per la santificazione di ognuno.
Sì, che non ci siano peccati, che si ami la virù, che si ami la vita religiosa. E, se vi sono lotte interiori, se ci sono difficoltà esterne che ci sembrano un po' di ostacolo, se ci sono dei sacrifici da fare, se ci sono i voti da osservare, specialmente se c'è l'obbedienza e la docilità e l'unione con i superiori... Ah! questo che è necessario; non si intrometta nessuna a scompigliare, e quando ci fosse qualcheduna, fuggirla come peste, perché quelle cose lì si attaccano dall'una all'altra e fanno abbassare il livello morale e fanno abbassare lo spirito religioso, la letizia delle anime. Come si rendono responsabili, alle volte, persone che non controllano se stesse, e sono, per lo più, quelle che fan meno lavoro perché han tempo da perdere attorno agli altri invece che occuparlo per la propria santificazione e per il bene dell'Istituto.
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Dunque, essere molto attente ad invocare per l'Istituto le grazie più necessarie: primo, per chi guida l'Istituto affinché siano sempre assecondati coloro che guidano e non debbano fare, come dice là, san Paolo, «gementes»1 trovando resistenze e quindi restano, tante volte, nella tristezza, sì. Invece, che portino il loro peso (e aiutarli a portare il loro peso con la preghiera) in letizia e tutte trovino collaborazione, affetto, preghiera per tutte; e poi il buon esempio che è la prima cosa: esempio buono di parole, esempio buono di pietà, di osservanza religiosa, di generosità nell'apostolato, di cooperazione nella formazione delle aspiranti, ecc.
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Buoni rosari, allora, buoni rosari. Il rosario, poi, è preghiera semplice, facile. Ricorda, il rosario, i più bei fatti della nostra redenzione: dall'annunciazione di Maria alla sua glorificazione lassù, Regina del cielo e della terra, dispensiera delle grazie. E ricorda: dalla incarnazione del Verbo divino fino a che il Verbo divino incarnato siede alla destra del Padre celeste.
Quando si ha da risolvere il problema di una vocazione oppure perché manca la luce nell'anima che non capisce ancora, oppure perché le tentazioni, perché i parenti, il mondo, ecc. mettono ostacoli, scoraggiamenti, ecc., allora, rosari. Quelli che portano scoraggiamenti nella comunità fanno proprio il mestiere del diavolo perché il diavolo più brutto dell'inferno è lo scoraggiamento, quando scoraggia i religiosi, le religiose nella loro vita.
Ma Gesù ci ha messo nelle mani di Maria, sul calvario: «Giovanni, ecco tua madre»1 e cioè, ha voluto che Maria fosse la madre di Giovanni che rappresentava tutti; come gli Apostoli che ricevevano la comunione da Gesù, rappresentavano poi tutti i cristiani che adesso fan la comunione: «Prendete e mangiate»2 e intendeva di dirlo non solo ai Dodici che erano là, ma a tutto il mondo e a tutte le persone che si sarebbero susseguite nel mondo, ecco.
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Allora il rosario è preghiera facile, è preghiera utilissima per la Congregazione1.
Facile. I misteri chi non li sa? A proposito dei misteri, spesso nei catechismi, sono annunziati solamente così: ad esempio, il primo gaudioso: Annunciazione dell'Arcangelo a Maria. Ma noi, nel libro delle preghiere, abbiamo qualche cosa di più lungo, cioè il mistero è annunziato con parole più abbondanti e si indica anche la grazia da chiedere e la verità da ricordare nel mistero. Perché? Perchè serve per tutti, questo. Ma specialmente quando il rosario si dice durante l'apostolato non si può meditare il mistero come uno vorrebbe durante il Pater e le Ave Maria, ha da guardare il lavoro che fa. Basta allora che sentendo chi annuncia il mistero, sentendo chi guida la recita e stando attento e unisce la sua intenzione a quello che vien detto nell'annuncio del mistero, basta, basta così, è un pensiero buono, è una grazia che s'intende di chiedere e basta; poi, si capisce, si segue la recita del rosario e si pensa al lavoro che richiede attenzione.
Poi, oltre i misteri, vi sono i Pater. E tutti sanno il Padre nostro. Oh, si sapesse dir bene il Padre nostro! Sant'Agostino dice: Quella domanda del Padre nostro: «sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra»2, dopo questa domanda così, non si saprebbe più cosa chiedere al Signore di meglio e d'altro, perché contiene tutto e contiene specialmente le domande che son necessarie per schivare il male e perché si pratichi la virtù, si viva bene la vita propria, la vita che si è scelta3.
E poi vi sono le Ave Maria. Che belle parole, le parole dell'Arcangelo, le parole di santa Elisabetta, le parole della Chiesa! La bella domanda: «prega per noi, adesso, nell'ora della nostra morte».
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Un po' di esame: si recitano i rosari? si recitano bene? si mettono le più belle intenzioni? Si ricorre al rosario nelle difficoltà? E lo si insegna il rosario? lo si fa recitare? lo si spiega? E poi, badiamo di più alla qualità, cioè a dirli bene, che non alla quantità?
Sì, allora, pregare sempre, tutta la vita; ma durante il mese di ottobre s'impara a dirlo meglio perché si riflette di più e si cerca di penetrare meglio i misteri, gli insegnamenti che vi sono. Avanti, allora. Chi passa attraverso a Maria arriva a Gesù: «Mostraci, dopo questo esilio, Gesù», in cielo. Ma ce lo fa anche conoscere un po' di più sulla terra. Quelle che pregano bene la Madonna vengono a conoscere, a capire qualche cosa di più di Gesù: i misteri dell'incarnazione, della vita, della passione, della morte, della risurrezione, dell'ascensione di Gesù al cielo, il mistero eucaristico, il mistero della Santissima Trinità. Le anime che dicono dei bei rosari sono più illuminate e nel cuore hanno una pietà più sentita, sì. E la Madonna prende cura e guida per mano.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 100/a (= cassetta 79/a). - Per la datazione, cf PM: «Se oggi la giornata è dedicata agli Angeli Custodi...». (Il dAS in data 30 settembre 1960, scrive: «[il PM] parte per Torino (...) andato ad Alba per il Ritiro. Arrivato a Roma l'11 ottobre, ore 20,30».

2 Liber Usualis, in festo SS. Angelorum custodum, ant. ad Magnificat in II Vesperis.

1 Cf Mt 6,9ss.

1 GIOVANNI XXIII, Epistola Enciclica Grata recordatio, 26 settembre 1959. - In Discorsi Messaggi Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, vol. I, pp. 873-879.

1 Ebr 13,17.

1 Gv 19,27.

2 Mt 26,26.

1 In realtà, in questa occasione, don Alberione sviluppa solo il primo punto.

2 Cf Mt 6,10.

3 Sul Pater Noster, si veda la voce in Enciclopedia cattolica (Città del Vaticano, s.d.) volume IX, cc 943-946, scritta da STANO GAETANO. - Per S. Agostino si cf Epist. 130, 12, 22.