3. GLI ANGELI CUSTODI*
[140] Verso gli angeli abbiamo un dovere che forse ricordiamo troppo poco. Anzitutto noi crediamo all'articolo di fede che insegna la Chiesa cattolica, cioè che la divina Provvidenza ha affidato ognuno di noi ad un angelo? Ci crediamo quando ci ricordiamo... perché se ci ricordassimo dell'angelo custode ci rivolgeremmo a lui sovente! Forse la nostra fede verso l'angelo custode non è molto viva! È tanto facile dimenticarsi, eppure è un articolo di fede! Grande è la dignità dell'uomo, tanto che Dio si è degnato di affidare ad un angelo ognuno di noi, esclama S. Gregorio. Crediamo dunque fermamente a questo articolo di fede!
L'angelo ci accompagna sempre per assisterci, per prevenirci, per impedirci tanti mali, qualche volta anche mali fisici.
Nella Sacra Scrittura quante volte si parla degli angeli! Il Signore fa passare molte grazie per mezzo degli angeli. Ho detto ieri che dobbiamo vivere in un | [141] raccoglimento abituale e questo vuol dire farsi una famiglia soprannaturale. Se noi ci abituassimo a pensare che abbiamo un padre, una madre, dei fratelli in cielo, se non fossimo tanto materiali, vivremmo in una atmosfera di pace, di gioia! Allora non solo crederemmo, ma vivremmo ciò che crediamo.
Oltre al dovere di credere all'assistenza continua dell'angelo custode, abbiamo il dovere della riconoscenza. Generalmente noi siamo più abituati a chiedere che a ringraziare. La Sacra Scrittura dice che Dio ha mandato gli angeli per custodirti perché il tuo piede non inciampi1.
Se è tanto il bene che riceviamo dagli angeli, siamo loro riconoscenti? Mi sarebbe tanto caro che si scrivesse qualcosa sugli angeli. Qualcosa si è già fatto. Bisognerebbe scrivere illustrando ciò che la S. Scrittura dice degli angeli e non inventare, perché è sempre migliore ciò che si ricava dalla Sacra Scrittura.
Oh, quando saremo in Paradiso, come ringrazieremo gli angeli, i quali ci hanno dato tante grazie in vita!
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* Questa meditazione, stampata in HM II/5, 140-141, con probabilità è stata tenuta giovedì 4 ottobre 1945, come si può ricavare dal testo. Successivamente è stata ristampata in Spiritualità paolina, pp 27-28, insieme ad un'altra dal titolo: “Gli angeli custodi” del 7 febbraio 1952.
1 Cf Es 23,20.