Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO XXI
LA S. SCRITTURA CANCELLA I PECCATI

SAN LUCA

S. Luca si crede nativo di Antiochia di Siria, come attesta S. Girolamo. Il suo stile ci testimonia la sua buona coltura;1 e la sua proprietà nell'uso dei termini tecnici quando parla di malattie e di guarigioni lo rivelano buon conoscitore della medicina. S. Paolo stesso lo dice: medico carissimo. La Tradizione lo dice anche pittore e gli sarebbero attribuiti i quadri della SS. Vergine detta Madonna di S. Luca.
Si convertì al cristianesimo per opera di S. Paolo e lo seguì in quasi tutti i viaggi missionari, dopo che l'ebbe incontrato a Troade, e gli fu fedele compagno nelle prigionie di Cesarea e di Roma.
Scrisse il Vangelo e gli Atti degli Apostoli. E vi è chi intende come allusive al Vangelo di San Luca le parole di San Paolo: secondo il mio Vangelo. Gli Atti poi sono in massima parte la narrazione delle missioni di S. Paolo; e ne narrano le vicende fino alla prima prigionia.
Dopo la morte di S. Paolo predicò in Grecia e sembra che morisse martire.
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1 Cultura: cf. pp. 257 e 281 in cui si accenna, almeno indirettamente, all'importanza di coltivarsi anche in rapporto alla conoscenza della Bibbia. Don Alberione insisterà spesso sulla necessità di uno studio, strumentale, in ordine all'apostolato, più che ad una cultura fine a sé stessa: «Bisogna ricordare che non si deve avere troppa fiducia negli studi, ma fare così: studiare come se ogni buon risultato dipendesse da noi. Perciò, studiare come se tutto dipendesse da noi, ma sperare in Dio, perché in verità è Dio che feconda... Abbiamo da fare con un mondo che vuole che ci presentiamo decorosamente, come il Sacerdote che predica dal pulpito. Quindi: scrivere bene, imparare la lingua, lo stile e soprattutto imparare il pensiero... La nostra stampa deve portare Gesù: chi la legge deve, quindi, trovarvi la via, la verità e la vita» (ER 1, 1935, pp. 107-108).