Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO I
CHE COSA SIA LA BIBBIA

MOSÈ

Fu il grande Profeta, il Legislatore e il Condottiero del popolo d'Israele; autore dei cinque libri che formano il Pentateuco.
Nacque nel 1530 av. C. e cioè dopo che Faraone aveva già promulgato l'editto con cui ordinava di uccidere ogni fanciullo maschio. La mamma sua Iacobet, vedendolo bello ed elegante, piena di fede in Dio, lo pose in un canestro e lo fece portare dalla sorella Maria sulle sponde del Nilo. Trovato dalla figlia di Faraone, questa ne ebbe compassione e, fattolo raccogliere, ordinò che fosse portato ad una donna ebrea ed allevato a sue proprie spese. Il vezzoso fanciullino, per divina disposizione, venne riconsegnato alla sua propria mamma.
Divenuto adulto, fu adottato dalla figlia di Faraone che lo chiamò alla corte, ove rimase fino all'età di 40 anni. Mosso poi a pietà dalla schiavitù dei suoi fratelli ebrei, tentò di liberarli: fugge dalla corte ed entra nella terra di Madian. Quivi ha la visione del roveto ardente e l'espresso comando di Dio di liberare gli Ebrei. Si presenta allora a Faraone, intimandogli l'ordine di Dio, ma l'empio Faraone ricusa ostinatamente. Finalmente, dopo ben dieci penosissime piaghe, permette che gli Ebrei escano dall'Egitto.
Strepitosi furono i miracoli operati da Mosè durante questo lungo viaggio; ricordiamo soltanto che divise le acque del Mar Rosso, fece scaturire da una rupe dell'acqua limpidissima, raddolcì le acque amare, ottenne la vittoria sugli Amaleciti ecc. ecc.
Giunti che furono gli Ebrei ai piedi del monte Sinai,
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Mosè ha l'ordine di salire sul monte e là, fra tuoni e lampi, riceve direttamente da Dio la divina Legge.
Morì prima di giungere nella Terra Promessa, alla bell'età di 120 anni, cioè nel 1450 avanti Cristo.
Quest'insigne Agiografo dei primi cinque libri della Sacra Scrittura, è senza dubbio la figura più grande e più bella di tutta la storia d'Israele. La Chiesa l'onora come Santo il giorno 4 Settembre.

IL PENTATEUCO

Chiamasi Pentateuco l'insieme dei primi cinque libri della Sacra Scrittura.
Il primo è detto Genesi perché narra l'origine o la genesi del mondo e del popolo ebraico. Il secondo è detto Esodo perché descrive l'uscita degli Ebrei dall'Egitto. Il terzo chiamasi Levitico perché tratta principalmente delle Leggi cerimoniali che si riferiscono al culto di cui sono ministri quelli della tribù di Levi. Il quarto è detto Numeri perché comincia col censimento del popolo e dei Leviti. Il quinto è detto Deuteronomio cioè seconda legge perché contiene una ricapitolazione e una seconda promulgazione della Legge già data al popolo.
Osserviamo più da vicino ogni singolo libro.
Il Genesi serve di introduzione ai quattro libri seguenti del Pentateuco e a tutta la storia del popolo d'Israele. Essa ci presenta per sommi capi la storia dell'umanità, dall'origine sino alla vocazione di Abramo; poi ci parla della storia dei Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, sino alla morte di quest'ultimo nella terra d'Egitto, dove i suoi discendenti diventano un popolo.
L'Esodo si estende dalla morte di Giuseppe al secondo anno dopo l'uscita d'Israele dall'Egitto: ci mostra il popolo oppresso dai Faraoni, e liberato da Mosè per mezzo dei più grandi prodigi. Ci fa pure conoscere la promulgazione della legge sul Sinai, e la costruzione del Tabernacolo.
Il Levitico, tolti i due fatti storici della consacrazione di Aronne e dei suoi figli, può dirsi tutto leggi e norme pei sacerdoti e per la santificazione individuale e sociale d'Israele.
I Numeri raccontano alcuni fatti principali delle peregrinazioni d'Israele nel deserto, a partire dal Sinai fino al momento in cui sta per entrare nella terra promessa.
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Il Deuteronomio consta principalmente di tre discorsi pronunziati nella pianura di Moab di fronte a Gerico.
In essi Mosè, affine di indurre il popolo ad osservare la Legge, richiama alla mente i benefici ricevuti o promessi da Dio, e promulga una seconda volta i principali precetti divini aggiungendovene pochi altri.
Come si vede, l'opera di Mosè costituisce un tutto armonico e tutte le parti sono intimamente connesse fra loro.

CONSIDERAZIONE I

Che cosa sia la Bibbia

«Credita sunt illis eloquia Dei».(Rm 3,2).1


Secondo l'etimologia della parola, Bibbia vuol dire il Libro per eccellenza. Essa consta di 72 libri2 divinamente ispirati, i quali contengono la sostanza della divina rivelazione.
S. Gregorio così si domanda: «Che cos'è la S. Scrittura se non una lunga lettera dell'Onnipotente Iddio, alla sua creatura?».
L'uomo era precipitato nel più profondo abisso del male, ed aveva smarrito la via del cielo; ma il buon Padre Celeste, mosso a compassione, gli viene in soccorso e decide di scrivergli questa lettera e così indicargli di nuovo la via della salute.
Apparentemente questo libro misterioso sembra confondersi con tutti gli altri libri umani, anzi, spesso la sua forma esterna è più modesta e più povera di quelli; ma sotto questa veste semplice è nascosto un mondo pieno di misteri e di verità sublimi; vi son contenuti il destino della umanità e la Sapienza di Dio:3 come sotto
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le specie del Pane Eucaristico si contiene sacramentalmente Gesù Cristo.
Quindi, possiamo dire, che la diversità della Bibbia dagli altri libri è quasi infinita: questi sono umani, quella invece è divina.

1. - È divina perché ha Dio per autore. Difatti vero e primario autore della S. Scrittura, non sono i sacri scrittori come Mosè, Davide, S. Matteo, S. Luca, ecc.; ma è lo Spirito Santo; è Lui che inspirò4 lo scrittore affinché scrivesse tutto e solo quello che era secondo la sua santa volontà: l'Agiografo non è che uno strumento nelle mani di Dio, strumento intelligente, libero e docilissimo alle mozioni dello Spirito Santo.

2. - Considerata in genere, la Bibbia è divina perché ci parla di cose divine: in essa noi impariamo a conoscere chi sia Dio, quali siano i suoi attributi, com'Egli sia nostro principio e nostro fine: conosciamo il perché della nostra esistenza sulla terra, l'assoluta necessità di salvarci, ecc.
Problemi tutti di somma importanza che agitarono e agiteranno sempre l'umanità intera. Chi, infatti, non desidera sapere donde venne, e dove va? Tutti bramano di sapere il motivo della loro esistenza qui sulla terra.
La S. Bibbia ha appunto questo scopo: essa fa passare sotto gli occhi del lettore, quasi in un magnifico film, tutta l'umanità con le sue grandezze e coi suoi difetti, con le sue cadute e con la sua ignoranza, affine d'insegnargli come deve regolare la sua vita, come vincere le passioni ed acquistare le virtù, per poter un giorno essere coronato vincitore in cielo.

3. - Considerata in specie è divina perché porta in sé il carattere della divinità e perché
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ci perviene in modo divino: infatti la Bibbia, nata in Paradiso che è il regno della verità, fu ispirata da Dio Verità essenziale, e fu fatta scrivere senza errori, e quindi siamo sicuri, con certezza di fede, che tutto ciò che nella Bibbia si narra è verità.
Ci perviene in modo divino, cioè per mezzo della Chiesa, società divina e infallibile come il suo Fondatore Gesù Cristo.
La S. Scrittura non fu abbandonata ad una casa Editrice qualunque, ma fu da Dio affidata ad una sola casa Editrice: la Chiesa, la quale infallibilmente la interpreta, gelosamente la custodisce e, con pieno diritto, determina il modo di stamparla, annotarla e interpretarla: e nessuno può, senza la precisa revisione ecclesiastica e il permesso scritto dei Vescovi, stamparla e diffonderla. Così il Canone 1385 del Diritto Canonico.
Non solo, ma più volte i Sacri Concilii ed i Sommi Pontefici intervennero espressamente a dar disposizioni riguardanti il S. Libro.5 Ricordiamo solo la bellissima Enciclica di Leone XIII «Providentissimus Deus»6 e quella di Pio X «Pascendi Dominici gregis».
Il Sacrosanto Concilio Tridentino ci dà per intero il canone di tutti i libri inspirati e minaccia di scomunica chi avesse l'ardire di negarne alcuno. Ecco le sue parole testuali:
«Il Sacrosanto ed ecumenico Concilio di Trento, legittimamente congregato nello Spirito Santo, sotto la presidenza dei tre legati della Santa Sede, seguendo gli esempi dei SS. Padri, con eguale sentimento di pietà e riverenza, riceve e venera tutti i libri dell'Antico e Nuovo Testamento, essendo che di entrambi l'unico autore è Dio. Esso poi stimò d'annettere a questo Decreto l'elenco dei libri sacri, affinché in nessuno possa
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più restare il dubbio, quali siano quelli che dallo stesso Concilio si ricevono. Essi sono i seguenti:
Dell'Antico Testamento: I cinque libri di Mosè: cioè il Genesi, l'Esodo, il Levitico, i Numeri e il Deuteronomio;
Il libro di Giosuè, dei Giudici, di Rut, i quattro libri dei Re,7 i due dei Paralipomeni:8 il primo di Esdra9 e il secondo che si dice di Neemia;
Il libro di Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe e il Salterio Davidico di 150 Salmi;
I Proverbi, l'Ecclesiaste,10 il Cantico dei Cantici, la Sapienza e l'Ecclesiastico;11
Isaia, Geremia con Baruc, Ezechiele, Daniele, i dodici profeti minori, cioè: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia;
I due dei Maccabei: il primo e il secondo.
Del Nuovo Testamento: I quattro Evangeli: secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni, gli Atti degli Apostoli, scritti da S. Luca;
Le quattordici12 Lettere di S. Paolo: ai Romani, due ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, due ai Tessalonicesi, due a Timoteo, a Tito, a Filemone ed agli Ebrei;
Le due Lettere di San Pietro; quella di San Giuda; le tre di S. Giovanni; una di S. Giacomo Apostolo e l'Apocalissi di S. Giovanni Apostolo. Che se alcuno non riceverà tutti questi libri intieri, con tutte le loro parti, come nella Chiesa cattolica si usa leggerli e come sono contenuti nell'antica Volgata13 edizione latina, come sacri e canonici, sia scomunicato».

4. - È divina perché ha un oggetto divino: Gesù Cristo. I libri umani generalmente son scritti da un solo uomo e sovente con inesattezze e contraddizioni; questo invece fu scritto da circa quaranta autori i quali sebben diversissimi di indole
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e lontani uno dall'altro di secoli e secoli (ad es. tra Mosè agiografo del primo libro della Bibbia e S. Giovanni scrittore dell'Apocalissi, ultimo libro della S. Scrittura in ordine di tempo, passano quindici secoli circa), nonostante tutto questo, tutti i vari libri componenti la S. Scrittura stanno fra loro in un accordo mirabile; uno conferma ciò che dice l'altro ed in essi non si trovano contraddizioni reali, nonostante tutti gli sforzi e le ricerche degli avversari per trovarvene, e formano nel loro insieme un libro unico che ha per scopo ed oggetto principale Gesù Cristo.
I 45 libri dell'A. T. preannunziano il Divin Redentore e ne descrivono la nascita, la vita, l'opera sua di redenzione, la morte, la sua gloriosa risurrezione ecc.; ed i 27 del N. T. non fanno altro che confermare ed estendere quanto fu detto da questi; il Vangelo di S. Matteo infatti è tutto per dimostrare l'avveramento delle profezie narrate dall'A. T.
Noi di fronte a tanto spettacolo di bellezza e di mirabile armonia, non possiamo non esclamare: questo libro non è umano, ma divino!

5. - È libro divino perché indirizzato a tutti gli uomini. La Bibbia infatti non è per un solo ceto di persone, come generalmente sono tutti i libri umani, ma è per tutti, poiché tutti gli uomini avendo un'anima da salvare, hanno bisogno di conoscere la via del Cielo. Il Divin Maestro stesso comandò agli Apostoli di andare per tutto il mondo e predicare il Vangelo a tutte le creature: «Euntes in mundum universum praedicate Evangelium omni creaturae» (Mc 16,15).14
A tutti Iddio indirizza questa sua lettera; e che cuore mal fatto dimostrerebbe di avere colui
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che, ricevuta una lettera dal suo padre lontano, non si curasse di aprirla e leggerla!

* * *

Se dunque la Bibbia è un libro divino, teniamolo come tale; non poniamolo nelle scansie come un libro qualunque, ma mettiamolo nel luogo più onorifico della casa, accanto al Crocifisso, in modo che tutti lo possano vedere, leggere e baciare.
Come sta bene il libro dei Vangeli su l'altare! Se nel SS. Sacramento, sotto le specie della candida Ostia, vi è Gesù Cristo realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, nella S. Scrittura vi è Gesù Verità, sotto le specie di candida carta.
Ecco perché S. Agostino interroga i cristiani dicendo: «Che cosa vi pare più grande, la Parola di Dio o il Corpo di Cristo? Se volete rispondere, dovete dire che non è da meno la Parola di Dio che il Corpo di Cristo. E così, con tutta quella sollecitudine che noi abbiamo quando amministriamo il Corpo di Gesù Cristo, affinché nessun frammento cada in terra dalle nostre mani, altrettanta sollecitudine dobbiamo avere affinché la Parola di Dio non si allontani dal nostro cuore. Poiché non è minor mancanza il trascurar di udir la Parola di Dio, che lasciar cadere in terra, negligentemente, il Corpo di Cristo».
E ora, colle parole stesse della S. Scrittura, preghiamo e ringraziamo Dio di averci scritto una sì preziosa lettera, formulando un sincero proposito di aver per la Bibbia un grande rispetto, non solo, ma di ricorrere ad essa tutte le volte che ci sentiamo smarriti nella via del bene.

ESEMPIO. - S. Agostino convertito alla lettura della S. Bibbia. - Combattevano nel giovane Agostino, con sforzi
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giganti, la natura e lo spirito. Il suo cuore ardente e appassionato di nulla era pago; la sua mente che aveva per tanti anni cercata invano la verità, era preoccupata assai per non averla trovata. Giunse finalmente il tempo della luce, del trionfo della divina grazia, mossa dalle fervorose preghiere e dalle lacrime amare della madre sua S. Monica.
L'inquieto Agostino è a Cassiciaco. Nel silenzio del suo giardino, ode ripetutamente le arcane parole: «Prendi, e leggi!». Quasi novello Saulo,15 Agostino non esita un istante; si china, prende il libro che stava ai piedi di una pianta, e legge: «Viviamo onestamente come di giorno, non nelle mollezze o nell'impudicizia; non nella discordia e nella gelosia; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, senza aver tanta cura della carne da svegliarne le concupiscenze» (Rm 13,13-14).
Queste parole della lettera ai Romani gli bastarono. Il giovane, risvegliatosi come da un sonno profondo, riceve queste parole come un avviso del cielo, rientra in se stesso e immantinente propone di cambiar vita.
Quando il suo amico Alipio, poco dopo, entrò in giardino, lo trovò con la faccia tra le mani e tutto in lacrime: non sapeva che ormai Agostino non era più suo amico nel manicheismo, ma era cristiano.
Noi sappiamo il bene che Agostino operò nella Chiesa, con la predicazione, ma specialmente con gli scritti, dei quali vogliamo solo ricordare: le Confessioni, la Città di Dio, il Modo d'istruire gli ignoranti, il trattato sulla Musica, quelli sulla SS. Trinità, sulla Grazia, ecc. tutti di un immenso valore e sorgenti inesauribili di dottrina perché fondati tutti sulla S. Bibbia alla quale S. Agostino doveva non solo la sua conversione, ma tutta la sua scienza, come egli stesso confessò.

FIORETTO. - Recitare a Gesù Maestro tre Pater, Ave e Gloria affinché la S. Bibbia entri in tutte le famiglie e faccia trovar la via della verità a tante anime.

CANTICO DI MOSÈ [#]

Canto al Signore, perché si è mostrato grande:
cavallo e cavaliere ha gettato in mare.
Mia forza e mio canto è il Signore: è stato la mia salvezza.
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Questo è il mio Dio, lo voglio onorare;
il Dio di mio padre, lo voglio esaltare.
Il Signore è un guerriero, si chiama Signore.
I carri del faraone, con il suo esercito, ha gettato in mare;
i suoi capi scelti sono stati inghiottiti nel Mar Rosso.
Gli abissi li ricoprono, sono scesi nelle profondità come una pietra.
La tua destra, Signore, si illustra di forza,
la tua destra, Signore, fa a pezzi il nemico.
Con la tua sublime grandezza rovesci chi ti sta di fronte:
mandi la tua collera, li divori come paglia.
Con l'alito delle tue narici l'acqua si è accumulata,
le onde si sono erette come un argine,
gli abissi si sono rappresi nel cuore del mare.
Il nemico aveva detto:
«Lo inseguo, lo raggiungo, ne riempio la mia anima:
sguaino la mia spada, la mia mano li conquista».
Con il tuo alito hai soffiato, il mare li ricopre,
sono sprofondati come piombo nell'acqua possente.
Chi è come te, tra gli dèi, Signore, chi come te, magnifico in santità,
terribile in imprese, che fa meraviglie?
Hai steso la tua destra, la terra l'ha inghiottito.
Con il tuo favore hai guidato questo popolo che hai riscattato.
Con la tua forza l'hai condotto verso il tuo pascolo santo.
I popoli hanno udito e tremato,
spasimo ha afferrato gli abitanti della Filistea.
Già sono sconvolti i capi di Edom,
i potenti di Moab sono presi da fremito,
si squagliano tutti gli abitanti di Canaan.
Su di loro cade paura e spavento,
per la grandezza del tuo braccio restano immobili come pietra,
finché passi il tuo popolo, Signore,
finché passi questo popolo che tu hai acquistato.
Lo condurrai e pianterai nel monte della tua eredità,
luogo che hai fatto tua dimora, Signore,
santuario, Signore, che le tue mani hanno preparato.
Il Signore regnerà in perpetuo e per sempre.

(Es 15,1-18).16


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LETTURA

La creazione del mondo

In principio Dio creò il cielo e la terra. Or la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, e lo spirito di Dio si librava sopra le acque.
E Dio disse: «Sia la luce» e la luce fu. E Dio vide che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre. E diede il nome di giorno alla luce e di notte alle tenebre. Così della sera e della mattina si compì il primo giorno.
E Dio disse: «Sia il firmamento nel mezzo delle acque». E Dio fece il firmamento, e separò le acque che erano sotto il firmamento, da quelle che eran sopra il firmamento. E così fu. E Dio chiamò cielo il firmamento. Così della sera e della mattina si compì il secondo giorno.
Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si radunino in un sol luogo, e apparisca l'asciutto». E così fu. E Dio chiamò Terra l'asciutto e Mare l'ammasso delle acque. E Dio vide che ciò era buono. Quindi disse: «Produca la terra erba verdeggiante che faccia seme, e piante fruttifere che dian frutto secondo la loro specie ed abbiano in se stesse la propria semenza sopra la terra». E così fu e la terra produsse erba verdeggiante che fa seme secondo la sua specie, e piante che dan frutto ed hanno ciascuna la semenza secondo la propria specie. E Dio vide che ciò era buono. E della sera e della mattina si compì il terzo giorno.
E Dio disse: «Vi sian dei luminari nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte e siano segni dei tempi, dei giorni e degli anni, e risplendano nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così fu. E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore, affinché presiedesse il giorno; il luminare minore, affinché presiedesse la notte; e fece pure le stelle. E le mise nel firmamento del cielo, perché dessero luce alla terra e presiedessero al giorno e alla notte e separassero la luce dalle tenebre. E Dio vide che ciò era buono. E della sera e della mattina si compì il quarto giorno.
E disse ancora Dio: «Producan le acque rettili animati e viventi e uccelli che volino sopra la terra, sotto la volta del cielo». E Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli animali che hanno vita e moto, prodotti, secondo la loro specie, dalle acque, ed ogni volatile secondo
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la sua specie. E Dio vide che ciò era buono. E li benedisse, dicendo: «Crescete e moltiplicatevi, e popolate le acque del mare, e si moltiplichino gli uccelli sopra la terra». E della sera e della mattina si compì il quinto giorno.
Disse ancora Dio: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie, animali domestici, e rettili e bestie selvatiche della terra, secondo la loro specie». E così fu. E Dio fece le bestie selvatiche, secondo la loro specie, e gli animali domestici, e tutti i rettili della terra, secondo la loro specie. E Dio vide che ciò era buono. Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, che domini i pesci del mare, i volatili del cielo, le bestie, e tutta la terra, e tutti i rettili che trascinano sopra la terra». Dio creò l'uomo a sua immagine e lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina. E Dio li benedì e disse loro: «Crescete e moltiplicatevi, e riempite la terra e rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare, e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra». E Dio disse: «Ecco, io vi ho dato tutte le erbe che fanno seme sulla terra e tutte le piante che hanno in se stesse semenza della loro specie, perché servano di cibo a voi, e a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo e a quanto si muove sulla terra ed ha in sé anima vivente, affinché abbiano da mangiare». E Dio vide tutte le cose che aveva fatte; ed esse erano molto buone. Così della sera e della mattina si compì il sesto giorno.

(Gn 1,1-31).


PREGHIERA DI MOSÈ

Dominatore, Signore, Dio misericordioso, clemente, paziente, di molta misericordia e verace, che mantieni la misericordia in mille generazioni, che togli le iniquità, le scelleratezze, i peccati, ma nessuno è di per sé innocente al tuo cospetto, che punisci l'iniquità dei padri nei figli e nei nipoti fino alla terza e alla quarta generazione. Signore, se ho trovato grazia nel tuo cospetto, vieni, ti prego, in mezzo a noi, perché questo popolo è di dura cervice, togli le nostre iniquità e i nostri peccati, e prendi possesso di noi.

(Cf. Es 34,6-9).


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1 «A loro [Israeliti] sono state affidate le rivelazioni di Dio».

2 Normalmente in LS ci si riferisce a 72 libri della Bibbia (es. pp. 6, 29, 97, 145, 281): 45 dell'Antico Testamento (in cui non viene distinta la Lettera di Geremia) e 27 del Nuovo Testamento (vedi a p. 18 l'elenco definito dal Concilio di Trento). Una suddivisione più precisa comprende 39 libri proto-canonici e 7 deutero-canonici, quindi 46 dell'Antico Testamento, più i 27 del Nuovo Testamento. Si tratta in totale di 73 libri biblici secondo il canone cattolico, ed anche secondo la Vulgata Clementina (cf. Biblia Vulgata, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1995). I deutero-canonici (Tobia, Giuditta, 1Maccabei, 2Maccabei, Sapienza, Siracide o Ecclesiastico, Baruc con allegata Lettera di Geremia) sono stati epurati dal canone ebraico a partire dall'anno 70 d.C. I protestanti considerano tali libri apocrifi, come anche diversi passi (deutero-canonici) aggiunti ad Ester e a Daniele.

3 Il tema della sapienza come dono di Dio per capire e osservare la sua volontà è frequente in LS (cf. pp. 54-55, 92, 105-106). Al riguardo, la costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II afferma: «Nella sacra Scrittura, restando sempre intatta la verità e la santità di Dio, si manifesta l'ammirabile condiscendenza della eterna Sapienza, “affinché possiamo apprendere l'ineffabile benignità di Dio e a qual punto egli, sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura, abbia adattato il suo parlare”. Le parole di Dio, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al parlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo» (DV n. 13).

4 All'ispirazione della Scrittura, LS rimanda di continuo (cf. pp. 30, 32, 88, 89, 201). L'ispirazione è il carisma che rende la Bibbia un libro diverso dagli altri. Al riguardo la costituzione Dei Verbum al n. 11 afferma: «Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cf. Gv 20,31; 2Tm 3,16; 2Pt 1,19-21; 3,15-16) hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa... Pertanto “ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona” (2Tm 3,16-17)».

5 Cf. questo paragrafo con la p. 109.

6 Giovanni Paolo II, il 23 aprile 1993, si esprimerà in maniera simile pubblicando il documento della Pontificia Commissione Biblica (PCB), L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, datato 15.4.1993: «Il vostro lavoro... mi offre l'occasione di celebrare con voi due anniversari ricchi di significato: il centenario dell'enciclica Providentissimus Deus e il cinquantenario dell'enciclica Divino afflante Spiritu, entrambe consacrate alle questioni bibliche. Il 18 novembre 1893, Papa Leone XIII, molto attento ai problemi intellettuali, pubblicava la sua enciclica sugli studi della Sacra Scrittura, al fine, scriveva, “di stimolarli e raccomandarli” e anche di “orientarli in una maniera che corrisponda meglio ai bisogni dei tempi”. Cinquant'anni dopo, Papa Pio XII offriva agli esegeti cattolici, nella sua enciclica Divino afflante Spiritu, nuovi incoraggiamenti e nuove direttive. Nel frattempo, il Magistero pontificio aveva manifestato la propria attenzione costante ai problemi scritturistici attraverso numerosi interventi. Nel 1902, Leone XIII creava la Commissione Biblica; nel 1909, Pio X fondava l'Istituto Biblico. Nel 1920, Benedetto XV celebrava il 1500° anniversario della morte di san Girolamo con un'enciclica sull'interpretazione della Bibbia. Il vivo impulso dato così agli studi biblici ha trovato piena conferma nel Concilio Vaticano II, cosicché tutta la Chiesa ne ha tratto beneficio. La costituzione dogmatica Dei Verbum illumina l'opera degli esegeti cattolici e invita i Pastori e i fedeli a alimentarsi più assiduamente della Parola di Dio contenuta nelle Scritture».

7 Ora: 1/2Samuele e 1/2Re.

8 Ora: 1/2Cronache.

9 Il libro che oggi conosciamo come Esdra formava un testo unico con quello noto come libro di Neemia, e nella traduzione greca dei Settanta (LXX) venne intitolato secondo libro di Esdra. Nell'Antico Testamento greco (la LXX) figurava come primo libro di Esdra un apocrifo greco che comprende parti ricavate da un testo ebraico e altre tratte dagli ultimi capitoli delle Cronache; nella Vulgata esso è presentato come terzo libro di Esdra. Solo il testo che la LXX presenta come secondo libro di Esdra è riconosciuto come canonico nella Bibbia ebraica e in quella cristiana, dove viene suddiviso in due parti che la Vulgata intitola primo e secondo libro di Esdra; le edizioni moderne chiamano libro di Neemia quello che è stato a lungo ritenuto il secondo libro di Esdra.

10 Ecclesiaste, o Qohelet.

11 Ecclesiastico, o Siracide.

12 In realtà sono tredici, non considerando più Ebrei come parte del Corpus Paulinum.

13 Volgata o Vulgata: Versione latina della Bibbia adottata dalla Chiesa cattolica, eseguita da Girolamo (IV secolo), il quale si ispirò al criterio della fedeltà al senso del testo. Della Vulgata (così denominata da Ruggero Bacone e da Erasmo da Rotterdam) rimangono circa ottomila manoscritti. Criticata da diversi studiosi umanisti fra i quali Erasmo, la sua validità venne solennemente affermata dal Concilio di Trento, che nella sua quarta sessione (8.4.1546) la dichiarò autentica. Lo stesso Concilio diede però avvio ad una sua revisione stilistica, attraverso la quale si pervenne a due nuove redazioni, la Sistina (da Sisto V, 1590) e la Clementina (da Clemente VIII, 1598). Queste presentano fra loro circa tremila varianti. All'inizio del XX secolo, Pio X affidò ai Benedettini dell'abbazia romana di San Girolamo la raccolta e il confronto degli ottomila manoscritti e delle molte citazioni patristiche dei testi biblici, per elaborare un testo critico dell'antica Vulgata. Ora di quest'opera esiste una revisione accurata, la Nova Vulgata Bibliorum Sacrorum (editio Sacr. Oecum. Concilii Vaticani II ratione habita, iussu Pauli pp. VI recognita, auctoritate Joannis Pauli pp. II promulgata, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1979).

14 «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura».

15 Saulo è Paolo Apostolo, mentre il nome di Saul in LS indica normalmente il re d'Israele, della tribù di Beniamino alla quale anche Paolo dice di appartenere, rivendicando in tal modo un titolo reale (cf. Rm 11,1; Fil 3,5).
[

] Come già indicato nelle Avvertenze, tutti i passi biblici dei “Cantici”, riportati nella versione latina della Vulgata, sono stati sostituiti dai corrispondenti in versione italiana, attinti dalla Nuovissima Versione della Bibbia, ed. San Paolo.

16 In LS viene riportato anche il v. 19, ma il Cantico di Mosè termina qui.