Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE

Il presente volume raccoglie la predicazione tenuta da Don Alberione alle Figlie di San Paolo (FSP) dalla fine del 1933 a tutto il 1939. Tale predicazione fa parte di un annuncio che inizia con la fondazione della Congregazione (1915) e si protrae quasi fino alla morte del Fondatore (1971).
Questo lungo arco di tempo è stato teoricamente suddiviso in periodi più o meno omogenei secondo raggruppamenti approssimativi che aiutano a situare la predicazione di ogni periodo nel proprio contesto e nello stesso tempo in un quadro d'insieme. Si è avuta così la seguente suddivisione:
1. Gli anni della comunicazione informale (1915-1928).
2. Gli anni della prima espansione (1929-1933).
3. Gli anni del primo consolidamento (1934-1939).
4. Gli anni della guerra (1940-1945).
5. Gli anni della seconda espansione e dei primi viaggi internazionali del Fondatore (1946-1949).
6. Gli anni del rinnovamento e dell'approvazione pontificia (1950-1955).
7. Gli anni della maturità e del Concilio (1956-1969).

I testi raccolti in questo volume corrispondono al terzo periodo e sono frutto di appunti annotati con diligenza da alcune Figlie di San Paolo appositamente incaricate, delle quali però non si conosce il nome. Pur essendo appunti, sono ugualmente preziosi perché permettono di camminare passo passo con le sorelle che nella primavera della Congregazione hanno spalancato mente e cuore alle mete che il Fondatore andava loro proponendo.

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I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: novembre 1933-1939

1. Contesto storico

Il periodo che ci apprestiamo a considerare (novembre 1933-1939) è alquanto complesso dal punto di vista culturale, politico ed ecclesiale. Ci limitiamo pertanto a sottolineare solo alcuni aspetti che possono in qualche modo illuminare e aiutare a cogliere il progressivo sviluppo, nella fede, della giovane Congregazione paolina. In questo periodo infatti avviene la sua prima espansione a livello nazionale e internazionale.
Gli anni Trenta si presentano all'inizio caratterizzati da una grave depressione economica che ha notevoli ripercussioni in vari ambiti.
La dittatura fascista, imboccata la strada dell'autoritarismo, frena sempre più la libertà di stampa e di pensiero. Sotto la sua guida l'Italia tenta l'espansione coloniale. Ottobre 1935: inizio della campagna di annessione dell'Etiopia; maggio 1936: entrata delle truppe italiane nella capitale Addis Abeba; Vittorio Emanuele III viene proclamato imperatore d'Etiopia. Luglio 1936: Mussolini, d'accordo con Hitler, interviene a fianco di Franco nella guerra civile spagnola. Ottobre 1936: firma del cosiddetto patto Asse Roma-Berlino. Luglio 1938: promulgazione in Italia delle leggi antiebraiche. Aprile 1939: le truppe italiane invadono l'Albania. Maggio 1939, firma del Patto d'acciaio: Italia e Germania si impegnano a intervenire militarmente nel caso che una delle due nazioni venga attaccata. Settembre 1939: Mussolini dichiara la non belligeranza italiana, mentre Hitler invade la Polonia.
Dentro questo orizzonte che si va facendo sempre più oscuro, Pio XI (1922-1939) indice il Giubileo della Redenzione (1933), esteso nel 1934 a tutte le diocesi del mondo. Collegato ad esso è il Congresso eucaristico internazionale celebrato a Buenos Aires (1934), e la canonizzazione di alcune persone particolarmente care a Don Alberione, come Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco, e la beatificazione di Gemma Galgani.
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Altri eventi di questo tempo hanno speciale incidenza su Don Alberione: l'esposizione in Vaticano della Stampa Cattolica (maggio 1936), la promulgazione dell'enciclica sul cinema Vigilanti cura di Pio XI (29 giugno 1936), e varie iniziative a livello mondiale che lo sollecitano ad allargare gli orizzonti apostolici utilizzando i nuovi mezzi per l'evangelizzazione.
Dall'11 giugno 1933, la diocesi di Alba è retta dal Vescovo Mons. Luigi Maria Grassi (1887-1948), che si rivela subito solerte pastore, attento e premuroso anche verso la Famiglia Paolina, ancora di diritto diocesano. Il nuovo Vescovo già dal 1935 promuove una iniziativa diocesana di grande rilievo: il Congresso della parrocchialità che dopo una diligente preparazione sarà celebrato ad Alba dal 31 agosto al 5 settembre 1937. Questo Congresso1 parte dalla visione di Chiesa come Corpo di Cristo e presenta il mistero di Cristo come centro della catechesi. La Diocesi di Alba è tra le prime a «rinnovare la sua catechesi, passando dal metodo al contenuto»2. Don Alberione ne subisce l'influsso, tuttavia fin verso il 1936 continua ad insistere sul metodo, come attesta la sua predicazione di quegli anni.
Il 10 febbraio 1939 muore Pio XI e il 2 marzo viene eletto al soglio pontificio il card. Eugenio Pacelli (1876-1958) con il nome di Pio XII. È il Papa delle grandi encicliche, che con i suoi straordinari messaggi guida la Chiesa in uno dei periodi più tragici della storia. Alla sua elezione la Circolare Interna così esprime i sentimenti delle Figlie di San Paolo: «Abbiamo gioito nel più profondo dell'animo per il fausto evento che portò sul trono di San Pietro Pio XII, il grande e degnissimo Cardinale, che era nei voti di tutti. […]. Noi, che ai tre voti religiosi aggiungiamo anche quello di fedeltà al Romano Pontefice, proponiamo di mostrare questo amore con la preghiera e con l'opera, difendendo la sua persona e diffondendo per quanto ci sarà
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possibile la sua parola. Abbiamo proposto di stampare tutte le future Encicliche di Pio XII in belle edizioni e tutte uguali nel formato e impaginazione, in modo da poterne fare una collezione. Voi ne diffonderete molte copie, non è vero?»3. Iniziava così la collana Il Pastore che ci guida.
In questi anni, nella predicazione di Don Alberione si scorge, qua e là, una certa preoccupazione per la presenza dei protestanti e il loro lavoro di propaganda anche con la stampa.
Al Fondatore della Famiglia Paolina è stata sempre molto a cuore l'unità di tutti, in modo particolare, l'unità dei cristiani. L'ut unum sint fu il suo anelito costante e invitava i suoi figli e figlie a considerarsi apostoli dell'umanità e apostoli dell'unità.
Premesso ciò, è doveroso leggere alcune locuzioni di Don Alberione, piuttosto apologetiche e di opposizione nei confronti dei cristiani non cattolici che ricorrono in questo testo, alla luce del clima e del contesto storico - ecclesiale della prima metà del secolo XX. Per valutare con obiettività le espressioni antiprotestanti di Don Alberione che potrebbero ora lasciare un po' perplessi, bisogna perciò rifarsi alla mentalità che era propria del tempo, e anche del suo luogo di provenienza.
D'altra parte l'atteggiamento dei Papi e di molti ecclesiastici del tempo, era quello di difesa e di salvaguardia del patrimonio dottrinale della Chiesa cattolica contro i razionalisti, i liberali, i protestanti. In questo Don Alberione, fedele al magistero dei Papi, non si distingueva da altri cattolici impegnati. Inoltre, nell'ambiente piemontese, terra di origine di Don Alberione, dall'inizio del secolo dominava l'intolleranza e la polemica contro i non cattolici.
Ma è soprattutto l'amore per la verità e per la Chiesa che rende il Fondatore vigilante e lo porta a maturare l'impegno di stampare e diffondere libri e foglietti che illuminino e favoriscano l'approfondimento della catechesi cattolica4.
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2. La realtà della Congregazione

Il periodo che prendiamo in considerazione si compone di due tappe distinte, entrambe caratterizzate da comunità costituite da persone giovanissime, per la maggior parte ancora in formazione, anche se presenti nelle varie comunità filiali.

1) La tappa albese

Comprende il breve arco di tempo che va dalla fine di novembre 1933 al 13 giugno 1936. Per coglierne il clima, è necessario richiamare alcuni eventi che hanno segnato il periodo precedente.
Il 1921 e il 1922 avevano segnato date storiche per le fondazioni alberioniane. Nell'agosto del 1921 i due gruppi, maschile e femminile, che avevano traslocato da un luogo all'altro della cittadina di Alba, entrano nella nuova casa di piazza San Paolo: la loro prima e vera sede. L'anno successivo, accanto alla prima casa, ne sorge una seconda. Nell'orto si costruisce una cappella dedicata a san Paolo, preludio del futuro tempio. In questa cappella nell'ottobre 1921 i primi quattordici Paolini emettono i voti privati con la promessa di dedicare tutta la vita all'Apostolato Stampa. Nel luglio 1922, nella stessa cappella, le prime nove Figlie di San Paolo professano i voti privati con l'impegno di dedicare tutta la vita all'Apostolato Stampa, e nel febbraio 1924 fanno vestizione le prime otto Pie Discepole.
Tutto questo complesso edilizio è denominato la Casa o Pia Società San Paolo. In questi edifici, che nel 1924 sono ormai quattro, prendono dimora i gruppi maschili e femminili sempre più numerosi, e ben divisi. Le nuove iniziative apostoliche si avviano e si sviluppano, anche se realizzate e portate avanti da persone giovani e inesperte di arte tipografica e di diffusione.
In mezzo a tanto fervore spirituale e apostolico si va innalzando il tempio a san Paolo che, benedetto nel 1928, diviene centro di preghiera di tutta la famiglia religiosa, dei cooperatori e di molti laici.
In questa vibrante atmosfera di vita paolina, il 15 marzo 1929 le Figlie di San Paolo ricevono il dono dell'approvazione
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diocesana concessa da Mons. Giuseppe Francesco Re. Il decreto unisce in un'unica approvazione Figlie di San Paolo e Pie Discepole che continueranno a presentarsi come una sola congregazione fino al 1947, quando queste ultime, con decreto diocesano, saranno riconosciute Congregazione distinta. È la conclusione di un cammino iniziato già alla fine del 1938 con una certa distinzione tra i due gruppi, guidati però da unica superiora generale5.
Le Figlie finché rimangono nella sede di piazza San Paolo, sono alimentate, unitamente ai numerosi gruppi di Paolini, dall'insegnamento, dallo slancio spirituale e apostolico impresso dal Fondatore.

Ma nel novembre del 1933 avviene un nuovo trapianto. Da piazza San Paolo le Figlie si trasferiscono a Borgo Piave nei due edifici costruiti in località San Cassiano, intorno alla costruenda chiesa del Divin Maestro. Tale complesso diviene la loro 'Casa Madre'. La piccola comunità femminile rimasta a piazza San Paolo, costituita da alcune Pie Discepole6, continua la sua formazione unita alle sorelle trapiantate.
Le caratteristiche della nuova casa sono così presentate dal Fondatore: «La nuova sede deve essere un centro di luce, un centro di virtù, un centro di grazia, di preghiera»7. La comunità, guidata dalla superiora generale, è formata nella maggior parte da membri giovani: sono giovani le responsabili dei settori apostolici, giovani le professe e il folto gruppo di aspiranti, postulanti, novizie con un'età tra i 12 e i 18 anni. E una comunità così fatta, si trova ad affrontare compiti straordinari, per l'età e per la preparazione dei membri.
Prima di tutto è necessario provvedere alla sistemazione della casa e ai vari servizi improrogabili. Ogni tempo libero è occupato a trasportare mattoni, ad affiancare chi lavora ancora attorno alla costruzione, oppure nell'orto, in cucina. Le giovani energie sono impegnate nei vari reparti di apostolato: tipografia, legatoria, magazzino e diffusione. Si avvia pure un'esperienza
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redazionale, secondo un preciso indirizzo del Fondatore: preparazione della Circolare Interna Eco di Casa Madre; direzione, preparazione di articoli e stampa della rivista Famiglia Cristiana; revisione e stampa di vari libri, Bollettini parrocchiali, ecc.
Oltre allo studio di base, già nel 1934 una ventina di giovani professe vengono avviate agli studi di filosofia e di teologia in vista della redazione8. Nel febbraio 1936 il Fondatore dichiara a riguardo delle Figlie di San Paolo che «la loro Congregazione non può restringersi alla parte tecnica e di propaganda; il Signore ha dato la penna a scrittrici di valore nella storia»9.
Intanto la comunità albese sempre si rinnova: postulanti che prendono l'abito, novizie che appena fatta la professione partono per le case filiali per rinforzare le file di coloro che si dedicano all'apostolato diffusivo. Ad Alba il flusso vocazionale è in aumento, le giovani mentre sono impegnate nella loro formazione spirituale e religiosa, sono avviate all'esercizio dell'apostolato tecnico.

2) La tappa romana

Ha inizio il 13 giugno 1936 con l'arrivo di Don Alberione a Roma, per stabilire nel centro della cristianità la sede dell'Istituto. A pochi mesi di distanza, seguono il governo generale delle Figlie di San Paolo, il noviziato e le studenti di filosofia e teologia. La casa di Roma, che aveva preso avvio nel 1926, cambia quindi volto e diviene il centro della Congregazione, centro propulsore di tutta la formazione e di ogni iniziativa apostolica.
Sotto la guida di Don Alberione e di Maestra Tecla il gruppo che aveva terminato gli studi iniziati ad Alba, si perfeziona nell'apostolato redazionale e nella cura di alcune edizioni librarie. La parola del Fondatore incoraggia e orienta: «La Congregazione sarà nel suo vero sviluppo quando nulla uscirà più dalle vostre tipografie se non ritoccato o scritto da voi o dai Maestri delle Figlie di San Paolo. Io credo che su questo punto,
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nell'anno che ci sta davanti, si potranno avere dei progressi»10.
Nel febbraio del 1937 torna a scrivere: «L'apostolato stampa ha le sue tre parti: redazione, tecnica, propaganda. L'Istituto religioso, secondo le direttive altissime della legittima autorità, deve evitare la stessa apparenza dell'industria e del commercio. Perciò le Figlie di San Paolo devono, nella loro proporzione e posizione attendere anche alla redazione, scrivendo i fogli, i periodici, i libri che diffonderanno. Formare tra di loro il gruppo delle scrittrici fu il primo pensiero, ma è anche compito da realizzarsi lungo gli anni»11.
Quei primi corsi di studio si concludono con la redazione, da parte di ogni studente, della biografia di un papa12. A luglio del 1938 sono già in tipografia le prime quattro. Complessivamente saranno tredici13. Don Alberione prepara l'introduzione inserita in ogni volume14 e saluta questo risultato con soddisfazione e autorevolezza: «Avete vinto il demonio della superbia e della pigrizia e alcune sono arrivate. Ma c'è pericolo che dopo il primo lavoro posiate la penna. Non corrispondereste alla vostra vocazione. Non dovete svolgere una parte soltanto della vostra missione, ma tutta [...]. Le vostre ricchezze non sono i campi e le case; la vostra vera ricchezza sono le edizioni, i libri da voi scritti»15.
Il 1938 segna uno sviluppo consistente della redazione. La cronaca di gennaio annota con esultanza e commozione il nuovo passo: «È finalmente giunto il momento in cui la diletta nostra Congregazione incomincia a prendere il timbro ideato, desiderato e voluto dal Primo Signor Maestro e noi, ringraziando umilmente il Signore come di grazia concessa non ad una sorella in particolare, ma alla Congregazione come corpo risultante di membra, ci aiuteremo in ogni modo per seguire il Maestro Divino [...]. Occuperemo così nella Chiesa il posto ch'Egli,
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nella sua infinita sapienza, ha predisposto per noi e che il nostro Primo Maestro ha vagheggiato con cuore di padre e fondatore»16.
Le giovani scrittrici fanno il proposito di non deporre la penna, per quanto l'obbedienza avrebbe permesso17. Il 25 gennaio 1939, accompagnate dal Fondatore, si recano alla basilica di San Paolo e - come già avevano fatto gli studenti paolini alcuni anni prima - offrono all'Apostolo una bella penna d'oro, simbolo dello scrivere, in ringraziamento degli studi compiuti e «come promessa di lavoro nel campo dell'apostolato stampa, come domanda di nuova protezione su la redazione, tecnica, diffusione»18.

Le comunità filiali

Le case filiali nel frattempo si moltiplicano, rafforzate dai membri inviati dalla casa di Alba o da quella di Roma, dove i gruppi in formazione sono consistenti. Dal 1928 al 1936 le Figlie aprono ben trentadue comunità in Italia e otto all'estero. La Congregazione, pur costituita da persone giovani, incomincia a presentarsi con una certa ampiezza. In Brasile e in Argentina le Figlie prendono coraggio e aprono nuove comunità. Dall'Italia, nel 1935 partono suore per dar inizio a comunità paoline in Francia e in Polonia. Per motivi gravi e contingenti le poche Figlie che si trovano in Polonia, nel 1939 devono rientrare in Italia. Favorite invece dall'espansione coloniale e dalle alleanze politiche si incomincia a guardare all'Africa, inviando tre suore ad Alessandria d'Egitto: due sono Pie Discepole, tra cui Madre Scolastica, e una è sr Francesca Ruzzante Figlia di San Paolo. La casa rimane aperta fino al 1949.
Nel 1937 il Fondatore così incoraggia le Figlie: «Quando saprete camminare da sole, col solo Dio mi basta, allora potremo mandarvi dove volete. Poiché quando una non sa ancora star buona da sola, è obbligo dei superiori tenerla vicina ad
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alcuna che l'aiuti. Liberateci presto da quest'obbligo! Desiderate andare in Missione? Dove volete andare? In Cina o in Giappone? Desidererei che alcuna volesse andare in Giava: in quell'isola più piccola di metà Italia, c'è una popolazione densissima: in tutto 36 milioni di abitanti (300 ab. per kmq.) e quasi tutti maomettani. Il popolo poi è pagano completamente»19.
All'inizio del 1937, tre sorelle partono per la Cina. Il 12 febbraio «da Shanghai le sorelle dirette ad Hankow (Cina) annunciano il loro approdo»20 in terra cinese. Una avventura che dura solo qualche mese perché la guerra costringe le tre missionarie a lasciare la Cina. Esse però non rientrano in Italia, tentano di aprire una comunità in India dove ci sono già i Paolini, ma dopo un anno di attesa non ricevono dalle autorità locali il permesso di soggiorno. Nel 1938 s'imbarcano sul Conte Rosso, la nave che porta i pellegrini al Congresso Eucaristico di Manila. Si trasferiscono così nelle Filippine dove, dopo la prova di una guerra terribile, la seconda guerra mondiale (1941-1945), potranno finalmente piantare le tende e dar inizio alla Congregazione nell'arcipelago filippino.
Nel 1939 le superiore delle comunità aperte all'estero sono invitate a Roma per incontrarsi con il Fondatore, prendere contatto con la Prima Maestra, considerare lo sviluppo della Congregazione nel mondo e mettere in comune le esperienze. L'ascolto e il confronto reciproco suscita grande entusiasmo. Gli orizzonti si amplificano e il cuore si dilata sempre più all'universalità.
Alla fine del 1939 la Congregazione si presenta ancora come una sola unità che comprende Figlie di San Paolo, Pie Discepole e Suore di Gesù Buon Pastore o Pastorelle, nate ufficialmente nel 1938 e impegnate in opere pastorali. Scrive il Fondatore per la fine dell'anno: «Mi servo di questo foglio per ringraziarvi e ricambiarvi gli auguri: Anno Santo! Ve lo prego di tutto cuore. Tre sono gli Apostolati, ma uno è il servizio a Gesù Cristo Via, Verità, Vita; ogni apostolato ha la sua Maestra, ma una è la Prima Maestra; vi sono cose attraenti e cose difficili in
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ognuno degli apostolati, ma vi sono grazie, conforti, meriti per ciascuno in Gesù Cristo Via - Verità - Vita»21. Questo è il volto della Congregazione fino al 1939, con le tre sezioni di apostolato22.
Le Figlie necessitano ancora di una grande cura e formazione. Di qui le frequenti visite di Don Alberione e di Maestra Tecla e la loro presenza ai vari corsi di Esercizi per illuminare, ascoltare, guidare, orientare.

3. La predicazione

La predicazione di questo periodo, fatta dal Fondatore nelle due comunità di Alba e di Roma, ci è pervenuta attraverso i diligenti appunti presi da alcune sorelle. Sono interventi vari, occasionali, o meditazioni tenute per ritiri mensili ed Esercizi spirituali.
È importante sottolineare che gran parte delle istruzioni annotate, furono immediatamente inviate alle case filiali sotto forma di ciclostilati, per raggiungere con una certa tempestività tutte le comunità sparse nel mondo ed essere lette da tutte le sorelle.
La parola di questi anni del Fondatore è giunta perciò a noi: a) conservata, per uso interno, in ciclostilati o stampata sulla Circolare Interna o in fascicoli, e in due volumi; b) ulteriormente elaborata e raccolta in volumi, in particolare quella del 1937, 1938, 1939, per favorirne la divulgazione tra il popolo di Dio.

Predicazione ad uso interno

Il quadro si configura nel modo seguente:
1934. Sono pervenute 26 istruzioni o meditazioni; certamente furono molte di più.
1935. Sono pervenuti: 14 interventi di predicazione varia; un volume che comprende un ritiro e le istruzioni tenute nei due corsi di Esercizi spirituali di aprile e di agosto, entrambi
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numerosi23. È questo il primo volume pubblicato dalle Figlie per soddisfare il desiderio delle sorelle delle case filiali che amano nutrirsi della parola del Fondatore. Egli cerca di presentare la fisionomia della Congregazione: «La storia della vostra Casa Madre in Italia dovrà ripetersi in tante altre nazioni e con ciò voglio dire che le altre case all'estero si troveranno in sul principio come si trovò la Casa di Alba. Ma poi dal centro nazionale, che noi chiameremo Nazionalità, le suore si spargeranno in tutte le varie città per fare quanto si è fatto in Italia. Quindi queste saranno Case Madri da una parte e dall'altra case filiali. Dette Nazionalità si estenderanno a tutto quel complesso di territori limitrofi in cui si parla la medesima lingua e si hanno press'a poco i medesimi costumi. Ad esempio, la casa di Buenos Aires ha una Nazionalità più estesa di tutta l'Argentina perché comprende anche la Bolivia, il Cile, la Colombia24, il Paraguay25, ecc. Gli stati insomma dell'America meridionale in cui si parla spagnolo»26.
Don Alberione usa in questi interventi un linguaggio che adatta all'età e alla preparazione del suo pubblico, e si sente che è paternamente preoccupato di impartire una formazione completa e paolina che si estenda a tutti gli aspetti della vita.

1936. Sono pervenuti, di questo anno, solo 5 interventi di predicazione varia, probabilmente per i seguenti motivi: Maestra Tecla, in visita alle comunità dell'America, è assente per vari mesi; Don Alberione, il 13 giugno, si trasferisce definitivamente a Roma; la comunità delle Figlie di Alba è sovraccarica di lavoro dovuto anche alla costruzione del tempio del Divin Maestro27 che viene benedetto il 25 ottobre dello stesso anno.
Particolare attenzione meritano le 19 istruzioni tenute durante gli Esercizi spirituali predicati nella casa di Roma tra il 26
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settembre e il 4 ottobre, a cui partecipano soprattutto le giovanissime superiore, non tutte ancora professe, e anche molte giovani suore. Un corso di Esercizi questo, di cui il Fondatore dice: «Ho desiderato di predicarvi questo ritiro ed ho desiderato che foste numerose per potervi dire ciò che ho veduto necessario per la vostra Congregazione; le cose in cui mi sembra abbiate progredito ed una o due cose in cui mi pare siate andate indietro»28.
In appendice alle istruzioni degli Esercizi, pp. 163-200, sono riportate Brevi lezioni sulla Sacra Bibbia29.
Poco dopo gli Esercizi di ottobre, il Fondatore manda ad effetto alcuni cambiamenti importanti: Maestra Tecla, in veste di superiora generale, lascia Casa Madre e si trasferisce a Roma. A Roma si trasferisce pure il gruppo delle studenti e il noviziato. La casa di Roma dal mese di novembre 1936 diviene così la sede centrale o Casa Generalizia delle Figlie di San Paolo.

1937. Don Alberione in questo anno, per motivi particolari, predica quasi solo alla comunità di Roma. La Circolare Interna però è un canale prezioso che fa giungere ogni mese, con l'informazione, gli attesi contenuti alle filiali. La predicazione occasionale di questo anno è varia e abbondante. Durante la quaresima il Fondatore commenta le Sette Parole di Gesù in croce. Nel mese di maggio tiene spesso la meditazione su un tema mariano, e questi contenuti serviranno alla preparazione del primo volume di Maria nostra speranza30.
Dalla Circolare Interna si sa che in quest'anno il Fondatore è presente ai vari corsi di Esercizi. Nel corso tenuto dal 30 marzo al 7 aprile, a cui «parteciparono molte suore dell'Italia meridionale e centrale, non solo, ma anche settentrionale, usufruendo del forte sconto, il Sig. Primo Maestro (come il più delle volte) ha riservato a sé la parte delle Istruzioni del mattino, dando alla
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Sig.ra Prima Maestra l'altra parte. In generale si è notata molta buona volontà da parte delle suore, postulanti e bambine, partecipanti agli Esercizi e ci auguriamo frutti consolanti e duraturi. Il Risorto Gesù comunichi loro questa grazia»31.
Significativo è il corso di luglio. La Circolare Interna informa: «Argomento particolare delle Istruzioni è stato: La vita di Gesù secondo il Vangelo quotidiano. Il Sig. Primo Maestro le ha svolte con cuore veramente paterno, facendocene minute e pratiche applicazioni. Anche la Sig.ra Prima Maestra ha tenuto regolarmente utili conferenze. […] La buona volontà che ha accompagnato i SS. Esercizi, fa prevedere frutti consolanti; auguriamoceli e preghiamoli insieme dal Maestro Gesù, tanto più che questi Esercizi sono più degli altri importanti nelle conseguenze, essendo questo il Corso delle Maestre le quali devono poi comunicare ad altre le grazie ricevute»32.
Al corso di Esercizi tenuto dal 20 al 29 novembre parteciparono anche «alcune sorelle dalle varie nostre case, e nel tempo stesso le novizie prossime ad emettere la loro professione religiosa. Contrariamente all'uso il Sig. Primo Maestro questa volta tenne le meditazioni mattino e sera. […] Ci auguriamo dunque e preghiamo che esso porti frutti copiosi nella quotidiana vita religiosa e di Apostolato, come copiose furono le grazie che lo accompagnarono»33.
Purtroppo la predicazione di questi corsi di Esercizi non ci è giunta. Così non è arrivata a noi la predicazione degli Esercizi del 1938 e del 1939. Si suppone che tutto questo materiale sia stato conservato e ordinato secondo uno schema di pubblicazione che si desiderava attuare e sia confluito in libri pubblicati successivamente, come si può dedurre dalla relazione pubblicata sulla Circolare Interna dell'aprile 1938.
Don Alberione sogna alla grande. Ha davanti a sé un modesto gruppo di giovani suore che si stanno preparando anche culturalmente, ma egli le vede già occupate nella redazione. Le sollecita quindi al dovere dello studio che in Casa ha una
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speciale importanza per l'apostolato. Pronuncia parole che alle sue uditrici forse sono incomprensibili, ma egli sente la necessità di stamparle in quelle menti chiamate a segnare con gli scritti un «posto nella Chiesa»34. Per questo vuole che le future scrittrici abbiano a disposizione anche una biblioteca ben fornita di libri. Già nel 1934, appena le Figlie si sono sistemate sommariamente nella nuova sede di Borgo Piave, secondo l'indirizzo del Primo Maestro si pensa alla biblioteca in un locale ampio, rifornita d'ogni specie di libri35. La Circolare Interna del mese di agosto riporta il rinnovato invito a industriarsi per rifornire la biblioteca con opere donate: «Ci occorrono specialmente libri scientifici, opere dei Santi Padri, vecchi, nuovi, come sono. In propaganda, chiedendo a Parroci, a famiglie che hanno avuto degli studiosi ed ora ritengono forse i loro libri quasi come un imbroglio, si potrebbe trovare facilmente e così concorrere ad attuare i divini disegni. Qualcosa si è già fatto e ringraziamo le buone Sorelle; ma il più è ancora da fare. Non saremo deluse nella nostra aspettativa, mentre cooperiamo al vostro sforzo con la nostra preghiera, perché il tutto riesca a maggior gloria di Dio ed a bene delle anime»36.

1938. La predicazione varia che ci è pervenuta è scarsa: solo 9 meditazioni. Come si è detto precedentemente, si sta progettando e lavorando per preparare alcuni volumi dove la predicazione alberioniana, raggruppata per argomento: liturgico, mariano, vita di Gesù, preghiera, possa essere offerta anche al popolo di Dio.

1939.
Anche di questo anno non sono stati conservati, distinti, gli appunti degli Esercizi che si sono tenuti. Sappiamo che Don Alberione predicò con particolare cura il corso di maggio37, al quale parteciparono le superiore delle case d'Italia e delle case dell'estero. E ciò avvenne per la prima volta.
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Raccolte destinate al pubblico

Fin dal 1935, come dice la Introduzione al volume Esercizi e Ritiri - Volume I, il Fondatore pensava ad una successiva elaborazione della sua predicazione, fatta da qualche Figlia di San Paolo, che stampata si potesse diffondere tra il popolo: «[…] Sarà curata un'altra edizione, corretta, che a Dio piacendo, potrà diffondersi anche tra i fedeli».
Tuttavia ciò si inizierà in modo organico solo a partire dal 1938. Interessante l'informazione che ne dà la Circolare Interna dell'aprile 1938. La riportiamo integralmente:

«In questi giorni, alcune Case, hanno lamentato il nostro ritardo nell'inviare nuove Meditazioni e prediche del Sig. Primo Maestro. Altre, senza scrivere, hanno avuto certamente lo stesso desiderio. E noi lo conosciamo e comprendiamo questo vostro desiderio, ma dobbiamo anche giustificarci un poco.
Dalle ultime prediche speditevi in Gennaio, ad oggi, il Sig. Primo Maestro ci ha favorite di parecchie Meditazioni e continua con discreta frequenza. Perché dunque non ce le mandate? domanderà qualcuna.
Ecco: perché le Meditazioni in corso sono destinate a formare la materia di alcuni volumi di meditazione che, a Dio piacendo, verranno stampati appena terminato il corso, quando tutte le Meditazioni saranno sviluppate e corrette. Cioè:
1) Un libro, che conterrà le Meditazioni liturgiche sulle varie domeniche dell'anno e servirà per la Meditazione domenicale. Finora sono pronte le Meditazioni fino alla IV Domenica di Quaresima e si segue gradatamente l'anno liturgico.
2) Un libro contenente le Meditazioni sulle varie Feste della Madonna. Finora sono pronte dieci meditazioni cui devono seguire altre venti.
3) Si desidera anche formare un libro di Meditazioni sulla Vita di Gesù secondo l'ordine dato dal Vangelo Quotidiano, come in parte avvenne negli Esercizi spirituali tenuti lo scorso anno alle Maestre. Di questo finora sono pronte solo tre Meditazioni e si continuerà appena possibile.
4) Sono pronte le Meditazioni degli ultimi Esercizi spirituali (2-10 Febbraio scorso) sulla Preghiera. Dovranno formare il secondo volume di Oportet orare. Nell'attesa della correzione completa
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e della stampa, queste ve le faremo avere successivamente sulla Circolare Interna.
Abbiate quindi pazienza se non possiamo accontentarvi con sollecitudine e rassicuratevi che si lavora costantemente per assecondare il vostro desiderio.
Se altre Meditazioni ci verranno fatte, che non entrino in questi corsi fissi, ve le manderemo sollecitamente. Così pubblichiamo ora la Meditazione tenuta nel giorno di San Giuseppe»38.

Il progetto è stato realizzato, in parte, editando:
- È necessario pregare sempre, Roma 1940. Non si è potuto identificare la curatrice. Raccoglie gli Esercizi spirituali di febbraio 1938, tenuti a Roma alle Figlie di San Paolo.
- Maria nostra speranza, 3 voll. A cura di sr Concettina Borgogno, FSP. Raccoglie la predicazione mariana tenuta nei mesi di maggio 1937, 1938, 193939. Il terzo volume pubblica le istruzioni degli Esercizi del maggio 1939, a cui parteciparono tutte le Maestre delle case d'Italia e dell'estero: un corso tutto mariano. Precisa la Circolare Interna: «Entrarono negli Esercizi e li seguirono in modo veramente edificante. Furono giorni preziosi e pieni di grazia. Trascorsero nella serenità e nel raccoglimento, in unione con la Madonna cum Maria Matre Jesu, della quale il Sig. Primo Maestro ci parlava in ogni istruzione, ricavando bellissimi e pratici insegnamenti dagli esempi che questa nostra buona Madre ci ha lasciati, specialmente durante l'infanzia, la vita privata e la vita pubblica di Gesù. Presto le avrete anche voi queste belle istruzioni mariane, perché di esse si presero gli appunti, che si stanno sviluppando, per formare un altro bel volume che tratterà della Madonna»40.
- Brevi meditazioni per ogni giorno dell'anno, 2 voll. (1948). Con probabilità la raccolta delle meditazioni sull'anno liturgico e sulla vita di Gesù, consegnata al Fondatore, confluì
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successivamente in questi due volumi. Vi lavorò nella seconda edizione (1952) sr M. Rosaria Visco, FSP, la quale vi aggiunse anche il testo biblico.

II. ATTUALE EDIZIONE

In questa raccolta non sono inclusi i volumi sopra citati nei quali la predicazione del Fondatore è stata elaborata e adattata al pubblico. Viene qui considerata solo la predicazione che conserva il carattere interno e che è stata annotata, mentre Don Alberione predicava.

1. Criteri seguiti

L'esame dei singoli testi e della composizione delle raccolte, realizzate sull'esigenza dell'immediatezza, ha richiesto nella preparazione della presente pubblicazione di adottare e seguire criteri piuttosto rigorosi, che permettano una lettura globale e autentica del pensiero del Fondatore.
a) Si è seguito l'ordine cronologico, mantenendo l'unità dei corsi di Esercizi, già pubblicati in volume.
b) Sotto il titolo Meditazioni varie si sono assunti testi precedentemente pubblicati, dattiloscritti, in cui esiste la struttura della meditazione o della istruzione, e anche frammenti significativi e sicuramente attribuibili al Fondatore.
c) Si è premessa ad ogni corso di Esercizi e ad ogni gruppo di Meditazioni varie una breve presentazione che definisce, nella misura del possibile, data, luogo, destinatari, tema, fonti e, degli Esercizi, lo scopo.
La raccolta risulta suddivisa in sei parti secondo gli anni presi in esame. Le due meditazioni di fine 1933 sono confluite nel 1934.

2. Fonti

Don Alberione nel 1934 ha cinquant'anni. È una persona nel pieno della maturità, ma la comunità che lo ascolta è molto giovane ed egli si adegua ad essa. Per quanto ci risulta, non
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sono molto visibili le fonti culturali a cui attinge, anche se non mancano riferimenti vari. Si sente e si avverte che qui prevale il padre che esorta e corregge persone in formazione, che hanno bisogno di apprendere e capire i valori della vita religiosa e specialmente della vocazione paolina41.
Nella comunicazione orale, il Fondatore mira alla crescita spirituale e apostolica della sua Famiglia, anche quando il suo pensiero è espressamente derivato. Cita quasi sempre a memoria, incurante della fonte come tale. Lo spunto può venirgli da un'opera che ha letto o ha presente o di cui è in corso la stampa, ma egli passa con disinvoltura subito a descrivere cosa comporti quel contenuto per la Figlia di San Paolo e come possa viverlo in comunità e nell'apostolato. Se c'è una preferenza, sembra essere per sant'Alfonso.
A partire da questa realtà, si avverte che autori e manuali fanno talora da sfondo ad alcuni corsi di Esercizi. Emerge l'influsso di sant'Alfonso, particolarmente con l'operetta Pratica di amar Gesù Cristo e il Diario spirituale, di scuola alfonsiana; di san Francesco di Sales, soprattutto con La Filotea; di sant'Ignazio, con Gli Esercizi spirituali; di san Pietro Giuliano Eymard che presenta l'Eucaristia come cattedra da cui il Maestro divino insegna tutte le virtù42. Frequenti sono pure le citazioni della Imitazione di Cristo. Negli Esercizi di ottobre 1936 Don Alberione segue per le norme della Chiesa, il testo Stato religioso43. Nella Presentazione scrive: «Questo libro è un riassunto ordinato delle lezioni tenute ai novizi della Pia Società San Paolo negli anni 1929-1932 […]. Vi sono altri manuali simili […] questo però ha il pregio di essere scritto per i novizi della Pia Società S. Paolo». Quindi è adatto in modo particolare per formare mente, volontà e cuore dei membri secondo l'obiettivo sempre ribadito dal Fondatore: «Donec formetur Christus in vobis».
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Influenza delle scelte editoriali. In una certa misura Don Alberione delinea in questi primi decenni della Famiglia Paolina il tipo di messaggio che essa deve offrire al mondo nella linea del Vangelo e della dottrina perenne della Chiesa. Di frequente i libri citati nella predicazione sono le stesse opere dei Padri e dei Dottori della Chiesa di cui le Figlie stanno curando la traduzione o la pubblicazione. Così le componenti della vita paolina si richiamano e integrano a vicenda e le varie dimensioni: predicazione, vita spirituale e comunitaria, vita apostolica, ricevono stimoli anche dalla specifica editoria.
I libri costantemente proposti e suggeriti alle Figlie sono elencati nella Circolare Interna: «Oltre il Vangelo, la Bibbia, le Lettere di san Paolo, i libri del Sig. Primo Maestro, i libri di sant'Alfonso, san Francesco di Sales e sant' Ignazio, Rodriguez, ecc.»44. Tra le abbondanti pubblicazioni, il Fondatore sceglie alcune opere particolarmente rispondenti al tipo di formazione spirituale e teologica che intende impartire; le consiglia per la meditazione e la lettura spirituale; le interpreta nella predicazione. Questi autori, a loro volta attingono abbondantemente a sant'Agostino, a san Bernardo, a santa Teresa d'Avila, a esempi e aneddoti dei santi Padri, ecc., tutti abbondantemente riproposti dal Fondatore. Si avverte in lui l'assillo di mettere le Figlie di San Paolo alla scuola dei santi e della santità della Chiesa45.

3. Genere letterario e linguaggio

È difficile collocare questa predicazione secondo un particolare genere letterario. Essa ha il carattere della comunicazione orale, quindi della immediatezza e della spontaneità. Una
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comunicazione che varia secondo le categorie di persone a cui è rivolta: novizie, professe, superiore, e che risente dello stile di chi ha preso gli appunti. Ma nelle varie espressioni si avverte l'autorità e l'amore del padre che dialoga con un gruppo particolare di persone, che gli sono figlie nello spirito e che egli ha la responsabilità di introdurre e far crescere sempre più nella vocazione paolina. I contenuti dottrinali, ascetici riflettono tuttavia la cultura del tempo.
A volte egli prende per mano la figlia e l'avvia sul sentiero della vita paolina, indicandone le esigenze, le gioie, le difficoltà: incoraggiando sempre. Altre volte, soprattutto con chi ha già compiti d'autorità o di responsabilità, è il padre che dialoga con tono severo, talora persino duro, che esige una coerenza totale, libera da compromessi, che non ammette titubanze, anche quando il cammino istituzionale non è ancora del tutto chiaro. In genere però prevale il linguaggio catechistico, pedagogico, proprio di chi insegna, scava nel cuore, spinge in avanti, apre orizzonti nuovi.
Il linguaggio del Fondatore, pur disadorno, ha sempre la forza della convinzione che si comunica a quanti lo ascoltano. Scorrendo e meditando queste pagine si possono vedere brillare nell'insieme del mosaico, talora un po' normativo, alcune 'tessere' di intuizione contemplativa e profetica che ci presentano un Alberione valido per tutti i tempi e tutte le culture.

4. Sorgente spirituale

Ci si domanda se è possibile individuare un nucleo vero e proprio nella predicazione di questi anni, costituita per circa due terzi da interventi occasionali rivolti a sorelle che stanno avviandosi alla vita spirituale e religiosa. La cronaca però dice che molti altri corsi di Esercizi spirituali sono stati tenuti in questo tempo, ma solo di tre ne è pervenuta a noi la stampa.
Varie sono le tematiche di questa predicazione. Tuttavia, si può cogliere un filo conduttore che la percorre tutta: la profonda comprensione della spiritualità cristiana e che ha per centro Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Il Fondatore dice: «I francescani hanno diffuso il culto della passione di Gesù […] e hanno preso
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in modo speciale la tesi dell'amore. I domenicani hanno preso la verità. Tutte le Congregazioni hanno portato il loro contributo. La vostra riassume tutte le divozioni mediante l'ossequio a Gesù Verità, Via e Vita. Anche voi dovete dare qualche cosa alla Chiesa, dovete dare Gesù Verità, Via e Vita, ma in tutto»46.
La intuizione teologica di Gesù Via, Verità e Vita è atta a diventare comunione intima con il Maestro e si trasforma in 'devozione' ossia donazione di sé, «ossequio di tutta la nostra anima: mente, volontà e cuore»47.
Don Alberione inoltre fa sua la frase di Paolo: «Mi protendo in avanti»48 e la consegna alle Figlie e a tutta la Famiglia Paolina come un pungolo che in ogni situazione porta a non fermarsi mai, a guardare sempre in avanti, a «diventare sempre più illuminate, più sapienti, più forti, camminare continuamente sulle quattro ruote, come il treno che corre veloce verso la sua meta»49. Per questo esorta a non preoccuparsi del come si cammina ma a «camminare davvero»50. Si tratta di protendersi «secondo lo spirito della Congregazione, sempre avanti, sempre costanti»51. «Il vostro spirito è buono… statevi attaccate… È molto importante non guastare lo spirito ed uniformarsi alla propria Congregazione»52.

Dinamismo spirituale in prospettiva escatologica

In questa prospettiva, un accostamento alla presente predicazione permette di cogliere alcuni dinamismi che s'intrecciano e coinvolgono tutto l'essere in vista della formazione dell'apostola, dedita a Dio e all'evangelizzazione, sulle orme del Maestro divino.
Don Alberione con fermezza avvia le giovani suore a tendere alla santità attraverso un'ascesi che è liberazione ed esercizio per «quel progresso quotidiano della fede, della speranza
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e della carità che porta all'osservanza dei voti nella vita comune»53. Coglie tutte le occasioni per insistere: «Il vostro parlare sia: sì, sì; no, no». «Mantenete il vostro carattere di semplicità e di schiettezza; … e lo si sappia conservare andando nel mondo. … Siate Figlie di San Paolo!»54. E ogni circostanza è buona per illuminarle sulla prudenza, custodia del cuore, umiltà e mortificazione55. Nella linea dell'ascesi i passi delle giovani religiose sono sostenuti dalla luce dell'escatologia cristiana: «La morte è una buona consigliera… stiamo preparati»56. Il pensiero che tutto il nostro operato apparirà davanti al Signore spinga a «trafficare bene i talenti ricevuti»57, «a giudicarsi per non essere giudicati». E allora «il Paradiso è certo. Gesù salendo al cielo è andato a prepararci un posto»58 e sarà rivolto a noi l'invito: «Entra nel gaudio della santissima Trinità».
Il Fondatore completa la formazione delle Figlie presentando opportunamente anche gli elementi della vita religiosa secondo le norme della Chiesa: sui voti, sulla vita comune e la direzione spirituale. Sottolinea che «il valore di una Congregazione sta tutto nello spirito di obbedienza che vi regna»59 ma «obbedienza con la mente … con il cuore … con le opere»60. «L'anima religiosa non divide il suo cuore ma lo riserva tutto per Gesù e non solo il cuore, ma anche la mente, la volontà, la verginità delle forze stesse…»61. Ribadisce: «Le Congregazioni conservano lo spirito finché sono povere»62. «L'apostolato è il vostro altare su cui vi sacrificate predicando alle anime e dalla predicazione traete il sostentamento»63. «La vita comune comprende l'unità di pensiero e di fine…, l'unità di iniziative, di spirito…»64. «La direzione che vi conferma nella vostra chiamata
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e che è prudente, secondo i disegni della divina volontà, voi dovete prenderla dalla Congregazione»65.

Dinamismo apostolico

Traguardo a cui tende tutta la formazione è l'apostola paolina che opera in «continuazione dell'apostolato di Gesù e degli apostoli»66. Dei tre momenti dell'apostolato specifico: tecnica, propaganda, redazione, la predicazione alberioniana di questi anni sottolinea soprattutto la redazione per la quale «è necessario lo studio e l'esercizio. In quest'anno e nei precedenti avete fatto qualche passo utile. Anche nella tecnica ... La propaganda la praticate con zelo…»67. Il Fondatore esorta le studenti: «Quello che noi scriviamo deve rassomigliare più che si può alla parola divina. Bisogna che la nostra stampa si presenti come si è presentato Gesù Cristo; ora egli si definì Via, Verità e Vita»68.
«Abbiate fede nel vostro apostolato, credete che esso salva le anime. Fede e umiltà alimentino la vostra vita interiore… La vita del vostro apostolato è Dio ma se voi non mettete la vostra parte, Dio non viene a vivificare»69. L'anima dell'apostolato è quindi la vita interiore che attinge alla fonte del Vangelo, dei sacramenti e della preghiera paolina.
Nella predicazione Don Alberione focalizza soprattutto che l'apostola paolina vive di Cristo Maestro Via, Verità e Vita: «Santificate la vita quotidiana imitando sempre meglio Gesù perché si manifesti in voi la sua vita: donec formetur Christus in vobis»70, ma Cristo come è interpretato da Paolo: « Tutta la forza di san Paolo è in Gesù Cristo… Egli afferma: Non son più io che vivo, ma vive in me Gesù Cristo. Egli non conosce che Gesù e di Gesù ha riempito la sua predicazione»71. La paolina guarda con cuore apostolico a Maria: «esempio agli apostoli di
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tutti i tempi. Ella diede Gesù al mondo: diamolo anche noi con la stampa»72.
Nella predicazione varia di questi anni Don Alberione talora si sofferma a considerare Cristo crocifisso commentando le sette parole di Gesù in croce, e parla con fiducia di san Giuseppe, dell'Angelo custode, delle anime del purgatorio, tramandandoci così devozioni popolari dopo averle conformate allo spirito dell'Istituto.
La vita interiore esige un cammino nella via dell'orazione e anche un assiduo impegno personale per cui: «ogni giorno dobbiamo crescere nella fede e nei pensieri soprannaturali santificando la mente. Ogni giorno dobbiamo uniformarci meglio alla vita di Gesù Cristo, ai suoi esempi, ai suoi precetti e consigli santificando la volontà…ogni giorno dobbiamo crescere in grazia e spirito di preghiera e nell'amore a Dio, santificando il cuore»73.
La vita sacramentale è un altro aspetto rilevante nella predicazione di questo periodo. Assumono grande rilievo il sacramento della riconciliazione, specialmente dell'Eucarestia: Messa, Comunione, e Visita: «Siate fedeli alla Visita; essa riassume tutte le pratiche di pietà»74.
Per aderire al mistero di Cristo Maestro Don Alberione propone come aiuto il 'metodo via, verità e vita' atteggiamento spirituale per una adesione totale al Cristo totale e che coinvolge tutta la persona, tutte le pratiche di pietà, tutto l'apostolato. Egli però pedagogicamente invita a non assolutizzarlo: «Dobbiamo in generale servircene, ma quando, entrando in chiesa, abbiamo già il cuore pieno di Gesù ed un solo sguardo al tabernacolo suscita in noi mille affetti e ci basta, accontentiamoci di quello e continuiamo tranquillamente la nostra visita»75. Non il metodo ma «la pietà deve tenere nella nostra vita il primo posto. Dietro ad essa vanno tutti gli altri doveri»76
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III. AVVERTENZE

1. Si è avuto cura di mantenere uno stretto legame con l'originale. Per conservare la possibilità di un riferimento diretto ad esso, quando si tratta di meditazioni o di corsi di Esercizi già stampati in volumi, viene indicato il volume nel titolo corrente; in margine, in grassetto, è segnato il numero di pagina.
Quando la pagina inizia a metà paragrafo è indicata dal simbolo | .
Le meditazioni varie, dattiloscritte o pubblicate sulla Circolare Interna o in fascicoli, vengono numerate per anno con numerazione ordinale, per distinguerle dalle istruzioni degli Esercizi che sono indicate con numerazione romana.
2. Nell'originale di queste raccolte non è usato il termine Istruzione; vi è solo il titolo o la numerazione progressiva che precede il titolo della meditazione. Quando la numerazione nell'originale è omessa, si è aggiunta per uniformare lo stile. Per non appesantire il testo, queste aggiunte sono indicate in parentesi quadra solo nell'indice cronologico.
3. Gli interventi operati sul testo sono minimi: inserimento del titolo quando non risulta nell'originale, o sostituito quando non sembra pertinente. In alcuni casi si sono introdotti dei sottotitoli, per distinguere argomenti troppo diversi tra loro, trattati in una stessa predica. Altri interventi sono: uniformità delle maiuscole e minuscole privilegiando la sobrietà; adattamento alla forma corrente per accenti, doppie vocali finali (es. principii con princìpi; martirii con martìri, ecc.); completamento di elementi mancanti, ad esempio, numerazione omessa. Tale intervento, se necessario, è stato evidenziato con la parentesi quadra. A volte, se non disturbava l'uniformità, si è conservato il numero romano nella suddivisione dei temi trattati. Alcuni vocaboli non sono stati uniformati, perché rispecchiano l'uso del tempo, ad esempio: obbedienza e ubbidienza, divozione e devozione, ecc.
Dei testi latini, conservati fedelmente, è stata riportata in nota la traduzione e, talvolta, la correzione.
4. Si sono corretti gli errori grammaticali, ad esempio le concordanze, gli errori tipografici o ortografici evidenti,
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riportando in nota il testo originale. Sono state completate le abbreviazioni quando restava il dubbio che fossero comprensibili. Si è intervenuto sulla punteggiatura solo quando la comprensione del pensiero presentava qualche difficoltà, ad esempio una eccessiva abbondanza dei due punti. Si sono eliminate le virgolette ( o «) quando il discorso diretto era finzione letteraria; lasciate le cediglie () se favorivano la comprensione del testo. Le virgolette ad angolo (« ») si sono riservate per le citazioni.
5. Si è avuta particolare cura dell'apparato informativo: note bibliche, note storiche riguardanti l'ambiente, i fatti, i personaggi, le fonti, ecc.
6. Per facilitare la lettura, si è corredato il volume di vari indici: biblico, onomastico, bibliografico dei libri citati, analitico, cronologico con l'indicazione anche del testo originale.
7. La citazione dell'opera è la seguente: FSP + anno + pagina del presente volume (es. FSP 34, p. 97).
Se invece, per motivi di studio, si vuole fare riferimento al testo originale, si può seguire il criterio usato nell'Introduzione: titolo (ER) + sbarra (/) + data + istruzione + pagina, indicata in margine (es. ER /aprile, XIII, p. 130).
8. Per le note bibliche e la traduzione italiana dei testi latini, si fa riferimento alla Bibbia di Gerusalemme, trad. CEI; talvolta, perché richiesta dal senso, alla Volgata, traduzione di Tintori E., edizione 1931. Per la traduzione dell'Imitazione di Cristo, si fa riferimento all'edizione Figlie di San Paolo 1992. Per la citazione di altre fonti si è ricorso il più possibile alle Edizioni Paoline, essendo queste il punto di riferimento.

A cura del
Segretariato Internazionale di Spiritualità
Figlie di San Paolo

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1934
MEDITAZIONI VARIE 1934

La raccolta della predicazione di questo periodo, tenuta da Don Alberione alle Figlie di San Paolo, inizia alla fine di novembre 1933 quando avviene il loro trasferimento a Borgo Piave, alla periferia di Alba. Le Figlie hanno trascorso dodici anni nella casa di piazza San Paolo insieme alle Pie Discepole, fondate nel 1924, ma con le quali formano giuridicamente un'unica famiglia dopo l'approvazione diocesana del 15 marzo 1929. La Congregazione femminile, a fianco della Società San Paolo, è cresciuta, nutrita dalla stessa parola del Fondatore e si è avviata nelle vie faticose e ancora inesplorate dell'apostolato stampa.
Ora, nella nuova sede, si tratta di ricominciare quasi da capo.

Fonti. La predicazione di questo periodo ha carattere vario: alcune meditazioni, istruzioni, tenute nei corsi di Esercizi, esortazioni tenute in particolari circostanze come vestizioni, professioni, morti, ecc., raccomandazioni paterne.
Un complesso di ventisei (26) interventi pervenuti attraverso tre fonti:
19 stampati in
Eco di Casa Madre, che ha iniziato la sua pubblicazione proprio nel gennaio 1934 e ha continuato con periodicità mensile. Nella Circolare Interna sono riportate in prima pagina le lettere circolari del Fondatore1 e di Maestra Tecla, quindi la trascrizione degli appunti delle istruzioni del Primo Maestro, inoltre avvisi vari, la cronaca e quanto può interessare le comunità;
4 in ciclostilati, mezzo allora usato per inviare tempestivamente alle case filiali la parola del Fondatore.
3 in dattiloscritti.
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Destinatari. I suddetti interventi sono rivolti:
1) In prevalenza alla giovane comunità di Borgo Piave. Questa è formata da folti gruppi di alunne, aspiranti tra i dodici e i diciotto anni (n. 15), dalle novizie di ambedue i rami: Figlie di San Paolo e Pie Discepole; dalle giovani professe che nel 1934 hanno iniziato in modo sistematico un corso di studi superiori di filosofia e teologia e che muovono i primi passi nella redazione; inoltre dalle professe e dalle giovani in formazione che si dedicano all'apostolato tecnico.
2) Alle sorelle delle case filiali, (sono giovani e non tutte hanno già fatto la professione perpetua) che hanno partecipato agli Esercizi spirituali tenuti in Casa Madre. Infatti alcune prediche risultano tenute nei tre corsi di quell'anno: Esercizi di maggio (n.13) a cui parteciparono circa novanta suore, «la maggioranza venivano dalle case»2; Esercizi di agosto (nn. 16, 17, 18) a cui «parteciparono con novizie e suore, le Superiore dell'Italia Settentrionale»3; Esercizi di novembre (nn. 21, 22, 23).
3) Due interventi sono certamente rivolti alla Famiglia Paolina al completo, presente nel tempio di San Paolo: l'ora di adorazione fatta nel contesto del Giubileo della Redenzione (n. 7); la predica tenuta durante i Vespri della festa di San Paolo (n. 15).


Contenuto. Don Alberione, quando si reca a Borgo Piave per predicare alle Figlie, si preoccupa non tanto di fare dei discorsi rifiniti, le sue puntualizzazioni e raccomandazioni hanno lo scopo di far crescere la giovane comunità in tutte le dimensioni della vita paolina, vita che è ancora all'inizio ma è tesa a raggiungerne la piena espressione.
Significative sono quindi le istruzioni sull'apostolato (n. 17), sulle virtù umane della schiettezza, della sincerità, sulla prudenza e sulla custodia del cuore (nn. 12-14, 16). Particolare unzione brilla nella predica del 1° luglio su san Paolo (n. 15), dove l'esortazione si trasforma in supplica orante: «Vivi Paolo! di nuovo con la tua scienza, con il tuo spirito, con il tuo
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zelo, con il tuo fervore, con la santità. Vivi ed illumina le menti ottenebrate, vivi e sostieni nelle lotte gli apostoli ardenti dei nostri giorni». Notevole importanza ha l'istruzione del 24 ottobre sullo studio (n. 19), dettata nel contesto dell'inizio degli studi superiori. Si legge infatti nella Circolare Interna di novembre: «[Lo studio] è una delle quattro parti che costituiscono la vita della nostra Congregazione: se per molti e vari motivi, non si poté coltivare per l'addietro, ora è desiderio del Sig. Primo Maestro che si riprenda con alacrità. Un gruppo di Paoline, dopo una breve preparazione di ripasso, hanno incominciato, nel mese scorso, una scuola regolare di Filosofia e Teologia»4. Il corso, iniziato sotto la guida di alcuni sacerdoti paolini, ha lo scopo di preparare le Figlie di San Paolo per l'apostolato della redazione.
Sebbene riportata in forma di appunti, efficace per lo spirito è la predica sul Divin Maestro (n. 26): «Bisogna trovare Gesù, il suo Vangelo, i suoi esempi. Bisogna che noi concentriamo il nostro cuore sempre in Gesù Cristo. Tutto deve finire in Gesù… Il vostro Maestro è uno solo: Gesù! Gesù è il gran centro di ogni culto, il sole dell'umanità».
L'attenzione di Don Alberione va anche alla vita della Chiesa, particolarmente, in questo momento, al grande evento del Giubileo della Redenzione, celebrato nel 1933 ed esteso nel 1934 a tutte le diocesi (n. 9). Nelle meditazioni nn. 6, 7 sottolinea la grandezza dell'Eucarestia e dell'istituzione del sacerdozio solennizzate dal Congresso eucaristico internazionale di Buenos Aires.
Sempre attento al grande ideale della santità il Fondatore richiama la considerazione dei suoi sulle canonizzazioni proclamate proprio durante l'Anno santo (don Bosco e Cottolengo) e non tralascia di spronarli sull'erta via della santità anche predicando il ritiro di dicembre sul tema della morte (n. 24): «Con Gesù possiamo fare tutto quel progresso che Dio vuole da noi… tutto per la gloria di Dio e per Dio». Tutto per la santità!
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1 Tra i cooperatori più attivi vi è il can. Priero Giuseppe, collaboratore prezioso di Don Alberione dai tempi del Seminario e don Natale Bussi, che sarà annoverato tra i teologi del Concilio Ecumenico Vaticano II.

2 Negro D., Giuseppe Priero, profeta della nostra terra, Piemme, Torino 1995, cf pp. 55-56.

3 Cf CI, 3[1939]4.

4 Cf Meditazioni varie 1934, n. 15, p. 92; Esercizi e Ritiri, aprile 1935, X, p. 281 e XI, p.289; Ss. Spirituali Esercizi. Istruzioni alle Maestre. Ottobre 1936, XVIII, p. 551.

5 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo. Note per una storia 1915-1984, Figlie di San Paolo, Casa Generalizia, Roma 1994, p. 118.

6 UCAS, 11-12[1933]20-21.

7 Cf EC, 1[1934]1.

8 Cf Boffa G., Gli studi e la redazione delle Figlie di San Paolo nel periodo fondazionale (1915-1971). Memorie e documenti, Casa Generalizia F.S.P., Roma 1990, pp. 24s.

9 Cf CVV 56.

10 Alberione G., Ss. Spirituali Esercizi. Istruzioni alle Maestre. Ottobre 1936, II, p. 410.

11 UCAS, 2[1937]37.

12 Boffa G., Gli studi e la redazione..., o.c., p. 80.

13 Cf Ibid., pp. 81 e 95.

14 Cf CVV 72.

15 Ibid.

16 Cf CI, 1[1938]1.

17 Cf CI, 8[1938]2.

18 Cf CI, 2[1939]2; UCAS, 3[1939]64.

19 Cf Meditazioni varie 1937, n. 3, p. 545.

20 Cf EC, 2-3[1937]2.

21 Cf CVV 76.

22 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo…, o.c., pp. 224-228.

23 Cf EC, 4[1935]1; 9[1935]1.

24 Originale: Culumbia.

25 Anche se si è dovuto aspettare dopo la guerra, fu proprio l'Argentina che sostenne e favorì la presenza delle Figlie di San Paolo in altre nazioni, come Cile (1948), Perù (1960), Bolivia (1963), Uruguay (1964).

26 Cf Esercizi e Ritiri, aprile 1935, VIII (Case estere), p. 270

27 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo…, o. c., p.204.

28 Cf Spirituali Esercizi-ottobre 1936, I, p. 403.

29 Le lezioni non sono state stampate alla fine del presente volume perché: a) si ignora il motivo della loro inserzione alla fine del testo degli Esercizi ottobre 1936; b) esulano dal tema trattato negli Esercizi stessi; c) il ciclostilato che riporta queste lezioni risale al 1933. Saranno quindi stampate nella predicazione del 1933.

30 Cf Alberione G., Maria nostra speranza, Vol. I: Mese di maggio, PSSP, Roma, 1938.

31 EC, 4[1937]1.

32 CI, 7[1937]1.

33 CI, 12[1937]1.

34 Cf CI, 1[1938]1.

35 Cf EC, 3[1934]3.

36 Cf CI, 8[1937]2; CI, 12[1937]1.

37 Cf CI, 6-7[1939]4.

38 CI, 4[1938]2.

39 Per informazioni più dettagliate, vedi: Borgogno C., Formazione alla vita religiosa e alla preghiera paolina. Memorie e documenti, a cura del Segretariato Internazionale Spiritualità, Roma 1994, p. 154.

40 CI, 6-7[1939]4.

41 Sono da ricordare soprattutto due opere, a cui Don Alberione, senza mai citarle, attinge liberamente, come a dottrina ormai fatta propria: Chiesa F., La Chiave della Vita, Alba 1927; Idem, Introduzione all'ascetica, Alba 1929.

42 Cf Eymard P. G., La presenza reale, Società Apostolato Stampa, Roma 1947.

43 Cf Stato religioso, a cura di don Robaldo M. G. E., Pia Società San Paolo, Alba 1934.

44 CI, 8[1939]1.

45 Per Don Alberione anche la dimensione dell'apostolato paolino deve essere messa a confronto con la santità e trova ispirazione nei grandi Padri e Dottori della Chiesa: san Giovanni Crisostomo, san Gerolamo, sant'Agostino, san Gregorio Magno, san Bernardo di Chiaravalle, sant'Alberto Magno, san Tommaso d'Aquino, san Bonaventura, san Francesco di Sales, sant'Alfonso M. de' Liguori, ecc. Le sculture e pitture da lui volute attorno a san Paolo nel tempio di san Paolo in Alba e all'altare di san Paolo nel Santuario della Regina degli Apostoli in Roma sono conferma del suo sentire.

46 Cf Meditazioni varie 1935, n. 3, p. 163.

47 Cf SE 1936, XVIII, p. 512.

48 Fil 3,13.

49 Cf ER aprile 1935, XV, p. 320.

50 Cf Meditazioni varie 1938, n. 1, p. 609.

51 Cf ER aprile 1935, XV, p. 320.

52 Cf Idem, V, p. 250.

53 Cf Meditazioni varie 1934, n. 17, p. 102.

54 Cf Idem, nn. 12, 21, pp. 80, 118.

55 Cf Idem, nn. 13, 14, 19, 23, pp. 84, 88, 109, 127.

56 Cf Idem, n. 24, pp. 137, 138.

57 Cf Meditazioni varie 1935, n. 1, p. 160.

58 Cf Idem, n. 13, p. 199.

59 Cf ER aprile 1935, V, p. p.252.

60 Cf SE 1936, IV, p. 424.

61 Cf ER aprile 1935, VI, p. 257.

62 Cf Idem, VIII, p. 273.

63 Cf Idem, IX, p. 277.

64 Cf ER agosto 1935, VI, p. 190.

65 Cf SE 1936, XIV, p. 489.

66 Cf ER aprile 1935, X, p. 283.

67 Cf Meditazioni varie 1937, n. 23, p. 602.

68 Cf ER aprile 1935, X, p. 285.

69 Cf ER agosto 1935, VII, p. 354.

70 Cf SE 1936, XV, p. 497.

71 Cf Meditazioni varie 1938, n. 8, p. 633,

72 Cf Meditazioni varie 1939, n. 4, p. 653.

73 Cf Meditazioni varie 1938, n. 2, p. 614.

74 Cf ER agosto 1935, X, p. 372.

75 Cf Idem, X, p. 371.

76 Cf Idem, VIII, p. 357.

1 Le circolari sono state raccolte nel volume Considerate la vostra vocazione (CVV), Roma 1990.

2 Cf EC, 6[1934]2.

3 Cf EC, 9[1934]1.

4 Cf EC, 11[1934]1.