XXIII. MARIA (IV) (1)Chiedere il septenarium come avete cantato e cioè i sette doni dello Spirito Santo: la sapienza, la scienza, l'intelletto e poi tutti gli altri doni, specialmente la pietà, la fortezza, il timor santo di Dio. Il settenario è per il progresso. I doni dello Spirito Santo son per accrescere le sette virtù: fede, speranza e carità, e poi <la for> la prudenza, la giustizia, la fortezza <e> e tuttavia la virtù che domina e quindi la temperanza.
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Chiedere il settenario, i sette doni dello Spirito Santo per il progresso, perché per una vita religiosa il fermarsi è perdere. Sì, vuol dire indietreggiare! Non si può stare fermi perché, se anche una persona vuole stare ferma e quindi non cedere in certe tentazioni ecc., lo stare fermo vuol dire perdita. Perché? Non hai seguito l'aiuto di Dio, e cioè non progredisci. Allora si perdono le grazie, si perde il tempo. Il che vuol dire andare indietro, cioè responsabilità davanti a Dio, al quale dobbiamo poi rendere conto del tempo e quindi della corrispondenza alla grazia.
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Abbiamo ricordato i quattro punti, cioè quello che mette sul pianerottolo più elevato, la ricerca della gloria di Dio. Poi, come mezzo, la nostra santificazione, e terzo: questa santificazione in Gesù Cristo via verità e vita. Ora perché noi ci irrobustiamo in Gesù Cristo, perché noi arriviamo a vivere Gesù Cristo, quindi vivit vero in me Christus [Gal 2,20], ecco, l'aiuto è da Maria.
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Maria <ci> ha dato Gesù al mondo e Maria conferisce a noi la grazia per vivere Gesù Cristo, perché si formi in noi Gesù Cristo. Come è la madre di Gesù Cristo, [così] è madre nostra. E ecco, quando Gesù era vicino a spirare sulla croce, vedendo ai piedi della croce stessa <M> Maria e Giovanni: "Donna, ecco [il] tuo figlio (...) /Giovanni/ (a) ecco tua madre" [Gv 19,26-27].
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La grazia di Maria è per facilitar tutto. Facilita l'apostolato, facilita il progresso spirituale, facilita <la> la vita quotidiana religiosa. Con Maria le difficoltà diminuiscono, e d'altra parte, se noi abbiamo una vera divozione a Maria, diventiamo robusti, forti. La donna forte: Maria è stata la donna fortissima. Fortissima! Vedete: assistere alle <tre agonie> tre ore di agonia di Gesù, ma vedere che sotto gli occhi Gesù era spogliato e disteso sulla croce e inchiodato... E i colpi dei martelli <si ri, si ri> si riflettevano nell'anima: Tuam ipsius animam pertransibit gladius [Lc 2,35].
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La donna forte! E assistette: si allontanarono gli apostoli, ma ella era là con Gesù sotto la croce! E poi raccolse tra le sue braccia, quando Gesù venne <schi sch> schiodato, distaccato dalla croce. E' ancora ella che lo ha raccolto, come da bambino, quando era bambino nel presepio. E allora lo ripulì: ripulì il suo corpo dagli sputi che avevano lanciato contro di lui i suoi avversari. Con Maria tutto è più facile. Non lavorare da noi. Lavorare con questa madre nostra.
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E sentire quello che è scritto nel libro - nell'estratto che ho detto di leggere -, la ragione per la quale poche anime arrivano alla pienezza dell'età di Gesù Cristo, cioè quelle che nella vita progrediscono sempre. E perché poche anime soltanto arrivano così alla pienezza <di> dell'età di Gesù Cristo che è dire alla maggiore età? Perché non è abbastanza formata nei loro cuori la divozione a Maria, se stanno così ferme queste anime, e non arrivano alla pienezza, *** (a) a tutte le grazie ricevute, a tutto il tempo <impie> che ci ha dato il Signore e a tutta la corrispondenza per veramente progredire, eh, come dovere principale, sì! Allora, se manca la divozione a Maria, si spiega <quel> quello che è di conseguenza.
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Ecco. Abbiamo da considerare che la divozione a Maria dobbiamo sempre seguirla. Avere questa pietà, questa divozione a Maria. Ma giova leggere quelle parole che sono segnate nel libro (a). Non si tratta quindi di una divozione in più, cioè essere devoti di Maria; ma di qualche cosa di essenziale e fondamentale nella nostra vita cristiana. E cioè è essenziale <la> la divozione a Maria. E' fondamentale la divozione a Maria. Se è essenziale <ci manch> mancherebbe qualche cosa <se> se in noi manca la divozione a Maria e, non avremmo fondamento nel lavoro di santificazione se noi non amiamo Maria.
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Ora Maria ha una posizione di grande <e> elevatezza. E cioè Maria come madre di Dio: una parentela di natura tra lei e Gesù Cristo, il figliuolo di Dio incarnato, una relazione di conseguineità, con Gesù Cristo, e, se si vuole, una certa affinità con tutta la santissima Trinità. Dobbiamo ricordare quindi questo principio: il Signore volle che Maria cooperasse alla redenzione. Sì. Poi il Signore vuole che ella <coopè coo cheo> cooperi alla distribuzione della grazia.
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La grazia è stata già acquistata da Gesù Cristo. Gesù Cristo è l'unico mediatore, ma Maria è mediatrice. E quindi mediatrice verso Gesù; e se Gesù Cristo <è il Si> è il Redentore, Maria è corredentrice. E come la grazia viene tutta da Gesù Cristo, così Maria l'ha distribuita questa grazia, la distribuisce. Noi l'abbiamo da Gesù, ma è Maria <che a> che per noi prega <e per> e a noi comunica questa grazia.
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La divozione a Maria è un segreto per trovare facilità a camminare, per progredire quotidianamente. Il ragionamento è questo: è volontà di Dio che ci santifichiamo.
Prima cosa: volontà di Dio.
Secondo: per santificarsi occorrono le virtù.
E terzo: per praticar le virtù abbiamo bisogno della grazia di Dio.
E quarto: per trovare la grazia di Dio occorre trovare Maria. Ecco il ragionamento. Si capisce allora che uno può progredire quando noi abbiamo vera divozione a Maria perché è più facile.
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Perché vuol dire: Maria ha trovato grazia presso Dio. Invenisti [enim] gratiam apud Deum [Lc 1,30] le ha detto l'arcangelo Gabriele, sì. Hai trovato grazia. Ma anche nell'antico testamento eh, vi sono stati dei santi: e come i profeti, i patriarchi e altre anime buone, sante anche; supponiamo Tobia, di cui leggiamo adesso nel libro. Ora questi han trovato grazia per sé, per santificar se stessi. Invece Maria ha trovato grazia per tutta l'umanità: Invenisti [enim] gratiam apud Deum [Lc 1,30]. La diversità c'è. Ha trovato grazia per tutta l'umanità, come divenne la madre di Dio Maria e <ci> diede Gesù per tutta l'umanità, cioè la salvezza in Gesù Cristo.
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Maria diede l'essere e la vita all'autore della grazia cioè diede l'essere e la vita al figlio di Dio incarnato. Ella è Mater gratiae, Mater divinae gratiae. Ora, perché si arrivi più facilmente, Dio l'ha scelta come tesoriera, amministratrice e dispensatrice di tutte le grazie, conforme al potere <che ha ce> che ha ricevuto da Dio. Tesoriera, amministratrice, dispensatrice; come vi è una cassaforte: è tesoriera e amministra e dispensa.
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Ella distribuisce a chi vuole: prima cosa. Secondo: come vuole distribuire, quando vuole distribuire, e nella misura che vuole, dando le grazie del Padre celeste, la virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo. Quindi i tre ordini di grazie: grazie dell'eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo comunicate a noi e i doni dello Spirito Santo che facilitano le virtù. Ma notare bene quei tre punti.
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Distribuisce a chi vuole Maria. E a chi vuole? A chi è umile e a chi ha fede. A chi vuole! Maria, quando ebbe l'annunziazione da parte di san Gabriele arcangelo, dopo, /alla/ (a) fine <della> del colloquio: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum [Lc 1,38], ecco sono la serva di Dio, sia fatto di me come vuoi. Ancella del Signore, cioè serva di Dio, *** (b). L'arcangelo l'ha assicurata che era la madre di Dio, diventava madre di Dio pur restando [vergine]. E ella si dichiara la serva. Non dice... non si esalta. Sempre la serva di Dio. Così, sempre! Questa è l'umiltà!
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E poi: Fiat mihi secundum verbum tuum [Lc 1,38], come tu hai annunciato il grande prodigio: che in me si radunino <i due prodigi> i due privilegi: la verginità insieme alla maternità divina. Vergine e madre: il miracolo unico al mondo. Miracolo unico. Fiat mihi secundum verbum tuum [Lc 1,38]: credette che il Signore poteva unire insieme alla verginità la stessa maternità divina. A Maria piacciono <le> le anime <e a Ma> e Maria dà alle anime, [a] quelle che hanno le disposizioni che ebbe Maria. Ecco la serva di Dio e fiat: sia fatto di me come vuoi. Ci vogliono le due disposizioni altrimenti non si va, non si riceve. Maria distribuisce a chi vuole, cioè a chi ha umiltà e fede insieme.
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Secondo: Maria dà come vuole. Qualche volta dà la grazia direttamente: illumina un'anima, conferisce un fervore e anche lo spirito di umiltà, ecc. Come vuole. Ma molte volte distribuisce per mezzo di altri. Forse verrà un avviso dal confessore, forse un avviso che viene ispirato <da Ma> da Maria alla superiora o anche a una sorella o anche a una inferiore, o per un fatto che ci fa pensare: c'è stata una disgrazia, ci è morta <la persona una> una persona cara, ci sono i predicatori di esercizi, ecc. Maria dà come vuole: o direttamente o per altri mezzi o per altre persone.
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Quando vuole. Maria dà le grazie quando vuole. La mamma al bambinetto dà un vestitino e <do> quando <il> il bambino è diventato fanciullo, un vestito più grande, e poi quando il suo figlio è arrivato alla maggior età, al suo pieno sviluppo allora <dà la> dà quando vuole. E cioè dà il vestito quando è proporzionato. Quando vuole.
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Vi ha chiamato <alla s> alla vocazione. Quando Maria? Quando vuole. E il noviziato e la professione e il tempo di professione temporanea? Quando vuole. E cioè quando vi trovate in una difficoltà, una tentazione forte, una occasione pericolosa: quando vuole! Cioè arriva la madre quando vuole. Oggi il bambino è ammalato e quindi è il tempo della medicina, e poi il bambino ha fame <e> e sta crescendo ed è robusto. Ecco: quando vuole, cioè quanto ha bisogno <di di> di vitto. Quando vuole, perché cresca.
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E nella misura che vuole. Ogni anima creata da Dio ha un fine nella mente di Dio. Ogni anima deve arrivare a quella data altezza. Se <se> raggiungiamo quell'altezza che è prevista da Dio creatore, allora ci voglion le grazie per arrivare. E molte anime si perdono coi meriti, con le occasioni, ecc. ma a quelle che corrispondono Maria... quando vuole, ma nella misura che vuole ancora. E cioè <dà le> dà la misura delle grazie che son necessarie perché <arriva> noi arriviamo a quell'altezza di virtù e di meriti nel volere di Dio quando ci ha creati. Allora, sì: le grazie dell'eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo, i doni dello Spirito Santo.
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Ora il libro porta una dozzina di argomenti (a) per dimostrare come Maria mediatrice <è è> è colei che ci facilita la strada della santificazione. Se noi vogliamo veramente vivere con Gesù Cristo come l'abbiamo considerato: Maria! Maria ci porta a Gesù. Ci porta a Gesù! E la stessa figura di Maria regina è rappresentata nel senso che Maria dà a noi, offre a noi: Per Mariam ad Jesum e cioè per vivere Gesù Cristo. E che via è? Maria! E come è questa via? Quattro aggettivi: via facile, via breve, via perfetta e via sicura Maria per andare a Gesù, e attraverso Gesù poi si va al Padre celeste al Paradiso. Notando che ci sono delle divozioni a Maria che son vere divozioni e ci son divozioni a Maria <che si> che son false divozioni.
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Quali sono le false divozioni? I devoti critici, i devoti scrupolosi, i devoti presuntuosi, i devoti <inco> incostanti, i devoti ipocriti, i devoti interessati. E questo ultimo è coloro che chiedono solamente grazie materiali, supponiamo la salute o altre cose *** (a): son cose che contentano l'amor proprio. Sono <div> divoti interessati e non /hanno quindi/ (b) una vera devozione.
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Chi invece ha la vera divozione? Divozione interiore, cioè di amore e di stima a Maria; divozione tenera; divozione filiale; divozione santa quando a Maria si chiedono le grazie per progredire nella santità e [nel]le virtù: la fede speranza e carità, ecc. Così vera divozione: la divozione costante quando uno non si carica di pratiche, ma è fedele quotidianamente, /settimanalmente/ (a). Così è divozione santa, è divozione disinteressata quando noi cerchiamo piuttosto che Maria sia amata e che Maria faccia tanti santi.
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Quali siano le divozioni a Maria le conoscete. Ad esempio il santo rosario, l'Ave Maria, l'Angelus, le litanie. Regina coeli, Ricordatevi o Maria, Magnificat. Specialmente consecrare a Maria il mese di maggio <e a Ma> e a Maria consecrare anche il mese di ottobre, mese del rosario. Poi ci saranno delle altre preghiere come il piccolo ufficio della santissima Vergine, e poi le varie iscrizioni, <gli scapo> gli scapolari, la medaglia alla Vergine, ecc.
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La divozione più perfetta è la divozione chiamata divozione di schiavitù a Maria. Schiavitù a Maria: non una schiavitù ché uno è legato <come> come legavano i neri e poi li vendevano schiavi. Qui s'intende <una divoz> una schiavitù di amore. Tanto amore a Maria che l'anima non le nega niente quando Maria con l'ispirazione chiede qualche cosa. Allora <vi è> vi è la divozione <e e> che è chiamata: divozione perfetta. Consta di due parti, cioè: l'atto <di dedi> di consecrazione a Maria e poi vivere la consecrazione fatta a Maria.
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La consecrazione a Maria giova indicarla alla gioventù; cioè che le anime si consacrino a Maria, specialmente le aspiranti, le postulanti e le novizie, affinché con questa divozione a Maria si arrivi a Gesù: per Mariam ad Jesum. E quindi, a suo tempo la consecrazione a Gesù nei voti, nella professione; per Mariam ad Jesum. Però prima di abbracciare questa divozione <e e> e questa consecrazione è bene che ci sia una abbondante istruzione e poi ci sia anche il permesso, il consiglio del confessore. Perché è una cosa che è chiamata perfetta questa divozione, e quindi ci vuole una preparazione. Quando poi si è fatta la consecrazione, tutto venga fatto per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria.
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Adesso, come conclusione, perché la divozione a Maria in noi si radichi bene nel cuore, la si <ami> ami davvero Maria, si voglia imitare Maria. Ecco. Ma qualunque divozione che noi prendiamo di Maria, i frutti, i vantaggi son sei. La santissima Vergine riguardo ai suoi divoti, primo: li amerà con particolare predilezione, premio e garanzia di eterna felicità. Allora, pegno /e garanzia di perseveranza sino all'estremo della vita. Poi: "Mostraci dopo questo esilio, Gesù". L'anima nostra che si presenta in cielo, Maria incontra i suoi devoti e li presenta Gesù che è la felicità eterna dell'anima, il gaudio eterno.
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Ora, ecco i quattro punti, quello che è perfetto e a cui mirare: cercare la gloria di Dio in ogni cosa. Omnia in gloriam dei facite [1Cor 10,31]. Non qualunque cosa, tutto, anche il dormire, anche il mangiare: Jesus dormiebat/ (a) [Mt 8,24]. Gesù entrò in quella casa: Manducare panem. Tutto consecrato, tutte le ventiquattro ore: Omnia in gloriam Dei facite [1Cor 10,31]. Secondo mezzo di arrivare a questa glorificazione di Dio e quindi al gaudio eterno, felicità eterna in paradiso: la santificazione in Gesù Cristo via verità e vita, la nostra spiritualità. La nostra spiritualità. E per avere aiuto: con Maria. Operare con Maria.
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Oh, se fate questo in un anno guadagnerete parecchio, eh! Ma bisogna che leggiate l'estratto anche quando non si capisce, perché è profondamente teologico. Profondamente teologico. Allora con la grazia e poi coi lumi dello Spirito Santo si capirà sempre di più, sì. E così da questi esercizi: un rinnovamento pieno. Tutte in fervore, quasi in gara per camminare più presto su quella... Camminare, voglio dire, su quella scala e arrivare al pianerottolo più elevato e di lì contemplare Dio, e poi, il volo <spicchia> spiccare da quel pianerottolo a Dio. A Dio! Il cielo! Coraggio!
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Benedite il Signore per la congregazione vostra. Ringraziate. E ringraziate [di] tutto quel che vien dato, quel che vien disposto e insegnato. La natura tante volte si ribella eh, si risente. Ma con Maria supereremo tutto. Supererete tutto. Avanti. Sì, il Signore vi ha voluto tanto bene e Gesù vi ha preso nella collaborazione alla salvezza delle anime col vostro apostolato.
Ringraziare il Signore.
Ariccia (Roma)
24 settembre 1964
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(1) Ariccia (Roma) 24 settembre 1964
678 (a) V: omette.
681 (a) R: parola incomprensibile.
682 (a) Cf. Estratto riportato in appendice.
689 (a) R: al.
(b) parola incomprensibile.
695 (a) Cf. Estratto riportato in appendice.
696 (a) Sembra dica: quindi.
(b) R: quindi hanno.
(a) R: settimanalmente.
702 (a) Così T. Omette R. Nastro originale deteriorato.