Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

CASTITA'
Esercizi Spirituali

Nella1 consecrazione al Signore, in secondo luogo, preghiamo Dio, nostro amore, coi suoi sensi. Questo è la, è come la seconda sorgente dei meriti per la nostra vita religiosa. Sì. Si dà al Signore la mente, il cuore, la fantasia, la memoria, l'immaginativa. Si dà al Signore il, il nostro corpo coi suoi sensi, cioè la vista, l'udito, la lingua, il tatto. Tutto.
Vi è la parte negativa nell'obbedienza e vi è la parte positiva. Nella castità vi è la parte negativa e vi è la parte positiva. Cosa vuol dir negativa? Ciò che non si deve fare. E vi è quello che si deve fare, che è positivo.
Quale è quello che si deve fare? Amare il Signore con tutto il nostro essere. L'uomo, particolarmente la donna, inclina ad amare e l'amore è naturale, ce lo ha messo Iddio in noi la tendenza, il voler bene. Sì, la tendenza e il voler bene l'ha messo Iddio in noi.
Ora non è che con la castità si renda sterile questa facoltà, questa inclinazione che si ha ad amare. Si sublima, invece. Invece che amare una creatura si ama Iddio e nelle creature si amano le anime in modo speciale. Ecco.
Amare il Signore, lo sposo divino Gesù Cristo. Non c'è che si perde uno sposo, se lo, lo si cambia in uno sposo che non muore, in uno sposo che è tutto spirituale, in uno sposo che comunica consolazioni vere, in uno sposo il quale stringerà l'anima a
~
sé già sulla terra. E quante volte si gode infatti consolazione nella comunione, ad esempio! E stringerà a sé l'anima specialmente in cielo: amore eterno, perpetuo.
Quando si dice faccio la professione, o mi consacro al Signore, si, si dice, e, io scelgo l'amore di Dio. E quando si dice professione perpetua, vuol dire amore perpetuo. Perpetuo. Questa è la parte positiva. Quanto più uno si spinge nell'amore a Gesù, tanto meno si sente portato ad amare delle creature, sensua..., sensibilmente. Perché amare, per esempio, i bambini? Perché si fa loro del bene nella scuola? Questo è un amore soprannaturale, un amore prezioso, che gradisce Iddio, e che sempre qualunque anima consecrata a Dio deve tenere.
Quindi la castità non distrugge l'amore, ma lo nobilita nel bene e, poi, lo eterna, lo rende eterno. Caritas manet in aeternum1: eternare l'amore.
Oh! Questa è la parte positiva: eccitarsi grandemente a questo amore. Diversamente, eh!, la castità non si capisce gran che, ma quando si ama Iddio con tutto il cuore, con tutta la mente, allora si ha timore di qualunque cosa che ci distacchi dal Signore. Quindi s. Paolo diceva: Chi mi separerà da Gesù Cristo, dall'amore a Gesù Cristo? Chi mi separerà?2. E diceva: Né la morte, né la vita mi separerà, né la minaccia della morte mi separerà da Gesù Cristo, né le promesse di vita lunga, o di beni su..., beni
~
terreni, mi separerà da Gesù Cristo1. Ecco: Né la spada - dice - né la fame, niente mi separerà dall'amore di Gesù Cristo2.
Oh! Quanto è già stabilito in noi l'amore a Gesù Cristo? Si sente già nell'anima che questo sposo divino che in, in eterno sarà nostro, questo sposo divino?
Ecco, allora, che volendo conservare la castità uno si obbliga col voto. Perché è più perfetto il voto, o più perfetta la virtù? La virtù che deve spingerci all'amore puro verso Dio.
Il voto è ordinato, è un aiuto ad amare solo Iddio. Quindi il voto è per distaccarsi dalle cose sensibili, onde lasciare che il cuore si orienti verso Dio e si incentri in Gesù. Il voto, per esempio, ci allontana dai pericoli e allora, se non ci sono pericoli, l'amore verso Dio andrà meglio.
Quindi il voto è ordinato alla virtù. Vediamo cosa dice del voto. Col voto di castità le religiose si obbligano, in forza della virtù della religione, ad osservare il celibato3. Avendo, cioè, amato Gesù, rinunziano ad un amore terreno, a un amore quale è lecito a coniugi: è questo il sacrificio che si fa.
Ma non sentono la tendenza le suore, le figlie? Certo! La tendenza dell'unione in campo umano l'ha messa Iddio, quando ha creato Adamo ed Eva. Ma il sacrificio della castità sta nel sentire e non acconsentire: far, cioè, un sacrificio come fece Maria, come fece Maria, che prima dell'annunciazione ella aveva il voto quando disse: Quomodo fiet istud, quoniam virum non
~
cognosco1; dovrei diventare madre, ma possibile?, perché io non ho relazione con nessuna persona.
Oh! S'intende relazioni matrimoniali. E allora l'angelo assicurò che sarebbe diventata madre miracolosamente. Ma ella aveva il voto, come aveva il voto s. Giuseppe e, tuttavia, il matrimonio è vero, perché non è necessario che due, sposandosi, e, usino del matrimonio. Non è necessario che uno, acquistando un campo, e ne voglia godere, voglia goderne i frutti. Oh! Quindi fu vero il matrimonio tra Maria e Giuseppe, pure volendo rimanere vergini. Questo, però, richiede sempre il mutuo accordo. Oh! Il mutuo accordo, eh! Il mutuo consenso.
Oh! Dunque la figliuola fa un sacrificio di questa sua tendenza, un sacrificio di quello che per ordinario vanno cercando le figliuole, le giovani: un sacrificio al Signore per amare solo lui, direttamente lui, Gesù.
Maria optimam partem elegit2, scegliendosi la parte ottima, o il meglio: quindi il celibato.
Si obbligano a osservare il celibato e poi ad evitare ogni atto interno ed esterno contrario al sesto e nono comandamento3.
Ogni atto interno e esterno: per esempio un desiderio brutto, per esempio fanno un pensiero cattivo seguito volontariamente. Delle cose non, non volute ne passan tante per la nostra fantasia, per la nostra testa, o nel nostro cuore, ma è solo il consenso
~
che fa peccato. Non è il gusto del male che costituisce il peccato, è, non è il senso che fa peccato, voglio dire, il sentire, ma è l'acconsentire: voglio proprio quei pensieri lì, voglio proprio fare quella cosa lì. E, e allora, desiderando una cosa che non è lecita, ecco, c'è il peccato.
Il peccato prima si fa sempre col pensiero e col sentimento interno, si fa sempre internamente il peccato. L'atto esterno, supponete un libraccio cattivo, prima si acconsente, si va a comperare il libro, o si fa imprestare, o si guarda che è un libro cattivo: prima è il pensiero, ma il peccato è già interno, già fatto; poi l'atto esterno viene poi dopo, ma il peccato è sempre prima interno.
E moltissime volte c'è il peccato interno e non c'è l'esterno! Quanti desiderano di rubare! Ah, se potessero prendere i soldi, o il portafoglio a, a, a qualche ricco, qualche benestante, quanto lo farebbero volentieri! Ma, poi, non lo fanno perché ci sono i carabinieri, non lo fanno per non venire scoperti, ma il peccato vi è già tutto. Quindi proibito ogni atto interno od, ed esterno.
Atto esterno, ho detto: leggere un libraccio immorale, assistere a una rappresentazione immorale, sentire cose, discorsi [...] immorali, contrari al sesto comandamento, e al nono, cioè non desiderare la donna d'altri1: con quel comandamento son proibiti desideri cattivi.
Oh! Per la virtù della castità la religiosa non solo stima ed ama la castità perfetta, ma diligentemente evita quanto può anche solo
~
minimamente offenderla e adopera i mezzi che possono concorrere a custodirla intatta1.
Se si frequentano persone non buone, se si vedono spettacoli non buoni, se si leggono, leggono libri non buoni, se si guardano figure non buone, se si danno sguardi non buoni, se si discorre di cose non buone, e se si stanno a sentire certe canzoni, canzoni o ar..., o ariette, e, o si assiste a certi spettacoli di varietà, o trasmessi per mezzo della radio e della televisione, oppure che si vedono nella pellicola, cinema, o vedere a far cose brutte, ecc., ecco, tutto questo è pericoloso ed è pericoloso specialmente tener relazione e guardare ciò che non va bene guardare.
Ecco, il giglio deve essere custodito: per poco che si tocchi, si guasta, perde un po' del suo colore e della sua vaghezza, il giglio. Così la castità è una virtù delicata: e basta un, un atto per mettersi in peccato grave, o un desiderio veramente acconsentito.
Quando si dice: Io penso a questo, potessi fare questo!. So che è peccato e lo faccio lo stesso: è allora che è veramente acconsentito. So che è peccato e lo faccio lo stesso!
Perché molte cose passano per la mente, e pure eccitano un po' il sentimento, ma non sono volute né acconsentite e tanto, poi, tanto meno sono peccato quando sono combattute. Come si deve fare? Raccomandandosi alla Madonna.
Il sogno non voluto, non desiderato prima, non è peccato, anche
~
se il sogno è cattivo, sì. E anche se, svegliandosi, la persona si accorgesse che stava pensando, oppure avveniva una qualche cosa che non era buono, si raccomanda alla Madonna e si volge la mente ad altro.
Ecco. La cosa materiale non offende il Signore, è il solo, il, la volontà che fa il peccato, quando acconsento: lo voglio. Non basta il senso, ma ci vuole il consenso.
Quindi tutti i mezzi dice di adoperare. Ecco. Vi sono persone che sono delicate, adoperan tutti i mezzi; vi sono persone scrupolose che adoperano dei mezzi non necessari. Se noi volessimo evitar tutte le occasioni e, dovrebbe, bisognerebbe uscir dal mondo, dice s. Paolo! E nel mondo ci son tante occasioni! Bisognerebbe uscire dal mondo. E come fareste a andare a scuola con quei giovinotti? Allora ci sarebbe sempre qualche rischio. Allora ci si fida sulla Madonna, si fa il proprio dovere e la Madonna ci custodisce. Ci custodisce.
E anche se per obbligo si deve studiare un libro, o si deve leggere perché lo ordinano gli insegnanti, allora la Madonna custodisce, si fa l'obbedienza, ci si ferma il meno possibile e pertanto si deve prendere, non è vero? Si deve prendere.
Quindi niente scrupoli, ma delicatezza di coscienza sempre. Vi è una cosa da notare: che sul peccato di castità non si dà quantità di materia. Che cosa significa? Se uno ruba due soldi, non fa peccato grave, ma leggero; se ruba un po' di pesche, purché non si arrivi a una, a una somma considerevole, è solo veniale. Ma quando si tratta di purezza, o non c'è peccato o è grave per sé, in sé, perché la materia è sempre grave. Non si tratta di due soldi, o di 2.000 lire, ma è sempre la materia grave. Due
~
soldi sono materia veniale, 2.000 lire sono peccato, sono materia grave.
Oh! Tuttavia può esser veniale anche un peccato di purezza, contro la purezza, sì. Non, non ci ha quasi badato, oppure era mezzo addormentato, quello che, quello stato che si chiama dormiveglia. Allora la materia è grave, ma non c'è stata tutta l'avvertenza e tutto il consenso e viene leggero soggettivamente. Materialmente, in sé, sarebbe grave, ma siccome l'atto non era perfetto, l'avvertenza della mente e il consenso non erano compiuti del tutto, gli atti del tutto, allora è solamente veniale.
E però, nell'accusarsi, non discendere a troppe particolarità. Alle volte basta dire che c'è stato immodestia e basta. Qualche volta potrà aver bisogno di fare qualche domanda, il confessore: allora si risponde.
Le simpatie, eh!, facilmente portano a, a qualche cosa che poi può scambiarsi in affetto disordinato. C'è da notare questo: che quando si ha antipatia con una generalmente, poi, viene la simpatia con un'altra. Perché il cuore è fatto male: se non ama tutti in generale, si attacca ad una persona, che può essere la nostra compagna stessa.
Nelle relazioni stesse con le compagne - con le suore - si evitino le speciali familiarità e i segni di affetto troppo naturali1. Naturale: i segni troppo d'affetto, le mani addosso, ad esempio.
Oh! Questa diligenza la suora usa pure con le persone
~
estranee, anche parenti, con cui dovesse trattare per dovere1. E questo vuol dire di non andare all'eccesso, perché ci può essere una relazione non buona anche con persone che sono parenti, e, perché la relazione si è spinta sopra un terreno che non era il terreno lecito. Certo, se il terreno non è lecito.
Custodire il cuore, quando si è deciso di darlo al Signore, custodirlo da ogni affetto terreno!
Oh! Particolarmente vigilanza con le persone dell'altro sesso, astenendosi da discorsi e relazioni non necessarie, o tenute all'insaputa della, all'insaputa della superiora2.
Vedete, le suore vere, già formati gli istituti ecc., generalmente hanno la disposizione, per regola, di non andare da sole, e, perché ci può sempre esser pericolo: ma accompagnate, in due, il pericolo è già allontanato. Il pericolo è già allontanato. Tuttavia ci possono essere delle eccezioni, sì, ci possono essere delle eccezioni. E tuttavia, ancora, ci possono essere delle necessità, delle vere necessità.
Sempre devono adoperare la vigilanza3 che vuole Gesù e, quindi, la mortificazione degli occhi e anche del corpo. Lo, quando c'è pigrizia ci sono più tentazioni. Quando ci sono go..., golosità, ci sono più tentazioni. Soddisfare il corpo del tutto porta, poi, più alle tentazioni: bisogna disciplinarci nella vita!
Laboriosità, comunicazioni serie, per amore di Dio, fare le cose
~
con entusiasmo. Poi, ogni volta che si è proprio tentati, anche denunziare il diavolo, la tentazione al confessore, o a chi guida, secondo si ha più confidenza, e perchè, perché il demonio denunziato ha paura: come un ladro che è scoperto si dà, se la dà a gambe, così il demonio denunziato.
Oh! Nello stesso modo è necessario, per noi, la devozione a Maria e far delle belle confessioni e belle comunioni.
Poi, vi è questo: che chi è superbo nello spirito viene umiliato nella carne, alle volte commette poi dei peccati che non voleva assolutamente commettere.
Oh! E c'è grande merito a stare vergine per tutta la vita! Un merito immenso! Perché vivendo sempre, poi, in comunità e non in famiglia, si vive in una vita più sacra, si guadagna il doppio merito, perché la moglie fa passare il suo amore a Dio attraverso al marito, lo divide. Come dice s. Paolo: Divisus est1, è diviso il suo cuore. Ma la suora lo ha tutto di Dio: ecco il doppio merito in tutto quel che fa, in tutta la sua vita, nei respiri e nei sentimenti del cuore, sempre! L'altra lo ha diviso, il merito, sia pure una donna santa. E abbiamo delle donne sante: celebriamo lungo l'anno, e la, la festa di parecchie vedove ma, vedete, le mettono sempre distinte dalle vergini, sempre distinte dalle vergini. Perché le vergini, in paradiso, hanno un posto speciale e sulla terra, nell'ufficiatura, nelle Messe, nell'ufficio, nel breviario sono distinte. Sono distinte.
Quindi ci può essere una madre di famiglia, come la mamma di
~
s. Agostino, s. Monica. Essa fu perfetta come madre, ma non può assolutamente guadagnarsi i meriti delle vergini. E vi è una distanza immensa tra una sorella che si sposa e quella che si consacra a Dio. Il cuore tutto di Gesù! Ma bisogna, però, ricordarsi che ci vuole: purezza della mente, purezza del cuore, purezza della fantasia, purezza della immaginativa, eh!
Però, chi si abitua a obbedire è molto più facilmente umile nei sensi. Il Signore in merito dell'obbedienza dà questa purezza. Oh, sì! Dà questa purezza.
Dunque, cosa ci vuole per conservare la purezza? Quello che ha detto Gesù: Vigilate et orate1.
Evitare le occasioni. E propongo di fuggire tutte le occasioni prossime del peccato2. Ci sono occasioni che non si possono evitare, come ho detto se avete d'andare a scuola, andare in ufficio, ecc. E vi sono delle occasioni, invece, che si possono evitare, evitare, perché non sono necessarie.
E le occasioni prossime del peccato: quelle lontane non siamo obbligati ad evitarle. Non siamo obbligati. E i conventi han tutti le finestre, non è vero? Le finestre possono dare occasione alle suore di guardare, e di fronte c'è un altro palazzo. Devono forse dire di fare le case senza finestre? No, quelle non son occasioni prossime di peccato. Certo una può guardare dalla finestra persone che, con cui forse può poter cadere, o verificarsi qualche pericolo [...].
Oh! Allora le occasioni prossime, sì, quelle che possiamo
~
noi, con la diligenza, evitare nella vita.
Sì, ma osservare e decifrare in noi l'amore a Gesù, sempre più unite, sempre più unite: questo è la vocazione.
Quello che fa più propriamente la suora è l'obbedienza, la persona religiosa, è l'obbedienza; quello che, invece, la fa perfetta, la religiosa, è l'amore al Signore. Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 5a/57 - Nastro archivio AP 7a-b. Meditazione fatta alle Apostoline - Castelgandolfo il 9 agosto 1957 in occasione degli Esercizi Spirituali.

1 Cfr 1 Cor 13,8.

2 Cfr Rom 8,35.

1 Cfr Rom 8,38-39.

2 Rom 8,38-39.

3 Art. 149 delle Costituzioni.

1 Lc 1,34-35.

2 Lc 10,42.

3 Art. 149 delle Costituzioni.

1 Cfr Es 20,17; Dt 5,21.

1 Art. 150 delle Costituzioni.

1 Art. 151 delle Costituzioni.

1 Art 151 delle Costituzioni.

2 Art. 152 delle Costituzioni.

3 Art. 152 delle Costituzioni.

1 1 Cor 7,34.

1 Mt 26,41.

2 Cfr “Atto di dolore”.