Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. «HO SETE!»*
Seconda parola di Gesù in croce

Gesù aveva una sete divina, la sete delle anime. Per questo egli morì immerso in un mare di dolori e di pene. Pensate quale sia stata la pena di Gesù! Egli vedeva le anime in tutti i luoghi, in tutti i tempi ed il suo cuore ardente ne bramava la salute.
Questa sete ha trapassato i tempi ed è pur quella di oggi. Sì, vi sono tante anime che sanno far sacrifici, che hanno zelo apostolico, ma purtroppo il numero di quelli che sono nell'ignoranza delle cose divine è ancora tanto grande. Gesù ha sete di anime!
Cerchiamo di refrigerare Gesù nella sua sete offrendogli qualche goccia di una bevanda che lo conforta. Vi sono tanti peccatori e vi sono purtroppo anche tante anime consacrate a Dio che non hanno quel fervore che dovrebbero avere. Vi sono tanti scismatici; preghiamo per l'unificazione della Chiesa. Vi sono tanti eretici: preghiamo per l'unità della fede. Vi sono pagani sparsi nelle Indie, Giappone, Cina: preghiamo per essi. Vi sono tanti negri che si trovano in uno stato basso: preghiamo per essi. Gesù ha sete di anime.
Preghiamo per le anime del Purgatorio; in sostanza, preghiamo per tutti quelli lontani da Gesù. Se un moribondo ti chiedesse un cucchiaio di acqua, glielo negheresti? E se colui che lo chiedesse fosse Gesù, glielo rifiuteresti?
«Sitio!»1. Quel grido è rivolto a tutti i tempi.
«Ho sete!» dice Gesù dalla pisside santa dove egli abita. Mortifichiamoci, offriamogli una bevanda accetta, offriamogli delle anime. Quando Gesù arrivò presso il pozzo di Sichem2, disse agli Apostoli che andassero a comprar pane mentre lui avrebbe aspettato vicino al pozzo. Una donna della Samaria, che lui ben conosceva, venne ad attingere acqua. Ecco la domanda che rivolge anche a noi: «Dammi da bere».
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Quella donna lo guarda meravigliata: «Come, dice, tu che sei della Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana?». «O donna!, rispose Gesù, se sapessi chi è che ti chiede da bere ne avresti chiesto tu a me». O Figlie di San Paolo, se sapeste chi vi chiede da bere! Se sapessimo che è Gesù che può estinguere la nostra sete, consolare i nostri affanni, comunicare la sua acqua di vita eterna, noi stessi avremmo chiesto a lui da bere l'acqua della sua grazia, ci saremmo avvicinati a questa fonte viva del suo cuore per bere acqua e sangue.
La donna si meravigliò: «Tu non hai di che attingere e il pozzo è profondo». «O donna, se tu conoscessi il dono di Dio» che è soprannaturale, spirituale e che non ha bisogno di recipienti con cui attingere!
Chiediamo anche noi le grazie divine. Se pregheremo per le anime, Gesù stesso riverserà sul nostro capo tutti quei beni che avremo chiesto per gli altri. Chi prega per gli altri prega anche per sé.
Facciamo i seguenti propositi: 1) Qualche piccola mortificazione di gola. 2) Pregare per la salvezza delle anime. 3) Cercare di offrire almeno qualche goccia di acqua al Salvatore Gesù. 4) Chiedere per noi quest'acqua soprannaturale.
Recitiamo un Pater a Gesù agonizzante per ottenere lo spirito di mortificazione specialmente di gola, e la salute dell'anima di quel peccatore che Gesù desidera convertito e che da tanto tempo aspetta che ritorni al suo cuore.
Considereremo stamattina un'altra parola detta da Gesù in Croce: «Ho sete!». Essa fu pronunziata con due fini:
1) Perché anche noi sapessimo sostenere qualche piccola privazione per Gesù come egli sostenne tanti dolori per noi.
2) Per eccitare in noi quella sete divina, spirituale che aveva sulla croce, la sete delle anime. I condannati a morte venivano, prima del supplizio, abbeverati di fiele e mirra per non sentire i dolori.
Gesù non volle bere l'amara bevanda, ma solo l'assaporò, perché voleva essere ben presente ai dolori dell'agonia. I crocifissi erano travagliati da una sete ardentissima perché i dolori cagionati dalle piaghe producono una febbre assai alta. Il rantolo dei moribondi è quasi sempre accompagnato da gran febbre quando l'agonia è violenta come nel caso attuale.
Gesù dovette essere travagliato da una febbre la più orrenda. Ad un certo punto mandò quel grido altissimo: «Ho sete».
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Questo grido manifestava la sete materiale del corpo, ma specialmente quella divina delle anime. Presso la croce vi era un vaso pieno di aceto ed un soldato, avendo inteso che Gesù aveva chiesto da bere, intinse una spugna nell'aceto e gliela porse sulle labbra.
Ecco i conforti riservati a Gesù agonizzante! Un po' di aceto immerso in una spugna che vien offerto per mezzo di una canna. Il Signore Gesù volle sostenere sul suo corpo il tormento della sete per scontare i nostri peccati specialmente quelli di gola. Quanti peccati di gola commettono gli uomini! Ne uccide più la gola che la spada, dice un proverbio. La Chiesa ha imposto il digiuno quaresimale, ma è ben poco osservato. Riduciamo almeno le nostre mortificazioni a quelle possibili della nostra salute.
Una bambina, avendo ricevuto un cartoccio di confetti, andò in chiesa e li mise sopra un banco come offerta a Gesù. Bisognerebbe, dopo, portarli via e darli ai poverelli. Vi era un fanciullo buono che quando si dava la frutta a tavola se ne faceva dar quanto poteva e dopo la portava ai bambini poveri.
S. Giuseppe Calasanzio3, al mattino, quando gli davan la colazione non diceva mai che era troppa, ma quando usciva, la mamma che lo guardava dalla finestra, vedeva che egli dava il suo pane e formaggio ai poveri.
Privazioni che danneggiano la salute non fatene, perché avete ancor bisogno di nutrizione per crescere. Ma tutte le volte che vi regalano qualche ghiottoneria, ad esempio le caramelle, privatevene pure. Si possono far delle mortificazioni anche col tardar un minuto a bere o tramandando al tempo di tavola. Sono piccole cose ma offerte con umiltà fanno piacere a Gesù, danno molta gloria a Dio e rendono l'anima padrona di sé.
Si dice: La vita religiosa è eroica e richiede sacrificio. No, richiede sacrifici piccoli; l'eroismo non sta nel far cose grandi ma nel perseverare nelle piccole. È facile in principio aver molto fervore ma poco per volta il fuoco va spegnendosi ed è faticoso allora crescere nella diligenza, nell'amore verso Dio e nello spirito di orazione.
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* Meditazione stampata in un ottavo (pp. 1-3) con altre quattro prediche: “Terza parola di Gesù in Croce”, “I Santi Angeli Custodi”, “La Cattedra di S. Pietro”, “Compagnia del Transito di S. Giuseppe”. L'autore è indicato: “Signor Primo Maestro”.

1 Gv 19,28.

2 Cf Gv 4,5-11.

3 Giuseppe Calasanzio (1556-1648), spagnolo. Svolse il suo apostolato a Roma; fondò la Congregazione dei Chierici regolari delle Scuole Pie o Scolopi per l'educazione dei fanciulli poveri.