Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XIII
VITA INTERIORE E APOSTOLATO

[114] La via che ci porta all'unione con Gesù è quella che abbiamo finora considerato in succinto. Quando un'anima si arrende all'amore di Gesù, quando si concentra nell'imitazione di Gesù, non pensi mai di aver finito; noi non conosceremo mai quanto è grande Gesù, quanto è santo; non lo imiteremo mai abbastanza: egli è perfetto; non raggiungeremo mai la sua perfezione che è infinita; non lo ameremo mai quanto merita: egli è infinitamente amabile.
Molte anime si perdono in bagattelle, e vorrebbero che i superiori e i confessori decidessero su mille piccole cosette. I superiori non possono discendere a tante cosucce, devono vedere che i dipendenti abbiano buona volontà e camminino sulle tracce | [115] indicate dalle Costituzioni; sono le anime che devono decidere usando di una certa libertà, s'intende la libertà dei figli di Dio, non del capriccio! Quello che si deve guardar sempre è la buona volontà: guardare più alla volontà che al risultato. Aver buona volontà: questo è l'essenziale!
La buona volontà è uguale al fervore. Alcune anime sono mantenute in fervore dall'azione esterna; altre dall'attrattiva della vita interiore; altre dal sentimento di riparazione e di conquista1.
Alcune sentono esaurirsi le loro forze nel lavorio interiore: ottima cosa. Quando un'anima ama la vita interiore, allora è facile che si conservi nella buona volontà. Ve ne sono altre che sono più dedite all'azione, alle opere di apostolato, di zelo: le amano e pensano sempre come migliorarle. Così chi deve scrivere ha sempre la mente fissa là, alle cose che deve scrivere, per disporle, organizzarle meglio; chi deve fare la propaganda pensa sempre al modo di migliorarla, per renderla più fruttuosa. Questo piace molto al Signore.
In generale è l'ozioso che ha molte pene interiori. Chi ama il suo apostolato, qualunque sia: la libreria, la propaganda, ecc. e cerca sempre di farlo progredire, per amor | [116] di Dio e delle anime,
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ha già evitato i tre quarti delle tentazioni. La vita esteriore combinata bene con la vita interiore, quanto facilita il progresso e l'amor di Dio!
Che possiate essere le anime di più profonda vita interiore e nello stesso tempo le anime più zelanti! Coordinando bene la vita contemplativa con la vita attiva, si progredisce certamente, perché si è tutto il giorno intente a rinsaldare l'unione con Dio e a diffondere il bene; questo è amore, e non c'è più neanche bisogno di raccomandare la fuga del peccato.
Veniamo alla pratica di questo amore.
Vi sono persone che amano tanto la Madonna e vivono la vita di unione con lei, realizzando la dottrina del B. Grignion de Montfort2. Ve ne sono altre che hanno tanta divozione al S. Cuore di Gesù; altre che sentono una grande attrattiva per il santo tabernacolo, hanno il cuore sempre là: si trovano tanto bene in chiesa che non abbrevierebbero la Visita di cinque minuti, per nessuna cosa del mondo! Vi sono persone che hanno una grande divozione per le anime del Purgatorio e trovano in essa un incitamento a fuggire il peccato e a moltiplicare i mezzi per soccorrerle, perfezionandosi; altre a S. Paolo, di cui hanno | [117] letto bene la vita e le Lettere. Vi sono persone che hanno acquistato una certa famigliarità con gli angeli custodi, con S. Giuseppe; altre si sentono attratte dal pensiero dell'inabitazione della SS. Trinità in noi. Tutte queste vie sono buone per condurci a Dio.
Ma io non riesco che a dire il rosario. Ebbene, di' il rosario. Non riesco che a far l'esame di coscienza. Dirai bene gli atti di dolore e di carità. Io penserei sempre. È attività o pigrizia la tua? Se è attività è un buon mezzo per unirti a Gesù. Sono tutte buone queste strade, ma in generale, state a quelle che vi furono indicate nel tempo della formazione, per non ingannarvi.
Quando uno ha fatto bene una meditazione e se ne sente nutrito per una settimana, mediti pure sempre quelle stesse cose, finché ne sente il bisogno. Basta una verità a fare un santo!
Può essere che una persona solo a nominare Gesù si senta tutta infiammata; va benissimo, ricordi spesso spesso Gesù. Un'altra può aver bisogno di mettere molte intenzioni: e va bene;
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mentre può darsi che un'altra preferisca pregare con le intenzioni per cui Gesù si immola sugli altari: ebbene, in queste intenzioni sono | [118] comprese tutte le altre. Vi è chi prega per le anime del Purgatorio in particolare, con tante intenzioni speciali, e chi dà a Gesù i suoi suffragi, dicendo che li destini a chi vuole: fa lo stesso; si faccia liberamente secondo l'attrattiva che si ha. Ciò che importa è di non essere oziosi e che al secondo anno non si sia ancora come al primo.
Ci sono anime che vanno a Dio attraverso lo zelo, hanno l'attrattiva della salvezza delle anime: pregano per tutto il mondo; hanno nelle loro intenzioni i bisogni del mondo intero; pregano per i bambini, per le madri, per tutti coloro di cui conoscono qualche bisogno; vogliono far del bene a tutti. Se potessero vorrebbero passar la loro vita nel prendere le grazie da Dio e darle alle anime. Questo dobbiamo farlo un po' tutti, ma ci sono alcune anime che sentono in modo speciale l'attrattiva dell'apostolato della preghiera e pregano per gli innocenti, per i peccatori, per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti, ecc. e quanto più moltiplicano le intenzioni, più si accendono di fervore e vorrebbero mettersi sulle porte dell'Inferno, per chiuderne l'accesso e salvare tutte le anime.
Altre si sentono attratte dall'apostolato dell'esempio: usano gran delicatezza e | [119] prudenza nel parlare, sono riservate nel tratto, diffondono attorno a loro il profumo delle virtù più delicate; sembra che siano per tutte, che siano sempre pronte; sembra che non abbiano pensieri, né preoccupazioni; sono disposte a fare dei piaceri a tutti; guadagnano le anime e le portano a Dio. Ci sono invece altre persone che esercitano di più l'apostolato dell'azione: sono tutte assorbite dall'apostolato.
Questo per voi non è solo cosa buona, ma è dovere di stato. Il vostro apostolato poi, è così attraente che se una ha buon spirito, cioè lo spirito vero della vocazione, tutto il giorno rimane tesa nelle sue occupazioni.
Vedete certune che in cinque minuti vi mettono in ordine tutta la casa, tengono sempre la libreria a posto: pare che in ogni momento vi aspettino!
Altre hanno incominciato la propaganda dieci anni fa, e quanto progresso hanno fatto! Coloro che cercano di far progredire l'apostolato esercitano la carità vera verso Dio e verso il prossimo; esse non solo sono benemerite dell'Istituto, non solo meritano
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stima, riconoscenza e affetto, ma si coprono di meriti ed avranno da Dio la mercede «secundum suum laborem»3. Esse | [120] non contano i passi che fanno, le buone parole che dicono, i buoni esempi che spargono, ma il Signore conta tutto e quale cumulo di meriti e quale splendore di gloria si troveranno nell'eternità! Animo dunque, con la mente sempre fissa verso questo punto, che forma il secondo scopo dell'Istituto4.
Ho detto di coordinare bene le due vite; può darsi che una persona tenda un po' di più verso una o l'altra di queste vite: cosa buona purché per l'una non si trascuri l'altra. Non c'è da affannarsi: pur preferendo una di queste due vite, si pratichi anche l'altra, magari in grado inferiore, ma la si pratichi. Solo l'ozioso, il tiepido, il neghittoso ha da affliggersi!
Esaminiamo qual è l'attrattiva che sentiamo: l'assecondiamo? Ma io sono malata!. E chi è malato non può essere fervoroso? Quando uno è malato non può forse giovare all'Istituto e al prossimo? Ancor di più, se soffre per amor di Dio! Della vita di Gesù, il periodo più efficace, più fruttuoso per la redenzione, fu quello della passione. Tutti possono essere utili, se sono fervorosi, anche l'ammalato, che non può più dire neppure la giaculatoria: «Gesù mio, misericordia», ma solo concepirla, purché lo faccia per amor di Dio!
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1 Cf L. Beaudenom, Pratica progressiva della confessione, vol. II, Marietti, Torino 1940

5 , pp. 331-340.

2 Luigi Grignion de Montfort (1673-1716), fondatore delle Figlie della Divina Sapienza e dei Missionari della Compagnia di Maria, detti Monfortani. Considerava la vita spirituale come consacrazione a Gesù per mezzo di Maria e a completa dipendenza da lei.

3 1Cor 3,8: «... secondo il proprio lavoro».

4 CfCostituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo (1944), art. 2: «Il fine speciale della Congregazione è di lavorare alla salute delle anime con la diffusione della dottrina cristiana per mezzo della preghiera, dell'insegnamento del catechismo, e particolarmente dell'apostolato della stampa». È da notare che nel 1944 le Costituzioni riguardavano ancora le tre sezioni di apostolato, quindi: FSP, PDDM, SGBP.