Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. VIVERE LA VOCAZIONE ALLA LUCE DELL'ETERNITÀ*

I vecchi bisogna che siano molto lieti, perché sono più vicini al paradiso. Voi, poi, dovete essere liete anche per mostrare alle giovani la gioia della vostra vocazione, in modo da dimostrare, anche senza dirlo, che la vita religiosa è vita in cui si gode una gran pace, una gran gioia.
Dare esempio di letizia: alle volte questo è difficile, è una penitenza sapere dissimulare le pene di spirito, le tentazioni, le pene quotidiane, ma ad una certa età bisogna saper superare tutto questo. Mostrare che siete contente della vostra vocazione religiosa, della vostra vita. S. Paolo dice che bisogna farsi santi e utilizzare per questo tutti i tempi, tutti gli uffici, la stima o il disprezzo, la salute o la malattia1. Prendere tutto in bene, perché tutto può esserci occasione di merito, anche le tentazioni, utilizzare tutti i momenti, tutte le circostanze, tutte le relazioni, tutti gli uffici: ricavare merito da tutto.
Utilizzare tutti i momenti per l'eternità, qui sta la sapienza; utilizzare tutto, specialmente le pene, i piccoli disgusti, le relazioni non gradite e quelle gradite, tutto, non solo i momenti belli, quello che ci va a genio, i momenti di fervore, anche gli altri, tutto.
La suora si mostri migliore dei semplici cristiani, altrimenti la vita religiosa sarà meno stimata anche dalle aspiranti. In ogni cosa diportarsi con molta pazienza, nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angustie, come dice S. Paolo2. Noi invece, quando abbiamo qualche tribolazione quante parole facciamo, quante lamentele! Eppure noi non siamo mai state nelle battiture, nelle prigionie, ecc.
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Digiunare in qualche cosa, esercitarci cioè nella mortificazione della lingua, dell'ambizione, dell'orgoglio, della pigrizia, ecc., specialmente ora che siamo in Quaresima.
Stiamo attente ad accrescere i meriti: questo è il guadagno che possiamo ricavare nella nostra vita. Tutto ciò che capita, tutte le circostanze in cui ci troviamo per sé valgono zero, ma tutto può essere valorizzato, utilizzato per farci dei meriti per la vita eterna. Solo così saremo contente in punto di morte. Non siamo ancora abbastanza sapienti: perdiamo ancora tanti meriti e difficilmente ci pentiamo di questi peccati di omissione. Fare di essi l'esame di coscienza, specie alla sera vedere se nella giornata abbiamo guadagnato tutti i meriti che potevamo guadagnare. E diciamo al Signore di accettarli tutti e di metterli nella guardaroba del paradiso.
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* Conferenza, su foglio stampato (11, 5x17, 5), in bianca e volta, tenuta dal Primo Maestro a [Roma] l'11.2.1951. Il titolo dell'originale stampato è: Conferenza del Primo Maestro. Vi è pure un dattiloscritto di recente battitura dal titolo: Dovere del buon esempio, con data: 11.2.1951.

1 Cf Fil 4, 11-13.

2 Cf 2Cor 6, 4.