Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. «OGGI SARAI MECO IN PARADISO»*
Quarta parola di Gesù in croce

Il Paradiso sarà un cantico alla misericordia infinita di Dio, a Gesù redentore, salvatore degli uomini, allo Spirito Santo vita dell'anima. Lassù dobbiamo sempre tenere il cuore fisso, lassù il pensiero affinché non avvenga mai di smarrirci nella vita ma possiamo andare diritti nella nostra via per quanto qualche volta essa ci sembri stretta, seminata di spine.
La nostra speranza deve essere rivolta al Crocifisso da cui speriamo grazia e forza per proseguire la via intrapresa, perché non ci avvenga di sederci sfiduciati o, quel che è peggio, di abbandonare la strada diritta. Speriamo dunque dal Crocifisso la salvezza, la forza, la vita, il coraggio e la costanza. Quando nel nostro cammino siamo tentati di scoraggiamento, il che avviene spesso, volgiamo l'occhio in sù.
Gesù, dalla croce, rivoltosi ad uno dei giustiziati che gli chiedeva di ricordarsi di lui disse: «Oggi sarai meco in Paradiso»1. Ecco la prima conquista di Gesù dalla croce. Il buon ladrone si arrese alle ispirazioni della grazia e, illuminato da Dio, riprese il compagno: «Neppure tu temi Dio trovandoti con lui nel medesimo supplizio? E in quanto a noi è giusto, perché riceviamo degna pena per le nostre azioni; ma costui non ha fatto nulla di male»2. Quindi rivolto a Gesù lo pregò così: «Ricordati di me quando sarai nel tuo regno»3. In quel momento gli stessi Apostoli erano fuggiti, e mentre i farisei perseguitavano Gesù, nessuno osava confessarlo, lo confessò un ladro.
Ah, ci voleva una gran fede in quel momento in cui sembrava che il regno di Gesù Cristo andasse fallito! Quel che non
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avevan capito gli Apostoli veniva inteso dal buon ladrone. I re quando sono condannati a morte perdono il regno; perciò se anche Gesù fosse stato re, era proprio il momento in cui perdeva il regno.
Ma la fede del buon ladrone oltrepassava tutto quel che si poteva prevedere. Per lui Gesù era il re di un regno spirituale. Dovette essere proprio in quel momento favorito da una grazia straordinaria. Gesù è felice di cominciare le sue conquiste di amore. Egli aveva promesso: «Quando sarò appeso sulla croce attrarrò tutto a me»4.
Un pittore ha dipinto Gesù in croce col volto raggiante di sovrana gioia nonostante che fosse trasformato dalle sofferenze.
«Hodie» disse Gesù e cioè: prima delle ventiquattro ore; «mecum» sarai con me, cioè nel suo regno stesso come primo trofeo di vittoria.
L'entrata definitiva di Gesù in Paradiso sarebbe avvenuta dopo tre giorni non interi dalla sua morte. Ma Gesù dice al buon ladrone che nella giornata sarà ammesso nella visione beatifica; non sembra con ciò voler egli contraddirsi? No, Gesù anche nei patimenti non cessa di essere nella visione beatifica ed era questo che veniva promesso al buon ladrone.
Cosa dobbiamo concludere?
1) La bontà di Gesù è immensa. Si trattava di un colpevole e proprio di uno che aveva seminato la sua vita di scandali. Ebbene, la bontà di Gesù va fino al punto di perdonare al buon ladrone il quale, dal momento in cui vien crocifisso fino al tempo in cui spira, fa il Purgatorio accettando tutte le sofferenze, prendendo la morte come mezzo di espiazione, ed è considerato martire.
2) Il buon ladrone è santo. Vedete la bontà di Gesù allorché si confida in lui. Non è nelle nostre opere che noi dobbiamo contare, sibbene nella misericordia di Gesù.
Vi era una signora che ogni giorno seccava Don Bosco: Oh, voi fate questo, fate quello; siete un santo. E Don Bosco: Io confido nella misericordia del Signore e con questo la lasciò andare in pace. Se andiamo a prendere al pian terreno qualcosa
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che si trova all'ultimo piano, la troveremo? Quante volte noi contiamo le meraviglie operate da noi come fossero dell'ultimo secolo!
3) Dobbiamo confidare nel Signore in qualunque giorno della nostra vita. Finché rimane un confessionale, un altare, finché rimane Gesù coi meriti della sua passione e morte di croce c'è ancor tutto. Ricordate bene che accanto al Crocifisso ve ne furono altri due: uno che ha sperato ed uno che non ha sperato; e colui che ha sperato è divenuto santo e l'altro si è perduto. Questo vuol dire che noi possiamo essere in una casa religiosa, aver tanti mezzi per farci santi e non aver il senso della fiducia in Dio. Quindi confidenza: non oziosamente ma attivamente.
4) I buoni non andranno esenti dai patimenti. Sulla croce troviamo Gesù Cristo.
Vi sono inoltre due ladroni, dunque tre crocifissi, uno è innocente: Gesù e tuttavia è crocifisso.
I buoni hanno le croci perché hanno fatto bene, ma queste servono ad attirare loro tante grazie. Le è andata male quella e quell'altra... I cattivi scherniscono i buoni come han fatto a Gesù. Ebbene i buoni non si perdano d'animo: anche Gesù ebbe la sua croce. Confessino il Padre e la sua divinità, portino al mondo la salvezza e non si spaventino delle croci poiché le troveranno proprio perché han fatto bene. Aver la croce è un segno di approvazione da parte di Dio; i buoni tengano l'occhio fisso al Crocifisso.
Sul Calvario vi era un altro crocifisso: ma non era innocente sibbene penitente e la morte di croce gli ha servito a scontare le sue colpe. Abbiamo peccato? Accettiamo le croci con pazienza: esse sono segno della misericordia di Dio.
Sul Calvario vi era un terzo crocifisso e cioè il ladrone ostinato. Non crediate che i cattivi non abbiano patimenti; le loro croci sono ancora più pesanti perché sofferte con rabbia e con imprecazioni.
Il cattivo ladrone si mostra ribelle alla divina volontà e al potere umano che lo aveva condannato. Tutti soffriamo, ma gli innocenti ed i penitenti con merito, mentre i cattivi soffrono di più e senza merito alcuno; ad essi è riservata una croce senza conforto.
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Contempliamo il Calvario; quando il buon ladrone pregò Gesù: «Ricordati di me quando sarai nel tuo regno», Gesù gli rispose: «Oggi sarai meco in Paradiso».
Abbiamo delle croci? Nascono dalla volontà di far bene? Sono permesse da Gesù in penitenza dei nostri peccati.
S. Agostino dice che le croci sono occasioni di maggiori meriti5; lo sono anche per noi? Per altri sono occasione di peccati. Domandiamo a Gesù pazienza e rassegnazione. Da quella croce ogni grazia, ogni luce e un eterno gaudio.
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* Meditazione stampata in un ottavo con numerazione di pagina progressiva, rispetto all'ottavo precedente. Comprende cinque meditazioni: “Oggi sarai meco in Paradiso” (pp.9-10), “Tutto è compiuto” (pp.11-12), “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (pp.12-13), “Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito” (pp.14-15), “San Giuseppe modello di obbedienza” (pp. 15-16). Cf EC, 2-3[1937]1.

1 Lc 23,43.

2 Lc 23,40-41.

3 Lc 23,42.

4 Cf Gv 12,32.

5 Cf «Persisti, persevera, tollera, sopporta l'indugio: così porterai la tua croce» (Serm. 94, 7, 9).