Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. SPIRITO INTERIORE E NORME LITURGICHE *

La genuflessione sia sempre fatta bene, finché si può diritte, con il ginocchio che tocchi terra. Farla, dicendo la giaculatoria: Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi1, oppure: Jesu Magister Via, Veritas et Vita, miserere nobis2, ovvero: Tantum ergo Sacramentum, veneremur cernui3, questo esprime molto bene l'adorazione e le disposizioni per fare una bella genuflessione.
Anche il canto e tutte le altre cerimonie siano ben fatte, almeno quando si può.
Nelle cappelle si fa molto bene a tenere fiori freschi, perché i fiori sono simbolo di vita, ma anche i fiori e l'ornamento in genere siano moderati, non con tale abbondanza da sembrare un giardino. Cappelle pulite, ordinate sì, ma neppure una soverchia premura di avere paramentali troppo belli e ricchi. In generale tenersi alla pianeta romana4, così come si segue la liturgia romana. Nel mondo noi dobbiamo portare tutto ciò che è romano5, la dottrina, il culto, ecc. Sempre moderazione in tutto, il miglior profumo per esempio è il non aver profumo nei paramenti e nelle persone. E tutte queste cose farle in ispirito di adorazione a questo Dio che si merita tutto il nostro amore, che è il principio e il fine di tutto. Vi sono anime che nel fare la genuflessione dicono: Da me nulla posso...6. Buona cosa, ma
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va anche bene dire: A Dio solo l'onore e la gloria7. Un atto dunque di umiltà e di adorazione. Ci sottomettiamo davanti a Dio che è sommo bene ed eterna felicità. Mentre si fa una casa o una chiesa, pensare che il Signore ci prepara una casa in paradiso.
Tutto ciò che facciamo per lui, lo troveremo un giorno.
Buona liturgia in tutto: nel pronunziare le parole, nel canto, nel comportamento. Pensare che Gesù è il Maestro che sta con le sue figlie per illuminare e consolare. Sentirlo vicino nelle case dove avete le vostre belle cappelle. Se siete in cinque con Gesù fate sei...
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* Meditazione del Primo Maestro, in dattiloscritto, carta pesante, battitura recente, fogli 1 (21x24), tenuta a [Roma] il 15.6.1951. Il titolo è “Meditazione (Primo Maestro)”. A mano è stato cancellato l'autore e il titolo, sostituito da “Avvisi”.

1 Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.

2 O Gesù Maestro Via, Verità e Vita, abbi pietà di noi.

3 Veneriamo prostrati un così grande Sacramento. Inno liturgico eucaristico.

4 Veste che il sacerdote indossava nella celebrazione della Messa, prima dell'uso della casula.

5 Oggi questa affermazione suona riduttiva. Don Alberione però, come ben esprime nella meditazione n. 12 (1950), intende “universale”.

6 Da me nulla posso, con Dio posso tutto, per amore di Dio voglio far tutto. A Dio l'onore, a me il paradiso. Invocazione ereditata dalla spiritualità di S. Francescodi Sales.

7 Cf 1Tm 1, 17.