Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. LA PRESENZA DI DIO*

Avete ora cantato un salmo di penitenza: «Signore, guardaci ed abbi pietà di noi»1, canto adatto per la Quaresima, per il tempo di redenzione, e per le nostre condizioni di poveri peccatori, bisognosi della misericordia di Dio, e di grande misericordia, perché avendo ricevute tante grazie, Dio avrebbe diritto di attendersi tanto amore, tanta corrispondenza.
Questa sera voglio dirvi due parole su di una massima semplicissima che ci deve dare coraggio a consolare Gesù Eucaristico con più fervore, con più ardore.
"Dio mi vede". Scolpiamolo nella mente, nel cuore. Fate bene ad esporre in ogni camera i cartelli con la scritta: "Dio mi vede", affinché vi ricordiate sempre della presenza divina.
"Dio mi vede" ossia è dappertutto, non solo in chiesa con la presenza sacramentale, ossia come Dio e Uomo. Dio colla sua presenza è dappertutto: nelle aule, nelle vie, nel giardino, dov'è luce e dov'è buio, dove e quando nessuno ci può vedere.
«Posso sfuggire al tuo sguardo, o Signore?»2. No, mai. Anche nelle viscere della terra, col tuo sguardo tu mi scruti; e mi segui anche nei deserti, nelle lande immense.
Un altolocato, offrendo a una bimba un'arancia in compenso della risposta, le domandava: "Bimba, sai tu dirmi dov'è Dio?". E la bambina di rimando: "Piuttosto ne darò io due a lei, se saprà dirmi dove non c'è Dio".
Egli vede ciò che sentiamo, penetra i nostri pensieri: «Scruta i nostri sensi ed il nostro cuore»3. Ci segue nel luogo chiuso
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a chiave ed anche là dove si dice: Qui nessuno ci vede.
Dio è anche presente colla sua potenza; se cessasse di sostenerci noi ricadremmo nel nulla. Il falegname costruisce una sedia e dove la pone, essa sta. Dio ci sostiene e, come la lampada cade se si spezza4 il filo che la tiene sospesa, così cadremo noi se si spezzerà il filo col quale Iddio regge la nostra esistenza.
Siamo in Dio, egli è presente; ci vede, ci sostiene, e noi parliamo, pensiamo, operiamo perché Iddio lo vuole.
Dio non può ammettere peccato; eppure anche quando pecchiamo Dio è in noi, e continua anche in questo brutto momento a sostenerci, conservandoci in vita.
Come il bambino che pronuncia parolacce in braccio alla mamma, questa non le pronuncia, ma sostiene il bimbo.
Vi erano due sorelle, di cui una cattiva, che suggerì alla buona di commettere una grossa gherminella. Tutta calma la buona le rispose: "Sì, la farò, purché tu con me la andiamo a commettere in piazza, quando vi è mercato".
Dio vede tutti. Camminiamo alla sua presenza e ci sarà facile evitare il peccato. Quando si sta per cedere alla tentazione se si pensa che vi è l'occhio di Dio, l'orecchio di Dio che sono sopra di noi, come si può voler peccare?
Quando si volesse compiere una cattiva azione, alla presenza del babbo e della mamma, ce ne guarderemmo bene!
Il pensiero della presenza di Dio ci spinge al bene. Studiamo, pensiamo, operiamo, preghiamo con fervore: la nostra volontà alla presenza di Dio diventa risoluta. Quando siamo in scuola e stiamo scrivendo, basta la vicinanza della maestra per farci scrivere in calligrafia, e se pensiamo che presso di noi non c'è la maestra soltanto, ma il Signore, opereremo sempre molto bene.
Quando il Signore ama un'anima, le dà occasione di molta sofferenza.
La Madonna era tanto diletta da Dio eppure è divenuta la Regina dei martiri! E Gesù, il Figlio prediletto di Dio, il Re del dolore!
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Non posso, figliuole, indicarvi una via diversa da quella tracciataci da Gesù. Avrete tanto da soffrire, ma guardate a ciò che ci attende al termine del cammino.
Se aveste da salire un'erta, e alla cima del monte vi attendesse la mamma o il babbo, oh, non badereste a difficoltà, ma a grandi passi salireste la china per raggiungere presto la sospirata meta. Al termine dell'erta ci attende Gesù, la santissima Vergine, i santi, gli angeli. Se pensiamo così, prendiamo coraggio. Avete da sostenere le fatiche del lavoro, dello studio, da compiere tanti sacrifici, ebbene, guardiamo a destra: l'Angelo ci osserva, egli ci ascolta, raccoglie i nostri sospiri, tutto registra. Così prendiamo coraggio ed amiamo la nostra croce.
Se siamo affaticati ricordiamo: non ci è stato promesso il premio, la pace su questa terra, ma ci è preparato in cielo: «Chi lascia tutto riceverà il centuplo e la vita eterna»5.
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* Predica stampata in EC, 3[1934]4-5. Non è indicato l'autore. In un dattiloscritto che ha come titolo: “La presenza di Dio”, è scritto in alto a sinistra: “P. Maestro”; a destra: “marzo 1934”. La predica deve essere stata tenuta ai Vespri, come si può ricavare dal testo: “Questa sera voglio dirvi due parole su di una massima semplicissima…”. Curatori di dattiloscritti successivi hanno anche messo un altro titolo: “Dio mi vede”.

1 Cf Sal 25,16.

2 Cf Sal 139,7-12.

3 Cf Ap 2,23.

4 Originale: spezzi.

5 Cf Mt 19,29.