«Credita sunt illis eloquia Dei».(Rm 3,2).1
(Es 15,1-18).16
(Gn 1,1-31).
(Cf. Es 34,6-9).
1 «A loro [Israeliti] sono state affidate le rivelazioni di Dio».
2 Normalmente in LS ci si riferisce a 72 libri della Bibbia (es. pp. 6, 29, 97, 145, 281): 45 dell'Antico Testamento (in cui non viene distinta la Lettera di Geremia) e 27 del Nuovo Testamento (vedi a p. 18 l'elenco definito dal Concilio di Trento). Una suddivisione più precisa comprende 39 libri proto-canonici e 7 deutero-canonici, quindi 46 dell'Antico Testamento, più i 27 del Nuovo Testamento. Si tratta in totale di 73 libri biblici secondo il canone cattolico, ed anche secondo la Vulgata Clementina (cf. Biblia Vulgata, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1995). I deutero-canonici (Tobia, Giuditta, 1Maccabei, 2Maccabei, Sapienza, Siracide o Ecclesiastico, Baruc con allegata Lettera di Geremia) sono stati epurati dal canone ebraico a partire dall'anno 70 d.C. I protestanti considerano tali libri apocrifi, come anche diversi passi (deutero-canonici) aggiunti ad Ester e a Daniele.
3 Il tema della sapienza come dono di Dio per capire e osservare la sua volontà è frequente in LS (cf. pp. 54-55, 92, 105-106). Al riguardo, la costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II afferma: «Nella sacra Scrittura, restando sempre intatta la verità e la santità di Dio, si manifesta l'ammirabile condiscendenza della eterna Sapienza, “affinché possiamo apprendere l'ineffabile benignità di Dio e a qual punto egli, sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura, abbia adattato il suo parlare”. Le parole di Dio, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al parlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo» (DV n. 13).
4 All'ispirazione della Scrittura, LS rimanda di continuo (cf. pp. 30, 32, 88, 89, 201). L'ispirazione è il carisma che rende la Bibbia un libro diverso dagli altri. Al riguardo la costituzione Dei Verbum al n. 11 afferma: «Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cf. Gv 20,31; 2Tm 3,16; 2Pt 1,19-21; 3,15-16) hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa... Pertanto “ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona” (2Tm 3,16-17)».
5 Cf. questo paragrafo con la p. 109.
6 Giovanni Paolo II, il 23 aprile 1993, si esprimerà in maniera simile pubblicando il documento della Pontificia Commissione Biblica (PCB), L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, datato 15.4.1993: «Il vostro lavoro... mi offre l'occasione di celebrare con voi due anniversari ricchi di significato: il centenario dell'enciclica Providentissimus Deus e il cinquantenario dell'enciclica Divino afflante Spiritu, entrambe consacrate alle questioni bibliche. Il 18 novembre 1893, Papa Leone XIII, molto attento ai problemi intellettuali, pubblicava la sua enciclica sugli studi della Sacra Scrittura, al fine, scriveva, “di stimolarli e raccomandarli” e anche di “orientarli in una maniera che corrisponda meglio ai bisogni dei tempi”. Cinquant'anni dopo, Papa Pio XII offriva agli esegeti cattolici, nella sua enciclica Divino afflante Spiritu, nuovi incoraggiamenti e nuove direttive. Nel frattempo, il Magistero pontificio aveva manifestato la propria attenzione costante ai problemi scritturistici attraverso numerosi interventi. Nel 1902, Leone XIII creava la Commissione Biblica; nel 1909, Pio X fondava l'Istituto Biblico. Nel 1920, Benedetto XV celebrava il 1500° anniversario della morte di san Girolamo con un'enciclica sull'interpretazione della Bibbia. Il vivo impulso dato così agli studi biblici ha trovato piena conferma nel Concilio Vaticano II, cosicché tutta la Chiesa ne ha tratto beneficio. La costituzione dogmatica Dei Verbum illumina l'opera degli esegeti cattolici e invita i Pastori e i fedeli a alimentarsi più assiduamente della Parola di Dio contenuta nelle Scritture».
7 Ora: 1/2Samuele e 1/2Re.
8 Ora: 1/2Cronache.
9 Il libro che oggi conosciamo come Esdra formava un testo unico con quello noto come libro di Neemia, e nella traduzione greca dei Settanta (LXX) venne intitolato secondo libro di Esdra. Nell'Antico Testamento greco (la LXX) figurava come primo libro di Esdra un apocrifo greco che comprende parti ricavate da un testo ebraico e altre tratte dagli ultimi capitoli delle Cronache; nella Vulgata esso è presentato come terzo libro di Esdra. Solo il testo che la LXX presenta come secondo libro di Esdra è riconosciuto come canonico nella Bibbia ebraica e in quella cristiana, dove viene suddiviso in due parti che la Vulgata intitola primo e secondo libro di Esdra; le edizioni moderne chiamano libro di Neemia quello che è stato a lungo ritenuto il secondo libro di Esdra.
10 Ecclesiaste, o Qohelet.
11 Ecclesiastico, o Siracide.
12 In realtà sono tredici, non considerando più Ebrei come parte del Corpus Paulinum.
13 Volgata o Vulgata: Versione latina della Bibbia adottata dalla Chiesa cattolica, eseguita da Girolamo (IV secolo), il quale si ispirò al criterio della fedeltà al senso del testo. Della Vulgata (così denominata da Ruggero Bacone e da Erasmo da Rotterdam) rimangono circa ottomila manoscritti. Criticata da diversi studiosi umanisti fra i quali Erasmo, la sua validità venne solennemente affermata dal Concilio di Trento, che nella sua quarta sessione (8.4.1546) la dichiarò autentica. Lo stesso Concilio diede però avvio ad una sua revisione stilistica, attraverso la quale si pervenne a due nuove redazioni, la Sistina (da Sisto V, 1590) e la Clementina (da Clemente VIII, 1598). Queste presentano fra loro circa tremila varianti. All'inizio del XX secolo, Pio X affidò ai Benedettini dell'abbazia romana di San Girolamo la raccolta e il confronto degli ottomila manoscritti e delle molte citazioni patristiche dei testi biblici, per elaborare un testo critico dell'antica Vulgata. Ora di quest'opera esiste una revisione accurata, la Nova Vulgata Bibliorum Sacrorum (editio Sacr. Oecum. Concilii Vaticani II ratione habita, iussu Pauli pp. VI recognita, auctoritate Joannis Pauli pp. II promulgata, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1979).
14 «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura».
15 Saulo è Paolo Apostolo, mentre il nome di Saul in LS indica normalmente il re d'Israele, della tribù di Beniamino alla quale anche Paolo dice di appartenere, rivendicando in tal modo un titolo reale (cf. Rm 11,1; Fil 3,5).
[
] Come già indicato nelle Avvertenze, tutti i passi biblici dei “Cantici”, riportati nella versione latina della Vulgata, sono stati sostituiti dai corrispondenti in versione italiana, attinti dalla Nuovissima Versione della Bibbia, ed. San Paolo.
16 In LS viene riportato anche il v. 19, ma il Cantico di Mosè termina qui.