LA VOCAZIONE RELIGIOSA
Esercizi Spirituali
Il1 Signore, creando un'anima, abbiamo considerato, dà a lei inclinazioni in proporzione delle, della vita a cui è destinata, della missione che deve compier sulla terra.
La donna ha sulla terra una missione sua propria e, in generale, la giovane, arrivata a una certa età, deve scegliere tra la famiglia e la vita religiosa, perché bisogna preparare anime al cielo. E la mamma prepara i suoi figli al cielo e la suora si fa una famiglia più grande: preparare al cielo molte anime.
La vita religiosa prepara ad una figliuolanza più larga e la s..., la missione, che ha la donna - di madre - non viene tolta, viene elevata. Viene elevata così: che la suora, prima di tutto, guarda specialmente le anime, cioè guarda le persone in ordine all'eternità, alla loro salvezza.
Poi la suora ha una famiglia più grande in quanto che dovrà, dovrà rivolgere la sua missione a molte persone. E quando sarà al giudizio di Dio, avrà attorno a sé le anime che ha aiutate a salvarsi.
La donna, in generale, è aiuto dell'uomo, così l'ha creata Iddio. Faciamus ei adiutorium simile sibi, disse Gesù2. Creeremo un aiuto all'uomo - dopo che aveva creato Adamo - il quale sia simile a lui. Un aiuto.
E la donna aiutò l'uomo in tutte le forme perché, oltre che
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divenir madre rispetto ai figliuoli, ella dà il maggior contributo all'educazione dei figli. I figli vengono più, vengono educati più dalla madre che non dal padre. La donna, d'altra parte, deve condurre, in generale, più vita di casa, più che vita esterna, che vita pubblica. È il suo carattere, è il suo spirito, è la sua tendenza, è la sua personalità che vogliono così. Questo aiuto all'uomo la donna lo dà nelle cose naturali, in una famiglia.
Ma nella Chiesa cosa abbiamo avuto? Nella Chiesa abbiam avuto Gesù Cristo, il redentore e Maria corredentrice. Cosicché la Vergine è stata aiuto al Redentore.
Anzitutto ne è la madre, gli ha dato un corpo formato col suo sangue verginale e poi ha custodito, nutrito, allevato colui che un giorno doveva essere il Maestro dell'umanità e l'Ostia santa e Sacerdote eterno.
E Maria ha accompagnato Gesù nella via, vita privata, anche quando Gesù era già adulto ed era il, il padrone della bottega, diciamo. Dopo la morte di s. Giuseppe, il padrone della bottega, il falegname del paese, rimase Gesù. Non hic est faber?1, dicevano quei del suo paese quando poi l'han sentito predicare: questi non è il nostro falegname, che parla così bene?
Poi Maria accompagnò Gesù nella vita pubblica e, da una parte, Gesù predicava, dall'altra Maria ascoltava e praticava e si accompagnava con le pie donne. E Maria, con le pie donne, preparavano il cibo e il vestito a Gesù, agli Apostoli. E tante volte quelli che venivano a mangiare erano tanti! Figuriamoci quanti discepoli, non solamente i dodici Apostoli, ma i settantadue
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discepoli vi erano! In memoria dei settantadue discepoli oggi la Chiesa, generalmente, se si compie il numero che è quasi mai compito, ma il punto sarebbe quello: settantadue cardinali. Quasi mai compito, perché appena se ne nominano, ne passano in paradiso altri.
E Maria accompagnò Gesù nella passione, andando su, nella 'via crucis'. E Maria assistette alla sua morte e offrì la vittima divina per la redenzione dell'umanità. Finché Maria, il giorno dell'Ascensione di Gesù, con gli Apostoli accompagnò Gesù al monte dell'Ascensione dove Gesù lasciò definitivamente gli Apostoli e salì al cielo.
Quindi nella redenzione, nella cristianità, nella cattolicità, nella religione nostra: un uomo, una donna. Maria con Gesù; Gesù con Maria: la redenzione si compì.
Ora, nella Chiesa, continua così: il sacerdote e la suora, ciascheduno nella sua parte. Ciascheduno nella sua parte. La donna come donna e, nel nostro caso, la suora come suora e il sacerdote come sacerdote.
E la loro opera si unisce in tanti punti. Per esempio, per voi: se il sacerdote deve formare i ministri di Dio, le vocazioni eccle..., religiose maschili e i sacerdoti secolari, la suora li prepara. E il vostro ufficio sarebbe questo, specialmente, di cercare tutte le vocazioni.
Allora, che cosa abbiamo? Allora abbiamo questo: che la cristianità, la cattolicità, la religione continua come ha cominciato: Gesù Cristo, Maria, ciascheduno nella sua missione. E continua il sacerdote e la suora.
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E, oggi, ci dovrebbero essere tanti sacerdoti da trovarsene uno ogni mille abitanti e tante suore da trovarsene tre ogni mille abitanti. Il numero sarebbe così, perché la donna, la suora, ha tanti uffici nella Chiesa, per cui occorrono di più suore. Occorrono di più, perché devono prendere degli uffici, degli incarichi numerosi, che adesso non è il caso di star a ricordare.
Ecco l'ufficio della suora: l'ufficio di Maria, proporzionato.
Dicono in Oriente: Gesù Cristo è il s..., è Gesù Cristo ed il sacerdote è un secondo Gesù Cristo. E aggiungono: e la suora è una seconda Maria. E quindi non la chiamano, gene..., in molti luoghi, suora, la chiamano Maria. Tutte le suore son Maria per loro! In certe regioni, e specialmente nell'Oriente, la suora è chiamata Maria. Chi son quelle persone che vestono così?. E son le Marie, dicono!
Oh! Adesso, però, perché la donna faccia questo ufficio, ho detto, più perfettamente, più compi..., compitamente e sia proprio collaboratrice del sacerdote, non basta l'Azione Cattolica, ci vuole la vita religiosa. Perché, allora, la suora si dà tutta alle opere di salvezza delle anime e, quindi, è sempre a disposizione di tutto quel che la Chiesa ordina. C'è però questa differenza, non è vero? Che la suora, cioè la religiosa, opera nella Chiesa più che in una diocesi e più che in una parrocchia, perché le suore son tutte soggette al Papa. Il loro superiore maggiore è il Papa, il quale ordina, dispone a mezzo della Congregazione dei Religiosi, che è un ministero ampio, abbondante. E quante iniziative hanno adesso alla Congregazione dei Religiosi! Ma il superiore è sempre il Papa.
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Ecco. Ho domandato l'altro giorno all'Amministrazione dei beni della Santa Sede una cosa che dipende di là. Ecco, subito, però: Noi facc..., prepariamo tutto questo, ma la decisione va al Papa. Sentiremo cosa dirà Pio XII sopra questa questione. Ecco, perché è il superiore. Nelle cose ordinarie, minime, dispongono liberamente, ma nelle cose che han conseguenza, si pone caso per caso al Papa: cose di maggior conseguenza e generali.
E così il Papa, prima di prendere un istituto sotto di sé, e lo lascia per un certo tempo sotto il vescovo. Poi, se l'istituto ha buona relazione, ha fatto bene, lo prende sotto di sé e, allora, diviene di diritto pontificio, mentre che prima è di diritto diocesano. Vi sono, però, opere tali che son subito di diritto pontificio, cioè alla disposizione del Papa.
Oh! Allora l'organizzazione è questa: il Papa, la Santa Sede in generale: superiori massimi. Sotto vi deve essere, ogni isti..., sotto, deve stare ogni istituto. E allora le superiore devono essere sommamente obbedienti alla Santa Sede. E, invece, chi è sotto le superiore, deve stare totalmente dipendente dalla superiora, dalle superiore, secondo le case, secondo le circostanze particolari. Questa è l'organizzazione.
Quando, poi, un istituto si, si ingrandisce, che ha case in parecchi luoghi, allora si divide in province, ecco, come una nazione quando è grande si divide in province. Non si divide in province San Marino, non si divide in province il Lussemburgo, ma qua, qua l'Italia, è divisa in province. E così le nazioni grandi, sono per regolare e facilitare l'amministrazione e la direzione.
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Oggi, poi, l'amministrazione e direzione è un po' più centrale, perché più son più facili i mezzi di comunicazione. Una volta, per spedire una lettera in Giappone, bisognava che partisse sei mesi prima, almeno; adesso in due giorni arriva. Quindi le cose son molto variate. Questo è l'esterno degli istituti nella Chiesa di Dio.
Oh! Andando avanti, come è organizzata la vita religiosa? Vi sono questi punti. L'aspirante entra e, per un certo tempo, cerca di conoscere l'istituto com'è, se le va: perché è libera la vocazione, non è vero? E l'istituto conosce lei, se ha le attitudini. Sono due persone che si avvicinano: l'istituto, diciamo così, persona morale, e l'aspirante, persona fisica, per conoscersi e vedere se l'uno fa per l'altro.
Ecco. Si avvicinano, in sostanza. Quando, poi, l'aspirante si trova contenta e l'istituto vede che ha le attitudini, le qualità per la vita religiosa, almeno per quanto già si può conoscere, passa al postulato e diviene postulante. La postulante sta circa un anno in quella posizione. E, alle volte, vengono vestite subito con abito religioso entrando in apostolato, nel postulato; altre volte più tardi, secondo gli istituti. Lì vi son delle cose che sono libere, ma la sostanza è quella, però, i passi sono quelli.
In quel tempo del postulato l'aspirante viene più formata e l'istituto se ne occupa di più e l'aspirante, comi... cioè la postulante, comincia a fare un po' la vita religiosa: negli orari, nelle pratiche di pietà e nelle occupazioni della giornata. E lì può esser destinata a studiare (e, e del resto l'istruzione ci deve sempre essere) e lì può essere destinata, invece, ad altre
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occupazioni. Ad altre occupazioni. Se l'istituto è missionario viene destinata ai catechismi, per esempio, oppure viene destinata a imparare l'ufficio di stampa. [si interrompe]
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1 Nastro originale 3b/57 - Nastro archivio AP 4b. Meditazione fatta alle Apostoline il 7 agosto 1957 in occasione degli Esercizi Spirituali.
2 Dio. Gn 2,18. Nel parlato d. Alberione dice: “Ha detto Gesù”.
1 Cfr Mc 6,3: “Nonne hic est faber?”.