Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PARTECIPAZIONE DEI FEDELI NELLE MESSE LETTE

«Il santo Sacrificio della Messa è un atto di culto pubblico; reso a Dio in nome di Cristo e della Chiesa, in qualsiasi luogo o modo sia celebrato. Pertanto la denominazione di «Messa privata» non ha senso.
Bisogna far in modo che i fedeli non assistano alla Messa come degli estranei o spettatori muti, ma vi assistano con quella partecipazione, che è richiesta da un così grande mistero, in modo da produrre frutti abbondantissimi.
Il primo modo di partecipare alla Messa letta si ha quando i singoli fedeli di propria iniziativa, vi partecipano prestando, sia la loro attenzione interna alle parti principali della Messa, che quella esterna, secondo le consuetudini approvate delle varie regioni.
In ciò sono degni di grande lode coloro i quali, usando un Messalino, adatto alla loro capacità, si uniscono al Sacerdote nel pregare usando le stesse parole della Chiesa. Ma siccome non tutti sono capaci di capire bene i riti o le formule liturgiche, e siccome, per di più, le necessità spirituali delle anime non sono le stesse in tutti, né nei singoli fedeli rimangono sempre le stesse, per costoro vi è un altro modo più facile e più adatto quello cioè di «meditare piamente i misteri della vita di Gesù Cristo, oppure quello di fare altre pratiche di pietà o recitare altre preghiere, che, quantunque siano differenti, nella forma, dai sacri riti, sono tuttavia, nella sostanza, conformi ai medesimi». Si noti che se in qualche luogo, durante la Messa letta vi fosse l'uso di' suonare l'organo, senza che i fedeli vi partecipino sia recitando preghiere comuni, sia cantando, si deve riprovare l'uso di suonare l'organo, l'armonio o qualsiasi altro strumento musicale quasi senza interruzione. Questi strumenti debbono tacere:
a) Dopo l'ingresso del Sacerdote all'Altare fino all'Offertorio;
b) dal primo verso del Prefazio fino al Sanctus incluso;
c) dove c'è la consuetudine, dalla Consacrazione fino al Pater noster;
d) dal Pater noster fino all'Agnus Dei incluso; al Confiteor prima della Comunione dei fedeli e mentre si recita il Postcommunio e si da la Benedizione in fine della Messa».

(Dalla Istruzione della Sacra Congregazione dei Riti del 3 settembre 1958).

SACRA CONGREGATIO DE RELIGIOSIS

Prot. N. 14667/58


BEATISSIME PATER,
Moderator Generalis Piae Societatis a Sancto Paulo, ad pedes Sanctitatis Vestrae humiliter provolutus, suppliciter petit gratiam celebrandi festa D. N. JESU CHRISTI DIVINI MAGISTRI et B. V. MARIAE REGINAE APOSTOLORUM ritu duplici primae classis.
Ratio huius petitionis deducitur ex articulo 158 nostrarum Constitutionum quae statuunt:
«Singulis annis omnes sodales vacare debent solemni celebrationi festorum D. N. Jesu Christi Divini Magistri, Reginae Apostolorum».
Et Deus, etc.

Vigore facultatum a SS.mo Domino Nostro concessarum, Sacra Congregatio Negotiis Religiosorum Sodalium praeposita, attentis expositis, benigne adnuit pro grafia iuxta preces ad quinquennium, servatis ceteris servandis.
Contrariis quibuslibet non obstantibus.
Datum Romae, die 24 Septembris 1958

f.to P. Palazzini, Subs.

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