Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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21. DI QUI VOGLIO ILLUMINARE
ABBIATE IL DOLORE DEI PECCATI *

Per più robustezza e più durata della vita, regolare il riposo a centoventidue giorni all'anno. Dormire solamente centoventidue giorni all'anno vuol dire dormire otto ore [al giorno]. Dormire otto ore al giorno, cioè centoventidue giorni all'anno, se uno arriva a settantacinque anni, dorme venticinque [anni.]
Regolarsi nel cibo al fine di diventare più agili, più pronti nel lavoro spirituale e nel lavoro anche di apostolato e regolarsi anche nel riposo, si conserveranno di più le virtù religiose, si vivrà più a lungo e la suora si farà più santa.
Volevo stamattina ricordare le tre parole che sono scritte [presso il Tabernacolo]1: «Di qui voglio illuminare»2. [Ciò] significa che il Signore da questo Tabernacolo vuole illuminare, vuole che da qui si parta con la verità, con la dottrina per portarla alle anime; vuol dire che l'Istituto è un centro di luce e di evangelizzazione. [Come] vi sono centrali elettriche per una maggior produzione di energia, e adesso se ne mettono sempre di più e si vogliono raggiungere cento milioni di kilowatt, [così] l'Istituto può dare molta luce alle anime. L'Istituto è per l'evangelizzazione, non per la negoziazione: fare conoscere il santo Vangelo. Dal Tabernacolo: «Io sono la Verità»3, e sia questa verità che viene riprodotta poi nelle varie edizioni in una maniera più o meno perfetta. Le edizioni sono come tanti raggi del Sole divino: «In principio era il Verbo… la luce di tutti gli uomini»4.
È la verità che salva dal peccato! Bisogna notar bene quelle parole: Di qui: Ab hinc. Abbiamo commesso persino una specie
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di errore, ma errore solamente per chi ha in testa le regole del latino classico, e non errore per chi vuole esprimersi più chiaramente. Ab hinc per fare risaltare che è dal Tabernacolo che parte la luce e noi siamo raggi che la trasmettono.
Il raggio [però] non deve essere ostacolato, perché se c'è un muro il raggio del sole non arriva e cioè ci vuole anche l'altro punto: Abbiate il dolore dei peccati. Il peccato è ciò che impedisce al raggio il suo cammino, cioè il suo passaggio.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 1 (20, 5x27). Il dattiloscritto porta come titolo “Meditazione del Primo Maestro - [Roma] 14/7/1951”. Esistono altri due dattiloscritti di battitura recente con qualche piccola variante. Le curatrici dei dattiloscritti successivi hanno inserito il titolo “Spiritualità Paolina”.

1 Originale: Cioè da una parte.

2 Cf AD 152-158.

3 Cf Gv 14, 6.

4 Cf Gv 1, 1.9.