Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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16. «FARE NOSTRI I FRUTTI DELLA REDENZIONE»

Domenica di Pentecoste, Ritiro alle ragazze, Castel Gandolfo, 25 maggio 19581

2[...] Sacerdozio o il sacerdote. E allora lo Spirito Santo opera nel sacerdote e per mezzo del sacerdote. È lo Spirito Santo che per mezzo del sacerdote cancella i peccati. È lo Spirito Santo che per mezzo del sacerdote, nel Battesimo, conferisce la vita soprannaturale e cancella il peccato originale. Lo Spirito Santo opera per mezzo del sacerdote in tutti i sacramenti.
E Gesù ci ha dato ancora lo stato religioso: è lui l’autore dello stato religioso. E lo Spirito Santo infonde vocazioni allo stato religioso. Le vocazioni vengono in luce, vengono da lui il quale illumina quelle piccole anime – quelle giovani, quei giovani – e mette il germe, mette delle tendenze in quelle anime, in quei cuori. E poi, se lo Spirito Santo non è cacciato dal peccato, fa nascere quei germi che si sviluppano poi, finché portano i frutti, e i frutti sono quelle corrispondenze3, la richiesta delle corrispondenze alle vocazioni, la corrispondenza alla vocazione originale4, ma non solo nel mettersi – supponiamo – in una vita religiosa ma nel corrispondere a tutta la vita religiosa, onde la vita religiosa sia vissuta in gran fervore, in grande amore: Chi mi ama – ecco –, se uno mi
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ama, verremo a lui e rimarremo in lui5. Ciò che allontana da noi lo Spirito Santo è il peccato; ma se l’anima ha desiderio di corrispondere alla sua vocazione, lo Spirito rimane ed opera e la religiosa diviene un membro vivo ed operante nella Chiesa. Gli ineffabili doni dello Spirito Santo!
Per sei mesi dell’anno abbiamo meditato la Redenzione, come Gesù ha compìto la Redenzione: con l’Avvento nell’aspettar Gesù, col Natale che Gesù è venuto, col considerare la sua vita privata e, poi, avanti avanti fino alla sua predicazione, la sua morte di croce, la sua risurrezione e la sua ascensione al cielo. Ma adesso, per sei mesi, dobbiamo fare nostri i frutti che Gesù ci ha dato. Ecco. Tutti questi frutti dove li portate? «Dedit dona hominibus»6 [Ef 4,8], ma lo Spirito Santo li comunica ad ogni anima. La Redenzione è compita: è come se si fosse scavato un bel pozzo di acqua viva – Gesù è la fonte dell’acqua viva, ottiene la grazia –; ma se questo pozzo è lontano e noi non attingiamo, possiamo dire al cesto7: Laggiù c’è un bel pozzo…, ma ciò che importa a noi è di avere l’acqua per berla e per gli usi di cui noi sentiamo il bisogno. Ecco.
Questo Tempo dopo Pentecoste8 – da oggi di nuovo all’Avvento – è perché lo Spirito Santo ci comunichi questi doni, ci comunichi i frutti della Redenzione. La Redenzione è fatta, ma resta che vada a ogni anima; perché la Redenzione è fatta, ma quanti uomini non se ne curano e passano la vita senza utilizzare i frutti della Redenzione?!
Ma noi, oggi, consideriamo come il principio di un semestre, di questi altri sei mesi dell’anno in cui l’impegno deve essere fare nostri i frutti della Redenzione, per mezzo dello Spirito Santo. Particolarmente in tre punti: sempre più fede, sempre
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più amore a Dio e sempre più buona volontà. Lo Spirito Santo che è in noi, che è in ogni anima che è buona e unita a Dio, opera e produce questi frutti: più fede, in maniera che pensiamo con Dio; più amore, che amiamo il Signore col cuore di Gesù; e più volontà, specialmente la volontà religiosa, e […] la religiosa. Se siamo le anime scelte da Dio, fiori scelti da Dio… e allora amare di più Iddio, amare di più Iddio, e non solo a parole ma con i fatti: la vita, la giornata, momento per momento. Non solo dire parole grosse: che vi amo con tutto il cuore; son disposta a morire per te, e allora non siamo poi buoni a rinnegar la nostra volontà in una piccola cosa; come persone che desiderano il martirio, ma guai se si pungono con un ago: mille esclamazioni! Allora che davvero ci sia quest’amore, questa volontà: unite al Signore! Questo desiderio intenso che tutto l’essere sia posseduto dallo Spirito Santo! E la vostra manifestazione di corrispondere alla volontà di Dio e [il fatto] che lo Spirito Santo opera in voi, è la vita religiosa, che è vita di perfezione: e lì è la vita di perfezione.
Gesù benedica la vostra giornata, tanto. E benedica un po’ tutti gli Italiani, perché oggi compiono il loro dovere secondo coscienza: 33 milioni di elettori9. Che lo Spirito Santo operi e diriga ogni pensiero.
E poi, preghiamo sempre per le vocazioni, perché è proprio in quelle anime lì che si comunica lo Spirito Santo in maggior abbondanza. Le vocazioni! Le vocazioni! Le vocazioni! Frutti di questa permanenza, di questa abitazione dello Spirito Santo nelle anime. Un’abitazione più fruttuosa, più fruttuosa: perché, se lo Spirito Santo si comunica in una certa misura, produce la vita cristiana; se si comunica in una misura più abbondante, produce la vita religiosa: il desiderio della vita religiosa, la corrispondenza alla vita religiosa e poi la vera vita, la vera osservanza religiosa.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 23/58 (Nastro archivio 26c. Cassetta 26bis, lato 1. File audio AP 026c). Titolo Cassetta: “I frutti della redenzione”.

2 Il PM sta terminando di parlare della vocazione al sacerdozio in rapporto allo Spirito Santo; e inizia a trattare dello stato religioso.

3 Parola non terminata.

4 Parola incerta. Sarebbe comunque da intendere: originaria.

5 È l’inizio del Vangelo di Pentecoste: Gv 14,23-31.

6 «Ha distribuito doni agli uomini».

7 Probabilmente sta per: secchio.

8 Il Tempo dopo Pentecoste costituiva il Prolungamento del Ciclo di Pasqua: comprendeva da 23 a 28 domeniche, iniziando con la festa della SS. Trinità, I Domenica dopo Pentecoste. Cf LUDOVICO TRIMELONI, op. cit., pp. 35-37.

9 Si riferisce alle elezioni politiche per la III legislatura della Repubblica Italiana, svoltesi appunto il 25 maggio 1958.