Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. IL SANTO ROSARIO*

[137] Il Vangelo di oggi ci parla della guarigione del figlio dell'ufficiale regio1. Noi però fermeremo la nostra considerazione sulla festa del santo rosario.
La Sacra Scrittura dice che Maria si può paragonare ad un rosaio, al sole, alla luna, al giglio. E in un passo dice espressamente: «sicut rosae». Nell'Antico Testamento vi è come una profezia che si riferisce a Maria Regina del santo rosario: «Sicut plantatio rosae in Jerico»2. Non preludeva questo al rosario? Infatti il rosario è un grande mazzo di rose composto di centocinquanta rose che noi offriamo a Maria. S. Bernardo dice: «Offrite le vostre rose a Maria, ma offritele sempre con innocenza di mani e mondezza di cuore».
Il rosario può essere detto da tutti, e per tutti è un segno di salute; ma lo dicano specialmente le anime innocenti, le anime purificate dalla Confessione.
I. Primo pensiero: il rosario è segno di | [138] salvezza. Per noi il problema più assillante è quello dell'eterna salvezza. La vita non è cosparsa soltanto di rose. Se nella vita della religiosa fedele vi sono delle rose, vi sono anche molte spine. Se voi volete un segno di salvezza per la vita futura, praticate con fedeltà la recita del rosario. Quando in una famiglia si recita il rosario, state pur certi che quella famiglia non andrà perduta. Tutti otterranno di morir santamente. Ed il motivo è questo: nel rosario si ripete centocinquanta volte: «Prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte». Maria otterrà inoltre a coloro che praticano fedelmente la divozione al rosario il distacco del cuore da tutto ciò che è terreno e la grazia di morire pienamente abbandonati in Dio. Ci otterrà di avere benedizioni, grazie e conforti in morte. Dobbiamo recitare il rosario con fede. Crediamo alla bontà di Maria? Crediamo che se tante anime si sono santificate mediante
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te la pratica del rosario, anche noi lo possiamo? Fede nella potenza della mediazione di Maria. Negli ultimi secoli, quali santi trovate che non abbiano avuto divozione al santo rosario?
II. Umiltà: recitare il rosario con l'umiltà di Bernardetta o dei
tre pastorelli | [139] di Fatima. Noi siamo come bambini in confronto a Maria: apriamo dunque il nostro cuore a questa buona madre.
III. Perseveranza: credo che su questo punto non ci sia bisogno di insistere. Lo fate già. Insisto piuttosto sul modo di recitarlo. Non recitatelo per abitudine e con freddezza, ma fate in modo che ogni nuovo rosario sia più fervoroso del precedente.
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* Questa meditazione, stampata in HM II/5, 137-139, è stata tenuta domenica 7 ottobre 1945, come si può ricavare dal testo, che fa esplicitamente riferimento al Vangelo del giorno.

1 Cf Gv 4,46-53. È il Vangelo della XX Domenica dopo Pentecoste che nel 1945 cadeva il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario.

2 Sir 24,18: «... come le piante di rose in Gerico».