Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

ISTRUZIONE VII
VENI, DOMINE!1

[44] È una cosa assai buona, disposta dall'amorevolissima Provvidenza, che si possa cominciare l'anno ecclesiastico con l'anno spirituale. Oggi infatti è la prima domenica dell'anno liturgico2, e chi fa gli Esercizi può passare un anno frequentando la scuola altissima di Gesù, cercando di amarlo, seguirlo e diventare a poco a poco simile al Maestro. Quando S. Alberto Magno3 faceva scuola a S. Tommaso s'accorse subito di avere un discepolo intelligente che capiva bene e quasi ancor prima che spiegasse, e sapeva poi ripetere le cose imparate in modo più perfetto del maestro. Noi non potremo mai diventare uguali al Maestro divino, ma almeno ne saremo umili discepoli.
L'anno ecclesiastico comincia con una domenica che ci ricorda due venute del Signore: la temporale quando il Figlio di Dio si incarnò e divenne Maestro, Sacerdote e Re; e la venuta finale di Gesù che giudicherà il mondo. Tra l'epistola e il Vangelo abbiamo questo pensiero dominante: chi accoglie Gesù come redentore sarà accolto da lui nel giudizio finale e introdotto con lui in Paradiso.
Condizione per essere in quel giorno invitati da lui ad accompagnare coi santi il trionfante Salvatore è questa: riceverlo bene ora, a Natale, quando nasce povero, nella stalla, dalla Vergine Maria. E non solo accoglierlo bene quando nasce bimbo piccolo e grazioso, ma accompagnarlo nella vita privata, seguirlo quando | [45] predica alla folla ed accettare i suoi insegnamenti, ringraziarlo per i sacramenti e promettergli di usarne sempre bene, di essere buoni sudditi, figli della Chiesa, figli devoti del Papa, fedeli suoi discepoli e specialmente seguirlo nella passione. Lo si accoglie bene se si approfitta del suo sacrificio sulla croce con cui si scontano i nostri debiti col Padre. Lo si accoglie bene se lo si accompagna quale Dottore, Via, Verità, Vita, Vittima che espia i nostri torti; se si vive bene la vita religiosa perché le Regole
~
sono date dalla Chiesa e dal Papa; se si accetta bene ciò che la Chiesa ci insegna e ci comanda.
Nella Messa non si sa se si parli di più della venuta presente o del giudizio universale, perché il trovarci bene al giudizio dipende dall'accoglienza che facciamo al divino Salvatore che viene a noi nel Natale.
Ed ecco che dobbiamo considerare qualche cosa di questa accoglienza. Non è ancora nato, ma occorre prepararsi per riceverlo bene.
1) Desiderare il Signore: venga a nascere per tutti! Vedete lo spettacolo che presenta la terra e pensate allo stato del mondo: su due miliardi di uomini solo trecentosettantamila sono cattolici; molti sono eretici, miscredenti, scismatici, e gli altri sono infedeli che non conoscono il fine per cui sono creati e non sanno che è venuto il Redentore. Quale spettacolo ci offre il mondo! E noi presentiamo a Gesù questo mondo come si trova, coi cattolici, gli eretici, gli infedeli e scongiuriamo ad averne pietà: Signore, il mondo che ha bisogno della tua redenzione, vedi che cammina ancora nell'ombra della morte: «veni ad redimendum nos sedentes in tenebris et in umbra mortis!»4. Desideriamo | [46] che tutti gli uomini conoscano il Paradiso, la via del Vangelo, la salvezza eterna.
2) Desiderarlo per noi. Il Signore ha già preso possesso di noi; ma è solo lui il possessore completo, siamo tutti suoi, abbiamo ben compreso la sua dottrina? Ah, siamo ancora ben lontani dalla imitazione esatta della sua vita nella pazienza, nell'umiltà, nell'obbedienza, nella mortificazione. Nella nostra vita c'è ancora tanta diversità dal modo con cui operiamo noi e quello di Gesù. Inoltre, la grazia vive già nel nostro cuore? Speriamo di essere tutti nell'amicizia di Dio, ma ve ne sono parecchi gradi: come si dà il bambino che appena sa balbettare e un oratore eloquente che parla molto bene; e poi vi è tanta diversità tra anima e anima, c'è chi partecipa di più e c'è chi partecipa di meno alla redenzione. Venga il Redentore e apra la nostra intelligenza per intendere i suoi insegnamenti, la sua celeste dottrina. Venga il Redentore e ci insegni le sue virtù e la via che ha percorso, perché egli solo è la Via, non c'è altra strada per giungere
~
a salvezza. Venga il Redentore e ci porti la sua grazia, cioè una pietà più profonda, una sapienza più piena, una maggiore carità, una dolcezza e soavità in tutto il comportamento. Venga Gesù e soprattutto venga alla nostra anima quella grazia, quei doni divini che ci facciano crescere nella sua amicizia, perché abbiamo un giorno una più larga partecipazione in cielo con lui.
Invitiamo Gesù e crediamo alla sua nascita mistica. Tre venute compie Cristo: una mistica in noi, una temporale nel presepio, e una universale al giudizio5.
Occorre pregare di cuore se vogliamo che Gesù illumini e purifichi la mente. Togliamo dalla | [47] testa tante sciocchezze e mettiamovi pensieri di amore, di bontà, che piacciano a Dio. E Gesù infonderà la sua scienza e ci farà sempre più conoscere la verità, i misteri e ciò che ha portato dal cielo. Purifichiamo la volontà in modo che seguiamo bene il Signore e compiamo la sua santa volontà. Tutte le volontà contrarie a questa sono effetto d'amor proprio; togliamo tutto ciò che non è ancora conforme a Dio, di modo che non solo non vi sia più ribellione peccaminosa, ma nessuna resistenza alla grazia. E prepariamo anche il cuore.
Vedo che si stanno già preparando i presepi; ma il presepio principale lo dobbiamo avere nel cuore: una culla di grande effetto che sia gradita al celeste Bambino. E amiamo questo Gesù: l'amor di Dio è la virtù che solo deve dominare. Non vi è forse mistero più atto ad eccitare l'amor di Dio quanto il presepio e il Calvario. Considerare dunque in questo tempo l'amor di Gesù Bambino nel presepio ed eccitiamo il nostro cuore ad amarlo. Quanto gelo trova Gesù nei cuori! Non tanto il gelo della temperatura o il freddo della stagione invernale, ma il gelo dei cuori! Quante anime pensano a tutt'altro che ad amare il Signore! Viene il Signore, ma quanti lo accolgono bene? Sui due miliardi di uomini, quanti per Natale pensano a stringersi di più al Bambino, a mettersi in grazia sua?
Prepariamoci dunque col cuore santo. Solo Dio, la sua volontà, il suo piacere! Noi non contiamo niente, il nostro interesse non deve valere, il nostro gusto non deve entrare: solo Dio, per amore di Dio, per il Paradiso. Che il cuore non sia dominato né
~
da superbia, né da accidia, ma sia fervente, umile, sottomesso, buono.
[48] E poi preghiamo: l'Avvento è tempo di preghiera; le Messe delle domeniche sentitele bene, e tutti i giorni supplicate il Signore che venga a nascere in voi e nel mondo intero, e che il mondo sia preparato: «Parate viam Domini»6 poiché: «Quotquot receperunt eum dedit eis potestatem filios Dei fieri»7; figli adottivi di Dio come Gesù è figlio naturale. Ma sappiamo che «sui eum non receperunt»8; i giudei non lo vollero ricevere e molti del mondo non lo vogliono ancora adesso: Signore, piegate questi cuori e queste teste altere! Abbiamo già visto cosa sono capaci di dare gli uomini con la loro superbia e il loro odio. Supplichiamo che il Signore compia questi due miracoli: che nasca nei cuori e vinca queste ostinatissime volontà, in modo che gli uomini ricevano la pace promessa a coloro che hanno buona volontà.
Dunque prepariamoci bene alla venuta del Natale per trovarci degni di essere accolti nel giorno del giudizio. Preghiamo soprattutto la Madonna Immacolata che interceda per l'umanità e per noi. Dopo la festa di questa Vergine benedetta vi è la sua ottava che termina all'inizio del Natale; e nella novena di Natale, così bella, noi pregheremo tanto che venga il Bambino a salvare l'umanità. Quanto è lontano il mondo dal desiderio di Gesù: «Fiat unum ovile et unus pastor!»9. Quando il Papa distribuisce pane e minestra, tutti applaudiscono e vorrebbero che non finisse mai di dare; ma quando parla, chi presta orecchio a quello che dice? E anche noi talora siamo più pronti alla Comunione che alla volontà di Dio quando è contraria alla nostra! Ma noi ci arrendiamo al Signore e lo preghiamo che prenda possesso totale di noi e che regni interamente nel nostro essere, come noi vogliamo regnare eternamente con lui.
~

1 «Vieni, o Signore!».

2 3 dicembre 1944.

3 Alberto Magno (1200-1280), domenicano, vescovo e dottore della Chiesa. Don Alberione lo additava alla FP come modello di sintesi tra fede e ragione.

4 Cf Sal 106,10: «Vieni, a redimere noi che sediamo nelle tenebre e nell'ombra di morte!».

5 Cf S. Bernardo, Discorso 5 sull'Avvento, 1-3.

6 Gv 1,23: «Preparate la via del Signore».

7 Gv 1,12: «A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio».

8 Gv 1,11: «... i suoi non l'hanno accolto».

9 Cf Gv 10,16: «... si abbia un solo ovile e un solo pastore».