Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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LA VOCAZIONE DELLE APOSTOLINE
Esercizi Spirituali

Questa1 mattina facciamo prima la meditazione, perché si possa dopo, durante la Messa, pregare onde comprenderla bene e venire a propositi e a conclusioni buone.
Voglio dire questo: pensare al merito speciale che ha colui che inizia l'istituto; che hanno coloro che son le prime ad entrarvi. Un merito che, poi, le altre non avranno e questo per molti motivi, ma specialmente per tre ragioni.
Anzitutto quelle che entrano, le prime, entrano sulla fede, non vedono ancora che cosa sarà, come si svolgerà, quali risultati avrà: quindi entrano proprio ascoltando soltanto la voce di Dio.
Quelle che entreranno dopo non avranno da compiere un atto di fede così profondo, così grande, come le prime, perché vedranno già, e, come è stabilito, come si svolge l'istituto e le opere che già fa e il modo con cui si compie l'apostolato e si pratica la vita religiosa, si vive la vita religiosa.
L'esempio lo abbiamo nel Vangelo. Gesù aveva ancor da cominciare la sua predicazione, quindi gli Apostoli non avevano ancora veduto i suoi miracoli, non avevano ancor sentita la sua dottrina, non avevano ancora conosciuto la sua vita così santa, così divina. Eppure Gesù va in riva al lago, trova Giacomo e Giovanni che stanno rassettando le, le reti, perché erano pescatori e, senza nessu..., nessun discorso persuasivo, cioè nessun discorso
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per convincerli di quello che a loro chiedeva, dice: Venite qui con me: vi farò pescatori di uomini1.
Ecco. Gesù si era mostrato allora un semplice falegname e poi si era mostrato come un penitente fra i tanti penitenti che erano andati da Giovanni Battista a ricevere il battesimo di penitenza. Giovanni lo aveva battezzato. Che cosa potevano vedere quegli Apostoli per seguirlo? Non aveva ancor mostrato la sua divinità, non aveva ancora mostrato la sua scienza straordinaria, non aveva ancor mostrato il suo potere!
Non capivano che cosa avrebbe fatto, lui semplice falegname. Non avevano certamente l'idea della sua missione e della Chiesa che avrebbe fondato e della missione che avrebbe dato agli Apostoli. Che cosa faremo? Dove ci invita? Che cosa vorrà darci?. Eppure, immediatamente, rispondono sì e lasciano tutto. Lasciano il padre, lasciano il loro mestiere e, cioè, le reti e la barca - il loro mestiere di pescatori - et secuti sunt eum2, e lo seguirono.
Non domandano spiegazioni. E potevano anche dire: Il padre è vecchio, abbiam bisogno di assisterlo, di lavorare per lui! Non domandano spiegazioni e fecero un atto totalmente di fede.
Pietro, poi, un giorno, e quando vide, quando vide quel giovane ricco che non aveva seguito la sua vocazione, Pietro interrogò il Maestro: Noi ti abbiamo seguito e abbiam lasciato tutto: che, dunque, che cosa dunque ci darai?3. Ecco. Gli venne
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dopo una specie di apprensione. Il giovane era ricco e non voleva lasciare le sue sostanze, le sue ricchezze e quindi non seguì Gesù.
Gesù, quando chiama alla perfezione, chiede in primo luogo di lasciar tutto. E gli Apostoli, i due primi Apostoli, dice il Vangelo: Relictis omnibus1, lasciarono tutto.
Gesù allora a Pietro poi spiegò: Voi che mi avete seguito, voi che avete lasciato tutto, avrete il centuplo di grazie sulla terra e poi avrete un bel paradiso nell'altra vita2.
Ma, invece, quei due primi Apostoli chie..., non domandarono nulla: la loro mente si illuminò, la grazia di Dio penetrò nelle due anime e quei due fratelli, Giacomo e Giovanni, subito seguirono Gesù. E così avvenne di alcuni altri dei, degli Apostoli, tanto che quando Gesù diede principio alla sua predicazione e compì il primo miracolo erano già un certo gruppo. Fu alle nozze di Cana, quando Gesù cambiò l'acqua in vino: Et crediderunt in eum discipuli3, allora gli credettero. E questo: Hoc signum fecit, hoc initium signorum fecit Jesus4, il principio dei prodigi.
Così voi, adesso, vedete niente. Dovete far un grande atto di fede nella Parola di Dio, nell'invito di Dio, che risuona all'esterno per mezzo del sacerdote e, credo, risuoni al fondo
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delle vostre anime per mezzo dello Spirito Santo. Quelle che seguiranno non avran da fare questo atto di fede per lui. Avranno altri atti di fede ancora, comuni a tutte le religiose, ma questo è, invece, un atto di fede più profondo, più caro a Dio.
Secondo: e meriterà più grazie per voi. Meriterà più grazie, perché noi riceviamo grazie a misura che abbiamo fede.
Quando Gesù operava i suoi miracoli, di tanto in tanto, si esprimeva così: Fiat tibi sicut credidisti1, la tua fede ti ha salva..., fatto salvo, ecc. Voleva dire: Tu hai creduto che io potessi far questo, hai avuto fede e allora hai tanto di grazia quanto hai avuto di fede.
Ecco. Quando il centurione, che aveva il suo figlio infermo paralitico, diede quella protesta a Gesù, fece quella protesta a Gesù: Non è necessario che tu venga a casa mia; io, poi, non son degno che venga a casa mia per guarir mio figlio!2. E si spiegò dicendo che, come egli era a capo di soldati e comandava a loro, così egli, così Gesù, che era Dio, poteva comandar al male che se ne andasse. Se egli comandava ai soldati e obbedivano, così egli, lui, Gesù, Dio, poteva comandare ai mali e i mali se ne sarebbero andati.
E allora Gesù che cosa disse? Non ho finora trovato tanta fede in Israele!3. Perché era un gentile, era un pagano quello. E Gesù dice che a quelli che eran proprio nella vera religione, la religione di Mosè, non avevano così creduto, non avevano avuto
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tanta fede come questo pagano. Poi si rivolse a lui, a questo centurione e disse: Va', tuo figlio è salvo1. E, cioè, comandò da lontano al male che se ne andò e non fu necessario che entrasse in casa.
E noi sempre citiamo quella protesta che fece il centurione: Signore, non son degno che entri nella casa mia, ma di' solamente una parola e la malattia se ne andrà, cioè il mio figliuolo sarà salvo. E noi diciamo: Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea2.
Ecco. Allora che cosa vi darà Gesù? Centuplo! Voi non potete adesso immaginare quante grazie vi prepara questo Gesù dal suo tabernacolo! Quanta luce in più, quante attrattive egli eserciterà sulla vostra anima, quanta virtù vi infonderà, quanto vi insegnerà a sacrificare tutto per Lui!
Quando Paolo si era, diciamo, convertito, cioè era stato atterrato da cavallo per la luce straordinaria che lo aveva abbagliato, fu condotto a Damasco e il Signore comparve ad Ananìa perché andasse a battezzare Paolo, che allora si chiamava ancora Saulo.
Gesù disse ad Ananìa, che era un po' incerto se andare: Io gli mostrerò quanto debba soffrire per la mia gloria!3. Ecco le promesse: gli farò vedere quanto debba soffrire per la mia gloria, per il mio nome.
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Vi darà lo spirito di sacrificio, in maniera che la donazione vostra a lui sarà completa. E se ognuna corrisponderà alla grazia divina, potrà arrivare ad un alto grado di santità! Ad un alto grado di santità! Comprendete bene questo?
È fra le prime che deve esserci un giardino di viole di umiltà e di rose di carità e di gigli di purezza! E se si corrisponde, voi, voi formerete questo giardino in cui il Maestro Divino, diciamo così, verrà a trattenersi, verrà a comunicarsi alle anime vostre. Sì. Verrà a compiacersi, insieme alla celeste giardiniera che è Maria, che coltiverà questo vostro giardino spirituale di anime consecrate, di anime che han consecrato a Dio il loro giglio e vivono nella umiltà, come la viola sta nascosta, e offrono il loro cuore con tutta l'intensità dell'amore al Signore.
Come è bello essere totalmente di Dio, come è bello! Quindi, grazie speciali, appunto corrispondenti alla fede. Corrispondenti alla fede che avete. E chi crede poco riceve poco, ma chi crede tanto, crede tutto, riceverà tutto.
Oh! Di qui dipendono altre cose e, cioè, la terza ragione, volevo dire. Che le prime hanno il merito di regolare la vita religiosa, di iniziare la vita religiosa: stabilire il modo di vivere, come si osserva la povertà, la ca..., la castità, l'obbedienza. Come si vive la vita di comunità, la vita, la vita comune voglio dire, le occupazioni che, poi, devono essere vostro apostolato, successivamente.
E hi ha questo inizio, chi avvìa tutta la vita di, dell'istituto, quelle che sono le prime, hanno il merito dei meriti che faranno le altre, del bene che farà l'istituto, dei meriti che,
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che man mano compiranno coloro che verranno. E, perché dovranno essere come loro maestre, perché, e, si fa la forma, diciamo così: voi dovete far la forma per le altre!
Quando si preparano queste piccole statue di, di scagliola, si fa la forma in gomma, con la gomma, o con altro materiale che si liquefa facilmente e, poi, si infonde successivamente la, la scagliola, il gesso fuso, liquefatto e ecco che viene fuori; poi si lascia indurire e si toglie la forma ed ecco resta la statua, supponiamo, di Maria.
Siete la forma: le altre devono poi camminare secondo la vostra forma, formarsi secondo la vostra forma, come vivete voi. Impareranno da voi. E più sarete sante, adesso, e più le altre si faran sante.
Quindi una responsabilità davanti al seguito e alle altre che verranno, che vi seguiranno. Una responsabilità: se noi siam poco santi faremo poco, faremo poche sante, ma se, dovete dire, ma se noi siamo sante, faremo molte sante. Saremo la forma delle altre. E, perciò, godremo già, e, parte dei meriti. Una, avrete una partecipazione dei meriti che faranno le altre, ecco, perché le altre si uniformeranno a voi.
E così dice anche s. Paolo di sé: che si è fatto forma ai fedeli, perché imparassero da lui come vivere. Mi son fatto per voi forma1. E quel, di che forma? Dice: Gesù Cristo, su Gesù Cristo. Io mi son fatto forma su Gesù Cristo2. E voi? Ut daretur vobis
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forma1. Ecco.
Allora, e, occorre pensare che questo è un tempo di straordinaria grazia e questo è un privilegio che vi dà Gesù nel chiamarvi per le prime. E questa è una fortuna. È una sorgente di meriti tanto grande che in cielo ne sarete felici e le altre che seguiranno saranno attorno a voi, in cielo, a cantare le lodi della Regina Apostolorum, vostra madre, protettrice e maestra.
Oh! Queste cose vi devono entrare nell'anima bene e Gesù, che verrà nella vostra anima ve le farà bene comprendere. Ve le farà bene comprendere. E, poi, lo Spirito Santo in, comunicherà una luce, affinché abbiate quelle grazie che il Signore vi ha destinate. Possiate corrispondere, poi, a queste grazie che il Signore vi ha destinate.
Ascoltare, dunque, la Messa con queste intenzioni, poiché si tratta anche di altre cose. C'è più sacrificio in principio. La vita non è ancora così organizzata; poi sottomettersi nell'obbedienza a chi, per adesso, sempre si è sempre comportata, come diciamo, compagna, come amica. E finora siete vissute insieme al modo di amiche, pur avendo già, parecchie di voi, i voti privati.
Ecco: più sacrificio! Ci vuole più donazione, maggiore obbedienza, più disposizione a passare, e, fra le difficoltà, perché, da principio, non sarà subito compreso il vostro apostolato. Ma è già ben compreso alla Congregazione dei Religiosi perché, già diverse volte, alla Congregazione dei Religiosi, mi domandano informazioni: se vi sviluppate, se capite la vostra missione, se corrispondete ad essa.
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Poi, l'iniziar l'apostolato, per le prime volte, vi darà delle delusioni, in modo tale che, come Gesù non prometteva dei beni di terra, agli Apostoli non diceva: Seguitemi, vi farò ricchi! No, no! Seguitemi e vi darò i primi posti nel regno mio! E quando quella madre, la madre di, dei primi due apostoli, Giacomo e Giovanni, domandò a Gesù: Ho una cosa da dirti. Gesù rispose: Parla. Di' così, ordina così: che questi due miei figli (cioè Giacomo e Giovanni), nel regno tuo, siano i primi ministri, uno sieda alla destra e l'altro alla sinistra1.
Eh! Avevano paura che Pietro passasse primo! E, sì. Perché aveva avuto anche dei segni di preferenza Pietro: Sopra di te fonderò la mia Chiesa2. Cosa rispose Gesù? Non si, non rispose alla madre, perché le madri per i loro figli alle volte sono cieche. Si rivolse a loro e disse: Potrete bere il calice che berrò io?3. E loro pronti, si credevano di dover parlare di un, di bere un bicchier di vino, forse: Siamo pronti... Possumus4, possiamo. E non avevan capito niente, che avrebbero dovuto bere il calice della passione, quel calice che Gesù ricevette nell'orto, quando si preparava, il giovedì sera, per le ore dolorosissime che stavano per seguire! Berrete il calice che berrò io e non altri5. Sì, avrete difficoltà: quindi non promettiamo cose che su questa terra vi
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rendono felici, vi renderanno felici in cielo.
Quando comparve Nostra Signora a Fatima, cosa disse ai bambini? Non vi prometto di essere felici sulla terra. Ecco, così Gesù. Ma Gesù vi infonderà tante consolazioni, tante grazie per cui, anche nel sacrificio, sarete felici. Felici di sacrificarvi per Gesù e per le vocazioni e per le anime. Comprenderlo bene questo, fino in fondo.
Allora con letizia, perché la vostra vita ha da vivere, ha da essere in letizia e gioia, ma non al modo mondano, perché si va a un divertimento, ma perché si segue Gesù sul Calvario. Ma dopo il Calvario c'è il monte dell'ascensione al cielo e c'è la gloria eterna in paradiso.
Gesù non ci conduce solo al Calvario: ci chiede sacrificio, ma, dopo la morte, c'è la risurrezione di Gesù, c'è la sua ascensione al cielo e anche noi seguiremo questa strada. Riceverete il centuplo e possederete la vita eterna1 e porterete anche molte grazie alla vostra famiglia.
E non si perdono i genitori che danno una figlia al Signore! Se lo fanno con retta intenzione, per Gesù, avranno molta grazia, si salveranno e, poi, questi genitori saran contenti, in morte, di averli offerti come tanti gigli a Gesù, averli offerti come un po' del loro sangue perché siete dei genitori, un po' del loro sangue, come il più bel fiore della famiglia a Gesù. Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 3c/57 - Nastro archivio AP 5a. Meditazione fatta alle Apostoline - Castelgandolfo l'8 agosto 1957 in occasione degli Esercizi Spirituali.

1 Cfr Mt 4,19; cfr Mc 1,17.

2 Mt 4,22; Mc 1,18.

3 Cfr Mt 19,27; cfr Mc 10,28; cfr Lc 18,28.

1 Cfr Mt 4,22.

2 Cfr Mt 19,28-29; cfr Mc 10,29-30; cfr Lc 18,29-30.

3 Gv 2,11.

4 Gv 2,11.

1 Mt 8,13.

2 Cfr Mt 8,8-9.

3 Cfr Mt 8,11.

1 Cfr Mt 8,13.

2 Missale Romanum, Canon Missae.

3 Cfr At 9,16.

1 Cfr Fil 3,17.

2 Cfr 1 Cor 4,17 e 1 Cor 11,1: “Imitatores mei estote, sicut et ego Christi”.

1 Cfr Fil 3,17.

1 Cfr Mt 20,20-21.

2 Cfr Mt 16,18.

3 Cfr Mt 20,22.

4 Cfr Mt 20,22.

5 Cfr Mt 20,22-23.

1 Cfr Mt 19,29; cfr Mc 10,30.