Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXIII
SAN PAOLO
Novembre 1958
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

IL PAPA GIOVANNI XXIII

È il gran dono del Signore alla sua Chiesa.
È il Pontefice voluto dalla Provvidenza per i tempi e le necessità attuali.
È il Vescovo preparato alla somma dignità e responsabilità mediante una lunga vita di virtù, di studio, di preghiera, di attività.
È l'uomo, venuto da famiglia modestissima, ben temperato alla mortificazione ed alla fatica.
È il Sacerdote passato attraverso a tanti uffici e incarichi delicati, compiuti con intelligente dedizione; sempre aperto a tutti i bisogni sociali, specialmente degli umili.
È il Pontefice pieno di esperienza nelle varie mansioni in Italia e in altre nazioni; ricco di iniziative in ogni campo; di gran cuore e semplicità in tutte le sue relazioni e contatti.
A Lui Vicario di Gesù Cristo, ci inchiniamo come a Colui che egli rappresenta e di cui fa le veci in terra. È il Maestro nella fede. È il Maestro nella morale ed ascetica. È il Maestro di liturgia e di preghiera.
È la luce sempre viva per la mente e la vita individuale e sociale.
È il Pastore cui sono affidati agnelli e pecore.
È il Superiore supremo e Padre dei religiosi.
E il promotore della gloria di Dio presso l'umanità.
È il centro e motore di ogni iniziativa cattolica.
È il rappresentante di Dio tra gli uomini di buona volontà.

A Lui protestiamo obbedienza e sottomissione. A Lui protestiamo fede ed amore.
A Lui, come paolini, protestiamo filiale assecondamento per ogni desiderio. Per Lui la continua nostra preghiera, comune e particolare.

SAC. G. ALBERIONE

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Cari Fratelli,
In questo tempo, adatto alla riflessione e segnato da toccanti solennità liturgiche, ci sentiamo più uniti e desiderosi di santità e apostolato.
Penso a tutti, vicini e lontani; e per tutti prego.
So la buona volontà, i sacrifici, i risultati; ed anche gli insuccessi, ma tutto è santo e meritorio per chi lavora costantemente per la gloria di Dio e la pace degli uomini; ne riceveremo il premio.
Sempre l'occhio al paradiso; è tanto il bene che là ci attende, il gaudio in Dio.
Sempre la nostra divozione a Gesù Maestro, vivo nel tabernacolo, parlante nel Vangelo, onorato nella Chiesa.
Sempre la nostra divozione a Maria Regina degli Apostoli; da essa la delicatezza di coscienza, le vocazioni, l'apostolato, ogni consolazione.
Sempre lo studio, l'amore, la divozione a S. Paolo: egli che illumina per la vita, l'apostolato, lo zelo; egli che si è fatto forma per i suoi; per noi che siamo i suoi: «habetis formam nostram»... - «ut daretur vobis forma».
Che le vostre costanti fatiche siano benedette, e che il Signore dia l'incremento al seme che spargete.
Che regni tra tutti la carità paziente e lieta, in una collaborazione e dedizione intensa.
Che tutti amino l'ubbidienza cordiale; seguendo l'indirizzo dato nella Congregazione dai primi momenti.
Che si cresca in sapienza ogni giorno, utilizzando tutto il tempo e tutti i talenti ricevuti.
Che si viva di fede, si sentano profondamente le verità del
Credo; e siano la premessa di ogni ragionamento, desiderio, proposito.
Che la benedizione del Maestro divino entri in ogni casa, in ogni anima, in ogni iniziativa ed ufficio.

Tra le intenzioni delle preghiere vi è questa
:
una buona preparazione e frutti abbondanti dall'adunanza indetta per l'aprile 1960; un incontro in letizia e santità.
Invoco le vostre preghiere.


SAC. ALBERIONE

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