Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE V
LA COMUNIONE

[32] Stasera commemoriamo la nostra prima Comunione e ringraziamo il Signore di aver nutrito la nostra anima col proprio Corpo e col proprio Sangue: egli è il pio pellicano1. E intendiamo di chiedere la grazia di comunicarci sempre meglio e di ricevere il viatico con tutto il fervore, affinché ci serva per il viaggio della eternità.
Dice il Vangelo: La moltitudine seguiva Gesù da vari giorni e aveva dato fine alle riserve di cibo che si era portato appresso. Gesù vide che con tanta fame ascoltavano la sua parola, e si compiacque di quella turba. Domandò allora a Filippo: «Chi darà da mangiare a tutta questa gente?». Filippo rispose: «Duecento denari non bastano per sfamarli». E Gesù: «Date voi da mangiare alla turba». Quanti pani avete? E Filippo: «Vi è qui un fanciullo che ha cinque pani d'orzo e due pesci»2. E Gesù sfama con un miracolo quella moltitudine. «Ne deficiant in via»3 aveva detto il Maestro. Ecco: perché non veniamo meno nel cammino della vita, nei nostri doveri e nell'amore di Dio, Gesù ci dà un cibo che è se stesso: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo»4. Appena abbiamo incominciato la nostra vita spirituale, abbiamo ricevuto la grazia immensa di essere ammessi alla prima Comunione. La grazia propria della Comunione è la «gratia cibans, grazia di nutrimento». Noi continuamente mangiamo per mantenerci in forze: | [33] l'Eucaristia è il cibo che ci mantiene in forze e, come il cibo materiale, sostenta, ripara, aumenta, diletta5.
1) Sostenta. Nel lavoro spirituale, nel combattere i vizi e vincere noi stessi noi ci stanchiamo, come quando si fa l'apostolato a una certa ora ci si sente stanchi, e allora prendiamo cibo per poter lavorare ancora. Così è per l'Eucaristia; non ne sentiamo la
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fame come per il pane, ma ce ne nutriamo perché le forze vengono meno vivendo raccolti, esercitando le virtù e facendo il bene; l'Eucaristia sostenta queste forze. Voi vedete che gli operai quando vengono a lavorare dicono: Non possiamo lavorare tanto perché il pane è scarso.... Chi mangia poco ha poche forze e lavora poco, ma chi mangia spesso e bene ha forza per lavorare bene e molto.
2) Ripara. Lungo il giorno, volenti o no, occorrono tanti difetti, saranno involontari e saranno volontari (il che è peggio), ma anche gli involontari indeboliscono e bisogna riparare queste debolezze. Se uno ha lavorato molto durante l'anno, alla fine è stanco, pallido, non si sente più bene, non ha più appetito; se poi ha fatto una malattia, ha ancor più bisogno di nutrimento; l'Eucaristia ripara ottenendo il perdono dei peccati quotidiani, di cui è la medicina; il Concilio tridentino la dice «l'antidoto» per i difetti.
3) Accresce le forze. Come il bambino nutrendosi cresce, così l'Eucaristia accresce la fede, conferma la speranza, inclina il cuore alla carità, alla obbedienza, alla pazienza, all'unione con Dio. Vi sono delle religiose che per mezzo della Comunione vanno aumentando di giorno in giorno i loro atti di virtù e producono mirabili cambiamenti in se stesse, man mano che vanno avanti | [34] negli anni sono sempre più buone e virtuose. Sia benedetto il Signore che compie tali conquiste! Crescono le forze e cresce la santità: e nella vita religiosa queste anime si mostrano sempre più ardenti e perfette.
4) Diletta. Come il pane ha un certo sapore e lo si mangia volentieri quando si ha fame, così l'Eucaristia, di cui è figura la manna, ha in sé ogni diletto spirituale6: «O quam suavis est, Domine, spiritus tuus»7 e certe anime sentono tanta gioia e consolazione spirituale in loro perché Gesù si comunica davvero; egli viene, nel nostro cuore, glorioso e immortale e porta la beatitudine. Le anime che si comunicano bene, uscite di chiesa si sentono più liete, più leggere, e fanno un'altra giornata di cammino nella perfezione e nell'apostolato. Lo speciale nutrimento della vita religiosa è l'Eucaristia. Gesù è lo sposo, l'anima è la sacra sposa e questo porta delle comunicazioni molto più forti
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che nei semplici cristiani, perché la religiosa ha dato tutto il cuore a Dio. Porta all'anima i pensieri, gli affetti, i voleri suoi e vi stabilisce la comunicazione fatta di intimità.
E allora se la Comunione frequente è utile per tutti, lo è tanto più per la religiosa.
Ora noi dobbiamo esaminare: dopo la prima Comunione che abbiamo compiuta con tanto fervore, quante ne abbiamo fatte? È il caso di ricordare questo beneficio: facciamo il conto di quante Comunioni abbiamo potuto ricevere nella nostra vita. Forse son vari anni che la Comunione è quotidiana! Come è stata vera la parola di Gesù: «Prendete e mangiate»8. Quante Comunioni! Vi sono anime che non sanno quali benefici ricordare. Il beneficio della Comunione è infinito: Dio dà se stesso all'anima, maggior unione non | [35] si può dare. Sopra di questa vi è solo l'unione personale o ipostatica che tra gli uomini non è possibile.
Come il pane materiale si trasforma nel corpo e nel sangue dell'uomo, così l'Eucaristia ci trasforma in Gesù. Gesù ci cambia in se stesso come noi cambiamo il cibo in noi stessi, e si stabilisce tra Gesù e l'anima l'unione più perfetta possibile in questa vita: non rimane che andarlo a vedere in cielo nell'unione beatifica; ma in realtà tu lo possiedi già nella sua umanità: nato a Betlemme dalla Vergine Maria, che a Nazaret lavora come semplice operaio, che predica e incanta le turbe con i suoi prodigi, che muore per noi sulla croce, e che ora è glorioso in cielo colle sue piaghe sfolgoranti; lo possiedi tu quel sangue che Gesù ha sudato nel Getsemani, che ha versato dal capo e dal corpo santissimo nella flagellazione e coronazione di spine, sangue benedetto raccolto dagli angeli nel Calvario; possiedi il suo cuore amantissimo trafitto dalla lancia, in cui tutti siamo raccolti, che arde di amore grande per Dio e per le anime; possiedi la sua anima benedetta, la più bella che sia uscita dalle mani del Padre celeste, anima santissima, purissima che godeva fin dalla nascita terrena la visione beatifica di Dio.
Noi nella Comunione riceviamo tutto il nostro Dio: sposo, amico, consolatore, gioia, pace, tutto. Non potrai mai conoscere quanto sia santo il tuo cuore dopo la Comunione, quale bel tempio sei tu! Con Gesù Cristo vi è il Padre e lo Spirito Santo:
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cosicché vi saranno dei templi belli come S. Paolo, S. Pietro, S. Maria Maggiore9, ma nessuno è prezioso come il tuo cuore.
Gesù non viene colle mani vuote, vuole solo | [36] che gli facciamo posto con l'umiltà, egli non si lascia vincere, desidera più lui di dare che noi di ricevere; egli porta i suoi meriti, le sue grazie; guardiamo di prenderli. Vi sono persone che danno importanza a questa o quella pratica: ma prima occorre l'umiltà e poi una grande fede: l'Eucaristia è un sacramento, agisce «ex opere operato»10, è Cristo stesso che fa, e lui ottiene sempre.
Facciamo quindi posto nel cuore e crediamo che la grazia scenderà copiosissima. Quale ricchezza possediamo noi dopo la Comunione!
Conseguenze
Come prepararci alla Comunione? Vi sono persone che fanno la giornata eucaristica che ha il perno nella Comunione. Quindi dal mezzogiorno al mattino preparano il cuore a Gesù, e ciò consiste principalmente nel non fare atti cattivi che contristano l'Ospite divino, e poi fare atti positivi che gli piacciono, e così fanno attenzione che la mente sia tutta di Gesù, che non abbiano intenzioni storte o distrazioni, ma preparano un lettino caldo al piccolo Gesù che scende nel loro cuore come nacque a Betlemme. Giunto l'indomani, al momento della Comunione, fanno gli atti che riporta il libro delle preghiere recentemente stampato. Indi dedicano il resto della mattinata in ringraziamento, mostrando a Gesù il loro amore coll'adempimento fedele dei doveri. Gesù rimane sacramentalmente nel cuore per poco tempo, ma spiritualmente vi resta finché non lo cacciamo col peccato.
Questa giornata eucaristica ha dunque il centro nella Comunione; e nella santa Messa, | [37] specialmente nell'atto in cui il sacerdote compie la consacrazione dicendo: «Questo è il mio Corpo... Questo è il calice del Sangue mio»11. Per voi poi vi è ancora un altro mezzo molto adatto per assicurare la vostra Comunione e la vostra Messa: la Visita. Per voi costituisce l'ufficiatura nella quale porgete a Dio le vostre impetrazioni per Cristo. Questo Gesù arrivato alla sera della sua vita terrena era travagliato da
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due desideri: la volontà del Padre che lo chiamava al cielo e il desiderio di restare con gli uomini. E allora compì la sua invenzione d'amore per restare con noi, egli non ha voluto abbandonare la religiosa, la quale, ovunque si porti, trova sempre una chiesa e un tabernacolo e Gesù che l'ascolta e la sostiene. Così l'anima religiosa con la Comunione, Messa e Visita camminerà sicura nei suoi doveri fino alla meta che il Signore le ha destinato. Quanto sono preziose le pratiche di pietà che avete voi!
Noi dunque ameremo sempre più questo sacramento che è il sacramento dell'amore: e chi non amerà un Dio che tanto ci ama? Chi vorrà offenderlo nella sua stessa casa? È tutta sua la casa, gliel'abbiamo consacrata per le mani di Maria.
Ringraziamo dunque tanto il buon Dio per la prima Comunione e supplichiamolo che l'ultima Comunione sia veramente fervorosa e ci unisca talmente a Gesù da non lasciarci separare mai più per tutta l'eternità.
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1 Nell'inno eucaristico «Adoro te devote» di S. Tommaso, Gesù è invocato come «pio pellicano» che nutre noi di sé.

2 Cf Gv 6, 1-13.

3 Mt 15,32: «... perché non svengano lungo la strada».

4 Mt 26,26.

5 CfCatechismo del Concilio di Trento, Sacramento dell'Eucaristia, nn. 51-53.

6 Cf Sap 16,20.

7 Cf Sap 12,1: «O quanto soave è, Signore, il tuo spirito» (Volgata).

8 Mt 26,26.

9 Insieme a S. Giovanni in Laterano sono le basiliche maggiori di Roma.

10 Alla lettera: «per virtù intrinseca».

11 Cf Mt 26, 26-27.