Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. L'APOSTOLA*

Abbiamo considerato ieri sera che l'apostolato deve nascere dalla pietà. L'apostolato è un frutto, e il frutto viene dalla pianta; se la pianta è sana, il frutto sarà abbondante, ma se la pianta è malata il frutto o mancherà o sarà scarso. L'apostolo è un frutto che è destinato a portare altri frutti, come il grano che si semina ed è destinato a moltiplicarsi e a dare, dice il Vangelo, il trenta, il sessanta, il cento per uno1.
Per portare il paragone del libro L'anima di ogni apostolato2, l'anima dell'apostolo è piena, è una vasca che versa quello che [è] di troppo sulle anime. Perciò, ecco che non si può concepire vera pietà nella paolina senza che ci sia la vera apostola, e non ci può essere vera apostola senza un'anima veramente pia. Nonbasta dire: È un'anima pia, oppure: È una suora molto zelante, occorre congiungere tutte e due le cose: essere pia e apostola.
Vediamo di penetrare un po' meglio questa verità.
Le Figlie di San Paolo devono avere tra di loro un certo numero di studenti, le quali comprendano bene il senso della dottrina della Chiesa, ma in una certa misura tutte devono comprendere i fondamenti della religione cattolica, quindi il libro che chiamiamo teologia fondamentale: il trattato De Ecclesia, De Romano Pontifice, De Deo Creante, De Verbo Incarnato, De Spiritu Sancto; il trattato De gratia e quello dei Sacramenti e successivamente quello che si riferisce alla teologia morale: gli atti umani, la coscienza, le leggi, i principi morali, i comandamenti, il modo di amministrare e ricevere i sacramenti e i grandi mezzi di santificazione che abbiamo. Tutto questo che cos'è? È il catechismo allargato, ragionato.
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Nello studio del catechismo si possono avere tre gradi tra di voi: 1) chi studia il catechismo e sente le spiegazioni che sono rivolte ordinariamente a tutti; 2) chi fa proprie le spiegazioni di libri più larghi, più vasti e, per farvi un esempio, i volumi di Via, Verità e Vita3; 3) chi fa il corso di filosofia e di teologia per allargare un poco le nozioni del catechismo e possederlo nella forma scolastica.
È sempre la stessa cosa però: dogma, morale e culto. Quindi alla morale aggiungere il culto che in gran parte riguarda i sacramenti e comprende anche ciò che è contenuto nel Rituale e nel Messale.
Quando si dice: occorre versare quello che si ha di eccesso, non si intende soltanto di versare la grazia, bisogna versare la dottrina. Siete per diffondere la dottrina la quale è dogma, morale e liturgia. È necessario che le Figlie di San Paolo progrediscano in questa conoscenza della dottrina dogmatica, ossia nella conoscenza delle verità che insegna la Chiesa, dei principi di morale cristiana applicati agli individui e alla società e nella conoscenza dei mezzi di grazia che sono contenuti nella liturgia. Progredire quanto è possibile in questa cognizione e poi farne parte agli altri, perché la vera opera dell'apostolo è questa: comunicare quello che si ha, dare ciò che si possiede.
Tu che hai la ricchezza della fede, dice la Scrittura, fanne parte a quelli che sono poveri, e povertà vuol dire ignoranza4. Se si ha il cuore pieno, la mente convinta e nell'anima un grande amore alla dottrina della Chiesa, si sente il bisogno di comunicarla. È una vita che si comunica a una vita. La madre comunica la vita naturale e l'apostola comunica la vita soprannaturale. Questo è l'apostolato di Maria, ha comunicato la vita umana al Verbo di Dio: per questo è nato bambino nel presepio.
Perciò l'istruzione religiosa, il catechismo alla domenica, le meditazioni, le letture spirituali, la lettura di libri sulla Madonna, su S. Paolo, sul Maestro Divino, tutto questo mira a
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santificare voi, perché più conoscerete e vi sforzerete di conoscere, ciascuna secondo la misura datale da Dio, senza pretendere di curiosare oltre il limite giusto, più santificherete la vostra anima. Questo sforzo di conoscere Dio è il primo fine, poi verrà da sé il servirlo e amarlo. Meditare ciò che avete imparato a memoria, questo sforzo è tutta pietà. La pietà in primo luogo sta qui: conoscere Dio. Quando la pietà è profonda nell'anima e si sente il bisogno di comunicarla, si diventa zelanti e apostole. Voi siete tutte grandi e a voi è dato di conoscere sempre [meglio] lo spirito dell'istituzione delle Figlie di San Paolo. Sforzatevi di conoscerlo sempre meglio. Non andatevi a perdere in visioni, state alla dottrina della Chiesa: dogma, morale e culto. La vera rivelazione è quella che il Figlio di Dio ha insegnato agli uomini. La mania delle visioni è una malattia. Per questo però bisogna pregare, altrimenti non la si intende rettamente.
In secondo luogo: l'apostolo chi è? Un'anima pia che ha zelo. Cos'è lo zelo? Il desiderio dell'onore di Dio, l'osservanza dei comandamenti e della dottrina cristiana. Chi è l'apostolo? Oltre che un'anima istruita è un'anima che lavora per farsi santa, escludendo il peccato e cercando di tendere alla santità non solo nell'osservanza dei comandamenti, ma nell'osservanza dei consigli evangelici. Vuole avere una vita santa, senza peccato e nell'osservanza esatta dei comandamenti e dei consigli. E allora vuole che tutti nel mondo siano pure così, perciò zela la diffusione della dottrina cristiana per indurre gli uomini a schivare il peccato e osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa. Vorrebbe che il peccato fosse sterminato nel mondo.
S. Giovanni Battista quando vide Gesù disse: «Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo»5. Che vedendo voi dicano: Ecco una Figlia di San Paolo, buona, innocente, umile, tutta del Signore, che vuole togliere il peccato dal mondo, e vuole che si osservino i comandamenti, che si ritorni alla giustizia e all'amore.
Perciò l'apostolato deve essere preceduto da una santità di vita, altrimenti cosa volete versare agli altri se il cuore è vuoto?
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Se una suora va di qua e di là e si vuota, può perdere lo spirito e la vocazione. Ma quante Paoline nelle librerie e nella propaganda con il loro esempio fanno un apostolato ancora migliore del cinema, della stampa e della radio! Quelli di cuore retto, ammirano, prendono l'esempio e pensano che bisogna ricordarsi che c'è un Dio a cui dobbiamo sottometterci e che quella suora è una persona che pensa solo all'eternità.
Che cosa significa essere pie e apostole? Vuol dire questo: avere il cuore pieno di grazia, essere anime che stanno continuamente in unione con Gesù. Questa unione si stabilisce in due maniere: confessandosi e ricevendo Gesù con lo spirito di Maria. Quindi confessioni e comunioni ben fatte. Non confessioni che siano chiacchierate più o meno spirituali, ma confessioni piene di umiltà, di pentimento e di desiderio di santificarsi, comunioni piene di semplicità e fiducia nella bontà e nellamisericordia di Dio. È un'anima pia e apostola l'anima che ama la preghiera, fa la meditazione bene, dice le preghiere bene, fa l'esame di coscienza bene e sente che questa unione con Dio annunzia e prelude l'unione eterna. Ci sono certe anime che stabiliscono la loro unione con Dio in modo tale che non si smuovono, né per un ufficio elevato né per il più umile. Potete sgridarle e incoraggiarle non si smuovono, sono stabilite in Dio. Quando invece occorrono mesi e mesi per mettere in tranquillità chi ha ricevuto una umiliazione [è] segno che c'è poca pietà.
S. Francesco di Sales diceva: Dopo tutta questa lotta sentoche la mia anima è definitivamente stabilita in Dio ed io sono ugualmente contento di tutto, pur di servire Dio.
Quando l'anima è arrivata qui, ha un grande desiderio che tutti ricevano i sacramenti, che tutti preghino, che tutti i bambini conservino l'innocenza, che la gioventù cresca morigerata e le famiglie siano ben costituite, che nella società dominino i principi del Vangelo, che nel mondo si viva in società come l'ha ideata Gesù Cristo, e prega per tutti e diffonde la conoscenza della liturgia. Mira a questo la Collana missionaria a cui vi siete dedicate con generosità; e avrete certamente le benedizioni di Dio perché dopo il catechismo, questa è la prima opera che la Congregazione deve dare, e porterà grandi frutti nel
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mondo. Come opera adatta alla categoria dei colti è la Rerum Novarum6 del Papa Leone XIII.
Con la Chiesa dobbiamo dare la grazia alle anime, la pietà, lo spirito di orazione. S. Alfonso7 nella introduzione del libro Il gran mezzo della preghiera esce in questa esclamazione: Vorrei darne a tutti una copia per dire a tutti: Se pregate vi salvate8.
Dunque la suora apostola deve avere tre cose:

1) È piena della dottrina di Gesù Cristo e l'ama tanto che la vorrebbe diffondere a tutti.

2) È tanto impegnata a santificarsi che vorrebbe che tutti servissero Dio bene, e cioè che si evitasse il peccato e che si osservassero i comandamenti di Dio e quelli della Chiesa.

3) È un'anima che ama la pietà e questo le fa desiderare che tutti preghino, perché solo pregando si salvano.
Quindi l'apostolo è un'anima piena di fede, un'anima che vuole santificare, che ama la preghiera e versa su gli altri la dottrina, la morale, la liturgia. Per questo, il secondo fine del vostro Istituto è diffondere la dottrina: dogma, morale, liturgia, ma diffondere quello che avete in sovrabbondanza.
Portare il libro che insegna la santità e non essere santi è un controsenso.
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* Meditazione, stampata in sedicesimo (pp. 9-14), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] l'11.3.1951. È preceduta da un'altra meditazione dal titolo “Predica”. Dal contenuto sembra successiva e parte di un corso di Esercizi. Si ritiene come originalelo stampato dal titolo “Meditazione”.

1 Cf Mt 13, 8.

2 Cf Chautard Jean B. (1858-1935). Abate della Trappa di Sept-Fonds (Francia), autore di L'anima di ogni apostolato e di altri libri di spiritualità.

3 Cf Costa D., Via, Verità e Vita. Spiegazione letterale del catechismo, 3 voll., Alba, PSSP, 1° e 2° volume 1933, 3° volume 1935.

4 Cf Rm 10, 14-15.

5 Cf Gv 1, 29.

6 Cf Leone XIII, Lettera enciclica Rerum Novarum sulla condizione degli operai, 15 maggio 1891, ASS 23 (1890-91), pp. 641-670.

7 Alfonso M. de' Liguori (1696-1787), napoletano, avvocato, sacerdote, vescovo, fondatore della Congregazione del SS. Redentore (1732). Attese con zelo alle missioni tra il popolo. Scrisse il Trattato di teologia morale e molti libri di ascetica: Del gran mezzo della preghiera, Pratica di amare Gesù Cristo, Le glorie di Maria, ecc. È Dottore della Chiesa.

8 Cf Alfonso M. de' Liguori, Del gran mezzo della preghiera, Pia Società San Paolo, Alba 1937, Introduzione p. 9.