3. AMORE AI PARENTI*
In questa meditazione chiediamo a Gesù, per intercessione della santissima sua Madre, la grazia di amare i parenti nella giusta misura, cioè amarli di un amore vero, quell'amore che deve avere una religiosa per i suoi: né eccedere in dimostrazioni umane, né lasciar mancare l'aiuto della preghiera. Fine: che la famiglia si ricostituisca in paradiso e là nessuno dei membri abbia a mancare.
I parenti per la loro strada e la religiosa per la sua strada, ma pure per diverse strade il luogo di appuntamento è il cielo.
Spesso anche religiose che sembrano di buon spirito non comprendono del tutto quale sia la misura di questo amore e quale sia l'amore giusto verso i parenti. Purtroppo può avvenire anche che si dimentichino, ma più facilmente avviene che si conservi un attaccamento che è umano e non dico proprio subito contro la castità, ma si avvicina.
Lascia la famiglia: «Vieni e seguimi»1. L'esempio l'abbiamo dal Salvatore Gesù. Arrivata l'ora del ministero pubblico, Gesù lascia la madre e parte e si ritira nel deserto: sappiamo l'inizio del suo ministero pubblico, sappiamo che egli scelse come centro del suo ministero pubblico non Nazaret, ma Cafarnao donde partiva per le sue giornate di propaganda; in generale non erano solo giornate di propaganda, ma tempi di propaganda.
Ritornò a Nazaret a predicare e il Vangelo dice che, entrato nella sinagoga di Nazaret, colui che presiedeva la sinagoga gli presentò il rotolo delle Scritture. Egli svolse il rotolo e lesse il passo di Isaia: Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato ad evangelizzare i poveri. Poi sedette e tutti gli tenevano
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gli occhi addosso aspettando che dicesse qualche parola di commento su quanto aveva letto. E Gesù svelò la sua missione e parlò a quegli abitanti di Nazaret che lo avevano sempre veduto nella bottega di falegname e nella sinagoga con gli altri compaesani. Questa Scrittura oggi si è adempiuta in me. Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato ad evangelizzare i poveri. Si stupivano e dicevano: Ma costui non è il figlio del falegname? E sua madre non è Maria? E non conosciamo noi i suoi parenti?. E Gesù disse: Non vi è profeta che si faccia onore nella sua patria. Non fece gran che di miracoli perché non erano disposti. Non lo stimavano per quello che egli era. Un'altra volta tentarono di ucciderlo, precipitandolo in un precipizio, ma egli passò in mezzo a loro e se ne andò. Non v'è profeta in patria sua2.
Consideriamo bene: la religiosa deve conservare un amore giusto e da religiosa ai suoi parenti. Anzitutto con coraggio uscire dalla casa, allontanarsi quando sente la divina chiamata e dire quello che Gesù disse a sua madre: «Non sapevate che devo occuparmi delle cose che spettano al Padre mio?»3.
E invece..., quella figlia tarda, tarda, tarda, e Gesù chiama, chiama, chiama. Eh, c'è il papà, c'è la mamma, il nonno, la nonna e va a sapere chi ci sarà ancora d'altri! E poi quando ha finito di dare le forze alla famiglia: Accettatemi suora. E che cosa porterete al Signore? Non si spreme il limone prima per voi, e poi quando tutto è spremuto offrirlo al Signore! Dio vuole i vergini, vuole l'integrità delle forze, Dio vuole la giovinezza. E come si pretenderebbe [di] dare alla famiglia dai diciotto ai trenta anni e poi dare al Signore ciò che è d'avanzo? Gesù uscì coraggiosamente dalla sua famiglia.
È necessario conservare sempre un amore giusto per i parenti. Il fine è di trovarsi tutti in cielo. Quale contributo voi dovete portare loro? La preghiera; lo stesso sacrificio nel lasciarli sarà un vantaggio per voi e per loro, specialmente quando questo sacrificio è costoso. Chissà quante grazie si perdono per la salvezza dei parenti e per la salvezza tua e specialmente per la tua santificazione!
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C'è obbligo di amarli sempre, pregare per loro e dare loro notizie brevi con quella frequenza che vi dicono i superiori. Qualche parola si può dire e qualche avviso si può dare. Maria seguiva Gesù nel suo ministero: occorrerebbe che i nostri [parenti ci] seguissero così spiritualmente. Maria è una eccezione santissima. E seguiva Gesù, meditava le sue parole, tanto che mentre Gesù era il Vangelo parlato, Maria era il Vangelo vivente, così che tutti potevano vedere che quei consigli predicati da Gesù, da Maria erano vissuti. Bisognerebbe che [i nostri] avessero queste disposizioni. Raramente però avviene così.
Quando una suora si preoccupa troppo umanamente e cerca l'ufficio, l'impiego al cugino, al nipote, non la finisce più. Ma il cuore vostro è di Dio o della famiglia? Il Signore vuole tutto il cuore.
Gesù fu quasi duro quando quel giovane espresse il desiderio di consacrarsi a lui e disse: «Dammi qualche giorno perché è morto mio padre e possa fare la sepoltura. Gesù rispose: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti»4. I parenti devono vedere che la loro figlia è attaccata a Dio, alla vocazione, e devono dire: Quella è attaccata a Dio, è un'anima di Dio e le sue preghiere valgono. Allora hanno più fiducia e non si offendono. E vi è chi comprende bene, chi comprende poco e anche niente. Oh, su questo punto l'amore giusto, soprannaturale è una grazia da chiedere al Signore! Non [troppa] umanità nelle lettere, umanità soverchia, non parlatori lunghi! […]5. Pochi parlatori, i parlatori per voi sono le librerie in cui esercitate l'apostolato, oppure le visite che fate in propaganda alle famiglie.
Spesso [alcuni] parenti vogliono sfruttare umanamente. Sono poche le mamme che assomigliano a Margherita, madre di don Bosco6. S. Francesco di Sales7 aveva detto ai suoi genitori che
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gli avevano preparato un ottimo avvenire: No, non sono fatto per questo. Le insistenze furono molte, perché credevano di avere un figlio che facesse onore alla loro famiglia, tanto istruito, tanto compito. Egli resistette: No, io sono fatto per Dio. E ne concepirono tanta stima, proprio per questa separazione, che la madre e i fratelli e il padre lo scelsero come direttore spirituale e si confessavano da lui spesso.
Bisogna che [i parenti] concepiscano tale stima soprannaturale che quasi non osino parlare di interessi umani e dicano: Quella è di Dio, è per altre cose. Gli interessi suoi sono le anime e la gloria del Signore. Una madre, appena il figlio fu sacerdote, gli disse: Adesso tu sai il tuo dovere, finora ho cercato di aiutarti, allevarti fino a questo punto, ora sei del Signore, non guardare a me, fa' il tuo dovere e facendo il tuo dovere io avrò più grazie dal Signore8.
La suora che si occupa troppo della famiglia, priva la famiglia di molte grazie. Può anche darsi che la suora, per troppo attaccamento alla famiglia, perda l'amore a Dio, la vocazione; oppure resti nella Congregazione, ma col cuore diviso e Gesù lo vuole intiero. Castità non vuol dire che sono solo proibiti i peccati aperti.
[…]9 Questo punto in certi luoghi è capito insufficientemente. E aiutami, e fammi questa raccomandazione, e cerca quell'ufficio e quel posto. No, altrimenti ti darei danno. Non dimenticare mai i parenti defunti nelle preghiere e nei sacrifici della giornata. In sostanza, amare i nostri parenti di un amore giusto. Ho detto: Chiedere questa grazia a Gesù per intercessione di Maria.
Sì, la santissima Vergine quando conobbe la missione del Figlio si comportò santissimamente con lui ed egli si comportò santissimamente con sua Madre.
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* Meditazione, stampata in quartino (12x17, 5), tenuta dal Primo Maestro a [Roma] il 3.2.1951. L'originale riporta: Meditazione del Primo Maestro - 3.2.1951.
1 Cf Mc 10, 21.
2 Cf Lc 4, 16-30.
3 Cf Lc 2, 49.
4 Cf Mt 8, 21-22.
5 Originale: Fatene fare.
6 Margherita Occhiena, ved. Bosco (1788-1856), serva di Dio. Aiutò molto come mamma ed educatrice il figlio nella fondazione dell'opera salesiana (1859).
7 Francesco di Sales (1567-1622) francese, vescovo di Ginevra dal 1602, Dottore della Chiesa. Con la sua mitezza e moderazione convertì la popolazione calvinista del Chiablese. Suoi capolavori: Introduzione alla vita devota o Filotea, Trattato dell'amore di Dio o Teotimo. Insieme a S. Giovanna Francesca di Chantal fondò l'Ordine femminile della Visitazione.
8 Allusione alle parole che la mamma di Don Alberione, Teresa Allocco (1850-1923), rivolse al figlio nel giorno della sua ordinazione sacerdotale, il 29 giugno 1907. Il Primo Maestro fu sempre molto riservato nel riferire notizie personali. Questi pochi cenni vennero da lui riferiti, verso il 1922, alla signora Maria Cravero Bonfante, direttrice didattica del circondario Alba-Cherasco. Da lei vennero più volte riferiti a voce ai Paolini e Paoline che andavano volentieri a farle visita a Cherasco. Ne parlava pure più concisamente, il fratello minore del Fondatore, Tommaso.
9 Originale: La mentalità su.