V. ECCO TUA MADREDomani comincia il mese che consecriamo a Maria.
Stare un mese con la madre, Maria, stare sotto il suo sguardo benigno, operare con l'aiuto della sua grazia e con la rettitudine di intenzione. Il maggio è il <maggio> mese dei fiori e il fiore più bello che possiamo dare a Maria è il cuore, è la mente, la volontà, il nostro essere, tutto: lo consegnamo a Maria perché lei lo consegni a Gesù. Noi amiamo Maria per amare meglio Gesù. Maria è la via per andare a Gesù, la via, e allora ecco, se passiamo attraverso a Maria siamo più accetti a Gesù, più graditi a Gesù. Accompagnati da una madre così santa, dalla stessa madre di Gesù, siamo sicuri di esser ricevuti meglio perché c'è la raccomandazione di Maria.
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Nel maggio si potrebbe pensare alla consecrazione quindi di noi stessi a Maria. La consecrazione va ricordata con questi tre punti: l'atto di consecrazione e poi, dopo, la vita consecrata, e terzo preparazione alla consecrazione. E credo che tutte l'abbiate già fatta, anzi certamente l'avrete fatta la consecrazione, certo le professe, ma anche tutte le altre in qualche occasione. Si tratterà di rinnovare la consecrazione un'altra volta. Sì. E Maria preparerà a voi molte grazie; sì, per maggio ne aspettiamo tante, aver fiducia. Quando Maria arriva, arriva coi suoi doni, coi suoi regali. Pensate a una madre che ama le sue figlie e viene da lontano, da molto tempo non le ha vedute, e allora pensa a portare qualche regalo, qualche dono, sì, qualche regalo, qualche dono. Così Maria porta i suoi regali, i suoi doni. Oh.
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Consecrarsi a Maria, che cosa significa? Donarsi, donarsi! Supponete che ci sia un calice che è stato fuso, <costru> fabbricato; quando vien dalla fabbrica quel calice si può usare anche a bere a tavola, ma se poi il vescovo lo consacra, è di Dio; si può solamente più usare per metterci il sangue di nostro Signor Gesù Cristo. Così consecrarci vuol dire donarci a Dio, e dopo, vivere come anime consecrate, anime di Dio. Quindi, ad esempio, gli occhi non si adoperano più per curiosare in cose non buone, si adoperano solo per vedere le cose che dobbiamo vedere e che è il Signore che vuole che vediamo: ci ha dato gli occhi apposta. Il dono della vista è un gran dono e noi abbiamo da adoperarlo, questo dono, per esempio a leggere le cose buone, si. Dono!
Consecrarsi vuol dire donarsi: far Maria «padrona». E che nel nostro essere, nei nostri sensi, nella nostra mente, nel nostro cuore, non ci passi nessuna cosa che non piaccia a Maria. Adoperare quindi il cuore, la mente, gli occhi, la lingua, tutto in ordine a Maria, per onorare Maria, in modo gradito a Maria. Sì.
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Come prepararsi alla consecrazione che potreste fare poi alla fine del mese? Primo, è utile istruirsi sulla Madonna. Ci sono dei bei libri, poi più facilmente si sentiranno prediche sopra questo argomento e poi avete conferenze, istruzioni anche in scuola, ecc. Istruirsi sulla divozione alla Madonna, e dopo far le nostre cose per onor della Madonna.
Se si vuole si fa tutta la giornata ad onore di Maria e si compiono le cose bene sotto lo sguardo di Maria, altrimenti <si> fissare qualche fioretto. Il fioretto dovrebbe esser questo, in generale: praticar meglio il proposito principale. Ognuna ha il suo proposito; non si tratta tanto di far cose nuove, ma si tratta di far meglio le cose che già si fanno.
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In terzo luogo poi, la preghiera alla Madonna. Dire tante «Salve Regina». Quando non sappiamo cosa dire alla Madonna: la Salve Regina; quando ci sono dei fastidietti: la Salve Regina. Lì si domandano tutte le grazie: «Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi», ecco: «Guarda [di che] cosa abbiam bisogno, e dà a noi quel che abbiam bisogno, quel che vedi che ci è necessario», sì. E Maria conosce i nostri bisogni meglio di noi. Salve, Regina, mater misericordiae e allora abbiamo fiducia. Abbiamo fiducia, neh! Quindi molte Salve Regina: Eia ergo advocata nostra, orsù, dunque, avvocata nostra... Sì, la nostra avvocata presso Dio, colei che ci deve difendere. Poi: «Mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno», cioè, dopo questa vita, il paradiso. Si! State /molto/ (a) liete, serene nel mese di maggio, perché è venuta la Madonna, è venuta la madre. Prenderla con noi!
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Quando Gesù spirò sulla croce, cosa fece Giovanni? Fece quello che voleva Gesù; Gesù gli aveva detto: «Ecco [la] tua Madre» [Gv 19,27], e allora Giovanni si prese con sé Maria. /Prenderci/ (a) con noi Maria, con noi Maria. E voi avete già in tanti luoghi i quadri, le figure della Madonna, avete anche le immaginette... sì, e allora qualche bacio, tenerle davanti a voi; l'immagine della Madonna in mezzo al libro di studio così, aperto il libro, si trova la Madre: sì, i nostri sguardi s'incontrano con Maria. Ma molta fiducia, neh? Ne avete della fede? Sì? Fede! Ravvivarla! Sempre più viva la nostra fede, sì! E Maria conosce i nostri bisogni ma non si contenta di conoscerli, vuole soccorrerci, perché ci ama; perché Gesù ci ha consegnati a questa Madre, ci ha affidati alle sue cure, sì. Molta fiducia. Oh, sì, vedrete che l'intervento della Madonna sarà chiaro.
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Oh, io raccomando anche che chiediate l'intervento, la protezione, l'assistenza, la misericordia di Maria per mezzo del canonico Chiesa (
a), il quale avviò la Famiglia Paolina con la sua sapientissima parola e anche con il suo aiuto materiale e più di tutto coi suoi esempi, con la sua spiritualità così distinta... Oh, allora intercedere anche <queste> presso il canonico Chiesa, il suo intervento presso la Madonna, perché aiuti in tutte le necessità spirituali, materiali, fisiche e intellettuali..., quello che ha bisogno la congregazione e quel che avete bisogno voi.
Adesso vi do la benedizione, così cominciate il mese di maggio santamente, lietamente e poi lo continuerete così: santamente e lietamente.
Albano Laziale (Roma)
30 aprile 1959
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43 (a) R: molte.
44 (a) R: prendersi.
45 (a) Nasce a Montà d'Alba (Cuneo) il 2 aprile 1874.
Nell'ottobre del 1886 entra nel seminario di Alba; viene ordinato sacerdote l'11 ottobre del 1896 dal vescovo Monsignor G. Francesco Re. Laureato in teologia dogmatica, in diritto canonico e civile e in filosofia.
Insegna nel seminario di Alba dove nel 1900 conosce il giovane Giacomo Alberione e ne diviene suo direttore spirituale, e in seguito suo prezioso collaboratore in tutte le iniziative. Parroco nel 1913 della chiesa dei santi Cosma e Damiano, canonico della cattedrale; nel 1933, alla morte di Monsignor Re è nominato Amministratore apostolico della diocesi. Muore il 14 giugno del 1946.
Il 1° novembre 1959 le spoglie mortali sono riesumate e il giorno seguente tumulate nella chiesa di san Paolo di Alba.
Il 3 novembre, il vescovo di Alba, Monsignor Carlo Stoppa, dichiara aperto il processo diocesano di informazione sulla fama di santità del Servo di Dio; il 30 novembre 1977, il vescovo di Alba, Mons. Fausto Vallanic, presiede, nella chiesa di san Paolo, la solenne apertura del processo apostolico per la beatificazione del Servo di Dio.