Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XV
RINNOVARE LA VOLONTÀ

[126] Gli Esercizi spirituali hanno concluso con questi insegnamenti: occorre la buona volontà, occorre lavorare davvero e aver coscienza che si lavora. Questo è vivere in fervore, il che vuol dire essere sempre di buona volontà, saper ciò che facciamo nel giorno, nella settimana, nel mese; non oziare, non andare in giro per la casa; lavorare di spirito. Il lavoro più bello, più nobile che Dio ci ha dato è quello dello spirito, che importa da una parte purificazione, confessione; dall'altra vita di unione con Dio. Non girare attorno al lavoro, non perdersi in parole, ma essere attivi, non dispensarsi mai dal lavoro spirituale, neanche durante le malattie: allora si può essere dispensati | [127] anche dalla Comunione, ma non dal lavoro spirituale, dalla vigilanza, dall'esame di coscienza.
[In primo luogo] ridestare ogni mattina la buona volontà1. Non dobbiamo mai lasciarci prendere da quei mali della vita spirituale che si chiamano l'accasciamento, l'insipidezza spirituale. Alle volte avviene questo: negli Esercizi si vedono chiari i motivi per cui dobbiamo progredire, lavorare spiritualmente, ma dopo un po' di tempo non si sente più quella soave impressione, quel tono d'energia che si aveva prima: siamo inclinati a dimenticare. Quando una suora lavora di spirito, si può paragonare ad una pianta ben coltivata dal giardiniere. Però, supponete che il giardiniere per un anno non vada più attorno alla pianta: questa tende a rinselvatichirsi; c'è bisogno che il giardiniere la guardi, la curi: c'è bisogno di rinnovarsi nello spirito; bisogna eccitare sempre la buona volontà, bisogna che questa sia ogni giorno più buona del giorno precedente.
Meditazione, Messa, Comunione, esame preventivo sono i mezzi per risvegliare, per rinnovare la volontà: se ottengono quest'effetto gli Esercizi sono stati ben fatti, se no, non lo sono. Il frutto di essi è l'attività, la rinnovazione della volontà. Ogni mattino bisogna | [128] rinnovare il fervore, la buona volontà: Oggi voglio che la mia giornata sia migliore di quella di ieri, voglio essere
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più unita a Dio, amarlo di più, fare meglio la sua volontà. Al mattino appena sveglie dire: Signore, voi mi chiamate al vostro servizio: oggi voglio amarvi di più. Padre, ecco qui il vostro figlio, parlate che egli vi ascolta2. Incominciare la giornata con tanta confidenza nel Signore: confidare che egli darà le grazie per riempire la giornata di meriti. Andare subito col pensiero a Gesù, come facevano gli Apostoli; oppure andare dalla Madonna, come faceva Gesù fanciullo. In questo modo si risveglia la volontà e la giornata trascorrerà nel fervore. Può anche darsi che ci sia qualche mancanza, ma uno vi rimedia subito.
In secondo luogo c'è anche un modo di risvegliare la volontà per chi avesse trascurato delle grazie, fosse caduto nella tiepidezza e si considerasse quasi come un figlio fuori della casa paterna3. Può darsi che qualcuna da un mese, da più mesi, da anni abbia costretto Gesù a tacere. Allora, suggeriscono gli autori, di fare un mese di noviziato4, noviziato del fervore. Questo consisterebbe anzitutto nel riconoscere il proprio stato e poi nel sollevare il cuore al Crocifisso, al | [129] Padre celeste, a Maria e dire: Io posso ancora rifarmi, posso ancora guadagnare il tempo perduto e posso ancora arrivare ad una altezza maggiore di quella a cui sarei pervenuta se fossi sempre stata fervorosa.
Poi concentrare lo sforzo su di un punto: Ma quale cosa mi ha messo in questo stato in cui non ho più confidenza con Dio, stima dei superiori, ecc.?
Facilmente sarà: mancanza di pietà; orgoglio; pigrizia; oppure dubbi, timori, ecc. Dunque devo disperarmi? La disperazione viene sempre dall'orgoglio e dal diavolo. Se uno fosse andato anche molto lontano da Dio e potesse paragonarsi al figliuol prodigo, non dovrebbe ancora disperare. La madre ha più cura del figlio ammalato che non del sano. Andiamo dalla Madonna che è chiamata pubblico ospedale.
Determinata la causa si viene al rimedio: per un mese farò meditazione sull'orgoglio, sull'umiltà; fare un mese di esercizio di preghiera e di confidenza in Dio. Questo mese farà risorgere. Inoltre giova molto andare dalla persona a cui costa di più il dirlo, ma che può aiutarci di più e svelare il nostro stato. Dopo,
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esercitarsi nella virtù, riportare ogni giorno una vittoria | [130] positiva su qualche punto, compiere atti positivi di virtù.
Il terzo mezzo per tener sempre desta la volontà è il Ritiro mensile5: il frutto del Ritiro è proprio quello di rinnovare la volontà: le pratiche di pietà sono solo mezzi, ci vuole il frutto, se no si è come una pianta che fa solo delle foglie. La pietà è solo il mezzo per unirci a Dio, per risvegliare la volontà. Così pure la Confessione è ordinata a questo: a risvegliare la volontà. Bisogna vedere se il Ritiro mensile ci aumenta la volontà che avevamo nel Ritiro mensile precedente, in maniera che ogni mese si vada migliorando.
Nel Ritiro mensile risvegliare dunque la volontà, per ottenere più grazie dal Signore, camminare decisamente nella via della perfezione. Soprattutto i riflessi siano ordinati a questo risveglio della volontà. Chi ha la volontà sana anche se commette degli sbagli, li ripara.
La nostra vita dev'essere una vita di riparazione e di preparazione al Paradiso: un noviziato alla vita celeste.
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1 Cf L. Beaudenom, Pratica progressiva della confessione vol. II, pp. 353-356.

2 Cf 1Sam 3,10.

3 Cf Lc 15,11-32.

4 Cf L. Beaudenom, Pratica progressi va della confessione vol. II, pp. 356-358.

5 Cf L. Beaudenom,Pratica progressiva della confessione vol. II, pp. 358-362.