Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XXXIII
SAN PAOLO
Agosto-Settembre-Ottobre 1958
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

IN MORTE DI PIO XII

Col cuore di figli affezionati e mille volte riconoscenti, abbiamo appreso l'annunzio della morte di Pio XII.
Di figli affezionati come cristiani e religiosi; di figli riconoscenti, tra le altre ragioni, per questi favori che dobbiamo a Pio XII:
1) L'approvazione definitiva della Pia Società San Paolo, in data 27 Giugno 1949.
2) L'approvazione definitiva delle Figlie di S. Paolo in data 15 marzo 1953.
3) La prima approvazione e il decreto di lode delle Pie Discepole del Divin Maestro in data 12 gennaio 1948.
4) Il nulla osta per la approvazione delle Pastorelle (Suore di Gesù Buon Pastore), concesso nel giugno del 1953, durante lo stesso pontificato.
Altri documenti di particolare benevolenza li abbiamo nelle seguenti date: 1941, 1942, 1948, 1949, 1952, 1953, 1954, fino all'ultima concessione della S. Messa in onore di Gesù Maestro in data 20 gennaio 1958.
Noi, illuminati da una luce soprannaturale, pensiamo secondo la fede, che lo spegnersi di una vita santa è il segno dell'accendersi in cielo di una nuova stella, apparsa nel firmamento eterno.
Pensiamo alla particolare illuminazione gloriosa e alla penetrazione gaudiosa del Cristo, in Colui che fu il Suo fedele Vicario, e nel mondo fu il riflettore della sua sapienza e della sua carità.
Pensiamo al «regni eius non erit finis», mentre si succedono, da Pietro a Pio XII, coloro che dallo Spirito Santo furono posti come rappresentanti visibili del Re invisibile, Cristo, sotto cui stanno le creature tutte.
Il lutto di oggi è grande, e fa contrasto al giubilo suscitato nell'intera cristianità la sera del 2 marzo 1939, quando un Prelato, dopo meno di una giornata di Conclave, aveva pronunciato le parole: «Annuntio vobis gaudium magnum»; Eugenio Pacelli era eletto Papa, col nome di Pio XII.
Allora le aspettative in Lui erano grandi;
ma queste furono anche superate dal suo felicissimo Pontificato. Per questo il lutto, oggi, passa i confini della Chiesa e si estende all'umanità intera.
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Il Papa che sapeva vivere le sue ore di comunicazione intima con Dio, prendeva da Lui la luce; che con abbondanza rifletteva su tutti: cattolici, non cattolici, infedeli, indifferenti ed anche nemici. Egli ha illuminato tutti i problemi, che questa umanità in continua trasformazione veniva presentando.

Visse con l'umanità.
Visse da Padre.
Visse da Maestro.
Visse da Santo.
Visse da Consolatore e Pastore.
Tracciò le vie della civiltà cristiana e poiché la civiltà cristiana è pure profondamente umana, ed approda ai lidi celesti Egli dominò tutte le dottrine, i tempi, i cuori, il succedersi sempre più incalzante degli avvenimenti.

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Vi è un segno che deriva dalla perpetuità, dalla autorità e dalla soprannaturalità della Chiesa; Essa nelle varie contingenze trova sempre l'Uomo che corrisponde ai bisogni dell'epoca. Questo Uomo, che sta ancorato alla spiaggia dell'eternità, e si eleva su la mobilità degli eventi, è il Papa. Pio XII si trovò nel periodo terribilmente burrascoso, che va dal 1939 al 1958, dolorante, ma fermo nel mandato divino. Egli illuminò i Governi prima che la più grande guerra scoppiasse. Non ascoltato allora, quando il conflitto si avviò al suo epilogo, tracciò i cinque punti di una pace giusta e feconda. Ancora non ascoltato, cercò di medicare specialmente nei discorsi natalizi, e nella carità le più profonde ferite.
Si trovò dinanzi ad un mondo materialista ed inebriato della sua tecnica, che non lo sentì, che non volle sentirlo; e l'umanità continua a punire se stessa.
La legge morale eterna fu sempre da Lui indicata come la rupe incrollabile contro ogni bufera ed ogni naufragio.
L'opera di carità svolta dal Papa ha sempre uno specifico carattere. E questo carattere è una doppia carità: rendersi mezzo di travaso tra l'ambiente ed il povero. Il ricco cambia i suoi averi in beni celesti; il povero, il malato, l'orfano, ricevono conforto e sollievo. Pio XII seppe farsi il punto di avvicinamento tra le varie classi, le nazioni più provviste con le depresse.
La carità nel senso evangelico chiede e stabilisce la giustizia. La beneficenza colma gli immancabili vuoti che la giustizia lascia dietro di sé. La dottrina su la giustizia sociale, l'applicazione dei principi eterni, fu costantemente richiamata da Pio XII.
E non si limitò alle applicazioni tra le varie classi sociali; ma estese il suo insegnamento per un sano equilibrio tra nazione e nazione. Gli umili, i lavoratori di ogni categoria, le popolazioni lo cercavano, lo applaudivano, lo veneravano.
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L'attività di Pio XII, le sue qualità personali, le sue relazioni internazionali, la sua scienza, hanno contribuito a fare del Vaticano il centro dell'umanità: bersaglio di orgogliosi ed oggetto di profondo amore. Per Lui la Chiesa acquistò un grande prestigio nel mondo.
La sua abitudine di guardare dall'altezza della sua posizione tra Dio e gli uomini, ebbe risultati che preludono a sviluppi nuovi ed ampi. I Cattolici, organizzati, possono compiere azione sociale ed anche politica. Un coordinamento nuovo dei cattolici di molte nazioni diede origine ad organizzazioni mondiali per il sostegno dei principi e delle attività cattoliche: dalla famiglia, alla scuola, all'azione sociale e politica, alle opere di beneficenza e religiose. Ne risulta un movimento di difesa e di conquista sempre in cammino.

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Nell'azione propriamente spirituale, dobbiamo a Pio XII le canonizzazioni e beatificazioni di uomini e di donne che hanno mostrato la Chiesa sempre Madre di Santi ed hanno compiuto opere benefiche in ogni tempo.
La cattolicità gli è riconoscente per la definizione attesa da secoli su la corporea Assunzione di Maria al cielo; come gli è grata per l'istituzione della Facoltà di Pastorale, per le nuove disposizioni sul digiuno eucaristico, per la semplificazione della sacra Liturgia.
Furono oggetto di sua particolare predilezione il Clero secolare, i Religiosi, le Missioni.
Una sapiente innovazione consiste nella organizzazione degli Istituti Secolari, ai quali diede una legge propria, molti incoraggiamenti e approvazioni.
Le accurate esplorazioni riguardanti il sepolcro di S. Pietro da Lui promosse, ebbero felice risultato.
Il risveglio dei laici, chiamati a cooperare alla Chiesa e al bene di tutta l'umanità, è un frutto del quotidiano prodigarsi di Pio XII verso ogni categoria di persone e del magnifico Suo esempio di amore per tutta l'umanità.
Ma una manifestazione più solenne del Magistero Pontificio l'abbiamo nelle Encicliche dirette ai Vescovi e Cattolici di tutto il mondo. Pio XII ha trattato gli argomenti religiosi più importanti in 23 Encicliche. La programmatica è quella del 20 ottobre 1939; poi seguono le Encicliche più varie, rispondenti a bisogni, circostanze, avvenimenti. Dalle Encicliche più spirituali, come quella sul Corpo Mistico a quelle che riguardano piuttosto l'azione, come quella per l'attività cattolica in Africa, vi è un intreccio mirabile, da cui risulta la continua vigilanza del Buon Pastore sopra l'amato gregge.
Adorando i disegni di Dio; grati per i molti beni che da Lui ci sono pervenuti, attraverso al Pontefice scomparso, preghiamo il riposo alla Sua anima grande. Del Papa che ha segnato un solco profondo nella storia della Chiesa e nel cuore di ogni Paolino.

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Compiuto il nostro dovere filiale verso Pio XII, volgiamo lo sguardo al futuro. Il Signore guida la sua e nostra Chiesa. Diciannove secoli di storia lo provano. La navicella di Pietro continua il suo cammino attraverso un mare burrascoso; ma continua a portare con sicurezza gli uomini, che ad essa si affidano al porto di una felice eternità.
Preghiamo lo Spirito Santo perché venga scelto dal vicino Conclave
l'Uomo del tempo. Cambiano gli uomini ma la Chiesa rimane, portae inferi non praevalebunt. Così come si cambiano le sacre particole nella pisside; ma noi troviamo sempre Gesù Cristo, cibo salutare delle nostre anime.

SAC. ALBERIONE

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