XI. INCORPORAZIONE A CRISTO (1)La via della santificazione può essere varia. Come abbiamo ricordato ieri sera: la volontà del Signore. In tutto cercare il volere di Dio, oppure l'unione dell'anima con Gesù Cristo, oppure la configurazione della nostra vita alla vita di Gesù Cristo, o la divozione a Maria, la quale porta alle virtù, specialmente all'esercizio della fede, speranza e carità, ecc.
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La migliore e più elevata è <della spi> la spiritualità paolina: la vita in Cristo Gesù via verità e vita. Abbiamo ricordato ieri sera il Vivit vero in me Christus [Gal 2,20], quello che dice s. Paolo: non son più io che vivo, ma vive in me Gesù Cristo. Il quale Gesù Cristo è in noi come egli si è presentato, come si è definito: io sono la via, la verità e la vita [Gv 14,6]. Abbiamo ricordato la via, Gesù Cristo, la via che va al Padre, e poi la verità: la fede, cioè l'insegnamento che Gesù ci ha dato.
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Ora: in Cristo vita, questa sera. La santificazione comunque venga considerata risulta di due parti: la prima è la purificazione e la seconda è la conquista della virtù, cioè della grazia, della grazia che dovrebbe andare crescendo di giorno in giorno nell'anima che vuole santificarsi.
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Prima parte: la purificazione. E' chiarissimo! Nasciamo col peccato originale. Ecco, è necessaria la prima purificazione, è il battesimo che toglie il peccato originale e toglie parte anche delle conseguenze; ma tuttavia molte conseguenze <sono rimast, sono> rimangono nell'anima.
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Purificazione! E il battesimo è stata la grazia prima che abbiamo ricevuto dopo la nostra nascita. Grande mistero quello che nostro Signore Gesù Cristo ha spiegato a Nicodemo, quando quel dottore della legge di notte, per rispetto umano, per non essere veduto, è andato a trovare Gesù dove egli era, <per> a fare un colloquio con lui e Gesù gli ha subito dato l'insegnamento fondamentale: è necessario una seconda nascita. E quale? La nascita spirituale. Prima la nascita...
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Il Signore ci ha dato la vita per mezzo dei genitori e il Signore ci dà la vita spirituale per mezzo del battesimo: in Gesù Cristo! Oh, la prima purificazione, quindi.
Man mano però che il bambino cresce, raggiunge l'uso di ragione e poi va sviluppandosi gradatamente, ecco, il primo sacramento che viene indicato è il sacramento della purificazione e cioè la confessione. Oh, la confessione è una purificazione per mezzo del sacramento. Però vi sono altri mezzi di purificazione fuori del sacramento della confessione.
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L'esame di coscienza è sempre un lavoro di purificazione. Quindi l'esame che si fa al mattino preventivo, l'esame che si fa nel corso della giornata consuntivo, che può essere particolare e può essere universale, cioè che riguarda tutte le virtù, e specialmente l'esame di coscienza <chiu> a conclusione della giornata alla sera, perché l'anima nostra sia del tutto lavata con un atto di dolore sentito, profondo. E allora, se anche nella notte si passasse all'eternità, l'anima è preparata all'ingresso in paradiso. La salvezza!
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E l'esame di coscienza è purificazione. Vi è l'esame di coscienza /quotidiano/ (a), vi è l'esame di coscienza settimanale per la confessione, vi è l'esame di coscienza mensile per il giorno di ritiro mensile, vi è l'esame di coscienza annuale: quello degli esercizi per fare la ricerca dello stato dell'anima nostra.
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Volere scoprire lo stato dell'anima nostra. E particolarmente vedere: l'anno precedente ho fatto gli esercizi spirituali, mi sono impegnato in un punto per un progresso, per un lavoro annuale spirituale. Ecco. Allora si arriva agli esercizi e: i propositi che ho fatti sono stati adempiti? Almeno qualche passo buono si è fatto? <Si è> Cioè si son tolti almeno dei difetti, qualche difetto se non altro. Vedere se l'anno...
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Quando si comincia l'anno scolastico, eh, si vuole fare un programma di studio. Eh, la maestra deve insegnare e la scolara deve imparare.
E così vi è l'anno spirituale che comincia da un corso di esercizi e continua per tutto l'anno e alla fine dell'anno sentiamo di essere un po' promossi, cioè, un po'... Promossi vuol dire progresso. C'è stato? Mi sono liberato da qualche impedimento alla santificazione? Ho fatto qualche passo in qualche virtù? ecc. Ecco: la purificazione.
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Questa purificazione! Vi sono anime le quali son sempre pronte, le quali vivono in abituale raccoglimento. Ecco, di tanto in tanto nel corso della giornata: un esamino di coscienza, un piccolissimo esame <che si> che si contiene in un minuto, interrogandosi: mio cuore, dove sei adesso? Dove sei orientato ? Ecco. E allora ci rivediamo subito e chiamiamo in noi una risposta: forse /il mio cuore è bene/ (a) orientato verso Dio. Oppure in questo momento non è orientato verso Dio. Allora se è orientato: Deo gratias; se non è orientato: Miserere mei Deus. E poi subito un proposito e di nuovo il cuore è messo a posto sulla linea <in cui> su cui si è messo il cuore al mattino quando ha ricevuto Gesù e voleva che tutto l'essere fosse in Gesù: i pensieri, i sentimenti, i voleri. Ecco. Questo si può fare tante volte nella giornata: è una purificazione continuata.
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Quello che ci insegnava di più il nostro direttore spirituale in seminario era: intérrogati: Quid nunc et quomodo Jesus? A ogni momento di raccoglimento della giornata interrogati: se fosse Gesù al nostro posto che cosa farebbe adesso? E come lo farebbe adesso? E allora <se non lo facciamo> se noi non facciamo come Gesù, allora ci mettiamo a posto, ecco.
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Quindi ci sono degli esamini che sono veramente purificatori. Ma qui ciò che però adesso è soprattutto da ricordarsi: prepararsi bene al sacramento della penitenza! A misura che l'esame è diligente, a misura che il dolore è vivo, a misura che il proposito è fermo vi è il progresso, la purificazione dell'anima. A misura, specialmente sui due punti che sono il dolore e il proposito.
Questa è la parte negativa: purificazione perché possiamo arrivare alla santificazione. Ma non basta togliere il male, bisogna mettere il bene e cioè la grazia di Dio in noi.
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Il battesimo non ci ha solamente purificato dal peccato originale, ma ci ha immesso la grazia della vita spirituale. La vita spirituale. La vita spirituale che è superiore immensamente alla vita naturale. E' la vita che procede da Gesù Cristo, egli che ci ha conquistato la grazia, sì.
Ecco i mezzi quindi di progresso spirituale, cioè che la grazia di Dio venga alimentata.
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E' un germe la grazia del battesimo. E' come immettere nel terreno <un> un seme piccolissimo (e può questo ricordarsi anche per il Vangelo e dal Vangelo).
[La senapa è un seme] piccolissimo [cf. Luca 13,19]: è il minimo dei semi, ma poi si sviluppa e cresce e poi <si di> avanti, e stende i rami, e poi dà i fiori, e poi dà i frutti, ecco. Questo è simbolo di ciò che avviene nell'animo la quale <au> cresce in santità. Cresce in santità! Aumentare!
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Perché ci sono <s> persone che sono tanto distinte in virtù? Eh, perché /sono cresciute/ (a) nella grazia di Dio; è aumentata la grazia di Dio <nelle> in quelle anime. E quali sono i mezzi per questo? Prima bisogna però notare due cose. La grazia che abbiamo noi, che riceviamo <nel> dal battesimo è la grazia che ha meritato Gesù Cristo. Quando Gesù <ha>, supponiamo, obbediva [a] Maria e [a] Giuseppe santificava se stesso <essa> e acquistava le grazie per noi. Le grazie per noi!
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Santificarsi vuol dire partecipare a quella grazia che Gesù <ha> ha acquistato per noi nella misura che noi siamo disposti. Occorre quindi ricordare che Gesù Cristo ha compito due parti per la redenzione: primo: ha soddisfatto, ha dato piena soddisfazione per tutti i peccati dell'umanità da Adamo fino all'ultimo uomo che vivrà su questa terra; <la> quindi la sua soddisfazione è intiera. E questa soddisfazione intiera si applica nella confessione e ogni volta che abbiamo il dolore.
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E, allora non c'è mai da disperare perché la soddisfazione che Gesù Cristo ha dato per noi è infinita, e quindi nessuna anima si disperi, <che> quasi che quel peccato fosse troppo grave. Ma se anche l'anima fosse nerissima e fosse coperta di ogni lordura, la soddisfazione di Gesù Cristo è infinita e vale a coprire tutte le iniquità degli uomini. E' infinita, quindi non c'è limite.
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Perciò mai scoraggiarsi quando si è in timore: non abbiamo risposto abbastanza alla grazia di Dio, ecc. No! Il Signore ogni volta che ci pentiamo e abbiamo dei propositi di emendarci, ecco la grazia di Gesù si applica a noi e l'anima nostra, se veramente c'è un pentimento <mol> intiero, completo, perfetto, allora l'anima è bianca. Se anche prima era lordata di ogni colpa, sì, diviene bianca.
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Ma oltre che Gesù Cristo ha soddisfatto per il peccato, ha guadagnato i meriti per noi. Noi parliamo alle volte impropriamente: "Perché voglio <conqui> acquistar qualche merito... <e ho fa> spero di aver fatto qualche merito... I meriti nostri bisogna prenderli <come> come vanno presi e cioè come vengono considerati.
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I meriti li ha acquistati Gesù Cristo. I suoi meriti sono infiniti. Ma questi meriti di cui parliamo sono per noi. Sono per noi e bisogna che noi arriviamo ad acquistarli, a farli nostri. Facendo delle opere buone i suoi meriti si applicano a noi. Quando cioè l'opera è buona e ben fatta, allora Gesù Cristo mette la sua grazia, i suoi meriti. E se noi viviamo bene e viviamo secondo il Vangelo, allora a ogni opera buona Gesù Cristo aggiunge <i suoi me> i suoi meriti, aggiunge i meriti cioè, perché eleva l'opera buona all'ordine soprannaturale, meritorio. Quindi, i meriti di Gesù sono per noi, li ha fatti per noi.
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Esempio: Gesù Cristo ha istituito l'eucaristia e invita tutti gli uomini a riceverlo nell'eucaristia, sì, perché: "La mia carne è veramente cibo. Chi mangia la mia carne /avrà/ (a) la vita [eterna]" [Gv 6,54]. Ma vedete, mentre che le ostie ci sono, son consecrate e il sacerdote è disposto a consecrare continuamente, oh, chi va alla comunione e chi non va. Quindi Gesù Cristo è disposto ad entrare nell'anima e <e l'ostia con> è Gesù Cristo l'ostia. E allora ecco, chi vuole lo riceve. E quanti pochi sono quei che lo ricevono! Quindi è inutile per loro l'istituzione dell'eucaristia allora. E noi vogliamo invece approfittare dell'istituzione dell'eucaristia: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue /avrà/ (a) la vita eterna" [Gv 6,54].
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Ora è lo stesso dei meriti. Quelli che fanno delle buone opere e le fanno bene, ecco, per sé varrebbero niente, senza di lui valgono niente: Sine me nihil potestis facere [Gv 15,5], senza di me fate nulla.
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Anche se un ebreo che non ha ricevuto il battesimo subisse il martirio, ma non è in grazia, eh, il martirio non vale. Non vale: è un atto di virtù naturale, ma non è un merito, quindi non c'è la grazia.
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E anche se noi <facessimo> subissimo subito magari <il un> un martirio, ma non ci fosse la grazia in noi, eh, non ci sarebbe il merito per l'anima che è in peccato.
Oh, invece se noi facciamo quello che dobbiamo fare, i nostri doveri quotidiani giorno per giorno, ora per ora, e si è in grazia, egli applica i meriti. Ecco.
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E quando noi domandiamo a Gesù che ci applichi i suoi meriti specialmente nella comunione, allora il Padre celeste è glorificato perché ha mandato il figlio proprio <per ques> per acquistare la grazia per noi e Gesù Cristo l'ha acquistata per mezzo della sua passione e morte: è a disposizione.
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Un'anima era molto scoraggiata perché diceva: "Sono tanto misera... Ho avuto tanti difetti... ne ho ancora tanti adesso...". E si scoraggiava, ma Gesù si fece sentire: "Ma quando... hai... hai me - cioè Gesù diceva - quando tu hai me <nella> nella tua anima, quale ricchezza hai!". Quale ricchezza, perché ci sono i suoi meriti! Quell'anima cercava di fare il bene e c'era la grazia nell'anima e faceva le cose bene... Allora quale ricchezza! Quale ricchezza!
Tutta la nostra santificazione è in Cristo, perché si dice: "Io sono la vita" [Gv 14,6], cioè la santità.
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Adesso, quali sono i mezzi - specialmente per ricordare qualche cosa - , quali sono i mezzi per cui si aumenta questa grazia in noi, questa ricchezza dei meriti di Gesù Cristo?
Il primo mezzo è l'eucaristia, cioè messa, comunione, visita. Ecco: lì si comunica la grazia in noi, sì.
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Secondo: questa grazia si comunica all'anima nostra in ogni atto buono che si fa. E se ti svegli al mattino e se nelle varie occupazioni della giornata vivi in grazia e fai le cose bene, o che pratichi l'obbedienza o che pure hai l'impegno <di> di fare un ufficio di comando, ad esempio, oppure attendi alla cucina o attendi allo studio o attendi all'apostolato ecc.: [a] tutto quel che si fa, fatto bene, Gesù Cristo <unio> aggiunge la sua grazia. Ecco, quindi, la ricchezza dell'anima sta crescendo di momento in momento, di giorno in giorno, e quanto più anno per anno quando si vive.
Quindi i primi due mezzi per questo aumento di meriti di Gesù Cristo in noi: l'eucaristia e poi le opere buone della giornata.
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Perciò tutte le altre virtù che abbiam ricordato: l'atto di fede, l'atto di speranza, l'atto di carità e la giustizia e la fortezza, la temperanza e poi l'umiltà e poi l'obbedienza e poi tutto quel che si fa nella giornata: sia che mangi, sia che bevi, o sia che qualunque altra cosa faccia, facendolo bene: omnia in gloriam Dei [1Cor 10,31]. E quindi tutto arricchisce, anche quando ti lavi la faccia (questo si deve fare perché è un dovere).
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E allora, se tutto si offre al Signore e l'anima ha buona disposizione, si arricchisce di grazia in continuità. Quale ricchezza! "Io son[o] la vita" [Gv 14,6], cioè io sono la grazia, ed è infinita. E allora ognuno può parteciparne. E per quanti uomini ancora esistessero, <fosse> fossero <molti> molti milioni di esseri cioè di mondi anche popolati da uomini, questa grazia è inesauribile. <La>
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Quindi doppia [ricchezza]: la soddisfazione per la purificazione e l'aumento di grazia per la comunicazione dei meriti di Gesù Cristo. Ecco: Gesù Cristo ha dato piena soddisfazione, soddisfazione infinita, e poi <ha> egli ha acquistato per noi una grazia infinita.
Nessuna si scoraggi mai.
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Andare avanti gradatamente nella pace. Ecco la santificazione in Cristo via: seguir Gesù i suoi esempi, i suoi insegnamenti; e verità: le verità che ha predicato riassunte nel Credo, ecc. e la vita che ci comunica Gesù, specialmente nei sacramenti e poi in tutte quelle opere buone che si fanno. Quale ricchezza!
Questa è la spiritualità centrale più alta.
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Bisognerà ancora parlare un momento e poi della preghiera che si fa nella messa, che viene recitata dal sacerdote quando fa i segni di croce con l'ostia sopra il calice e dice la preghiera: Per ipsum (cioè per Cristo) per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor et gloria [per omnia saecula saeculorum] (a).
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Quando l'anima ha pienamente soddisfatto e l'anima va arricchendosi della grazia di Dio ogni momento, ecco allora questo si ordini alla gloria di Dio e l'anima allora resta posta <non si> sopra il livello superiore per la santificazione.
Ariccia (Roma)
1° agosto 1964
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(1) Ariccia (Roma), 1° agosto 1964
246 (a) R: quotidiana.
249 (a) R: è bene il mio cuore orientato.
254 (a) R: hanno cresciuto.
260 (a) V: ha.
272 (a) Dossologia eucaristica. Cf. Messale, pag. 808.