Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Per i Noviziati

E' stato scritto dal Maestro dei Novizi-Chierici d'Italia, D. Franza Timoteo, un «vademecum» per loro guida.
Attualmente è per uso-manoscritto, ma chi lo desidera può chiederne copia. Vi sono cose pratiche, utilissime per tutti i Novizi paolini, sia Discepoli che Chierici.

Qui qualche indirizzo per l'orientamento dei Maestri dei Noviziati:
a) Il Noviziato è un periodo di tempo a cui si accede come cristiani secolari e si esce come cristiani religiosi; la trasformazione, il passaggio da uno stato all'altro; per cui occorre entrare con tutta la mente, il cuore, la volontà, l'essere, onde formare l'homo Dei, «donec formetur Christus in vobis», il cristiano perfetto, o meglio, impegnato alla perfezione, abbracciando una vita in uno stato di perfezione. Personalità compita in Cristo, non personalismo. La personalità in Cristo si ha nel retto uso della ragione e nella fede illuminata; nell'amore a Dio e cuore conformato al cuore di Gesù Cristo verso il Padre e verso gli uomini; nella volontà stabilita in Dio secondo l'esempio di Gesù Cristo stesso «vivit vero in me Christus»!
b) Per raggiungere tale fine giova pensare che il Noviziato è una specie di corso di Esercizi spirituali, ma assai prolungato. Questo ha tre parti: approfondimento delle verità basilari della fede - il Credo - con particolare considerazioni sui novissimi;
approfondimento della via della salvezza, che si ha nei Comandamenti, nei consigli evangelici, nelle virtù studiate in Gesù Cristo;
approfondimento dei mezzi di grazia e di santificazione, particolarmente i Sacramenti; le divozioni: eucaristica, mariana e paolina.
c) Questo lavoro spirituale si compie col lasciare le opere dell'uomo vecchio e conquistare la vita nuova in Cristo; lasciare pensieri, affetti, abitudini non conformati a Gesù Cristo; acquistare i pensieri, sentimenti, le virtù conformi a Gesù Cristo.
Con fede più viva, speranza più ferma, carità più ardente si passa dalla vita cristiana alla vita religiosa; le virtù teologali generano le virtù religiose; per la perfezione delle quali vi è il grande mezzo dei voti.
d) Il Maestro svolge soprattutto la parte positiva: dal grande amore a Dio e alle anime nasce la castità perfetta, che è il massimo amore;
da una profonda aspirazione a Dio, come sommo Bene ed eterna felicità, nasce la povertà perfetta, che è la massima ricchezza;
dalla sapienza, sicurezza e felicità che si ha nello stabilirsi nella volontà divina nasce l'obbedienza perfetta e la vita comune, che è la massima libertà.
e) Dalla considerazione della superiorità e delle ricompense dello stato religioso sopra la vita semplicemente cristiana nasce il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio separandosi dal mondo.
Da una lunga penetrazione dei novissimi si ha un orientamento definitivo della vita.
Da una conoscenza amorosa di Gesù Cristo come ideale di perfezione nascerà il proposito fermo di vivere totalmente di Lui in senso completo in quanto è Via, Verità e Vita.
Le penitenze e mortificazioni costruttive sono specialmente: il compimento amoroso dei propri doveri, la carità, l'apostolato, l'obbedienza.
f) Formare Gesù Cristo in noi con l'aiuto di Maria, Madre, Maestra e Regina, dietro l'esempio e la dottrina di S. Paolo.
Mezzo necessario, la preghiera che ha valore sicuro, se procede da umiltà e da fiducia; quindi, tutte le pratiche di pietà in spirito paolino.
La consacrazione a Maria insegnata da S. Luigi Grignon de Montfort è eccellente. Si consiglia di farla in spirito paolino preparandola e conoide rando tre aggiunte: la vita religiosa, l'apostolato, lo spirito della Pia Società San Paolo.
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ISTITUTI SECOLARI

A metà settembre si è tenuto ad Albano (Roma) un corso di Esercizi spirituali per l'Istituto S. Gabriele Arcangelo: chiuso con l'entrata in Noviziato di vari aspiranti.
In principio di agosto, a Milano, e alla fine di settembre a Grottaferrata (Roma), si sono avuti due corsi per l'Istituto Maria SS. Annunziata. Un quarto corso si avrà per la prossima festa dell'Immacolata a Torino.
Di buon frutto è stata la giornata di ritiro a Cosenza per l'Istituto S. Gabriele Arcangelo.
Le buone notizie che provengono da Lisbona, Bilbao, Parigi, dalla Germania, ecc. dimostrano che molte sono le anime che hanno le due condizioni per appartenere agli Istituti Secolari: «bruciano di amor di Dio e traducono la loro vita in apostolato» secondo l'espressione di Pio XII.
Pio XII di f. m. ha veduto bene la situazione quando ha scritto che queste persone sono realmente tante ed è cosa sommamente utile dare loro un orientamento stabile nella vita spirituale e apostolica.
Chi si mette al lavoro trova un terreno preparatissimo, oltre ogni speranza.

Un passo si sta facendo; e la cosa è stata accolta con viva e pia gioia da molti, dopo l'annuncio dato in «Vita Pastorale»; annuncio che qui riportiamo:

UN DONO AI PASTORI D'ANIME

«Senza dubbio niente impedisce che
i chierici si riuniscano in Istituti Secolari
allo scopo di tendere allo Stato
di perfezione evangelica con la scelta
di un tal genere di vita» (Pio XII).


«Non è in alcun modo possibile che il ministero sacerdotale consegua pienamente il suo fine, così da rispondere adeguatamente ai bisogni del nostro tempo, se i sacerdoti non risplenderanno in mezzo al loro popolo per insigne santità».
Così scriveva Pio XII, nella sua esortazione «Menti Nostrae» diretta a tutti i sacerdoti del mondo.
Via sicura per raggiungere questa
«insigne santità», richiesta «dai bisogni del nostro tempo» è quella di impegnarsi, pur restando nelle Diocesi, al proprio posto assegnato dall'obbedienza, ad avanzare nelle virtù evangeliche con la pratica dei tre voti religiosi.
Vi sono molti sacerdoti di vita interiore, elevata e sempre in continuata ascesi; tendono ad una santità veramente distinta; sebbene molte volte non riconosciuta da se stessi.
Pio
XII sempre rivolgendosi ai sacerdoti, ammoniva:
a
) «In un tempo in cui il principio di autorità è in tanta crisi, il sacerdote ami, ad esempio di Gesù Cristo, l'obbedienza»;
b) «Fra tanta corruzione di costumi, professi la castità perfetta; che lo rende fecondo di amore»;
c) «Nella lotta sociale che scuote il mondo, riveli personalmente disinteresse e spirito di povertà».
Questo equivale a far passare praticamente il sacerdote nello stato religioso, anche se non faccia una formale emissione di voti religiosi. I voti però vi aggiungerebbero un merito di più, derivante dalla virtù della religione, e preziosi vantaggi spirituali, apostolici, sociali e assistenziali preziosi.
Del resto, la vita religiosa applicata e vissuta dal clero secolare, non è quella condotta da Gesù Cristo, Maestro modello e vita degli uni e degli altri? Non è la vita dei primi apostoli? Non è la vita di molti sacerdoti secolari, che pur con la più intensa attività di ministero, uniscono la pratica dei santi voti?
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