Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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SULLA VITA RELIGIOSA

È1 una grande fortuna donarsi a Dio in gioventù e nella giovinezza prendere il, il nostro cuore, consegnarlo tutto al Signore. Vi sono persone che tramandano sempre, aspettando altro tempo: che non abbiano più, forse, quelle difficoltà, quelle tentazioni, quelle circostanze sfavorevoli.
Ma nella vita si va sempre più incontrando difficoltà: occorre che oggi facciamo quel che è possibile oggi e domani avremo la grazia di superare le difficoltà di domani.
Non per, per pensiamo che la virtù sia facile. Virtù viene da vis/vir, forza, quindi richiede energia, dedizione, coraggio.
Tuttavia, nel donarsi a Dio in gioventù, occorre che noi ci facciamo un piano e, e cioè, che pensiamo già che dopo troveremo difficoltà. Sì. Troveremo difficoltà.
Altro è l'entusiasmo dei propositi che si possono fare in un momento di fervore, altro è poi la pratica, la esecuzione. I programmi, sulla carta, son tutti semplici e, però, l'esecuzione è altra cosa. L'esecuzione.
Per eseguirli occorrono due cose: la grazia del Signore e la nostra forza, la nostra generosità. Amare davvero il Signore, sì.
Può essere che incominciando la vita religiosa, come state facendo, non abbiate pensato che si tratta di acquistare tutto un nuovo ordine di virtù: le virtù di comunità, della vita cioè comune occorre acquistare e, allora, vi sono molti meriti in più, ma vi sono anche nuove virtù da esercitare.
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Vi sono persone le quali sono forti in tanti punti e poi non sono forti in cose minime della vita comune. Persone che sanno vivere le loro virtù, il loro voto di castità e non sanno invece così facilmente praticar la carità. Persone che sanno far dei sacrifici, opere di zelo, generosità, di zelo, e si spendono e sopraspendono e non sanno poi attendere alla meditazione, all'esame di coscienza, a se stessi. Non lo sanno.
Noi abbiam da pensare che la vera santità sta proprio in questo: mondarci dai piccoli difetti ed acquistare le piccole virtù. La vita religiosa si dice che è un eroismo, ma degli eroismi ne, ne ho, ne ha uno solo. Cosa per cosa non è un eroismo, no. L'eroismo risulta dalla continuità nel fare le piccole cose: le piccole obbedienze, le piccole osservanze di povertà, i continui atti, le continue parole di bontà, di carità. E poi quelle azioni, quelle opere di zelo che sono possibili secondo le forze, secondo le forze. Ecco.
Non pensiamo a eroismi grandi, numerosi, no. Ha un solo eroi..., eroismo: la perseveranza nelle piccole cose. Vuol dire, cioè la continua carità della vita comune, della vita comune, la continua obbedienza nella vita comune, della vita comune, la continua vigilanza sopra di noi, sopra il cuore, e, per mantenere la castità, affinché tutto l'essere sia di Dio, sia di Gesù.
E le continue osservanze della povertà e il vitto è comune, l'orologio è comune e il vestito deve essere sempre modesto. E in questo sta la virtù della povertà, anche nelle osservanze più generali, ma quel, per quel che riguarda la vita quotidiana sta in piccole cose: abitazioni, vestito e vitto. Ecco.
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Quindi da una parte: far presto a donarsi a Dio, quando il fiore è ancora intatto, quando il profumo che da esso emana è tutto riservato a Gesù.
Quanti han tramandato e poi non han avuto più tempo, perché la morte è intervenuta? E quanti han tramandato e poi non han fatto mai? E quanti han sempre sperato e poi si trovano in morte con le, con le mani vuote? Ma, oh!, si può dire: Non mi aspettavo questo, credevo che fosse più facile!. Certamente. Di queste delusioni nella vita ce ne saranno sempre. Si dice così, come proverbio: che la Chiesa è molto più prudente e sapiente. Quindi se..., la Chiesa, conoscendo il valore della vita religiosa, che cosa dispone? Che vi sia una serie di prove. E vi è il probandato, e vi è il noviziato, e vi è il tempo dei voti temporanei affinché una possa provare e prepararsi alla vita religiosa buona, santa.
Mentre che il matrimonio, essendo uno stato molto inferiore, non ha noviziato e, per questo, quanti pentimenti dopo vi sono! Ma si dice: se il matrimonio avesse no..., noviziati non avrebbe dei professi, perché i sacrifici cominciano presto, dopo che è tramontata la luna di miele, come si usa dire.
Però la Chiesa vuole che con il probandato, noviziato, voti temporanei noi ci andiamo perfezionando e andiamo abituandoci alla vita religiosa, giorno per giorno, un passo per volta, un gradino per volta, progredendo ogni giorno un tantino e senza mai fermarsi.
Ogni giorno avrem da piangere delle difficoltà, ma le esporremo a Gesù, le presenteremo a Gesù e ce le perdonerà le piccole lacune e ci soccorrerà nelle piccole difficoltà. Ma le
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piccole difficoltà e le tentazioni e anche tutte le cadute ci rendono più pru..., prudenti, più umili, più saggi.
Allora, adesso, con la grazia di Dio, con la benedizione di Maria, in questi giorni essere felici di consecrarvi a Dio per tempo.
Maria fu condotta al tempio piccolina e là si offerse tutta; e là stava in una specie di collegio, dove si educavano le figliuole migliori, intanto servivano al tempio, al tempio, i pannilini, per le pulizie, per il canto e per le varie funzioni a cui assistevano: le funzioni del tempio, sì. Sì.
Si offerse al Signore presto. Se si entra in s. Pietro, a Roma, si vede da una parte, in fondo, in una delle grandi cappelle, si vede Maria bambina in atto di presentarsi al sacerdote sommo il quale la riceve. E là essa si preparò nella mortificazione, nella vita comune, alla grande missione che ella compirà.
Si diede al Signore giovanissima, giovanissima e restò sempre di Gesù, sempre di Dio rimase, per tutta quanta la sua vita! Prima di Dio, poi quando Gesù nacque, ecco, cominciò a accompagnare Gesù e con, visse con lui e ass..., lo assistette fino all'ultimo della sua vita e poi assistette la Chiesa, che era na..., che era nata, che era nata e che muoveva i primi passi.
Darsi al Signore per tempo, superando le piccole difficoltà che si incontrano. Noi le chiamiamo difficoltà, ma sono invece occasioni permesse da Dio nel suo amore perché aumentiamo in santità.
La vita di s. Teresina, se l'avete letta, mostra bene quali sono le piccole difficoltà dei conventi, della vita comune. Mostra bene. E
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son proprio quelle cose lì che ci santificano. Sono le, tutte quella serie di virtù nuove, piccole virtù, che noi incontriamo nella vita religiosa. Ecco.
E allora, adesso, chiediamo a Maria, in questa novena, la grazia di non sconfortarsi mai, di essere perseveranti nelle nostre risoluzioni, di essere così di Dio da non lasciar regnare in nessuna cosa l'amor proprio. L'amor proprio.
Quante volte crediamo che sia meglio e invece non è meglio quello che pensiamo. Solo Iddio! Che sia padrone di tutto il cuore, di tutto il nostro essere! Facciamo questo ossequio alla Madonna con l'offerta e la consecrazione; anche tutti i giorni una breve consecrazione: Io, Gesù, io sono tutta tua e tutto quello che ho te lo offro per mezzo di Maria, mia carissima madre. [...] Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 13b/57 - Nastro archivio AP 10a.bis. Meditazione fatta alle Apostoline durante la Novena dell'Assunta.