Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. LE NOZZE DI CANA
La fiducia in Maria e il vero amore a Dio
Domenica II dopo l’Epifania, Meditazione, Castel Gandolfo, 19 gennaio 19581


Questa domenica segna l’inizio della vita pubblica di Gesù. E l’inizio di questa vita pubblica si compie in questa maniera, come è narrato nel Vangelo:
«In quel tempo: C’era un banchetto nuziale in Cana di Galilea, e vi era la Madre di Gesù. E alle nozze fu invitato Gesù coi suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, dice a Gesù la Madre: Non hanno più vino. E Gesù a lei: Che ho da fare con te, o donna? L’ora mia non è ancor venuta. Dice la sua madre ai servitori: Fate tutto quello che egli vi dirà. Ora c’erano lì sei idrie di pietra, preparate per le abluzioni dei Giudei, le quali contenevano da due a tre metrete ciascheduna. Gesù disse loro: Riempite di acqua le idrie. E le riempirono fino all’orlo. E disse ad essi: Ora attingete e portate al maestro di tavola. E portarono. Ora com’ebbe il maestro di tavola assaggiata l’acqua mutata in vino, che non sapeva donde venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano attinto l’acqua, chiamò lo sposo e gli disse: Tutti da principio pongono il vino migliore, e poi quando gli invitati son già brilli, dànno il meno buono: ma – tu hai fatto il contrario, cioè – tu hai serbato il migliore fino ad ora. Così Gesù fece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui»2.
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Ecco, l’inizio della vita pubblica. Gesù già aveva cercato alcuni discepoli ma non aveva ancora mostrato chi egli fosse, o meglio fosse il Redentore, il Messia, il Figlio di Dio. Lo inizia qui questo ministero, e inizia qui la sua manifestazione – e difatti dice: E credettero in lui i suoi discepoli –.
Oh! Vedete, c’è da considerare questo: che sempre Maria è all’inizio, al principio della salvezza. In principio, quando Adamo ed Eva peccarono, Iddio manifestò Maria: Una donna ti schiaccerà il capo [cf Gen 3,15], disse al serpente. Poi, quando Gesù comparve, fu Maria che lo mostrò ai Magi e ai pastori nel presepio [cf Lc 2,16; Mt 2,11]. E così Gesù adesso inizia il suo ministero pubblico per intervento di Maria. Gesù dice: Non è venuta ancora la mia ora, ma la Madonna prega e la fa venire. E così Gesù si mostra Figlio di Dio e così inizia il suo ministero pubblico.
Quale era stata la ragione per cui Gesù e Maria si trovavan a quelle nozze? Si trattava di parenti e Gesù voleva mostrare che un giorno avrebbe elevato il matrimonio a sacramento, santificando le nozze.
Ma ciò che abbiam da imparare quest’oggi è la fiducia in Maria. Maria era a quelle nozze e si accorge lei per prima che stava per3 finire il vino. Ella era un’ospite, non apparteneva a lei vigilare perché non ci fossero inconvenienti in quel festino, in quel banchetto di nozze, ma la Vergine vigila, sta attenta. E appena che, venendo a mancare il vino, quegli sposi subiscono un po’ di rossore davanti agli invitati (il vino per un banchetto così è un elemento importante!), Maria appena che subiscano un po’ di rossore, vergogna, è disponibile. Maria è tutt’occhi per noi. Ci guarda e ha premura per noi assai più di quanto noi ne abbiam per noi stessi. E ha più voglia lei di farci santi che noi di esserlo. E interviene nelle piccole cose, quando c’è una piccola tentazione, una piccola difficoltà, anche alle volte quando abbiam certi capricci… Maria è la mamma buona.
Figuriamoci quando vi è una buona mamma che ha un bambinetto ancora nella culla: quanto ci pensa!? E come ha
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premura che si trovi bene, sia al caldo, che riposi tranquillo; e poi come interviene, appena si sveglia, per dare il latte; e se poi il bambino non sta bene, che premura per la salute, magari fino a intervenire, farlo lieto con qualche scherzo, con qualche giocherello per farlo sorridere! Maria è così con noi: è più che una madre Maria con noi; è più premurosa, più attenta di quanto possa essere una mamma terrena per noi. Fiducia, perché è buona questa Madre, è buona Maria. Io sono tua Madre, tu sei mio figlio. Ecco. Pensare alla bontà di Maria e mettere la nostra fiducia in lei; anche quando abbiamo qualche desiderio, fiducia in lei: se è utile alla nostra anima, ella interviene e ottiene. Ottiene sempre le grazie spirituali se la preghiamo, e ottiene anche grazie materiali se non impediscono il bene della nostra anima.
Poi, fiducia perché Maria è potente. Maria è potente nel suo pregare il Signore: ottiene per noi, quasi come quando Maria si trovava in casa di Nazaret con Gesù fanciullo; Gesù fanciullo era soggetto, obbediva, e Iddio obbedisce a lei quando lei prega e domanda certe cose che sono necessarie per noi. E sì4, il Signore Gesù ascolta la sua madre. Non era ancor venuta l’ora sua e voleva quasi dire: E se non hanno più vino, non aspetta né a te né a me di occuparsi di questo!. Ma la Vergine, poi, opera come se Gesù avesse acconsentito e dice ai servitori: Fate quanto Gesù ordinerà, perché nel suo cuore sapeva che sarebbe stata ascoltata. E Gesù l’ascoltò ancorché non fosse ancora arrivata l’ora. Vedete, bisogna sempre dire così: che Maria fa venir l’ora. Non siamo ancor santi, Maria fa venir l’ora della grazia. Maria opera. Noi abbiam solo da portar le disposizioni di umiltà e di fiducia, e considerarci come bambinetti. Bisogna avere questo impegno e considerare che abbiamo una mamma buona e potente. Non è venuta l’ora ma Maria la fa venire… ed ecco il miracolo. Gesù ordina ai servitori di riempire di acqua le idrie – che erano vasi di pietra in cui si conservavano le acque, le acque per i forestieri, per le abluzioni, perché gli Ebrei prima di mangiare
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andavano, si lavavano accuratamente –. Ecco: Portate a tavola, e portarono a tavola; e prima fecero assaggiare il vino a colui che presiedeva la tavola, che qui è chiamato come il maestro di tavola – perché usavano prima di presentare al capotavola i cibi e le bevande perché le gustasse, e quindi, se egli le approvava, facevano passare i piatti e facevano passare le bevande ai convitati –. Ora, [il capotavola] trovò che il vino che veniva portato era migliore dell’altro che avevano bevuto prima, e quindi si lamentò con lo sposo che aveva conservato il vino migliore fino alla fine – al contrario di quello che si usa adesso nei conviti: prima si dà il vino inferiore e poi si dà il vino migliore alla fine –. Era usanza così, come del resto è ancora usanza adesso nell’Oriente. E sapevano bene i servitori che quella era acqua, ma che era diventata vino per miracolo di Gesù.
E credettero in lui allora i discepoli – veduto questo miracolo – e capirono chi era Gesù. Prima lo avevano seguito alcuni discepoli, erano alcuni apostoli, non ancor tutti. Lo avevano seguito un po’ per simpatia, lo avevano seguito perché lo vedevano un giovane intelligente, laborioso ma non di più di un falegname modello nel paese. Capirono, credettero in Gesù, perché Gesù non intendeva manifestare5 la sua gloria e la sua potenza. Certamente il comportamento poi dei discepoli con Gesù fu diverso da quel giorno. Prima quasi come un compagno, poi qui lo trattavano come il Figliolo di Dio; sebbene sempre con una certa quotidianità6, lo consideravano tuttavia il Figliolo di Dio incarnato: E voi, chi dite che io sia?, domandò un giorno Gesù. Tu sei il Figliolo di Dio – Tu es Filius Dei vivi7 – che sei venuto in questo mondo [cf Mt 16,15–16]. Oh!, ecco.
Dunque Maria è grandemente potente. Chiediamo questo: di farci santi, cambiare i pensieri in pensieri di fede; cambiare i sentimenti in sentimenti di amor vero a Gesù; cambiare il
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modo di vivere l’obbedienza, la carità, il servizio alle sorelle, il sacrificio quotidiano e la diligenza nelle piccole cose. Ecco: che la Madonna ci faccia santi. Un giardinetto di fiorellini belli. E il profumo attirerà anime. Oh! Che la Madonna dunque ci faccia sante. Una gara di virtù.
Quando sant’Antonio abate – di cui abbiam celebrato la festa in questi giorni8 – entrò in chiesa, sentì un Vangelo tutto particolare. Egli era giovane e ricco, un giovane intelligente e capace, di buona posizione in società. Sentì il Vangelo che diceva: Va’, vendi tutto quel che hai, dallo ai poveri, vieni e seguimi; egli andò a casa e vendette tutto quel che aveva, ne distribuì il ricavato ai poveri, e si ritirò nel deserto e qui visse e condusse una vita per sessant’anni9. E dice la Vita che il suo impegno era questo: studiava sempre chi aveva più virtù, guardava e cercava di imitarlo. Chi aveva più virtù in una cosa: da uno imparava la carità, dall’altro l’obbedienza, dall’altro imparava la delicatezza dei costumi, dall’altro lo spirito di preghiera, dall’altro il fervore, eccetera. Raccoglieva in sé le virtù sparse negli altri, raccoglieva in sé le virtù sparse negli altri10. Non che noi vogliamo soltanto sembrare di esser virtuosi, ma avere propriamente le virtù che sono sparse negli altri. Sì! E allora raggiunse una grande santità. Un giorno lo interrogarono: Qual è il mezzo per vincere più facilmente le tentazioni, per farsi santi? È far delle preghiere di notte? È il digiunare tutti i giorni?. E sant’Antonio digiunava davvero, non prendeva nulla fino a che il sole non era tramontato. Ma è questo? Oppure darsi alla disciplina11, cose così da far sanguinare? E sant’Antonio risponde: Il diavolo teme un’altra
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cosa. Sì, teme le preghiere, teme le mortificazioni, eccetera. Ma il diavolo, soprattutto, teme che abbiate un ardente amore a Gesù12, perché se c’è un ardente amore a Gesù, lui non ci può far niente… non ci vince perché non ci ferma nella volontà di farci santi. Ardente amore a Gesù: ecco quel che egli indicava come mezzo di santificazione.
Persone che alle volte vogliono ricorrere a tante cose ma non badano, alle volte, che il loro cuore non è ancor del tutto di Dio, tutto di Gesù. Il cuore tutto di Dio occorre avere, e sempre più di Dio così da operare per lui e sempre disposti al suo volere, e sempre generose, e sempre un amore più ardente a questo Sposo Celeste. Sì, non fatto di sentimentalità soltanto, ma di generosità: il vero amore di Dio, il vero amore di Dio.
Dunque, adesso la conclusione: grande fiducia in Maria. E che Maria ci ottenga particolarmente questa grazia di un grande amore al Signore, di voler proprio bene a Gesù! Se lo si deve scegliere per tutta la vita e per tutta la eternità, Gesù, allora bisogna amarlo grandemente, grandemente! Se uno facesse anche tutti i voti e poi viene tiepido il suo amore a Gesù, un po’ freddo, un po’ indifferente, e allora non si fa santo, non perdura, non ha la perseveranza. Ecco: questo calore, questo fervore, questa volontà generosa, questa dedizione fino al sacrificio, questa offerta sentita, perché quando sentiamo che c’è dentro di noi qualcosa che ci ripugna, c’è qualche sacrificio da fare, eccetera, questo è ciò che già13 ricerca il Signore da noi: questo ardente amore. Chiediamolo a Maria: avere un cuore come quello della Madonna che amava tanto Gesù! Ci sono delle immagini in cui stan dipinti due cuori: il cuore di Gesù e il cuore di Maria. Ecco. Il nostro cuore sia lì nel cuore di Maria e accanto al cuore di Gesù; per mezzo di Maria ottenere questo ardente amore a Gesù, ardente amore a Gesù. Poi capiteranno anche degli sbaglietti, delle piccole cose improvvise, dei risentimenti, delle piccole
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debolezze, eccetera… ma son superate poi da questo amore, son poi superate da questo amore e si passa sopra e si cerca sempre di commettere minor numero di sbagli, e di fare la volontà di Dio sempre con più prontezza, con più amore e dedizione.
Oh! Darsi a Gesù vuol dire consecrargli il cuore e tutti gli affetti e desideri e solo voler dar gusto a lui, dar gusto a lui, fargli piacere… così penetra nell’anima. Alle volte [può esserci chi] non fa il voto e adempie tutti i voti, adempie tutti i voti: perché? Perché c’è questa donazione, questa offerta, questo fervore che la rende agile, pronta sempre a tutto quel che piace a Gesù. E poi il suo diletto è lì, è in chiesa, ed è felice, quest’anima, di fare qualche sacrificio per mostrare il suo amore. Cercano l’occasione del sacrificio, dell’umiliazione, appunto per far piacere a Gesù, per dar gusto a Gesù.
Domandiamo questo amore grande, questo amore intensissimo a Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 16/58 (Nastro archivio 20a. Cassetta 20, lato 1. File audio AP 020a). Titolo Cassetta: “Le nozze di Cana”.

2 Vangelo: Gv 2,1-11. Nella meditazione il brano viene citato liberamente dal PM.

3 Il PM dice: che era presso a.

4 Parola incerta. Potrebbe essere: subito.

5 Parola incerta.

6 Parola incerta.

7 «Tu sei il Figlio del Dio vivente». Il testo latino è: «Tu es Christus Filius Dei vivi».

8 Sant’Antonio abate, detto del deserto (250 ca–356), definito il padre del monachesimo occidentale, la cui festa liturgica ricorre il 17 gennaio, due giorni prima di questa meditazione.

9 ATANASIO DI ALESSANDRIA, Vita di Antonio, 2.2–5. Per avere il quadro d’insieme, anche 3.1; 1.1–3. Cf Breviarium Romanum, Die 17 Januarii, S. Antonii Abbatis, In II Nocturno, Lectio IV.

10 Cf id., Vita, 4.1–2; cf anche 3.3–4. Cf Breviarium Romanum…, Lectio IV.

11 Si riferisce agli atti di mortificazione corporale che venivano praticati un tempo, in particolare nei monasteri, per penitenza e ascesi.

12 Breviarium Romanum…, Lectio VI; Lectio V. Cf id., Vita, 30.2.

13 Parola incerta.