Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. GESÙ SALE AL CIELO
Affida la missione e promette lo Spirito

Festa dell’Ascensione del Signore, Meditazione, Castel Gandolfo, 15 maggio 19581

La giornata dell’Ascensione di Gesù al cielo2. E il mistero da riprendersi nella giornata è il secondo glorioso.
Nel Vangelo abbiamo da considerare tre cose:
Gesù che sale al cielo dopo aver benedetto gli apostoli: va a prendere il posto nel suo regno, alla destra del Padre.
Secondo pensiero. Prima di salire al cielo dà la missione, l’apostolato: «Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura». Bene, sì.
Oh! Terzo pensiero: lo Spirito Santo. Gesù sale al cielo e prima di salire al cielo egli promette lo Spirito Santo: «Riceverete la virtù dello Spirito Santo che verrà sopra di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, nella Samaria, fino all’estremo della terra». Ecco, in quanto Giovanni Battista aveva dato un battesimo di penitenza, ma «voi – dice Gesù – sarete battezzati nello Spirito Santo». Il Battesimo nostro è nell’acqua e nello Spirito Santo. Poi lo Spirito Santo ci è conferito, con un aumento di grazia, nella Cresima. Poi lo Spirito Santo si effonde nelle anime e nelle anime in cui si effonde di più, porta maggior luce, una luce soprannaturale, una fede più viva; e porta una speranza più ferma del
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paradiso e la speranza delle grazie per raggiungere la santità; e porta all’amore di Dio, l’amore del Signore. Lo Spirito Santo che abita in un’anima produce fede e speranza e carità.
Oh! Primo pensiero: Gesù sale al cielo. Sempre abbiamo da considerare che la vita presente è una vita di prova e cioè una vita di obbedienza a Dio: una vita di fede, una vita di amore. La prova consiste in quelle tre parti: fede e amore e obbedienza al Signore. Ma poi, finalmente, si arriva alla gloria.
Gesù fece sempre la volontà del Padre Celeste; Maria fece sempre la volontà del Padre Celeste: ed ecco, ora, Gesù alla destra del Padre in cielo e Maria alla destra del Figlio in cielo. Coloro che prendono la via di Dio arrivano a Dio; quelli che prendono la via del peccato arrivano a quello che san Pietro indicava quando diceva: Giuda è andato nel suo posto [cf At 1,25] – voleva dire: è andato nell’inferno, quello che è suo –, perché ognuno di noi va nel suo posto. Se vuole, il posto se lo guadagna in cielo e, se vuole, se lo guadagna nell’inferno; ma, dopo la presente vita, ognuno va al suo posto: «Ut abíret in locum suum»3 [At 1,25]. E il posto preparato da Gesù per noi è il cielo – «vado a prepararvi un posto» [Gv 14,2] –, ma alcuni lo rifiutano e non vogliono credere; e chi non sarà disposto, non crederà, sarà già condannato: quelli non intendono di seguire Gesù Cristo, di seguire il volere di Dio. Noi sempre guardare il cielo, ecco. La vita pure di prova, la vita di lavoro, la vita di mortificazione, la vita che si passa nell’adempimento del volere di Dio, termina così. Se noi sempre diciamo: «Sia fatta la tua volontà» [Mt 6,10; 26,42] [fino a] l’ultima volontà di Dio, e poi: Vieni, o servo buono e fedele, avanti! [cf Mt 25,21], l’ultima volontà di Dio. E allora si fa ancora la volontà di Dio, e si va ad occupare il posto preparato da Dio, disposto da Gesù Cristo per noi, per noi in particolare, per ciascheduno in particolare, ecco.
Allora considerare frequentemente i misteri gloriosi, particolarmente il mistero secondo: l’Ascensione. E poi il mistero
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quarto glorioso: l’Assunzione di Maria al cielo. E sì. Contemplare il cielo, perché se uno non contempla il cielo resta attirato dalle cose della terra. Sant’Ignazio diceva: Tutto mi sembra brutto sulla terra quando contemplo il paradiso4. E là tutto è bello, è tutto splendore, è tutto gioia, è tutto felicità ed è eterna felicità: «Lux aeterna»5, la luce eterna. Paradiso, quindi. Aver fede in questo articolo del Credo: «Credo la vita eterna»6, paradiso.
Sulla croce erano due ladroni crocifissi accanto al Signore, uno a destra, l’altro a sinistra. Gesù ha voluto così – perché tutto è nel volere di Dio quel che è successo – ad indicare che uno ha corrisposto alla grazia – e «quest’oggi sarai con me in paradiso» [Lc 23,43] –, e l’altro è morto impenitente. Vuol dire che molti si salvano e molti corrono la via della perdizione; come dice il Vangelo, la via della perdizione è più facile e molti la prendono [cf Mt 7,13] e, certamente, se poi ad un certo punto non si fermano e non si pentono, finiscono nella perdizione.
Secondo pensiero. Gesù sale al cielo ma prima ordina agli apostoli: «Andate… e predicate… ad ogni creatura», affida loro l’apostolato e affida a ognuno di noi, che ha la vocazione, un apostolato, un apostolato. Allora, ecco quello che abbiamo da pensare e quello che abbiamo da fare: Gesù saliva al cielo e andava a prendere il premio che aveva meritato, ma noi abbiamo ancora da meritarlo e meritarlo è nel compiere la volontà del Signore. Sì, pensare bene. Pensare bene: qual è la volontà di Dio sopra di me? Se il Signore, poi, affida a voi un apostolato così grande, così magnifico, ecco: compirlo questo apostolato! Compirlo con tutta la generosità: prima col desiderio e con la preghiera; poi con le opere buone e con la mortificazione e con l’amore di Dio; e poi con l’azione apostolica. Perché gli apostolati sono prima la vita interiore santificata; e poi il dare buon esempio; e poi la vita di mortificazione,
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sofferenza, la vita di preghiera; ma poi la vita di azione – eh, sì! –, perché all’apostolato bisogna essere preparati e la preparazione si fa un po’ per volta, un tantino per volta, ogni giorno. Oh!! Con una vocazione così bella non c’è proprio da perder neppure un minuto!
Dunque, Gesù, mentre che va al premio, affida un compito ben grande ai discepoli. Così Gesù è salito al cielo e a noi ha affidato un compito grande: vivere la nostra vita nel modo più santo che ci sarà possibile e compiere il volere di Dio nell’apostolato che ci ha affidato.
E poi? E poi, dove Gesù si trova, andremo pure noi: Voglio – dice Gesù al Padre – che dove vado io ci sia pure colui che mi ha amato, colui che mi ha seguito [cf Gv 17,24]. Oh!, sì.
Terzo pensiero. Però, per compiere questo nostro lavoro di santificazione e di apostolato, ci vuole la grazia. E Gesù, prima di salire al cielo, agli apostoli ha promesso lo Spirito Santo. Con la grazia, ecco, avrebbero compiuto il loro apostolato, avrebbero compiuto la divina volontà. Frutto è questo: fare convenientemente la novena di Pentecoste, chiedere lo Spirito Santo che sia più presente in voi. Lo Spirito Santo si mostrò e discese sugli apostoli sotto forma di fuoco [cf At 2,3], perché lo Spirito Santo è amore e calore e luce; amore, calore spirituale e luce e fede; luce per l’anima, ove7 mostra la via giusta, santa, comunica il dono della sapienza e della scienza e dell’intelletto e del consiglio. E lo Spirito Santo si mostrò anche sotto forma di colomba quando discese sopra Gesù battezzato [cf Mt 3,16]: innocenza. Indicava questo: innocenza.
E allora ecco che cosa noi dobbiamo fare in questi giorni: recitare frequentemente il Veni, Creátor Spiritus8 , o cantarlo, e domandare allo Spirito Santo che venga in noi come è venuto sopra Maria Regina degli Apostoli nella Pentecoste, e sopra i Dodici (allora erano undici, ma già Mattia era presente,
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sebbene non ancora nominato apostolo, perché erano molti i discepoli che si fermarono con gli apostoli stessi)9. Oh! Quindi pregare lo Spirito Santo. Che cos’è che impedisce allo Spirito Santo…? Il peccato. Quando noi facciamo posto al demonio nel cuore, un posto nel cuore al demonio, allora lo Spirito Santo non può occupare il nostro essere. «Nolite locum dare diabolo» [Ef 4,27] – è detto! –, non date posto al diavolo con pensieracci, con sentimentacci, o con volontà capricciose o con altro. Non far posto mai al demonio. E poi, invece, cercare di far bene le nostre cose, specialmente le cose piccole. Non si tratta di eroismi, di opere straordinarie, ma di cose piccole, però fatte per amore di Dio, sempre per amore di Dio. Allora lo Spirito Santo abita nell’anima e la santifica, e produce i suoi frutti e porta i suoi doni, i sette doni dello Spirito Santo.
Quindi tre pensieri. Uno è il cielo, a cui dobbiamo arrivare per cantare in eterno le lodi di Dio insieme a Gesù e Maria. Poi il compimento del nostro apostolato: corrispondenza alla volontà di Dio. E terzo: per corrispondere ci vuole lo Spirito Santo, la grazia. Pregare. Va bene, allora, dire anche il terzo mistero glorioso: la discesa dello Spirito Santo sopra gli apostoli e sopra Maria; particolarmente questo nella Visita. Sì. E lo Spirito Santo ci infonderà sempre più luce e maggior fede, maggior speranza, maggior carità nel nostro cuore. Quanto è importante il giorno della Pentecoste sia per gli apostoli e sia per noi in particolare, per ciascheduno di noi in particolare! Lo Spirito Santo: «Emitte Spiritum tuum, et creabúntur: et renovabis faciem terrae»10, si rinnoverà la faccia della terra se lo Spirito Santo troverà dei cuori ben disposti a riceverlo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 22/58 (Nastro archivio 26a. Cassetta 26, lato 1. File audio AP 026a). Titolo Cassetta: “Mistero dell’Ascensione”.

2 Epistola: At 1,1-11. Vangelo: Mc 16,14-20. Nella meditazione i brani vengono citati liberamente dal PM.

3 «Per andarsene al posto che gli spettava».

4 Potrebbe trattarsi di sant’Ignazio di Antiochia (cf Lettera ai Romani, VI, 1-3).

5 Cf Missale Romanum, Missae Defunctorum, Communio.

6 Dal Credo (Simbolo degli Apostoli).

7 Parola incerta.

8 Inno ai Vespri e nell’ora Terza di Pentecoste e dell’Ottava. Cantato anche in occasione di celebrazioni solenni e usato per la novena di Pentecoste.

9 Gli apostoli nominati in preghiera nel Cenacolo erano undici (cf At 1,13). Probabilmente il PM si riferisce a questo passo, dato che Mattia nella Pentecoste era già designato apostolo (cf At 1,26).

10 «Manda il tuo Spirito, e [tutte le cose] saranno create: e rinnoverai la faccia della terra». Dominica Pentecostes: Breviarium Romanum, Ad Nocturnum, Ant. 3; Missale Romanum, Alleluja. Cf Sal 104(103),30. Come invocazione, ordinariamente veniva premessa dal PM alla meditazione da lui tenuta.