XII. SENTIRE LA CONGREGAZIONESentire la congregazione, l'argomento di questa sera. Che cosa significa? Significa veramente tre cose e cioè: comprenderla bene, amarla pregando per essa, e soprattutto operando, vivendola, la congregazione.
Facciamo il punto, un punto fermo. A questo punto seguiranno poi altri punti, ma intanto uno fermo in questo corso di esercizi e cioè: sentire la congregazione sempre di più. Vedete: comprenderla, amarla, viverla, pregare per essa, cooperando ad essa con tutte le forze. Gli egoismi sono i nemici della vita comune e sono i nemici ancora della cooperazione alla congregazione, sì.
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E' necessario sentir questo: non solamente ogni anima ha da progredire, ogni anima ha da compiere il suo cammino quotidiano, «sempre avanti»; ma anche la congregazione, cioè il complesso delle persone che sono in congregazione. Far camminar la congregazione! Molte cose all'inizio non si potevano fare, molte cose non si potevano capire; poi vi sono sempre le vicende in qualsiasi istituto quando nasce, quando fa i primi passi, vicende varie. Poi non vi possono neppure essere propriamente le costituzioni, non son ancora formate le regole, e restano anche un po' imperfette le vocazioni in quanto che non possono aver avuto tutta quella formazione che viene ad esser possibile dopo. <E> E allora che cosa bisogna dire? Crescendo la congregazione ed avendo l'approvazione pontificia, è necessario che essa progredisca in spirito, studio, apostolato, povertà, vocazioni...
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In spirito. Bisogna dire che ora ci dev'essere un'obbedienza molto più perfetta di prima, una carità molto più perfetta di prima, uno spirito soprannaturale molto più perfetto di prima. Molto spirito, molto più attaccamento alla congregazione, più serenità nel cammino dei giorni che passano, molto più attaccamento alle costituzioni, molto più attaccamento alle opere e attaccamento a chi guida, alle sorelle, alle vocazioni, alle iniziative, in sostanza allo spirito. Perciò le divozioni a Gesù buon Pastore, a Maria madre del divin Pastore, ai santi apostoli Pietro e Paolo più coltivate: che siano intime queste divozioni e che siano illuminate.
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L'amore alla vita comune. Lo spirito di comunità, l'amore alla vita comune, sia perché vi son le osservanze varie della giornata e sia perché si deve formare, adagio adagio, una mentalità, una mentalità come unica: pensare tutte ugualmente. Un cuore unico: amare, aver gli stessi sentimenti che sono secondo lo spirito della congregazione. E così l'osservanza dei voti, l'osservanza dei voti di povertà, castità e obbedienza. Ecco, progredire! Perché può esser che nasca l'obiezione: «Eh, ma prima eravamo più larghe così...» Eh, ma si era anche più disordinate! Perché non era possibile l'ordine ancora, in tante cose, e ora è possibile; ora è possibile. Non era possibile, date le circostanze, ma ora molte cose che allora non erano possibili, ora sono possibili. Quindi l'osservanza dell'obbedienza, povertà, castità.
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Vi sono cose che possono rompere lo spirito della congregazione. Vi possono essere delle maniere di pensare e delle maniere di agire che non son conformi all'istituto. Ecco, uniformarsi bene nello stesso spirito.
Adesso l'andamento della congregazione per certi aspetti è più facile, ma per altri diviene più difficile, appunto perché vi sono più persone e vi son più problemi e vi son più cose da provvedere.
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Allora secondo: progredire nello studio. Sì, è necessario rendersi capaci di fare l'apostolato. Vedete, venti anni fa, nelle parrocchie, i catechismi si trovavano in uno stato inferiore all'attuale; ora in molte parrocchie c'è stato un vero, un grande cammino, un grande progresso, e allora, ecco, lo studio del catechismo deve essere più largo. Poi vi sono persone che sanno molte cose e se noi non siamo al livello di spiegare e di confutare certe obiezioni, allora rimaniamo indietro. I tempi camminano, bisogna che camminiam con essi.
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Più istruzione! Più istruzione nella religione, questo è fondamentale, e poi più istruzione nelle cose civili. Nella religione catechismi più approfonditi - e difatti vi è una differenza notevole da venti anni a questa parte -. Anche gli ultimi esami per diploma di catechiste han dato risultati molto buoni.
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E così ora è necessario che si studino le materie civili e che si arrivi a certe posizioni, supponiamo di maestre d'asilo, ecc. perché esigeranno sempre di più i diplomi, esigeranno sempre di più anche per la scuola materna. Non sappiamo ancora <che> come saran regolate le disposizioni, ma penso che dovrebbero venire presto, sebbene possono anche di nuovo crearsi degli intoppi e fermare il cammino.
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L'amore allo studio: sapere, saper tanto, saper di tutto, istruirsi! Vi sono persone che sempre cercano di avanzare, sempre domandano, anche fuori della scuola; sempre domandano, vogliono spiegazioni su una cosa o su un'altra, non solamente sulle materie propriamente scolastiche, ma ancora <altre> su altre.
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Domandate lo Spirito Santo, la infusione dello Spirito Santo, come è <stata fatta> avvenuta sopra gli apostoli nel cenacolo. Sì. Perché la suora pastorella che cosa è che non dovrebbe sapere? Un po' di tutto! E fa del bene «largo» in proporzione di quanto sa. Perché? La vogliono infermiera, la vogliono maestra d'asilo, la vogliono conferenziera, la vogliono <a> dirigente o assistente delle opere sociali, particolarmente dell'Azione Cattolica; vogliono che sappia cucire, vogliono che sappia il taglio, vogliono che sappia suonare. Questa povera suora ha da farsi a pezzi? (a) Allora che cosa ci vuole? Eppure bisogna che limitiamo gli studi perché non divengano malate, perché ognuno ha una limitazione di forze. E allora chiedere al Signore, sì, [e] metterci quell'impegno che è possibile, date le nostre circostanze.
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Le scuole vanno sempre migliorando, sì, in casa, tuttavia, nonostante le scuole, ci vogliono ancora molti lumi e molte grazie dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo ha illuminato gli apostoli e, con la sua luce, eccoli sapienti, eccoli coraggiosi, eccoli pieni di ardore, di zelo per le anime. Sì, pregar lo Spirito Santo; non dire soltanto: «Uno sa quanto studia». Uno sa, prima, quanto prega.
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L'enciclica di Giovanni XXIII sopra il Curato d'Ars va letta bene, va letta bene questi giorni! Come si è formato quel pastore d'anime, il Curato d'Ars: la prima parte è quella, e si dimostra che sopra di tutto sono stati i lumi di Dio, perché le sue qualità naturali erano molto modeste; e come poi lui li ha accresciuti, e questo sempre per la sua grande pietà e sua applicazione; e quali sono stati i frutti.
E' utile che facciate come fanno i sacerdoti nostri: l'enciclica viene letta a tavola. Poi sopra i punti principali si fa la meditazione commentata. C'è tanto da imparare. Quello, che è stato un gran pastore d'anime!
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Oh, in terzo luogo, progredire nell'apostolato. Le forme di apostolato le conoscete, ma van sempre aumentando. L'apostolato si riduce a tre parti, ma le applicazioni e le varie modalità vanno aumentando e ogni giorno si può dire che vi è qualche cosa di nuovo.
Si riducono a tre: Istruire.
Istruzione religiosa, Tanto!
Questo è fondamentale.
Istruzione religiosa!
Per questo i libri, per questo le scuole, per questo anche la preghiera. Istruzione religiosa! Fare degli esercizi, abituarsi a parlare, poi non scoraggiarsi davanti a qualche insuccesso.
Vedete che la formica, che vuol salire su dal muro, tenta, poi cade, ritenta, cade ancora, e poi di nuovo tenta finché riesce a salire. Tentare, tentare!
- Ma io...
E' la penitenza nostra alle volte.
Vi è chi ha più facilità e d'altra parte anche per chi ha facilità, siccome occorre sempre di dare una scienza più compita e di darla bene, non è che ci si possa fermare, no. Quindi l'istruzione religiosa.
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Secondo, la formazione religiosa. Educare bene! Educare tanto!
Prendere i bambini sì, ma anche i fanciulli, ma le giovinette. E d'altra parte c'è sempre da dire qualche cosa anche alle donne e qualche cosa agli stessi uomini e ai poveri e ai malati e ai tribolati, a quelli che vi avvicinano...
Educazione religiosa; formazione religiosa.
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Poi anche promuovere il culto, come già abbiamo veduto ieri sera e, nello stesso tempo, si possono considerare le parole delle costituzioni. Migliorare l'apostolato!
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Quarto, migliorare la parte della povertà, la parte economica, sì. Se la congregazione cresce, ha bisogno di case, [ha] bisogno di chiese. Se la congregazione cresce ha bisogno di provvedere alle persone che sono in formazione, quindi il peso della Casa Madre diviene sempre più grave sotto questo aspetto. Oh, nessuna può disinteressarsi di questo, in quella misura e secondo la posizione e le attitudini che si hanno.
D'altra parte la povertà si può esercitare in tante maniere:
saper produrre
saper usare
saper amministrare
saper provvedere alle necessità.
saper conservare le cose.
Sempre meglio!
E in quelle piccole esposizioni che fate qualche volta, si vede il progresso, sì. E allora c'è da ringraziare il Signore della buona volontà che ha infuso in voi.
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A questo riguardo poi, cooperare alla congregazione. Cooperare prima alle superiore nelle piccole case e nella Casa Madre. E qui non ci sono a sentirci quelle che stanno in Brasile né quelle che stanno in Australia, ma cooperare. Cooperare mostrando: «Com'è ragionevole quel che hai detto!», esortando quando si può, quando si presenta l'occasione, a eseguire bene quel che è stato detto. Nessuna mormorazione, nessuna contraria alle disposizioni. Se vi è qualche volta qualche parola da dire, si dice in camera caritatis a chi conviene od è necessario dire.
Poi cooperare coll'esempio, coll'esempio di vita religiosa regolare. Cooperare con la preghiera, pregando sempre per lo sviluppo della congregazione.
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Cooperare nella ricerca delle vocazioni; le vocazioni son la prima ricchezza della congregazione! E voi avete delle occasioni, perché vi è chi è incaricata di cercar le vocazioni, ma tutte sono incaricate, nessuna esclusa, nelle varie parrocchie o dove si esercita l'apostolato parrocchiale o nelle parrocchie vicine, confinanti. Sì, le vocazioni!
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Cooperare ancora in quello che tutti i giorni viene disposto e anche a quello che viene comunicato per mezzo di lettere, di circolari. Cooperare sempre. Sentire che è la famiglia vostra. Cosa vuol dire congregazione? Vuol dire gente che vive assieme, congregata, cioè «società». Son tutte società o famiglie le istituzioni religiose. Oh, allora, tutte cooperare al buon risultato, al progresso della congregazione.
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E tener per fermo: la perfezione che già c'era prima, oggi non basta più. Non meravigliarsi se qualche cosa viene ora richiesto. Non basta più, perché è progredita la congregazione, sì. Questo volete farlo tutte, siete tanto di buona volontà e la grazia di Dio certamente è con voi.
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Il progresso da vari anni si nota più celere; tuttavia nel corso degli esercizi pensare ciascheduna: «Per mia parte, coopero? Collaboro sufficientemente nella parte dello spirito, nella parte dello studio, nella parte dell'apostolato nella povertà e nella ricerca delle vocazioni e nella loro formazione, e con gli esempi che do e con le preghiere che faccio?». Ecco: punti di esame.
Serene, state serene! Il Signore è con voi. Molta fiducia, ma nello stesso tempo buona volontà.
Albano Laziale (Roma)
3 agosto 1959
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