Anno XXXIII
SAN PAOLO
Aprile 1958
Roma Casa Generalizia,
AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)
ISTITUTI SECOLARI
1) Le società in cui si realizza in modo completo lo stato di perfezione, 2) riconosciuto giuridicamente di ordine privato, 3) sono definite dalla Costituzione «Provida Mater Ecclesia» (art. 1.o).
Sono così dati il nome, il fine, la natura, il diritto:
«le associazioni clericali o laicali i cui Membri per acquistare la perfezione cristiana e per esercitare pienamente l'apostolato, professano nel mondo i consigli evangelici, affinché possano convenientemente distinguersi dalle altre comuni associazioni dei fedeli si chiamano col loro nome proprio Istituti o Istituti Secolari e sono sottoposti alle norme di questa Costituzione Apostolica».
Sono dunque:
a) Associazioni, che come tali possono acquistare personalità giuridica; che deve venir riconosciuta e possedere leggi proprie;
b) per acquistare la perfezione... professano i consigli evangelici; perciò sono stati di perfezione e si possono chiamare religiosi in quanto alla sostanza e sotto l'aspetto teologico ed ascetico (non dal lato giuridico);
c) nel mondo, perciò una delle caratteristiche è la secolarità; praticano cioè la perfezione nel mondo; mentre i veri religiosi la praticano fuori del mondo;
d) per esercitare pienamente l'apostolato, che è la finalità della pratica dei consigli evangelici e dell'acquisto della perfezione cristiana. Unire l'uno e l'altro fine è pure una delle caratteristiche di tali Istituti secolari.
CARATTERI:
La totale e defintiva consacrazione alla vita di perfezione ed all'apostolato (con i tre voti, compreso il celibato e castità perfetta); questi voti sono semipubblici, non sono assolutamente da confondersi con i voti fatti da sé o col consiglio del confessore. «Il voto dell'Istituto è regolato ed approvato dalla Chiesa nelle Costituzioni. Si emette o si può emettere coram Ecclesia, che assista alla sua emissione, sebbene non la riceva; ha effetti giuridici rispetto alla stessa Chiesa ed all'Istituto. Per cui questi voti non si dicono semplicemente privati, ma semi-pubblici sociali, riconosciuti».
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La secolarità «in cui risiede tutta la loro ragione di essere», «perfezione praticata nel mondo non solo individualmente, ma collettivamente, in società appositamente fondate». Vi sono istituti i cui membri vivono tutti (poche eccezioni) in comune; altri in cui la vita comune in senso materiale è vissuta da pochi; altri nei quali i membri vivono parte in comune e parte nel mondo, secondo ciò che può meglio servire ai due fini della santificazione propria e dell'apostolato.
L'apostolato da esercitarsi pienamente: «tutta la vita deve tradursi in apostolato». Il fine specifico ha richiesto il fine generico, in gran parte dei casi; la necessità di apostolato generoso, penetrante in tutti gli strati sociali, perché siano lievito che fermenti la massa. L'apostolato abbraccia tutta la vita ed occorre che sia sentito profondamente e sinceramente in un grande amore a Dio, alla Chiesa, alle anime.
Apostolato fedelmente esercitato non solo nel mondo, ma con i mezzi del mondo, valendosi delle professioni, attività, forze, luoghi, circostanze che rispondono alle condizioni dei secolari; non lasciandosi superare dagli avversari nel tempo e nei luoghi, ricorrendo pure a ciò che è nuovo ed ardito, sempre però, nello spirito della Chiesa e secondo le proprie norme.
Universalità. L'Istituto può estendersi a molte diocesi; e i membri dipendono da un'unica autorità centrale.
Gerarchia. Con la Gerarchia è possibile riunire in un solo organismo diverse associazioni, dando ad esse un legame giuridico di interdipendenza interna, in una forma unitaria.
Segreto. Non è una caratteristica essenziale; ma di grande giovamento per gli Istituti nei quali l'apostolato specifico sarebbe in gran parte frustrato senza di esso.
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I principali documenti che reggono gli Istituti secolari sono:
La Costituzione Apostolica «Provida Mater Ecclesia».
Legge propria degli Istituti secolari.
Motu Proprio «Primo feliciter» in lode ed approvazione degli Istituti secolari.
Istruzione sugli Istituti secolari.
Costituzione Apostolica «Sedes Sapientiae».
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Sono uscite, tra raccolte di documenti, istruzioni e libri che trattano ed illustrano questi Istituti, circa duecento pubblicazioni, più o meno voluminose.
Per ora è difficile stabilire il numero di questi Istituti; ma tra quelli che ebbero l'approvazione definitiva, o il Decreto di lode o il nulla osta per l'erezione diocesana, o ne hanno presentato domanda, o sono in sviluppo più o meno rapido ed ampio, si arriva al numero di 200. Sorgono quasi per ogni bisogno nuovo, sotto la sapiente e caritatevole opera della Provvidenza.
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PIO XII SCRIVE:
«Il benignissimo Signore, il quale senza accettazione di persone, più e più volte invitò i fedeli di ogni luogo a perseguire e a praticare la perfezione, con ammirabile consiglio della sua Divina Provvidenza dispose che anche nel secolo, depravato per tanti vizi specialmente ai nostri giorni, fiorissero ed ancora fioriscano folte schiere di anime elette, le quali non solo brucino dal desiderio della perfezione religiosa, ma rimanendo nel mondo per speciale vocazione di Dio, possano trovare nuove ed ottime forme di associazioni, perfettamente rispondenti alle necessità dei tempi, nelle quali possano condurre una vita particolarmente adatta all'acquisto della perfezione cristiana».
Più avanti dice:
«Queste Associazioni che d'ora in poi riceveranno il nome di Istituti secolari», cominciarono a fiorire, non senza una speciale ispirazione della Divina Provvidenza, nella prima metà del secolo scorso per dedicarsi nel mondo alla fedele pratica dei consigli evangelici e per potere attendere più liberamente alle opere di carità, il cui esercizio, dalla nequizia dei tempi era impedito in tutto o in parte alle famiglie religiose. Avendo i più antichi di tali Istituti dato una buona prova di sé, e avendo comprovato sufficientemente ogni dì più, con le opere e con i fatti, che con una severa e prudente selezione dei suoi membri, con un'accurata e abbastanza lunga formazione dei medesimi, con un adeguato ordinamento di vita, fermo ed agile insieme, anche nel secolo, con l'aiuto di una speciale vocazione di Dio, e della grazia divina, si può ottenere certamente una consacrazione di se stesso al Signore abbastanza stretta ed efficace, non solo interna, ma anche esterna e quasi religiosa, e che poteva ritenersi uno strumento molto opportuno di penetrazione e di apostolato, per tutte queste ragioni più d'una volta le predette Associazioni di fedeli furono lodate dalla Santa Sede non altrimenti che le vere Congregazioni Religiose.
Dal felice incremento di questi Istituti apparve ogni dì più chiaramente come essi potessero essere di efficace aiuto alla Chiesa e alle anime sotto molti aspetti. Questi Istituti possono conferire e giovare con facilità per vivere seriamente sempre e dappertutto la vita di perfezione, per poterla abbracciare in molti casi in cui la vita canonica religiosa non sarebbe possibile o conveniente, per un profondo rinnovamento cristiano delle famiglie, delle professioni e della società civile mediante un contatto intimo e quotidiano, mediante una vita perfettamente e totalmente consacrata alla santificazione, e per esercitare un multiforme apostolato e i ministeri in luoghi, tempi e circostanze in cui sarebbe proibito o risulterebbe difficile ai Sacerdoti e ai Religiosi» (Provida Mater Ecclesia).
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Vantaggi grandi:
a) è resa possibile la vita di perfezione a tantissime persone altrimenti impedite, capaci della maggior santità e di efficacissimo apostolato;
b) viene portato nel seno delle famiglie e della società e di tutte le attività umane la vita di completa perfezione;
c) è enormemente agevole, esteso ed intensificato l'apostolato in innumerevoli ambienti, professioni e organizzazioni chiusi ordinariamente al religioso e ai sacerdoti;
d) è un aiuto efficacissimo in tempi di instabilità politica, perché le persecuzioni non possono raggiungerli; né si avrebbe la sfiducia del clero secolare, dei religiosi, dei fedeli;
e) gli Istituti religiosi meglio organizzati ed attivi hanno provveduto a fondare diverse associazioni ed Istituti secolari più o meno segreti, facendoli vivere del loro spirito e del loro apostolato, dei quali si servono largamente;
f) La Santa Sede ora con la Costituzione «Provida Mater Ecclesia» ha dato un solenne riconoscimento, sapienti norme di formazione e di vita, indirizzi di apostolato. Autorità di competenza giuridica è la Congregazione dei Religiosi;
g) la Famiglia Paolina nel suo specifico fine con simile ausilio troverebbe molto potenziato il suo apostolato e accresciuta la sua influenza utilizzando uno dei mezzi più moderni, efficaci, fruttuosi;
h) molto giovano i Cooperatori se ben guidati dall'ufficio apposito; moltissimo un Istituto che la fiancheggi e sia spiritualmente guidato dalla Famiglia Paolina.
Volere espresso della S. Chiesa è che «tutta la vita dei soci degli Istituti Secolari consacrati a Dio con la professione della perfezione, deve convertirsi in apostolato; il quale si deve esercitare sempre e santamente con tale purità di intenzioni, intima unione con Dio, generosa dimenticanza e forte abnegazione di se stesso ed amore alle anime che non manifesti solamente lo spirito interiore che lo informa, ma che anche lo alimenti e lo rinnovi continuamente» (Motu proprio).
Per l'entrata
In regola generale si seguono congrua congruis referendo e come direttive le norme fissate dal Diritto Canonico per gli Istituti religiosi:
a) per l'ammissione: le condizioni e le qualità richieste negli Aspiranti, le informazioni, i documenti, ecc. Tenendo presente come siano diversi i requisiti per un chierico e per un semplice fedele.
b) per il postulato: che sarà più o meno lungo, non meno di sei mesi, per avviare l'aspirante alla vita di perfezione e dell'Istituto.
c) per il Noviziato: che dovrà durare almeno due anni; tenendo conto della diversa condizione di chi lo compie in vita comune e di chi lo compie in casa propria; di chi è chierico e di chi è semplice cristiano. La formazione religiosa e la formazione apostolica sono necessarie ed uguali per tutti; la formazione ecclesiastica è specialmente per i Chierici.
d) Professione. «Il termine incorporazione è il più adeguato ad indicare l'atto con cui si abbracciano i consigli evangelici e quindi la vita di perfezione e di apostolato in un Istituto Secolare. Dicesi pure consecrazione». È prima temporanea, poi può diventare perpetua.
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ISTITUTI
S. GABRIELE ARCANGELO E MARIA SS. ANNUNZIATA
Istituto di San Gabriele Arcangelo
Oggi in tutte le nazioni, il laicato di ispirazione cattolica è in grande movimento: congressi nazionali, internazionali, convegni, settimane di studio, raduni, prese di posizione, contatti diretti o indiretti con la gerarchia cattolica, stanno ad indicare la necessità di nuove vie per salvare l'umanità dal materialismo, dall'ateismo e dai residui dell'anticlericalismo massonico. D'altra parte vi sono giovanotti e uomini che vogliono attendere alla santificazione propria in una vita stabile, organizzata religiosamente e guidata da obbedienza, senza entrare nella vita degli Istituti tradizionali.
Il Sacerdote non può penetrare in tutti gli ambienti sociali e per certi ceti di persone si è creata una netta separazione tra l'azione benefica, apostolica e salvatrice del clero cattolico e il sistema di vita di molti laici.
Gli Istituti Secolari rispondono, quindi, a un bisogno dell'ora presente, con forme nuove e assai adatte alle nuove necessità; gli Istituti Secolari aprono un nuovo cammino di luce e di amore per i giovani che vogliono collaborare nel modo più efficace all'avvento e alla diffusione del Regno di Dio nel Divino Maestro, Via, Verità e Vita.
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L'Istituto di San Gabriele prende il nome da San Gabriele Arcangelo perché vuole formare e avviare i suoi membri ad una vita apostolica di penetrazione usando, tra gli altri mezzi, il cinema, televisione e radio che sono stati posti sotto il patrocinio di S. Gabriele Arcangelo annunziatore dell'Incarnazione e salvezza (a Daniele, a Zaccaria, a Maria Santissima).
Fine
Il fine generale di tale Istituto consiste nel professare, in mezzo al mondo, la totale consacrazione al Signore e la piena dedizione all'apostolato.
Il fine speciale: servire e cooperare con la Chiesa nel dare all'umanità Gesù Cristo, Maestro, Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale, particolarmente in forme moderne.
Mezzi
I mezzi da adoperare per il raggiungimento di questo fine speciale sono quelli più efficaci e più adatti in ciascun momento e in ciascun paese, compresi anche i più nuovi e i più arditi.
Non dobbiamo lasciarci superare nelle iniziative dai nemici della Chiesa. Il comunismo ateo, ad esempio, trova la sua potente forza di penetrazione, attraverso un'azione capillare che non trascura nessuna circostanza, nessun ceto sociale, nessuna anche piccolissima borgata.
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Membri
Possono essere membri tutti quei laici (compresi anche i Sacerdoti secolari) che non abbiano superato i 35 anni di età e anche più a giudizio del Superiore Generale, e ne abbiano già compiuti almeno 18. Non è necessario che la vita di tutti costoro si svolga nelle Case dell'Istituto, ma ognuno può continuare il sistema di vita che occupa dove è, e mantenere contatti con l'autorità dell'Istituto attraverso alla corrispondenza, partecipando a raduni periodici e specialmente al corso annuale di Esercizi Spirituali. Il fine speciale dell'Istituto di San Gabriele, infatti, è tale che si può zelare in qualsiasi luogo; anzi la penetrazione in certi ambienti sociali è bene che avvenga senza che nessuno sappia che i promotori di tale penetrazione appartengono ad un Istituto Secolare.
Quindi, i professionisti, gli impiegati, coloro che occupano posti importanti nella società, possono continuare a svolgere la loro attività, anzi in certe circostanze è bene che restino dove sono. La parola di Dio, infatti, è libera da qualsiasi vincolo, e può penetrare dappertutto, in forme diversissime.
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I membri dell'Istituto non indossano alcuna divisa particolare, ma vestono come tutti gli altri secolari, perché, in tal modo, possono penetrare anche in ambienti nei quali è più difficile l'apostolato dei sacerdoti e dei religiosi.
Governo dell'Istituto
A capo di tutto l'Istituto vi è un Superiore Generale, coadiuvato da quattro Consiglieri. A capo dei centri secondari vi è un Superiore locale coadiuvato da due Consiglieri. Tra il centro e la periferia, vi possono pure essere organismi intermedi governati da qualche superiore maggiore, sempre sotto la dipendenza e la vigilanza del Superiore Generale.
Voti
Siccome ogni membro deve tendere alla perfezione evangelica, raccomandata da Gesù Cristo: «Se vuoi essere perfetto, va vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi», ciò sarà reso possibile con l'emissione dei tre voti sociali di povertà, obbedienza, castità coi quali i membri dell'Istituto potranno professare il loro distacco dai tre principali ostacoli che ci impediscono una piena unione con Dio: le ricchezze, la superbia e la lussuria.
L'Istituto è collegato spiritualmente con la Pia Società San Paolo.
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Istituto Maria SS. Annunziata
Vi è un discreto numero di figliuole che desidera consacrarsi al Signore in una vita di maggior perfezione e dedicarsi nello stesso tempo ad un apostolato per la salvezza delle anime. Ma non amano l'abito religioso; o hanno uffici in società che non conviene abbandonare; o salute non adatta ad una vita pienamente in comune; o vorrebbero un apostolato più moderno e corrispondente ai bisogni attuali; od una vita, ben diretta, ma di tanta libertà nell'iniziativa, così da esplicare le tendenze, e tutti i talenti propri; od a maggior agilità nell'intervenire alle necessità nuove, pur sempre sotto la sicurezza di agire col merito dell'obbedienza.
Si propone a tali giovani un Istituto di forma laicale secondo le norme della Costituzione Apostolica «Provida Mater Ecclesia».
1) L'Istituto si abbraccia se vi è un gran desiderio di santità ed un grande amore alle anime e alla Chiesa. È chiamato, secondo il primo mistero della redenzione «Maria Annunziata».
2) L'Istituto ha per primo fine la gloria di Dio e la santificazione dei membri, mediante i tre voti di povertà, castità, obbedienza e l'osservanza alle proprie regole.
3) Il fine speciale: servire e cooperare con la Chiesa nel dare all'umanità Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale particolarmente in forme moderne.
4) L'Istituto è collegato spiritualmente (non la medesima cosa) con la Famiglia Paolina dalla quale riceve spirito.
5) I membri hanno in parte una vita del tutto comune; in parte vivono fuori delle case dell'Istituto, secondo il maggior bene ed il giudizio - caso per caso -della Superiora Generale.
6 ) La vita comune vige ed è tenuta viva con i seguenti mezzi:
a) ogni anno tutte devono passare almeno un mese nelle Case dell'Istituto per gli esercizi, l'aggiornamento, il rinvigorimento nello spirito;
b) tutte compiono le medesime pratiche di pietà;
c) accettano in obbedienza l'ufficio loro assegnato e lo compiono secondo lo spirito dell'Istituto e le norme particolari delle Superiore;
d) ogni mese fanno per iscritto alla Superiora un fedele resoconto della loro vita spirituale e religiosa, dell'apostolato, amministrazione e orario seguito;
e) le Superiore fanno frequenti visite ai membri, specialmente quelli che vivono fuori delle case dell'Istituto;
f) per i membri che vivono nelle case dell'Istituto vi è di più l'osservanza dell'orario.
7) In tutto: vitto, vestito, abitazione, comportamento, si conformino a modestia e decoro, secondo i tempi e la condizione sociale; non vi è abito religioso o divisa comune.
8) Per le accettazioni si seguono le norme della Santa Sede. In quanto all'età: fino ai 35 anni le aspiranti alla vita nelle case dell'Istituto; fino ai 40 e anche più, a giudizio definitivo delle Superiore, le aspiranti alla vita fuori delle case dell'Istituto.
9) Nelle case centrali dell'Istituto risiede la Superiora col suo Consiglio; la vita è regolata dall'orario; vengono ogni anno, per almeno un mese, tutti i membri.
10) Aspirandato, noviziato, professioni, vengono regolate in conformità alle norme della S. Sede e secondo le particolari condizioni dell'Istituto.
11) Si esortano i membri ad occupare posti ed uffici di maggior autorità ed influenza cristiano-sociale (organizzazione, insegnamento, ecc.), e rimanervi secondo il giudizio definitivo delle Superiore.
12) Tutte professano la medesima vita religiosa; vivono secondo la regola; partecipano ai privilegi, grazie e favori spirituali di essa; si applicano alle opere dell'Istituto sotto la guida delle Superiore.
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NORME COMUNI
PER L'INCORPORAZIONE NEI DUE ISTITUTI SECOLARI
Ammissione. - Occorre la vocazione per entrare negli Istituti secolari, cioè la chiamata di Dio, poiché la Chiesa li considera e sono veramente in uno stato di perfezione evangelica ed ha loro dato un ordinamento proprio. Bisogna cioè che l'aspirante già osservi i comandamenti, e senta l'invito divino: «Se vuoi essere perfetto», ecco i tre consigli evangelici. È detto esplicitamente e con forza nel Motu proprio «Primo feliciter» in cui si insiste per tutti i fedeli: «raccomandiamo con paterno animo di promuovere generosamente sante vocazioni di questo genere, di offrire aiuto con mano amica, non solo alle Religioni ed alle Società (che tutti conoscono) ma anche a questi Istituti secolari, veramente provvidenziali».
I requisiti necessari. - Sono la volontà decisa di attendere alla santificazione ed all'apostolato nello spirito dell'Istituto e insieme le qualità fisiche, morali, intellettuali, psicologiche, sociali, ecc., necessarie per attendere agli uffici. Gli impedimenti per la validità e la liceità fissati per gli Istituti propriamente religiosi dal Diritto canonico non si applicano a rigore per gli Istituti secolari; ma servono di indicazione; alcuni tuttavia sono condizione assoluta, come per il coniuge, vivente ancora l'altro coniuge.
Schema di incorporazione. - Aspirandato o postulato per almeno un anno. Noviziato per almeno due anni. Professione temporanea: annuale per cinque anni, quindi la professione per un triennio. Dopo otto anni dalla prima consacrazione possono emettere la professione perpetua, eccetto che venga dal Superiore col suo Consiglio richiesto un tempo maggiore.
Di massima, congrua congruis referendo, le disposizioni che si danno per il postulato, il noviziato, la professione negli Istituti religiosi, valgono sostanzialmente per gli Istituti secolari.
Nel caso nostro, norme, usi, indirizzi vigenti nella Pia Società San Paolo e nelle Figlie di San Paolo saranno di guida per le determinazioni particolari.
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ALCUNI INIZI
«S. Giuseppe quest'anno ci ha portato un'altra grazia: l'istituzione di un Cinema Cattolico nella città di Buffalo, dove la Pia Società San Paolo potrà proiettare buone pellicole per il pubblico, per ora ogni domenica. È un magnifico cinema, uno dei più nuovi della città, con 1250 posti a sedere. Ne sono incaricati il gruppo di uomini, vocazioni tardive, che stanno con me alla casa provinciale, e che hanno pure il Reparto San Paolo Film, trasportato due mesi fa da Staten Island a Derby, oltre che altre iniziative.
Raccomandiamo la nuova opera alle preghiere sue e dei nostri, essendo questo nuovo tentativo di un teatro pubblico gestito dalla SSP un campo per ora incerto, specialmente quanto alla parte finanziaria. Il Vescovo e Clero ne sono entusiasti» (U.S.A. ).
«Mi ha fatto tanto piacere la notizia datami, che sta preparando un programma per coloro che non volendo prendere l'abito religioso, tuttavia possono lavorare ugualmente accanto a noi con lo stesso fine tra i laici. Qui abbiamo alcune vocazioni, però non sappiamo come regolarci, non conoscendo ancora bene il suo pensiero. Chissà se possiamo avere qualche schiarimento o un programma!».
«Ho formato un numeroso ed entusiastico nucleo di Maestri Cattolici: siamo rimasti d'accordo con le Ven. Figlie di San Paolo di fare di questo nucleo una base fervente di cooperazione paolina».
«Sotto la direzione del Vescovo si sta formando il Primo Comitato «Ausiliari delle Figlie di S. Paolo» per aiutarci nell'apostolato (è formato da uomini). Voglia benedirci anche in questa nuova iniziativa e che si possa realizzare nel miglior modo».
«Ho nell'animo un grande desiderio, che si realizzi quanto le accennai tempo fa; e cioè, che in ogni Parrocchia si formino degli Apostolini, detti anche Cooperatori delle nostre opere di apostolato, continuatori delle propagandiste. Questo desiderio va sempre più crescendo. Mi pare che verrebbe tutto facilitato se Lei incaricasse una Suora capace e buona da presentarsi a tutti i Vescovi delle singole Diocesi e proporre d'incoraggiare i Parroci per questa grande opera di bene. Sarà bene proporre ai Vescovi che si avrà anche una larga diffusione delle loro opere diocesane (ad esempio il loro giornale); a questo loro ci tengono tanto. Non Le pare una cosa ottima, se ogni Parroco formasse un nucleo di Apostolini che siano attivi e vigilanti per le buone letture? Penso che Dio verrebbe maggiormente glorificato, e che questa sia l'ora più propizia perché nel mondo c'è una grande sete di Dio».
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RESPONSABILITÀQuante! anime che aspirano alla propria santificazione con vero spirito; e sono tuttavia fluttuanti e disorientate, senza una stabile direzione, sempre alla ricerca di sicuro orientamento, di una propria spiritualità cercata in libri ed in maestri di spirito, in continuo mutamento, senza consolazione né profitto, sprecando grazie, doni, e tempo... Queste troverebbero in un Istituto Secolare una direzione decisa, e sicura, un progresso costante; vivrebbero una vera vita: di santificazione e di apostolato.
Quanti! cuori generosi, che gemono sui mali della società e anelano ad un apostolato ordinato; ma si sentono soli, si sconfortano per gli insuccessi, passano il tempo a lamentare e piangere su uomini e circostanze... Non sentono la forza che viene dall'unione ben organizzata. A costoro: «Perché passate la giornata oziosamente?» si domanderebbe. E risponderebbero: «perché nessuno ci ha chiamati a lavorare». Si dica loro: «andate voi pure nella mia vigna; e ciò che è giusto vi sarà dato».
Le lacrime sterili sui mali presenti non danno gloria a Dio, né bene agli uomini; no!
«Fa' anche tu così», come il samaritano che non si contentò di guardar l'uomo ferito e derubato; ma lo soccorse, lo portò all'albergo, pagò la spesa...
S. Antonio M. Claret nel 1847 già scriveva: «Sono una moltitudine le giovani fervorose le quali con la loro innocenza e la loro virtù sono dolce conforto alla nostra santa Madre Chiesa nell'immenso cumulo di amarezze con cui la si opprime, le quali, impedite di entrare nei porti di salvezza (che sono gli attuali monasteri) restano a piangere la loro disgrazia tra le mura domestiche».
ConclusioneSi domanda:
Vi è diversità tra Cooperatori Paolini e membri di questi Istituti Secolari?
Possono essere di due specie le ausiliarie e gli ausiliari: a) cooperatori comuni; b) ciò che è perfetto, anime consecrate in Stato Secolare.
Da ognuno accettare ciò che ha da Dio; poiché ciascuno ha il suo dono, secondo S. Paolo.Sac. G. Alberione
Per ogni corrispondenza rivolgersi a:
Don Alberione - San Paolo
Via Alessandro Severo - 58
ROMA
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ISTITUTI SECOLARI
PENSIERI DI S.S. PIO XII
a) «A tutti è noto quanto sia strettamente e intimamente unita la storia della santità della Chiesa e dell'apostolato cattolico con la storia e i fasti della vita religiosa canonica, che, continuamente vivificata dalla grazia dello Spirito Santo, cresce di giorno in giorno con meravigliosa varietà e si irrobustisce con una unità ognor più profonda e salda. Non c'è da meravigliarsi se la Chiesa anche nel campo del diritto seguendo fedelmente la condotta che la previdente Sapienza di Dio chiaramente indicava, si sia occupata ed abbia regolato in modo tale lo stato canonico di perfezione che a buon diritto abbia voluto edificare su di esso l'edificio della disciplina ecclesiastica come su di una delle pietre angolari. Per questa ragione lo stato pubblico di perfezione fu annoverato in maniera tutta particolare fra i tre principali stati ecclesiastici e unicamente da esso la Chiesa ricavò il secondo ordine e grado delle persone canoniche. È certamente degno di attenta considerazione il fatto che, mentre gli altri due ordini di persone canoniche, cioè quello dei chierici e quello dei laici, per diritto divino, cui si aggiunge l'istituzione ecclesiastica (cc. 107, 108, § 3), hanno origine dalla Chiesa, in quanto essa è una società gerarchicamente costituita e ordinata, questa classe dei religiosi, intermedia fra i chierici che i laici (c. 107), trae tutta la sua origine dalla stretta e speciale relazione col fine della Chiesa cioè la santificazione, da perseguire efficacemente con mezzi adeguati».
b) «Per lo stato di piena perfezione che professano, per la totale consacrazione all'apostolato che si impongono... sembrano evidentemente chiamati a cose maggiori che i fedeli, anche i migliori che lavorano in Associazioni veramente laicali o nell'Azione Cattolica».
c) «Niente impedisce che a norma del diritto (Can. 492, III), gli Istituti Secolari, per speciale concessione, possano essere aggregati agli Ordini o ad altre Religioni ed in diverse maniere essere da loro aiutati od anche moralmente diretti».
d) «Ai dirigenti poi e agli assistenti dell'Azione Cattolica e delle altre Associazioni di fedeli, nel cui seno si educano contemporaneamente a vivere una vita tutta cristiana e si iniziano all'esercizio dell'apostolato un così gran numero di giovani eletti i quali si sentono chiamati da una vocazione soprannaturale a raggiungere una perfezione più alta, sia nelle Religioni, sia nelle Società di vita comune, sia anche negli Istituti Secolari, con animo paterno raccomandiamo di favorire generosamente queste sante vocazioni, di offrire la loro collaborazione non solamente alle Religioni e alle Società, ma anche a questi Istituti veramente provvidenziali, e di servirsi volentieri della loro attiva collaborazione, salva però sempre la disciplina interna dei medesimi».
e) «Lo Spirito Santo che incessantemente ricrea e rinnova la faccia della terra ognor più desolata e deturpata per tanti e così grandi mali, con grazia grande e speciale ha richiamato a sé molti dilettissimi figli e figlie, che di gran cuore benediciamo nel Signore, affinché riuniti e disciplinati negli Istituti Secolari, siano il sale che non vien meno di questo mondo insulso e tenebroso, a cui non appartengono, ma nel quale tuttavia devono rimanere per divina disposizione; siano la luce che risplende e non si estingue fra le tenebre di questo mondo; siano il poco ma efficace fermento che, operando sempre e dappertutto, mescolato ad ogni classe di cittadini, dalle più umili alle più alte, si sforza di raggiungere e di permeare tutti e ciascuno colla parola, coll'esempio e con ogni altro mezzo, fino a che la massa ne sia impregnata in modo che tutta fermenti in Cristo» (Pio XII, Lettera motu proprio «Primo feliciter»).
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FINE SFECIFICO DEI DUE ISTITUTI SECOLARI
Il primo fine è sempre la santificazione, per tutti gli Istituti.
Il secondo fine è vario e viene determinato nelle Costituzioni. Esempi: Le missionarie degli infermi: «amore agli ammalati, portare Gesù fra i sofferenti, specialmente per le gravi infermità». Servi della S. Chiesa: «aiutare gli Ordinari delle Diocesi con i ministeri apostolici». Opus Dei: «perfezionarsi santificando il lavoro professionale, curare tra le persone colte, fomentare in tutte le classi sociali la vita di perfezione nel mondo». Istituto di Nostra Signora del lavoro: «mettere in pratica le direttive sociali di Leone XIII, Enciclica Rerum Novarum» ecc.
Si noti che il secondo fine degli Istituti S. Gabriele Arc. e Maria SS. Annunziata è molto ampio; si può dire che vi è compreso ogni apostolato dalla unione delle anime vittime all'azione politica del cristiano.
Ecco degli esempi:
Apostolato del cinema (produttori...)
Apostolato della stampa (scrittori, tecnici, propagandisti).
Apostolato della radio.
Apostolato della televisione.
Apostolato della scuola.
In primo luogo Apostolati di cooperazione alla Pia Società S. Paolo (Traduttori); alle Figlie di S. Paolo (Biblioteche Parrocchiali); alle Pie Discepole (Es. Adoratrici); alle Pastorelle (Catechiste); al «Regina Apostolorum» (Laboratori per Aspiranti).
Unioni per la santificazione ed il ministero sacerdotale.
Anime vittime
Persone di servizio
Azione cattolica
Azione missionaria
Azione liturgica
Arte cristiana
Ed innumerevoli altri.
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Per dare un'idea dell'immenso campo, si riporta l'elenco delle rappresentanze al secondo Congresso dei Laici a Roma; si tratta di apostolati da svolgere fuori di quello strettamente esercitato in Chiesa.
Apostolato dei Laici nel campo catechistico
Apostolato dei Laici nella vita parrocchiale
Apostolato per la Famiglia
Apostolato per l'Infanzia
Apostolato per la Gioventù
Apostolato della Donna
Apostolato nel campo della Scuola
Apostolato nel mondo dello Sport
Apostolato tra gli Intellettuali
Apostolato nelle Professioni liberali
Apostolato nel mondo del Lavoro
Apostolato nell'Assistenza
Apostolato tra i Malati e nell'ambiente Sanitario
Apostolato nel Mondo Civico
Apostolato nell'Opinione Pubblica
Apostolato e i problemi delle Migrazioni
Apostolato dei Laici e i paesi di missione
Apostolato dei Laici e le Organizzazioni internazionali
Apostolato del Mare
Associazione cattolica internazionale delle opere per la Protezione della Giovane
Associazione delle Dame di Carità di S. Vincenzo de' Paoli
Associazione internazionale sociale cristiana - F.I.M.O.C.
Ufficio internazionale cattolico dell'Infanzia
Centro Internazionale degli Studi per la Formazione Religiosa
Commissione Internazionale Cattolica per l'Emigrazione
Comitato Internazionale Cattolico degli Infermieri e Assistenti Medico-Sociali
Conferenza Internazionale delle Opere Caritative Cattoliche.
Federazione Internazionale Cattolica di Educazione Fisica
Federazione Internazionale della Gioventù Cattolica
Federazione Internazionale degli Uomini Cattolici
Federazione Internazionale delle Università Cattoliche
Federazione mondiale delle Congregazioni Mariane
Federazione mondiale della Gioventù Femminile Cattolica
Gioventù Operaia Cattolica (J.O.C.) Internazionale
Ufficio Cattolico Internazionale per il Cinema
Ufficio Internazionale per l'Insegnamento Cattolico
Pax Romana - M.I.I.C.
Società S. Vincenzo de' Paoli
UNDA (Associazione Cattolica Internazionale per la Radiodiffusione e Televisione)
Unione Cattolica Internazionale del Servizio Sociale
Unione Internazionale di Studi Sociali
Unione Internazionale della Stampa Cattolica: Federazione Internazionale delle Agenzie Cattoliche della Stampa - Federazione Internazionale dei Giornali Cattolici - Federazione Internazionale dei Giornalisti Cattolici
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A CONCLUSIONE
Ogni apostolato, possibile al laico, è compreso; nessuno è escluso.
Può l'apostolato compiersi sopra un piano personale, o parrocchiale, o diocesano, o nazionale, od universale cattolico-internazionale.
Può comprendere verità-istruzione; via-formazione; vita-santificazione; sempre innestati in Cristo e nella Chiesa. Dall'unione delle chiese e dei cattolici all'attività vocazionaria, dall'azione pastorale alle opere sociali; dalle opere caritative alle iniziative di riparazione; dalle opere di educazione alle opere di rieducazione.
Per chi non avesse ricevuto l'opuscolo «ISTITUTI SECOLARI» (pag. 32), si riporta qui la spiegazione della «pratica dei voti», tanto per la parte maschile quanto per la parte femminile.
PRATICA DEI VOTI NELL'ISTITUTO SAN GABRIELE ARCANGELO
VOTO DI POVERTÀ
Ogni membro ritiene il dominio e l'uso dei propri beni, ma si obbliga:
a) a presentare al principio di ogni anno il conto preventivo delle spese annuali prevedibili, con la disposizione di accettare le riduzioni che venissero suggerite;
b) a presentare il conto consuntivo alla fine di ogni anno, giustificando un'eventuale notevole eccedenza sul preventivo;
c) a chiedere il permesso ai Superiori per le spese straordinarie prevedibili o a riferirne dopo, se si è stati impossibilitati a farlo;
d) a riferire ogni tre anni sullo stato economico personale.
Per nutrire la virtù della povertà giova:
a) ricordare l'esempio di Gesù che visse poverissimo;
b) ricordare che la povertà effettiva o almeno affettiva favorisce lo spirito soprannaturale, la preghiera, il desiderio della perfezione ed è una dimostrazione efficacissima del disinteresse della nostra missione;
c) impegnarsi ad escludere dalle cose personali e di casa quanto sa di superfluo e tanto più di lussuoso, per attenersi al necessario o a una ragionevole convivenza;
d) evitare ogni ricerca di denaro, ogni forma di speculazione, come pure l'esagerata preoccupazione per l'avvenire.
VOTO DI OBBEDIENZA
Per i Sacerdoti secolari va notato che attraverso al voto di obbedienza non viene per nulla intaccata la loro dipendenza dai propri Vescovi. Dipendono dai superiori interni dell'Istituto in tutte quelle attività che esorbitano dall'azione parrocchiale e delle quali ognuno può disporre liberamente senza essere obbligato a renderne conto agli Ordinari dei luoghi.
Anzi col voto di obbedienza ogni Sacerdote secolare si obbliga ad obbedire al proprio Vescovo con la disposizione di accettare anche eventuali trasferimenti, o rinunce a benefici.
Ognuno poi, sia Sacerdote, sia laico, dovrà tener in gran conto la virtù dell'obbedienza.
a) La virtù dell'obbedienza deve essere considerata come base della propria perfezione, fondamento della disciplina religiosa ed ecclesiastica, principali fattori di unione con la Gerarchia e coi Superiori dell'Istituto.
b) Lo spirito di filiale sottomissione deve portare all'accettazione di ogni ufficio che venisse proposto.
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VOTO DI CASTITÀ
Col voto di castità i membri si obbligano ad osservare il celibato e ad astenersi da qualunque atto interno od esterno contrario alla virtù della castità.
Per assicurare meglio la fedeltà al voto di castità è utile:
a) ritenere il voto di castità come l'indice del proprio amore unico e indiviso per il Signore e per le anime;
b) conservare coscienza della debolezza della nostra natura per non esporsi presuntuosamente e per premunirsi con la mortificazione, la preghiera e la direzione spirituale;
c) evitare ogni segno esterno di eccessiva confidenza e familiarità sia con donne che con giovani e fanciulli, e nemmeno per motivi spirituali. Avere sempre la buona disposizione di accettare umilmente e tesoreggiare le osservazioni e i rilievi che in proposito ci venissero fatti.
PRATICA DEI VOTI NELL'ISTITUTO MARIA SS. ANNUNZIATA
POVERTÀ
Voto
Oltre alla proprietà dei loro beni e la capacità di acquistarne altri, i membri della Pia Unione ne conservano pure l'amministrazione e l'uso. Tuttavia a motivo del voto di povertà le Annunziatine si considereranno come semplici depositarie dei propri beni e non li amministreranno o ne faranno uso se non nella debita dipendenza e controllo delle Superiore Maggiori.
Pertanto:
a) Alla fine del Noviziato faranno testamento. b) Dopo l'emissione dei voti presenteranno, in iscritto, alla Superiora lo stato patrimoniale e i proventi della loro vita professionale. Vi aggiungeranno un piano di amministrazione e d'uso generale che la Superiora approverà o modificherà secondo che le parrà opportuno. In questo modo sono tracciate le linee generali di condotta da tenere a riguardo della povertà.
c) Alla fine di ogni anno presenteranno un bilancio preventivo e consuntivo delle spese annuali alla Superiora.
d) Le Superiore non potranno autorizzare validamente una spesa che, tenuto conto della condizione sociale del soggetto, è evidentemente superflua e ispirata soltanto dalla vanità, dal lusso o dalla sensualità.
Virtù
Colla virtù della povertà ogni membro si spoglia di ogni affetto disordinato ai beni temporali e ne sopporta con animo lieto anche la privazione per amore di Gesù Cristo.
Le Annunziatine tengano in grande conto la povertà volontaria che è fondamento, vigore e ricchezza di tutta la perfezione cristiana e dell'apostolato. Per amore alla virtù della povertà si astengano quindi dal superfluo, e da tutto ciò che non è conveniente allo spirito di povertà. I vestiti, le suppellettili, le stesse case siano conformi alla semplicità evangelica. Le Annunziatine siano persuase che il lavoro, assieme agli altri sussidi che la Divina Provvidenza fornisce, è il mezzo ordinario e principale per provvedere alle necessità temporali e sostenere le opere di apostolato; siano quindi diligenti nell'impiego del tempo.
Affinché ognuna si renda familiare e possa coltivare intimamente la virtù della povertà evangelica, ripensi sovente agli esempi e all'insegnamento del Divino Maestro: «Beati i poveri in ispirito perché di essi è il regno dei cieli» (Matt. 5, 3). Si sforzi di sradicare poco per volta ogni attaccamento alle cose temporali; si accontenti del necessario, anzi, spontaneamente, almeno con l'affetto interiore e umiltà, preferisca ciò che è più povero.
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OBBEDIENZA
Voto
Col voto di obbedienza i membri della Pia Unione si obbligano ad obbedire alle Superiore Maggiori. Si pecca contro il voto solo quando tali Superiore comandano, nei limiti del presente Statuto, «in virtù di santa obbedienza».
Virtù
L'obbedienza deve essere anche affettiva ed estendersi a tutti i legittimi comandi; non si tenga tanto conto del proprio giudizio, ma si guardi a Dio solo al quale unicamente, nella persona di chi comanda, si obbedisce. Perciò, ricordando la parola evangelica: «Non vogliate giudicare e non sarete giudicati», le Annunziatine si astengano con ogni cura dal giudicare e tanto più dal biasimare le Superiore, anzi le aiutino con filiale sottomissione e continua preghiera affinché possano santamente e ordinatamente governare, nel Signore, la famiglia ad esse affidata.
L'obbedienza è esercizio quotidiano di umiltà, è via semplice, sicura e breve per giungere alla perfezione, è il mezzo per dimostrare più sinceramente l'amore a Dio.
Non vivendo in comunità, un mezzo eccellente per poter vivere sempre nell'obbedienza è quello di redigere un regolamento particolareggiato di vita adatto alle esigenze dello stato e dell'ambiente in cui ognuna vive, da sottomettere all'approvazione della Superiora che potrà anche modificarlo.
Le Annunziatine che stanno abitualmente lontano dalle Superiore dovranno ottenere dei permessi generali. Per gli atti di maggiore importanza dovranno pure avere un permesso particolare, come per es. prima di accettare un nuovo ufficio, di preparare la pubblicazione di un libro o di un articolo, di intraprendere un viaggio...
Quando le circostanze permettono loro di poter vivere più vicino alle Superiore, procurino di domandare i permessi particolari con maggior frequenza.
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CASTITÀ
Voto e virtù
Col voto di castità i membri si obbligano ad osservare il celibato e ad evitare ogni atto interno ed esterno contrario al sesto e al nono Comandamento.
Colla virtù della castità non solo stimano e amano la castità perfetta, ma diligentemente evitano quanto può anche solo minimamente offenderla e adoperano volentieri i mezzi che possono concorrere a custodirla intatta.
Per conseguenza siano prudenti nelle relazioni con persone di altro sesso, astenendosi da discorsi e relazioni non necessarie. La purezza della mente, del cuore, del corpo, deve modellarsi ed elevarsi nell'amore e nell'imitazione del Divino Maestro Gesù Cristo. Ciò si otterrà con l'allontanare le occasioni pericolose, con la pratica della mortificazione, la perseveranza nella preghiera, specialmente alla Vergine SS., e l'uso frequente dei Sacramenti.
PENSIERI
«Maria è costituita Madre e Regina dell'apostolato» (Pio XII).
a) «Il Signore Gesù designò altri settantadue discepoli (oltre i dodici apostoli) e li mandò, due a due, innanzi a sé, in ogni città e luogo dove egli stesso intendeva recarsi. E disse loro: la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai alla sua messe. Andate! ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi» (Lc. 10, 1-3). «In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. E se lì vi è un figlio della pace, questa si poserà su di lui; altrimenti ritornerà sopra di voi» (ib. 5, 6). «Chi ascolta voi, ascolta me; e chi disprezza voi, disprezza me; e chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato. E i settantadue discepoli ritornarono tutti gioiosi dicendo: Signore, gli stessi demoni ci stanno soggetti in nome tuo» (ib. 16-17). «Però non vi rallegrate perché gli spiriti vi stanno soggetti; ma rallegratevi perché il vostro nome sta scritto nei cieli» (ib. 20).
Diceva: «A che cosa è simile il regno di Dio? ed a che cosa lo paragonerò? È simile ad un granello di senapa, che un uomo ha preso e seminato nel suo giardino. Esso crebbe e divenne un albero e gli uccelli del cielo sono venuti a riposarsi fra i suoi rami».
Poi disse ancora: «A che paragonerò il regno di Dio? È simile a del lievito che una donna ha preso e mescolato in tre misure di farina, finché è lievitata tutta la pasta» (Lc. 13, 18-21).
I settantadue discepoli sono oggi rappresentati dai membri degli Istituti Secolari; il loro apostolato indica l'azione di essi nella massa popolare.
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TESTIMONIANZE
«Abbiamo letto con tanto interesse e tanta gioia il «San Paolo» di Aprile 1958 sugli Istituti Secolari. Da tanto tempo preghiamo, lavoriamo e pensiamo a gruppi di propagandisti nelle Parrocchie delle Isole Filippine: quanta messe di bene e di vocazioni si possono ricavare da questi gruppi ben diretti ed organizzati! Abbiamo già scritto diverse lettere ai singoli Parroci per questo scopo: attendiamo risposta. Ma vogliamo stabilire contatti personali, i quali, speriamo, gioveranno assai di più. Intanto preghiamo e facciamo pregare e raccomandiamo al Primo Maestro questa intenzione».
«Deo gratias per il «San Paolo» di Aprile 1958. L'ho letto a Visita. Sono davvero entusiasta di queste due nuove famiglie paoline: «Istituto S. Gabriele» e «Istituto SS. Annunziata». Farò per il loro sviluppo tutto quello che potrò, secondo i rapporti e le amicizie che ho. Credo che risponda ad una concreta esigenza di tanti e ad un grande bisogno della Chiesa, per cui confido che sia stato lo Spirito Santo a darne a Lei l'ispirazione, e che penserà Lui a svilupparli. Intanto prego affinché siano conosciuti».
«Ho letto il «San Paolo» ultimo, che ci porta a conoscenza di quanto il Signore Le ha ispirato per gli ISTITUTI SECOLARI. Non può immaginare quanto ne sia rimasto contento. Non cesserò di ringraziare il buon Dio di tanta luce e di tanta grazia fattale. Sono convinto che molte anime troveranno così la loro via di donazione al Signore e di proficuo apostolato in mezzo al mondo».
PREGHIERA A SAN GABRIELE ARCANGELO
O Padre Celeste, Vi ringrazio per aver scelto tra gli Angeli S. Gabriele a portare l'annunzio della Incarnazione e Redenzione dell'umanità: Maria accolse con fede l'annunzio; ed il vostro Figlio si incarnò e morendo sulla croce redense tutti gli uomini.
Ma la maggior parte di essi non ha ancora ricevuto il messaggio della salvezza e vive nelle tenebre.
O S. Gabriele, protettore delle tecniche audiovisive cinema, radio e televisione, supplicate il Maestro Gesù perché con questi potenti mezzi la Chiesa possa al più presto comunicare a tutti le verità divine, la via ed i mezzi di grazia e felicità eterna.
Che con essi la Chiesa più presto possa compiere il Divino Mandato: «Istruite tutte le genti».
Che mai queste tecniche siano adoperate per l'errore e la rovina delle anime!
Che questi doni di Dio servano all'elevazione e salvezza di tutti.
Che ogni uomo accolga docilmente il messaggio di Gesù Cristo.
Che si faccia presto un solo ovile sotto un solo pastore.
O S. Gabriele, pregate per noi e per l'apostolato delle tecniche audiovisive. Così sia.
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PREGHIERA A MARIA SANTISSIMA ANNUNZIATA
Tutte le generazioni ti proclamino beata, o Maria.
Tu hai creduto all'Arcangelo Gabriele, e in te sono compiute tutte le grandi cose che Egli ti aveva annunziato.
L'anima mia e tutto il mio essere ti lodano, o Maria.
Hai prestato fede all'Incarnazione del Figlio di Dio nel tuo seno verginale: e sei diventata la Madre di Dio.
Al tuo «sì» il Verbo Eterno si fece uomo e visse tra gli uomini.
Spuntò allora il giorno più felice della storia umana. L'umanità ebbe il Maestro Divino, il Sacerdote Sommo ed Eterno, l'Ostia di riparazione.
Sia benedetto il Signore che tutto volle darci per mezzo tuo.
La fede è dono di Dio e radice di ogni bene. O Maria, ottieni anche a noi una fede viva, ferma, operosa. La fede che salva e produce i santi.
Fede nella Chiesa, nel Vangelo, nella vita eterna.
Che possiamo meditare le parole del tuo Figlio benedetto; come tu le conservavi in cuore e santamente le consideravi.
Che il Vangelo sia predicato a tutti e con ogni mezzo.
Che venga accolto docilmente.
Che tutti divengano figli di Dio. Così sia.
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La storia ecclesiastica attraverso i secoli ci mostra ondeggiamenti nella vita pratica e nella medesima disciplina canonica a questo riguardo; ma ciò non per incertezze dottrinali, ma perché, come madre la Chiesa sempre soccorre alle umane fragilità; e dà vita alla via della santificazione, secondo i pericoli dei vari tempi. Se il sacerdote in cura d'anime vivrà «in Christo et in Ecclesia» i tre voti di povertà, castità e obbedienza, secondo il suo stato, avrà sopra le anime un'efficacia molto superiore. Ciò tanto per il suo esempio che per le sue parole e per le opere; ed ancora per le maggiori grazie che accompagneranno la sua attività.
Aspirare al più perfetto: «Si vis perfectus esse...» nell'imitazione della vita religiosa è segreto di più alto frutto nel ministero pastorale. L'esortazione di S. Paolo a S. Timoteo e a S. Tito, non suppongono che sempre essi associno la vita di perfezione al ministero delle anime e viceversa?
Per tutti i sacerdoti - e sono molti - che, animati da un più vivo desiderio di santità, illuminati da una più profonda penetrazione del Corpo Mistico, e delle esigenze del nostro tempo, si impegnano all'osservanza delle virtù evangeliche, Don Giacomo Alberione ha fondato e sta sviluppando un Istituto Secolare che offre a questi Confratelli più volenterosi e più ricchi di grazia la possibilità di unire alla vita di ministero la vita di perfezione religiosa, lasciando ognuno al proprio posto, nelle dipendenze piene del Vescovo, in servizio della diocesi, ma, nel medesimo tempo, riunendoli, associandoli tra loro, per mezzo dell'Istituto che ha fini precisi per la santificazione personale, per il potenziamento del ministero pastorale e per preparare tempi nuovi alla Chiesa secondo l'azione dello Spirito Santo.
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