PRESENTAZIONE
Leggete le SS. Scritture (LS) è un libro di catechesi biblica, nato da un ciclo di istruzioni che costituivano il tessuto meditativo di dieci ore di adorazione, animate da Don Alberione nel tempio di San Paolo in Alba. La funzione vespertina di alcune solennità, in specie della prima domenica del mese dedicata a Gesù Maestro, offriva l'occasione di celebrare insieme l'Eucaristia e il divino Magistero, con l'esposizione solenne del Ss. Sacramento e la lettura commentata della Bibbia.1 Il contenuto di quelle dieci istruzioni venne poi distribuito in trenta capitoli e arricchito da molti esempi e letture, così da servire da meditazione quotidiana per un mese intero.2
Storia del testo
La pubblicazione a stampa di LS fu eseguita in Alba, nella nuova tipografia delle Figlie di San Paolo (allora presenti anche a Roma e a Messina, come si legge in calce alla copertina). L'edizione è priva di qualsiasi data, e potrebbe considerarsi anonima in quanto non reca il nome dell'autore né il necessario imprimatur episcopale né alcun'altra indicazione cronologica.
La stampa avvenne comunque nel 1933, come testimonia una circolare inviata da Don Alberione alle Figlie di San Paolo il 22 novembre 1933: «...Già stampato il libro delle visite [ore di adorazione predicate] sopra la lettura della Bibbia». In quell'anno era stato preparato un ciclostilato sui libri della Scrittura, che riprendeva le lezioni di catechismo tenute tra il 1926 e il 1928, e poi stampato in appendice al volume Spirituali Esercizi alle Maestre dell'ottobre 1936.3
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Una conferma significativa di tali circostanze troviamo in Abundantes Divitiae dello stesso Don Alberione. Scrivendo nel 1953 a proposito del Vangelo e della necessità che il Libro sacro entri in ogni famiglia, che gli si renda culto, lo si predichi e soprattutto lo si viva, l'Autore ricordava come fin dai primi anni di sacerdozio avesse l'abitudine di spiegare il testo sacro ogni domenica durante la celebrazione eucaristica, e aggiungeva: «Di qui le trenta adorazioni predicate e scritte (poi pubblicate) sopra la Scrittura in generale ed il Vangelo in particolare, fatte molto più tardi a San Paolo» (AD 140-143).4
A quella prima edizione di LS seguì una ristampa pressoché immediata, nella quale si correggevano le principali carenze del testo, con l'introduzione dell'Imprimatur firmato dal vescovo Luigi M. Grassi, e datato 1-XI-1933; e con l'aggiunta, a fine volume, di una dichiarazione del revisore interno, M.o Robaldo, anch'essa datata - 1° Novembre 1933 - seguita dal Nulla osta di Mons. Chiesa Francesco.
Il volume LS nasce quindi in un periodo di tempo marcato da due importanti documenti della Chiesa sulla lettura della Bibbia: l'enciclica Providentissimus Deus di Leone XIII (1893), di cui parleremo più sotto, e l'enciclica Divino afflante Spiritu di Pio XII (1943), le due encicliche che hanno contribuito a far maturare tra i cattolici la scienza e la spiritualità della Bibbia, la sua valorizzazione ascetica e la sua utilizzazione pastorale.5
Compilazione: autore e struttura
LS uscì, come si è detto, senza indicazione dell'autore. Sia in copertina che nel frontespizio, il nome dell'autore è sostituito
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dalla sigla G.D.P.H. (Gloria Deo, Pax Hominibus) che solitamente qualifica le opere redatte in collaborazione. La prefazione è firmata dal compilatore, M. Ghiglione, ssp.
Che l'autore sia comunque Giacomo Alberione è indiscutibile, nel senso spiegato dal compilatore. Nella prefazione originale, firmata M. Ghiglione S.S.P., leggiamo: «Invitato dall'amatissimo Primo Maestro [Don Alberione] a prendermi appunti dalle ore di adorazione che egli ci avrebbe tenuto sulla S. Scrittura, per poi ordinarli e stamparli, accettai di buon cuore... Cercai di riportare, per quanto mi fu possibile, alla lettera, le parole del Padre, aggiungendovi solo ora qua or là qualche detto o fatto tratto dalla sacra Scrittura, dai santi Padri, dagli scritti dei Sommi Pontefici...».
Le considerazioni delle prime quattro ore di adorazione e di una parte della quinta, furono pubblicate anche sul bollettino Unione Cooperatori Apostolato Stampa (1933-1934).6
La struttura dell'opera e la divisione della materia sono caratteristiche dello stile alberioniano. Fedele al proprio metodo, Don Alberione articolava il suo discorso nello schema del trinomio VERITÀ-VIA-VITA. Così i tre punti di ogni istruzione furono ordinatamente raccolti e distribuiti nelle tre parti del libro: I. La Bibbia in relazione alla fede (Verità); II. La Bibbia in relazione alla morale (Via); III. La Bibbia in relazione al culto (Vita).
Dello stesso compilatore possediamo un'altra testimonianza, più tardiva ma più particolareggiata:
«Ariccia, 17.6.1981.
I. Gli appunti presi per la stampa di Leggete le Sacre Scritture sono stati da me scritti su carta, non già registrati... Ricordo che pregai il Primo Maestro che predicando non fosse troppo veloce nel dire, di modo che mi fosse possibile scrivere quasi tutto in matita. Detti manoscritti venivano da me stesso dattiloscritti e portati al Primo Maestro. Ricordo che di tanto in tanto avevo messo puntini per parole non capite bene, ed egli correggeva il tutto.
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II. Le aggiunte fatte da me furono i brani biblici che il Primo Maestro, grosso modo, mi consigliava di preparare; ne presentavo cinque-sei ed egli sceglieva i più adatti. Così mi consigliava di trovargli esempi di persone che, leggendo la Bibbia, ne seppero ricavare frutti e conversione; anche egli sceglieva i più adatti.
III. Fu il Primo Maestro stesso che consigliò di fare tre capitoli per i tre punti di ogni ora di adorazione (fede, morale, culto; Via, Verità e Vita); cosicché il libro risultasse di trenta capitoli adatto per un mese di meditazioni sulla Bibbia.
IV. Come ho detto, il Primo Maestro lesse e corresse la prima stesura dattiloscritta, e suggerì - prima di passare gli originali alla stampa - di farla leggere al Servo di Dio Can. Chiesa e a don Robaldo.7
V. Mi chiedi qual è il testo più fedele: se quello del libro o quello della rivista Unione Cooperatori; ebbene credo sia quello del libro, perché sulla rivista spesso si era costretti a sunteggiare» (Firmato: don Ghiglione). 8
Gli esemplari in nostro possesso, rispettivamente della prima edizione e della ristampa (Novembre 1933), evidenziano alcune varianti, che meritano di essere segnalate.
1. In copertina della prima edizione, oltre al titolo, alla citazione evangelica (con riferimento errato) e all'editrice (Pia Società Figlie di San Paolo, Alba - Messina - Roma), compare un disegno a tratto in colore azzurro, riproducente il simbolo della Bibbia: un libro aperto, avvolto da una nube e sovrastato dalla colomba dello Spirito.
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- Nella ristampa, tale disegno è in colore giallo; viene corretto l'errore della citazione evangelica; l'ordine delle sedi è modificato (Alba - Roma - Messina), e nel retro è posto in evidenza un richiamo pubblicitario, che invita ad acquistare la nuova Bibbia italiana, tradotta e commentata dal Tintori.
2. Nel testo, la ristampa è arricchita di nuovi elementi:
- l'Imprimatur, riprodotto in grafia manoscritta e firma: Aloysius M. Grassi B.[Barnabita], datato Albæ Pompejæ 1-XI-1933-XI [=11° anno dell'Era fascista];
- una ventina di illustrazioni fuori testo, con scene evangeliche e ritratti di agiografi;
- un sedicesimo aggiunto, contenente i testi liturgici delle messe degli evangelisti;
- l'indice del volume (assente nella prima);
- e nell'ultima pagina, una dichiarazione di G.E. Robaldo, revisore; più il Visto: nulla osta del Can. F. Chiesa.
Nell'Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina sono conservati altri due esemplari di LS. Essi presentano alcune differenze di impaginazione rispetto alla ristampa di cui si è parlato e anche tra di loro. Ciò induce a pensare che la prima edizione dell'opera ebbe almeno tre ristampe. Purtroppo non è possibile stabilire la loro successione, dal momento che anche questi due esemplari mancano di ogni riferimento cronologico, se si eccettuano quelli dell'Imprimatur e del Nulla osta, che sono comuni a tutti.
Una seconda edizione di LS fu pubblicata nel 1937, sempre in Alba, a cura di don Fedele Pasquero,9 il quale oltre a premettere una lunga introduzione con una rassegna sommaria di tutti i libri della Bibbia, ritoccò notevolmente il testo, eliminando o aggiungendo dei brani, e dando ad altri una differente collocazione.
La presente edizione, per la collana Opera Omnia, riproduce il testo del 1933.
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Titolo e fonti
Individuare le fonti di LS, a parte il testo biblico tradotto dalla Vulgata, è impresa assai difficile. Tenteremo di farlo nelle note a piè di pagina sui nomi di personaggi e di autori citati. Solo una volta, a p. 72, è menzionato un libro, tacendone il titolo e l'autore, di probabile recente pubblicazione (intorno al 1931-1932), dal cui contesto si ricava però che è limitato agli Atti degli Apostoli. Ci sembra, in ogni caso, che Don Alberione traesse le sue informazioni, per le presentazioni dei singoli libri della Bibbia, da uno o più manuali di Introduzione generale alla Sacra Scrittura.
A proposito del titolo, può sorgere l'interrogativo se la formulazione sia stata suggerita da Don Alberione o scelta dall'estensore: il quale aveva solo 25 anni, quando scrisse la prefazione e la firmò M. Ghiglione S.S.P., non ancora sacerdote né ancora professo perpetuo.
L'attuale titolo, comunque, è ispirato dalle parole di Gesù, in polemica con i Giudei: «Voi scrutate le Scritture, perché per mezzo di esse pensate di avere la vita eterna: sono proprio esse che mi rendono testimonianza» (Gv 5,39).
Questa citazione, che fornisce già una chiave di lettura di LS, è qui usata in senso accomodatizio.10 Don Alberione non relativizza tuttavia la studiosità dei Giudei, caratterizzati come quelli che leggono con assiduità e scrutano il testo sacro. L'intenzione dell'autore è di sottolineare l'importanza della lettura biblica, e il verbo leggete, usato da Gesù al modo indicativo, si trasforma in imperativo, o in invito: Leggete le Scritture, perché è indispensabile farlo!11
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Temi fondamentali dell'opera
La finalità immediata della predicazione alberioniana, e della conseguente pubblicazione dell'opera scritta, era di inculcare alcuni principi ed atteggiamenti ritenuti essenziali per ogni cristiano, e tanto più per ogni religioso chiamato all'apostolato. Ad esempio:
a) l'urgenza di una lettura spirituale della Bibbia, più che di uno studio accademico;
b) il valore di una lettura fatta assieme;
c) la necessità di collegare la Scrittura alla vita comunitaria e apostolica;
d) l'opportunità di leggere in questa luce tutta la Scrittura.
Ciò premesso, possiamo compendiare la tematica centrale di LS nei seguenti capisaldi:
1. La Bibbia, libro dello Spirito Santo. «L'opera dello Spirito Santo a riguardo della Sacra Scrittura è triplice: prima di tutto Egli mosse, illuminò ed assistette i sacri agiografi affinché scrivessero senza errori, tutto e solo ciò che era di voler suo, liberamente, in forma adatta e senza errori. In secondo luogo egli illuminò la Chiesa fondata da Gesù Cristo che in virtù dello stesso Spirito li conserva integri e genuini, infallibilmente li interpreta e li comunica ai suoi figli. Ma ciò non è tutto: è necessario ancora che lo Spirito Santo muova gli uomini a leggere, inclini il loro cuore ad amare il sacro libro, apra la mente a capirlo secondo gli insegnamenti della fede cattolica e dia loro la grazia di praticare quanto vi avranno letto. Invochiamo quindi lo Spirito Santo e chiediamo di comprendere... Inoltre chiediamo perdono al Maestro Divino di avere tante volte preferito la lettura dei libri umani a quella della Bibbia; e di aver preferita la conversazione cogli uomini a quella con Dio» (pp. 9-10).
2. Libro dell'umanità. «La S. Bibbia ha questo scopo: essa fa passare sotto gli occhi del lettore, quasi in un magnifico film, tutta l'umanità con le sue grandezze e coi suoi difetti, con le sue cadute e con la sua ignoranza, affine di insegnargli come deve regolare la sua vita, come vincere le passioni ed acquistare le virtù, per poter un giorno essere coronato vincitore in cielo» (p. 16).
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3. Una lettera paterna. «A tutti Iddio indirizza questa sua lettera; e che cuore mal fatto dimostrerebbe di avere colui che, ricevuta una lettera dal suo padre lontano, non si curasse di aprirla e leggerla!» (pp. 19-20). Pertanto «dobbiamo leggere la Bibbia con immenso affetto e devozione, come un figlio, lontano dalla casa paterna, legge la lettera del padre suo. La Bibbia, infatti, è una lettera del Padre Celeste, inviata ai suoi figli, gli uomini. Leggiamola! In essa noi troveremo la via del Cielo» (pp. 32-33).
4. Bibbia e Catechismo. «Affinché la lettura della Bibbia sia efficace ed utile per l'anima nostra, non è necessario che abbia lunghe note critiche e storiche, ma basterebbero poche parole che servano a collegare il testo scritturale con quella data verità della S. Teologia o del Catechismo. Preghiamo affinché il Signore voglia presto suscitare chi faccia un tal commento che sarebbe di un'efficacia grandissima per le anime» (p. 51).
5. Codice pastorale ed apostolico. «Sacerdoti e chierici, aprite quel sacrosanto libro, là voi avete il vostro codice, la vostra norma di vita, là imparerete come salvare le anime» (p. 73). «Il giovane che legge la Bibbia con tale intenzione, vedrà aprirsi dinanzi orizzonti sconfinati» (p. 69). «Tutti devono leggere la S. Scrittura, ma l'Apostolo della Stampa più di tutti, prima di tutti e più costantemente di tutti, per non essere ciechi e guida di ciechi. Chi legge il libro divino, prende il linguaggio divino, parla il linguaggio divino ed acquista l'efficacia divina» (p. 100). «Un chiamato all'Apostolato stampa, che non legge, non assimila le divine verità della Bibbia, si mette da se stesso fuori della sua vocazione. Potrà fare, sì, qualche opera di apostolato, ma non sarà la vita delle anime. Sarà una semplice parata, un qualche cosa di esteriore e niente più» (p. 317).
Lettori: discepoli della Parola
Secondo Don Alberione, chi legge la Scrittura si converte e si trasforma in un autentico discepolo e apostolo come Paolo. Senza la lettura della Bibbia, invece, il lettore mancherebbe di genuina identità religiosa, cattolica, spirituale, apostolica e universale.
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Nel predicare il culto della Parola di Dio, il beato Don Alberione aveva dinanzi gli insegnamenti e l'esempio di Girolamo,12 il santo per il quale il lettore della Bibbia è «colui che trasmette il messaggio dalla bocca dell'autore all'udito del discepolo» (Ep. 53,2). Esercita il ministero del lettorato o dell'insegnante, come Gesù Maestro.
Per poter assolvere a tale compito, egli necessita d'essere discepolo «prudente, diligente, interessato, zelante, informato»: le cinque note che qualificano la spiritualità biblica di Girolamo. Il lettore della Bibbia si qualifica ancora per una disciplina spirituale, una ricerca espressa con tre verbi: «interrogare, inquirere, intelligere». Questa ricerca, o interrogazione continua della pagina scritta - che tanto somiglia alla preghiera del ricercatore come è insegnata da Gesù13 - è un'avventura dell'intelligenza, una santificazione della mente. In questo cammino la tradizione della Chiesa è l'humus che consente di giungere «alla comprensione della Scrittura nello spirito in cui essa fu scritta», secondo l'espressione del concilio Vaticano II (Dei Verbum 12,3).14
Oltre a Girolamo, Don Alberione ha avuto come ispiratore il magistero della Chiesa del suo tempo. Egli cita infatti (p. 17) l'enciclica Providentissimus Deus di Leone XIII.
Emanata nel 1893 per «spronare questo studio altissimo delle sacre Lettere e dirigerlo anche più conformemente alle necessità dei tempi presenti», l'enciclica riaffermava anzitutto la necessità di intensificare gli studi biblici per poter difendere adeguatamente la Scrittura come parola di Dio ispirata e fonte di salvezza per tutti. Per questo la Bibbia doveva stare al centro della predicazione. Nei Padri della Chiesa si aveva l'esempio più concreto dell'alta considerazione per le Scritture, ritenute come «tesoro ricchissimo delle celesti dottrine, fonti perenni di salvezza, campi fertili e ameni orti; nei quali il gregge del Signore viene mirabilmente ristorato e ricreato».
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Le cose però non andarono come l'enciclica auspicava.15 Tra i cattolici prevalse la linea apologetica, piuttosto che quella dell'approfondimento del testo biblico, o della ricerca e dell'apertura a metodi nuovi e più efficaci di interpretazione. Anziché accogliere con cuore aperto le ricerche storiche e il dialogo con filologi, archeologi, critici di letteratura e in generale con il mondo delle scienze umane, si preferiva normalmente utilizzare versetti biblici per dimostrare le tesi dogmatiche delle scuole di teologia ispirate alla Neo-Scolastica.
Dalla lettura di LS ci si rende conto che Don Alberione, pur con una certa diffidenza per l'apparato critico,16 guidò la sua Famiglia oltre un atteggiamento difensivo e apologetico, considerando la Bibbia come il libro del credente e dell'apostolo oltre che dello studioso. La presente opera insegna a leggere e ad attualizzare il testo di tutta la Bibbia, in casa - e ancora meglio in chiesa - perché subito diventi libro di salvezza, o via, verità e vita da far giungere, con ogni mezzo, a tutta l'umanità di oggi.
Nuovi orientamenti
A mettere in forte evidenza e a meglio esplicitare l'attualizzazione dei testi, su cui Don Alberione ha sempre insistito, interverrà nel 1993 la Pontificia Commissione Biblica, con il documento L'Interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Vi leggiamo: «L'interpretazione della Bibbia, anche se compito particolare degli esegeti, non è tuttavia loro monopolio poiché essa comporta, nella Chiesa, degli aspetti che vanno al di là dell'analisi scientifica dei testi. La Chiesa, infatti, non considera la Bibbia semplicemente un insieme di documenti storici concernenti le sue origini; l'accoglie come Parola di Dio che si rivolge ad essa, e al mondo intero, nel tempo presente. Questa
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convinzione di fede ha come conseguenza uno sforzo di attualizzazione e di inculturazione del messaggio biblico, come pure l'elaborazione di diversi modi di uso dei testi ispirati, nella liturgia, nella lectio divina, nel ministero pastorale e nel movimento ecumenico» (n. 41).
Di fatto Don Alberione ha promosso una lettura della Bibbia in parallelo o a specchio dei segni dei tempi, un'ermeneutica cioè del testo sacro e insieme della storia quotidiana come è riflessa nel 'giornale'. Ha promosso sempre, e insieme, scienza, progresso tecnico e fede biblica, all'interno della grande tradizione della Chiesa.
Ciò nondimeno, un aggiornamento biblico ed ecclesiale è oggi necessario anche per LS, meno forse nei principi e nelle dichiarazioni di intento, quanto nell'area degli orientamenti e soprattutto dei suggerimenti pratici. Né il mondo, né la scienza, né la Chiesa, sono infatti rimasti immobili al 1933. E Don Alberione non ignorerebbe oggi i progressi delle scienze bibliche come della teologia.
Nel rispetto perciò delle sue intenzioni carismatiche, e in omaggio alla sua nuova dimensione ecclesiale,17 riteniamo urgente una rilettura aggiornata di LS, nel senso che significhi continuare a camminare sempre con la Chiesa e con il Papa.
Il documento su L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa ci soccorre in proposito, indicando una serie di principi che fondano una corretta «pratica dell'attualizzazione»:
a) L'attualizzazione è possibile, perché il testo biblico, per la sua pienezza di significato, ha valore per tutte le epoche e tutte le culture (cf. Mt 28,19). Il messaggio biblico può al tempo stesso relativizzare e fecondare i sistemi di valori e le norme di comportamento di ogni generazione.
b) L'attualizzazione è necessaria, perché, anche se il loro messaggio ha valore duraturo, i testi della Bibbia sono stati redatti in funzione di circostanze passate e in linguaggi condizionati da epoche diverse. Per manifestare la portata che hanno per la gente di oggi, è necessario applicare il loro messaggio alle circostanze presenti ed esprimerlo in un linguaggio adattato al tempo attuale.
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c) L'attualizzazione deve tener conto dei rapporti esistenti fra Antico e Nuovo Testamento, per il fatto che il Nuovo si presenta come compimento e superamento dell'Antico. L'attualizzazione si effettua in conformità con l'unità dinamica così costituita.
d) L'attualizzazione si realizza grazie al dinamismo della tradizione vivente della comunità di fede. Questa si situa esplicitamente nel prolungamento delle comunità in cui la Scrittura è nata, è stata conservata e trasmessa.
e) Attualizzazione non significa dunque manipolazione dei testi. Non si tratta di proiettare sugli scritti biblici opinioni o ideologie nuove, ma di ricercare con sincerità la luce che essi contengono per il tempo presente.
A sua volta, tuttavia, l'attualizzazione presuppone una corretta esegesi del testo, che ne determini il senso letterale. Se il lettore non ha personalmente una formazione esegetica, dovrà ricorrere a buone guide di lettura. In ogni caso, l'attualizzazione comporta almeno tre tappe:
1. ascoltare la Parola a partire dalla situazione presente;
2. discernere gli aspetti della situazione presente che il testo biblico illumina o mette in discussione;
3. trarre dalla pienezza di significato del testo biblico gli elementi suscettibili di far evolvere la situazione presente in maniera feconda, conforme alla volontà salvifica di Dio in Cristo.
Questa operazione perderebbe infine ogni validità se si basasse su principi teorici in disaccordo con gli orientamenti fondamentali della Bibbia, come il razionalismo che rifiuta la fede, o il materialismo ateo.
Un metodo aggiornato di lettura
Una Nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, La Bibbia nella vita della Chiesa, pubblicata nel 1995, suggerisce «alcune norme per una lettura ecclesiale e vitale della Sacra Scrittura», senza tuttavia escludere «un sano pluralismo di metodi» (n. 17).
Queste indicazioni pratiche sono in realtà attinte dal Catechismo della Chiesa Cattolica e dal citato documento della Pontificia Commissione Biblica.
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Dai vescovi è ancora messa in risalto l'esegesi, che come ricerca del senso letterale od oggettivo del testo sacro, rende indispensabile l'uso del metodo storico-critico, per quanto integrabile opportunamente con altri metodi. Va invece decisamente scartata la lettura fondamentalista e ogni altro approccio puramente soggettivo. È necessario inoltre prestare attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, e dunque al mistero di Cristo e della Chiesa. La Scrittura va letta, in sostanza, nella tradizione vivente di tutta la Chiesa: perciò è necessario essere attenti all'analogia della fede, ossia alla coesione delle verità tra loro nella totalità del progetto della divina Rivelazione.
Nella stessa Nota, i vescovi italiani invitano i lettori a realizzare un processo di inculturazione e di attualizzazione del testo sacro, grazie al quale la Parola di Dio risuoni come parola di salvezza per l'oggi.
Al n. 18 della Nota si danno «indicazioni concrete di un metodo di lettura»:
a) Fare attenzione al senso letterale. Poiché la Parola scritta partecipa al mistero dell'Incarnazione, è indispensabile ricercare anzitutto e sempre il senso letterale e storico, ossia ciò che Dio stesso ha inteso comunicare attraverso gli autori biblici. A tal fine è necessario ricorrere agli strumenti di una corretta esegesi, per non cadere in interpretazioni arbitrarie.
b) Confrontare un brano biblico con altri testi della Bibbia. L'unità del disegno salvifico di Dio, che lo Spirito Santo manifesta nella Bibbia, chiede che ogni parte sia letta nel tutto, che un singolo brano sia confrontato con altri, in particolare che l'Antico Testamento sia letto alla luce del Nuovo, dove prende il suo senso più pieno, ma anche il Nuovo Testamento sia letto alla luce dell'Antico per riconoscere la «pedagogia di Dio», che sorregge tutta la storia della nostra salvezza.
c) Leggere il testo nel contesto ecclesiale e sacramentale. Ogni incontro e uso della Bibbia, per essere autentico, richiede la piena condivisione della fede della Chiesa. Leggendo la Bibbia, non soltanto apriamo un libro, ma incontriamo il Padre, che in Cristo, nella forza dello Spirito, parla proprio a noi; e ascoltiamo veramente la Trinità, se abbiamo in noi l'atteggiamento di comprensione e di fedeltà della Chiesa, che dal Padre trae origine, di Cristo è corpo e dello Spirito è sposa.
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d)
Leggere il testo mossi dalle grandi domande di oggi. Essendo Parola del Dio vivente, la sacra Scrittura è sempre contemporanea e attuale ad ogni lettore: lo illumina, lo chiama a conversione, lo conforta. Attraverso la lettera del passato lo Spirito ci aiuta a discernere il senso che egli stesso va donando ai problemi e avvenimenti del nostro tempo, abilitandoci a leggere la Bibbia con la vita e la vita con la Bibbia.
e)
Saper correlare la Bibbia con la vita. Come ogni parola, anche quella di Dio accetta di entrare nei nostri processi di comunicazione, che devono certamente rispettarne il mistero di trascendenza, ma non possono sminuire la responsabilità di una pedagogia e didattica della Bibbia, secondo le esigenze proprie della letteratura e del messaggio biblico e insieme in correlazione con la condizione dei destinatari.
In conclusioneLS è l'opera di Don Alberione che più esplicitamente mira a valorizzare quello che fu l'ideale di tutta la sua vita e
l'obiettivo centrale del suo carisma apostolico:
la parola di Dio, rendendo familiare la lettura della Bibbia.
Stimola ad
aggiornarsi al Vangelo, suggerendo il recupero della
lectio divina, quella antica pratica che costituiva parte essenziale della vita monastica ispirata all'
ora et labora. Anche il beato Giacomo Alberione è convinto che senza pietà,
studio, apostolato e povertà, il carro della vita apostolica si arresta.
Per la Famiglia Paolina, e non per essa soltanto, la lettura della Bibbia dev'essere ben più importante della lettura del quotidiano o del telegiornale o della posta su Internet. La Bibbia, ripetiamolo ancora una volta, è la lettera che il Padre invia al mondo ogni giorno, proprio perché chi legge sappia di essere figlio di Dio, come Gesù Cristo.
E tali vogliamo essere nelle convinzioni e nei fatti.
Roma, 27 Aprile 2003.ANGELO COLACRAI, SSP
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1 Cf. “Devozione a Gesù Maestro”, “Adorazione eucaristica e Culto del Vangelo”, in Gesù il Maestro, ieri, oggi e sempre, Excursus storico-carismatico, Società San Paolo, Roma 1997, pp. 86-101.
2 Sul “Mese del Divin Maestro”, cf. Gesù il Maestro..., cit., pp. 94-98.
3 Queste notizie, al pari di quelle che seguono, sono ricavate da una lettera di Sr. Antonietta Martini FSP (1937-2003) ad Angelo Colacrai, in data 6 aprile 1999. - Il 13 novembre 1932, Don Alberione tenne una predica sulla Sacra Scrittura e la fede, pubblicata in tre puntate in UCAS 1933 (Unione Cooperatori Apostolato Stampa) di febbraio (p. 9), marzo (p. 6) e aprile (p. 8). La stessa meditazione, come alcune altre sulla Bibbia, furono pubblicate anche in ciclostilato (cf. MPM/c, Meditazioni del Primo Maestro 1932, Archivio generale delle Figlie di San Paolo).
4 Cf. AD 138: «Egli fece, nell'agosto 1907, tre giornate domenicali della Bibbia esposta in forma catechistica e con applicazioni catechistiche».
5 Tale maturazione raggiungerà un'espressione autorevole e normativa nel Concilio Vaticano II, segnatamente con la costituzione Dei Verbum (DV), promulgata nel 1965. Questa costituzione dogmatica diventerà la magna charta per l'uso teologico e pastorale della Bibbia.
6 Cf. A. DAMINO, Bibliografia di Don Giacomo Alberione, Roma 1994, Edizioni dell'Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina, pp. 36-38.
7 Don Giovanni Evangelista Robaldo (Gorzegno di Cuneo 1896 - Roma 1977) fu un fedele interprete delle intenzioni di Don Alberione circa l'editoria biblica, in particolare dei Vangeli, corredati di note catechistiche. Curò una quindicina di edizioni diverse del Libro sacro, adattate alle singole età e categorie di persone, dai fanciulli alle madri di famiglia, dai religiosi alle comunità parrocchiali, dai fidanzati ai militari...
8 Don Battista Ghiglione (Entracque di Cuneo 1908 - Alba 1992), entrò in San Paolo il 6 novembre 1922 ed emise i primi voti nel 1930 assumendo il nome religioso di Girolamo. Professo perpetuo nel Natale 1934, fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1935. Fu vice maestro dei chierici, formatore, animatore di comunità in diverse case paoline e responsabile di opere varie. Dal 1960 al 1962 collaborò da archivista nella Commissione pontificia per la Stampa e lo Spettacolo, in preparazione del Concilio Vaticano II.
9 Sacerdote paolino (Corneliano d'Alba 1911 - Albano Laziale 2001), laureato in Sacra Scrittura, curò numerose edizioni bibliche, fra cui la Nuovissima Versione della Bibbia dai testi originali, ed. San Paolo 1967-1980.
10 «Il senso accomodatizio... è un senso che diamo noi alle parole e alle frasi della Bibbia. Questo senso può essere più o meno vero, e più o meno appropriato, secondo la rettitudine di intenzione e il grado di scienza di colui dal quale viene fatto» (LS p. 42).
11 Un invito “paolino” alla lettura si trova in Col 4,16: «Quando avrete letto questa lettera, fatela leggere anche nella chiesa di Laodicea; anche voi leggete quella che ricevete da Laodicea». Qui “leggete” in greco è al congiuntivo aoristo, con valore esortativo. In questa forma grammaticale, il verbo leggere non si trova in alcun altro passo del Nuovo Testamento.
12 Don Alberione lo cita spesso; cf. soprattutto le pp. 213, 245, 247.
13 Mt 7,7-8: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Infatti chi chiede riceve; chi cerca trova; a chi bussa sarà aperto» (cf. Lc 11,9s e già Ger 5,1).
14 Cf. Il Grande Libro dei Santi, Dizionario Enciclopedico, San Paolo 1998, II, pp. 947-957.
15 Si renderà necessaria la Divino Afflante Spiritu, di Pio XII (emanata il 30 settembre 1943). Altri documenti ufficiali seguiranno: della PCB (Pontificia Commissione per gli Studi Biblici) l'Istruzione Sancta mater Ecclesia del 1964; del Concilio Vaticano II, la Dei Verbum nel 1965; ancora della PCB, L'Interpretazione della Bibbia nella Chiesa, nel 1993.
16 Si ricordi in proposito che il Modernismo, drasticamente condannato da Pio X, era nato con la passione talora esasperata della ricerca storico-critica. A. Loisy, posto all'indice e scomunicato, era un biblista.
17 Don Alberione fu dichiarato Beato il 27 Aprile 2003.