Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VIII. SIETE CON NELLA PER LA CHIESA
Adesso la Madre vi legge l'approvazione pontificia, cioè il passaggio da «suore diocesane», dall'obbedienza diretta al vescovo, all'obbedienza diretta alla santa Sede e sotto il governo diretto della santa Sede. /Puoi venir qui, siedi... sentono più bene/ (a).
[DECRETO].
«La Pia Società di giovani chiamate "Suore di Gesù buon Pastore " ebbe inizio nella Diocesi suburbicaria di Albano nell'anno 1938 per opera del Rev.mo Sac. Giacomo Alberione, fondatore e padre di alcune Famiglie religiose che sono vivificate dallo spirito ferventissimo dell'apostolo san Paolo.
A motivo della natura e del fine davvero peculiare col quale questa Società si contraddistingue e che, oltre alla santificazione personale, consiste nel prestare una piena cooperazione ai pastori di anime in tutto ciò che riguarda l'istruzione cristiana, l'educazione morale e religiosa e l'incremento del culto divino, in breve tempo, già nel 1953, tale Società fu canonicamente eretta in congregazione di diritto diocesano.
Avendo poi in questi ultimi anni detta congregazione avuto un incremento davvero mirabile; infatti si è diffusa non soltanto in varie diocesi d'ltalia, ma anche in nazioni estere; ed aumentando ormai di giorno in giorno il numero delle case e dei membri e i frutti dell'apostolato, la Superiora Generale, munita delle lettere testimoniali degli Ordinari dei luoghi interessati, i quali confermano l'osservanza regolare e lo zelo fervente nello svolgere le opere di apostolato delle suore di Gesù buon Pastore, rivolse umile preghiera alla Santa Sede affinché la suddetta congregazione fosse decorata del Decreto di lode e ne fossero approvate le Costituzioni. Questo Sacro Dicastero, preposto agli affari dei religiosi, in virtù delle speciali facoltà concessegli dal Sommo Pontefice Giovanni Papa XXIII, dopo aver esaminato la domanda e le lettere testimoniali degli Ordinari dei luoghi, e aver ascoltato il voto della Commissione di Consultori per l'approvazione degli Istituti, essendo stata discussa attentamente la cosa nel Congresso pieno del 2 maggio 1959, col presente Decreto, loda e raccomanda volentieri la congregazione delle suore di Gesù buon Pastore e ne approva e conferma, per sette anni, le Costituzioni scritte in lingua italiana, conformi all'esemplare conservato nell'archivio di questa Sacra Congregazione, salva, d'altra parte, la giurisdizione degli Ordinari dei luoghi a norma dei sacri canoni.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario
».
Dato a Roma, dall'edificio della Sacra Congregazione dei Religiosi, nel giorno della festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo dell'anno 1959.(b)
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Ecco, l'approvazione è del due maggio, [ma] il decreto porta la data 29 giugno, festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, essendo la congregazione sotto la protezione dei santi apostoli Pietro e Paolo, oltre che in primo luogo la congregazione onora Gesù buon Pastore e in secondo luogo Maria la divina Pastora.
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Vi sono tre cose da considerarsi in questo fatto. Primo, ringraziamento al Signore perché avete sentito come la santa Sede riconosce il vostro sviluppo di persone e di opere; la santa Sede riconosce il frutto di queste opere nelle varie parrocchie sia in Italia sia all'estero, e la santa Sede riconosce ancora che siete state osservanti, sì, durante il tempo di preparazione dell'istituto, cioè fino al '53 (a), e poi dal '53 a venir fino ad oggi avete dato prova di osservanza religiosa costante. Questo credete che sia merito vostro? E' grazia del Signore! Però voi avete messo la vostra buona volontà, anche, neh? L'avete ancora? Oh! Quindi il primo pensiero: ringraziamento! E verrò poi io una mattina a celebrar la festa di ringraziamento, sì.
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Secondo pensiero, questo: il passaggio da congregazione Iuris diocesani, cioè di diritto diocesano, <a invece> a congregazione Iuris pontificii indica che d'ora innanzi le cose che si dovevano trattare coi vescovi si dovranno trattare invece con la santa Sede, ma non tutte le cose.
Le cose che riguardano il vostro lavoro in una diocesi, in una parrocchia, devono in qualche maniera essere regolate dal vescovo diocesano. Ma, parlando delle cose ordinarie e parlando di quello che riguarda il governo e l'amministrazione, tutto questo viene sotto la dipendenza della santa Sede, alla quale si devono fare le relazioni sia sull'andamento morale sia sull'andamento economico. Poi, le dispense che si possono domandare, in tutto bisogna rivolgersi alla santa Sede e così in tante altre cose.
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E' un passo notevole questo, un passo notevole perché d'ora [in] avanti, non potrete più, diciamo, essere indirizzate ad altri apostolati che non siano il vostro dall'influenza o di un vescovo o di un parroco, come poteva avvenire prima. Ora siete confermate nel vostro spirito: opere parrocchiali, ecco. Non per collegi, non per case di carità, ricoveri, ecc. ma per le opere parrocchiali, le quali opere parrocchiali poi sono tanto varie, ma in sostanza sempre, come dice il decreto, in cooperazione ai parroci, ai vescovi, sempre. Oh.
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In terzo luogo, adesso bisogna far dei propositi: sempre osservanti! E siccome le regole come ve le daranno fra pochi giorni - eh, devono ancor finir di battere a macchina - sono consegnate dalla santa Sede, questo è un atto che fa la santa Sede, il Papa in sostanza, dal quale avete da dipendere, sì. Il vostro superiore primo e principale è sempre il Papa, ecco. Oh, confermarvi nello spirito di vivere secondo le costituzioni. Vivere secondo le costituzioni, quindi: leggerle, meditarle, applicarle alla vita pratica e osservarle.
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Inoltre voi vedete riconosciuto dalla santa Sede, quindi dalla somma autorità della Chiesa, il vostro apostolato com'è utile alle anime, utile al popolo. Non vi può esser più qualche dubbio e che qualcheduno pensasse: «Ah, è solamente, quello, un capriccio di don Alberione, questa istituzione, un suo pensiero». No. Voi sapete che questo è confermato dalla santa Sede e ora vi è un obbligo più stretto di osservare le costituzioni e di far bene l'apostolato.
Se qualcheduna poteva aver qualche dubbio: «Chissà se questo istituto vive, chissà come sarà del suo avvenire..., voi potete rispondere: è un istituto come le domenicane, le salesiane e le carmelitane e altre istituzioni: ugualmente approvato, ugualmente lodato... Nella traduzione non han messo la parola amplissimis verbis ma c'è in latino, - lì l'ha letto in italiano - vuol dire che la santa Sede ha lodato con larghe lodi l'istituto, ecco. Quindi, approvazione dall'alto vuol dire approvazione di Gesù buon Pastore e vuol dire stabilità definitiva dell'istituto.
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C'è però questo: che sempre lo danno ad septemnium che vuol dire: l'approvazione per sette anni. Dopo sette anni si potrà dire se qualche cosa è da chiarirsi nelle costituzioni, - da mutarsi mai - da chiarirsi, da spiegarsi meglio, <applicarsi> applicare qualche cosa alle circostanze presenti. Sette anni sono un po' di esperienza, anche.
Dopo i setti anni, facendo la domanda di approvazione definitiva, si possono presentare allora piccole modificazioni, mai di sostanza, ma modificazioni che potrebbero essere ad esempio: prima dei voti perpetui le suore dovran passare tanto tempo in casa per far come un secondo noviziato; oppure regolare gli studi in una maniera che abbiano maggior frutto; poi può essere che nascono difficoltà, che si sono incontrate nelle altre nazioni... Ci saranno in sostanza delle esperienze; la sostanza rimarrà uguale sia per quel che riguarda lo spirito sia per quel che riguarda l'apostolato. Si può però chiarire ancor meglio dopo sette anni, qualora il consiglio generalizio lo creda utile, lo creda necessario. Allora poi ci sarà l'approvazione definitiva.
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Oh, avanti dunque in letizia e anche con fiducia, sì, con fiducia. Siete con la Chiesa e operate nella Chiesa e operate per la Chiesa. Siete con Gesù buon Pastore e vivete sotto la guida e sotto la luce di Gesù buon Pastore. Seguite i santi apostoli Pietro e Paolo e sempre camminate sotto lo sguardo benedetto di Maria, madre del divin Pastore Gesù.

Albano Laziale (Roma)
1 luglio 1959

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66 (a) Don Alberione si rivolge direttamente alla Madre Generale suor Celina Orsini, invitandola al microfono, per dare lettura del decreto.
(b) Il documento porta le firme: Valerio Card. Valeri, prefetto; Arcadio Larraona, Segretario.

68 (a) Nel 1953 e precisamente il 23 giugno fu dato alla congregazione il «Decreto di approvazione diocesana», firmato dal Card. Giuseppe Pizzardo, vescovo di Albano.