XIV. LE SUORE NON SI IMPROVVISANOOra certamente avete già preparati i santi vostri propositi, e il Signore li benedica largamente. Giova poi nel corso dell'anno rinnovarli specialmente nell'occasione dei ritiri mensili.
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Un pensiero: lavorare per le vocazioni, sì, nelle parrocchie, possibilmente quando si tratta di giovinette che superano i quattordici-quindici anni. Si dice che oggi è più difficile raccogliere vocazioni a una certa età, però in generale la percentuale di quelle che riescono, specialmente che fanno poi bene nella vita - non solo che vanno alla professione, ma che fanno poi bene - la percentuale maggiore di riuscite e di operare poi bene nell'apostolato è maggiore per quelle entrate più tardi tra i diciassette, diciotto, venti, ventidue anni che non di quelle che entrano più piccole.
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E' vero, a rimediare a questo stato di cose - scarsità di vocazioni fra le giovani un po' avanti già, dopo i quindici anni, diciassette, diciotto - si è ricorso ai pre-vocazionari.
Questo pensiero dei pre-vocazionari specialmente lo si trova per la parte maschile e per i giovani indirizzati per lo più al clero secolare. Tuttavia vi sono anche i pre-vocazionari per la parte femminile, religiose, sì. Ora, finché si può, penso sia bene tener l'altra via. Quando poi non si possa, <e> i tempi, siccome vanno evolvendosi, allora ci suggeriranno, vi suggeriranno come convenga fare. Ma questi esperimenti per le vocazioni maschili, particolarmente al clero secolare, vanno sempre più estendendosi sia in Italia, ma specialmente ancora in altre nazioni.
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E mi diceva il vice-gerente di Roma qualche giorno fa che, due tre anni or sono, aveva ordinato sei sacerdoti i quali erano entrati bambini di seconda e di terza elementare nel pre-vocazionario tenuto a Roma da suore, mi pare, del Sacratissimo Cuore di Gesù - mi sembra -, le quali si son mostrate eroiche perché nessuno le sussidiava, quei bambini pagavano quasi nulla. Andavano chiedendo le elemosine a destra e a sinistra e molti sacerdoti e anche vescovi le aiutavano. E andavano anche di porta in porta. E' certamente quel pre-vocazionario uno di quelli da mettersi ad esempio, ben regolato.
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Adesso si fa anche un altro esperimento, questo: le suore sono chiamate a prendere i bambini dalla terza elementare e li conducono fino alla terza media. Quindi terza, quarta e quinta elementare; prima, seconda e terza media, e cioè li portano fino a circa quattordici anni. Sono, questi esperimenti, particolarmente in due diocesi: vediamo se l'esperienza dirà che questa è una via da scegliersi.
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Voi cosa pensate? E è proprio estraneo alla vostra congregazione il pensare che si possa aiutare il clero secolare anche in questo, chiamiamolo, ministero? Voi dovete stare al vostro ministero parrocchiale. Tuttavia, anche nelle parrocchie dove siete, avete da accudire alle vocazioni maschili, prepararle, non è vero? E allora? Allora dico niente. Dico solo: nessuna decisione, solo di pregare, solo di pregare. Ecco, questo lo dico, ma quanto a cose da fare per ora nessuna...(a).
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Del resto le costituzioni sono approvate Ad septemnium. L'approvazione pontificia [è] definitiva in perpetuo, tuttavia siccome si possono far delle esperienze che dopo convenga mutare qualche piccola cosa, mai la sostanza, ma qualche piccola cosa, - per esempio può essere che ci sia da regolar qualche cosa che riguarda gli studi: quello fra sette anni si potrà vedere - vedrete, se e come, come è da fare, se c'è da fare davvero qualche cosa. Però la vostra vocazione intatta: non piegare mai né a destra né a sinistra. Intatta! Siete per le opere parrocchiali.
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Potete anche andare al centro della diocesi, per esempio all'ufficio catechistico, daccanto al Pastore della diocesi, come andate accanto al Pastore della parrocchia. Eh, si potrebbe anche andare in una opera pontificia, nella quale voi presterete il vostro aiuto. Del resto, sostanzialmente, lo fate già con la P.O.A., Pontificia Opera Assistenza. Siete già accanto all'autorità suprema, perché la si chiama pontificia perché è un'opera del pontefice, del sommo Pastore della Chiesa, il Papa. Pontificia Opera Assistenza: assistenza in primo luogo spirituale, ma anche assistenza materiale, beneficienza al popolo.
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Vorrei anche che i parroci, ai quali date tanto aiuto, pensassero che le suore non s'improvvisano e quindi c'è bisogno che la Casa Madre s'ingrandisca. E permettessero di fare qualche cosa a fine di portare anche un contributo piccolo alle costruzioni, magari a preparare miglior mobilio in casa, preparare un'infermeria conveniente, in modo che possiate anche farvi, nelle cose comuni, farvi le cure in casa, sì. Penso che al Signore piacerà questo che, eccetto che nelle cose specifiche e non curabili in casa, eh, possiate fare.
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La Società San Paolo ad Alba ora ha il dentista che viene ogni giorno, ogni giorno. E sono circa, là, quattrocento persone. E non andar sempre a far le file lunghe nelle anticamere dei dentisti, per farsi cavare un dente dover aspettare. Sì. Oh! Ma a Roma, invece, adesso la parte maschile fa le operazioni in casa, attrezzando - ha attrezzato già discretamente - l'infermeria e con soddisfazione piena del malato e di chi assiste, di chi ha cura. Beh, qualche piccola spesa per i dottori ci vuole, ma è sempre [in] generale, meno che una clinica, perché molto del servizio viene fatto dalla famiglia religiosa.
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Che aiutino! E intanto domandare al ministero che vi faccia l'impianto dei raggi caso mai, <o> il ministero di sanità, o l'altro impianto pure che è tanto utile per esaminare se vi sono infermità.
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Oh, poi volevo domandarvi: vi ricordate degli istituti secolari? Ma non vi ricordate soltanto, no, pregate anche? Sì? Sì! Eh, non posso più fare molto perché gli impegni e l'età... ma... aiutateci! E aiutate queste anime ad entrare, quelle che hanno questa vocazione, ad entrare in una vita di maggior perfezione, - in paradiso vi saran riconoscenti - nella vita di piena consecrazione al Signore e vita che ha da tutta convogliarsi verso l'apostolato. Ci vuol vocazione però eh? Ci voglion dei segni propri di questa vocazione. Assolutamente necessario è che abbiano già risolto il problema della vita. Non è come qui che le accettate anche senza che abbiano risolto il problema della vita, quattordici anni ad esempio. In generale molto bene, in generale; vi sono le eccezioni, lodevoli eccezioni, di persone entrate anche più tardi e che divengono modello di vita comune, esemplari nella vita comune, ma parliamo in generale. E la settimana che sta per finire abbiamo appunto fatto il corso di esercizi spirituali per Gabrielini e Annunziatine, non molte, ma di buona speranza e di attività anche nelle varie associazioni, nei vari apostolati. Aiutateci un poco in questo.
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Per la conclusione che dovrei fare, ecco: andate con fiducia, per tutto! Fiducia nel Signore, per tutto! Il Signore è con voi, voi vi portate Gesù nel cuore, andate con fiducia. «Io sono con Gesù e Gesù è con noi». Oppure «Gesù è con noi e noi siamo con Gesù». Starvene con fiducia, per tutto. Perché qualche volta sembra che le cose siano proprio contrarie a quello che vorremmo, a quello che desidereremmo, ma invece poi nell'ordine della provvidenza si vede che il Signore ordina sempre le cose alla sua gloria, ai suoi fini santissimi. Sì.
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Andare con fiducia perché primo, avete la vocazione. Avendo la vocazione siete sicurissime che le grazie necessarie per corrispondere le avete. Avete la vocazione quindi di farvi sante e quindi le grazie per farvi sante. Tenerlo per fermo. Quando viene qualche tentazione contraria recitar l'atto di speranza, ecco.
Tutte siete incamminate per la via della santità, tutte. Fiducia! Con la chiamata il Signore vi ha destinato già le grazie. Come un padre che manda una figlia a fare un acquisto, supponiamo, a comperare qualche cosa necessaria per la casa, le dà i soldi. Il Signore dà le grazie. Fiducia per la santità, neh!
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Secondo, fiducia per lo studio che si riesca.
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Terzo, fiducia per l'apostolato e per le opere necessarie all'apostolato. E difatti dove andate il Signore vi accompagna, il Signore vi ha accompagnato e la grazia di Dio non è mai mancata, eccetto che uno sia orgoglioso e manchi di fiducia. Quando uno presume delle sue forze, magari si mette in pericoli, non guarda né consigli né avvisi che ha ricevuto da Casa Madre, allora il Signore, eh, non dà più certe grazie. Essere umili e sempre fiducia, confidenza nelle grazie della vocazione.
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Poi un'altra prova è questa, che anche il passato dimostra già che il Signore ha accompagnato la congregazione, non è vero? La storia della congregazione non è molto lunga, ma è già sufficiente tuttavia per dire: «Il Signore evidentemente è stato con voi. E' stato con voi». Anche quello che qualche volta sembrava contrario ha contribuito al bene. Perché il Signore - sapete - ne sa un po' più di noi, no? E un po' più di noi può fare. Dunque fiducia. Fiducia in questa prova della storia della congregazione, dello sviluppo della congregazione.
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Ed ora mi pare che siete tutte contente come le cose procedono e come si sono svolte negli ultimi anni specialmente, no? Siete contente? Oh, andate dunque avanti sapendo che il Signore vi ha accompagnato. Poi la fiducia va messa in Gesù buon Pastore. Ma il buon Pastore quando trova delle persone che vogliono aiutare a compiere il suo ufficio divino di buon Pastore, è contento e benedice. Eh, collaborano con lui, lo aiutano, ecco. Lo aiutano per pascere quei bambini, quei fanciulletti, perché le funzioni siano solenni, perché la gente vada ai sacramenti e riceva bene la confessione, la comunione... Il Signore, il buon Pastore è con voi.
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E poi la propiziazione di Maria madre del divin Pastore, avete, la sua protezione, sì. E l'oremus dice appunto: «Signore, <che> per la tua misericordia e per l'intercessione di Maria, noi speriamo tutte le grazie necessarie per il nostro stato, per le nostre condizioni» (a).
Quindi confidenza nei santi apostoli Pietro e Paolo che sono i protettori, insieme a Gesù buon Pastore e in dipendenza da lui e insieme a Maria madre del divin Pastore che viene pregata dai santi apostoli Pietro e Paolo.
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Poi, è ancora utile che voi pensiate che volete sol far del bene e donarvi generosamente per la causa di Dio e la causa delle anime. E allora che cosa c'è da dubitare, che manchi la grazia? Eh, vorrebbe dire dubitare di Dio. No, non dubitare mai! Perché le vostre opere, le opere che fate meritano l'aiuto di Dio. Volete sol far del bene e il Signore aiuta chi vuole far del bene e vuole cioè salvare le anime, condurle a Dio, condurle all'eterna salvezza. Oh, allora ecco quello che mi stava a cuore stasera ancora di dirvi.
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E vi do la benedizione perché partendo siate liete, serene e perché ci impegnamo a pregare sempre vicendevolmente, non è vero? Pregheremo vicendevolmente tutte. Voi sapete che alla sera, tra le nove, nove e mezza, io do sempre la benedizione a tutta la Famiglia Paolina. Sì, e voi raccomandate sempre me alla divina misericordia, affinché, mentre che si cerca di fare il bene agli altri, salvi me stesso. San Paolo diceva Ne [forte] cum aliis praedicaverim, ipse reprobus efficiar [1Cor 9,27], perché io predicando agli altri non mi danni. Se san Paolo diceva così, quanto più noi.
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I preti son disgraziati (a). Vi sono quei che non possono vederli e non pregano per loro, quindi non c'è da far conto su loro. E vi sono quelli che li stimano molto e dicono: «Non ne han bisogno» e così siam disgraziati, dimenticati. Ma voi non pensate così, eh? No. Pensate che ho molto bisogno, bisogno tanto grande perché molte son le responsabilità.
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Ho sentito adesso il numero delle prossime professioni, delle prossime vestizioni, delle prossime ammissioni al noviziato: tutte son prove che il Signore è con voi, eh. Ogni promozione è segno che il Signore è con voi. Le vocazioni non le fate mica voi, neh? Eh? no! Allora è Dio. E se le manda qui, non approva? Non vede che la vostra formazione, che la formazione che date è buona? Il Padre celeste manda le sue figlie dove son preparate bene, sono formate bene. Quindi: prova che il Signore è con voi.
Albano Laziale (Roma)
7 agosto 1959
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177 (a) Don Alberione probabilmente pensava già ad un «pre-vocazionario» maschile che le suore pastorelle realizzeranno nel 1961 a Saliceto Panaro (Modena).
190 (a) Dall'«Orazione sopra le offerte» del Comune della B.V. Maria.
193 (a) Tono scherzoso e partecipazione viva da parte delle uditrici.