ISTITUTI SECOLARIA metà settembre si è tenuto ad Albano (Roma) un corso di Esercizi spirituali per l'Istituto
S. Gabriele Arcangelo: chiuso con l'entrata in Noviziato di vari aspiranti.
In principio di agosto, a Milano, e alla fine di settembre a Grottaferrata (Roma), si sono avuti due corsi per l'Istituto
Maria SS. Annunziata. Un quarto corso si avrà per la prossima festa dell'Immacolata a Torino.
Di buon frutto è stata la giornata di ritiro a Cosenza per l'Istituto
S. Gabriele Arcangelo.
Le buone notizie che provengono da Lisbona, Bilbao, Parigi, dalla Germania, ecc. dimostrano che molte sono le anime che hanno le due condizioni per appartenere agli Istituti Secolari: «bruciano di amor di Dio e traducono la loro vita in apostolato» secondo l'espressione di Pio XII.
Pio XII di f. m. ha veduto bene la situazione quando ha scritto che queste persone sono realmente tante ed è cosa sommamente utile dare loro un orientamento stabile nella vita spirituale e apostolica.
Chi si mette al lavoro trova un terreno preparatissimo, oltre ogni speranza.
Un passo si sta facendo; e la cosa è stata accolta con viva e pia gioia da molti, dopo l'annuncio dato in «Vita Pastorale»; annuncio che qui riportiamo:
UN DONO AI PASTORI D'ANIME «Senza dubbio niente impedisce che
i chierici si riuniscano in Istituti Secolari
allo scopo di tendere allo Stato
di perfezione evangelica con la scelta
di un tal genere di vita» (Pio XII).
«Non è in alcun modo possibile che il ministero sacerdotale consegua pienamente il suo fine, così da rispondere adeguatamente ai bisogni del nostro tempo, se i sacerdoti non risplenderanno in mezzo al loro popolo per insigne santità».
Così scriveva Pio XII, nella sua esortazione «Menti Nostrae» diretta a tutti i sacerdoti del mondo.
Via sicura per raggiungere questa «insigne santità»,
richiesta «dai bisogni del nostro tempo»
è quella di impegnarsi, pur restando nelle Diocesi, al proprio posto assegnato dall'obbedienza, ad avanzare nelle virtù evangeliche con la pratica dei tre voti religiosi.
Vi sono molti sacerdoti di vita interiore, elevata e sempre in continuata ascesi; tendono ad una santità veramente distinta; sebbene molte volte non riconosciuta da se stessi.
Pio XII
sempre rivolgendosi ai sacerdoti, ammoniva:
a) «In un tempo in cui il principio di autorità è in tanta crisi, il sacerdote ami, ad esempio di Gesù Cristo, l'obbedienza»;
b) «Fra tanta corruzione di costumi, professi la castità perfetta; che lo rende fecondo di amore»;
c) «Nella lotta sociale che scuote il mondo, riveli personalmente disinteresse e spirito di povertà».
Questo equivale a far passare praticamente il sacerdote nello stato religioso, anche se non faccia una formale emissione di voti religiosi. I voti però vi aggiungerebbero un merito di più, derivante dalla virtù della religione, e preziosi vantaggi spirituali, apostolici, sociali e assistenziali preziosi.
Del resto, la vita religiosa applicata e vissuta dal clero secolare, non è quella condotta da Gesù Cristo, Maestro modello e vita degli uni e degli altri? Non è la vita dei primi apostoli? Non è la vita di molti sacerdoti secolari, che pur con la più intensa attività di ministero, uniscono la pratica dei santi voti?