Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ESERCIZI SPIRITUALI - NOVEMBRE 1945

Il corso di Esercizi fu tenuto a Roma dal 10 al 19 novembre 1945 come risulta dalla Circolare interna che, terminata la guerra, ha ripreso la pubblicazione con il nome di Vita Nostra (VN). La cronaca precisa che vi parteciparono «la Prima Maestra Tecla, le Maestre e parecchie professe della casa di Roma. Vi hanno preso parte anche molte sorelle delle case filiali. Nelle istruzioni il Rev. Signor Primo Maestro ha indicato la via del vero progresso e mostrato i segni di esso» (cf VN, 11 [1945] 6). È il primo incontro dopo lunghi anni di mancanza di comunicazione. Il corso è stampato in Haec Meditare, seconda serie, volume 5.
Il senso del progresso è la nota dominante. Lo stesso numero di VN si apre con questa parola programmatica del Fondatore: «Progredire ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno».
La tematica del progresso viene svolta secondo le tappe dell'opera del Beaudenom1, Pratica progressiva della confessione (2 voll.), che don Alberione segue a grandi linee, senza condividerne la rigida metodicità: dalla tiepidezza (I, II) al fervore (IV), dal fervore alla perfezione, che consiste nell'azione di Dio cioè in Cristo vivente in noi, secondo l'espressione di Paolo: «vive in me Cristo» (XI, XII, XIII). Il processo della crescita interiore è presentato secondo una pedagogia sacramentale incentrata sulla confessione progressiva (III, V, VI), e sulla vita eucaristica (VIII, IX, X), poiché «l'Eucaristia porta luce, forza, gioia, coraggio, grazia, santità; ma bisogna riceverla con la mente, con la volontà e col cuore» (X, 91).
Sono significative alcune sottolineature:
a) la personalizzazione della vita spirituale: tendere alla «santità secondo la propria fisionomia» (VI, 64);
b) l'amore come via per la più intima unione con Cristo, fino alla sostituzione: «La vita unitiva consiste nel vivere d'amore
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per Gesù, in modo che tutto il nostro interno sia per Gesù, riproduca l'interno di Gesù» (XII, 110);
c) il progresso spirituale passa attraverso l'affinamento della carità apostolica: «Far progredire l'apostolato è esercitare la carità verso Dio e verso il prossimo» (XIII, 119);
d) l'invito alla semplificazione della vita spirituale, relativi zzando ogni tipo di metodo, utile nella misura in cui porta a Cristo. «I metodi hanno la loro importanza e voi avete il vostro, il quale non vi deve inceppare, ma aiutare a camminare verso Gesù» (XI, 103). In questa luce il metodo paolino «non è precettivo, è direttivo. Si fa meglio a usarlo, ma non è detto che se uno qualche volta non se ne serve, sia fuor di strada» (X, 100).
Sono particolarmente significative le istruzioni XI, XII, XIII, XIV in cui il Fondatore insiste sull 'interiorità approfondita e realizzata attraverso l'ora di adorazione, tempo privilegiato della preghiera paolina (XI, 108).
Il volume Haec Meditare II/5 si conclude con cinque brevi meditazioni che non fanno parte degli Esercizi e di cui si ignora la data. Gli argomenti trattati inducono a pensare che queste meditazioni siano state tenute nel mese di ottobre 1945.
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1 Leopoldo Beaudenom ( 1840-1916), francese, direttore spirituale ricercato e scrittore ascetico. Le sue opere si ispirano al metodo di sant'Ignazio e di san Francesco di Sales.