Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. ALLA SCUOLA DEL MAESTRO*

Il Signore invita tutti al Paradiso, ma per diverse vie. Vi sono anime che lo seguono solo fino ad un certo punto nella via dei comandamenti; ve ne sono altre che sentono la voce di Gesù e lo seguono nei consigli evangelici: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quanto hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi»1. Questa è la via migliore, quella di Maria2. Ti sei eletto Dio e sarà tuo in eterno!
Una cosa mi sta a cuore dire in questa occasione: Gesù amò il titolo di Maestro; così volle essere chiamato nella vita pubblica e disse ai suoi discepoli: «Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono; fate dunque come ho fatto io»3. Uno è il nostro Maestro: Gesù; unica deve essere la sua scuola nel mondo. Ma egli per attirare gli uomini a sé, elegge dei maestri che l'aiutino.
La Maestra che ora ha ricevuto l'abito sacro, ha molto esercitato questa missione con la parola, d'ora in poi sarà anche maestra della penna. Questi due apostolati (della parola e dello scritto), non si differenziano, perché hanno unico lo scopo: la gloria di Dio, il bene delle anime. S. Giovanni Crisostomo4 dice
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che l'ufficio di maestra è più degno e più nobile di quello del pittore, dello scultore, ecc. perché il maestro non fa solamente quadri da esporre in sale, ma coltiva anime per il Cielo. Dunque grande stima per l'ufficio di maestra. In cielo, chi avrà ben operato e bene insegnato, sarà grande ed avrà doppia corona5.
Per il nostro apostolato noi siamo maestre, ma anche discepole. Prendiamo dunque bene lo spirito e la dottrina della Chiesa, il dogma, la morale, il culto per poter insegnare bene alle anime.
Il Signore benedica pertanto la nuova suora-maestra, tutte le maestre e discepole, tutti coloro che lavorano e cooperano alla nostra Casa ad insegnare le verità, a diffondere il Vangelo.
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* Testo stampato in EC, 5[1934]1-2. Pronunciato dal Fondatore in occasione della vestizione religiosa di Giuseppina Saracco, già insegnante e preziosa collaboratrice, vestizione avvenuta il 15 aprile 1934. EC mette come titolo “Vestizione religiosa” e introduce il pensiero del Fondatore nel modo seguente: «Il Signor Primo Maestro, in occasione, tenne una breve predica commentando il Vangelo del giorno “il buon Pastore”».

1 Cf Mt 19,21.

2 Cf Lc 10,42.

3 Cf Gv 13,13-15.

4 Giovanni Crisostomo (347-407), nativo di Antiochia, monaco, poi vescovo di Costantinopoli. Morì in esilio. È tra i quattro maggiori Padri della Chiesa orientale e dottore della Chiesa. Coltivò una vera devozione a san Paolo. Il pensiero a cui il Fondatore fa riferimento si trova nel Breviario, Ufficio delle Letture dal Comune degli Educatori: «Che cosa si può paragonare ad un'arte che si dedica a dirigere le anime e a formare la mente e il carattere di un giovane? Colui che possiede attitudini a questo compito deve dedicarvisi con maggior diligenza che qualsiasi pittore o scultore» (Dalle Omelie su Matteo, Om. 59; PG 57, 579.584).

5 Cf Mt 5,19.